Arriva in questi giorni la certezza di voler scrivere un libro.
Un saggio, su qualcosa che conosco molto bene.
Mentre sparpaglio le idee, prima di raccoglierle, cerco punti di vista tangenziali e mi trastullo nell'idea di non puntualizzare riferimenti bibliografici, che è molto poco professionale, ma molto più vicino all'idea di biografismo che ho in testa.
Tempo al tempo. Che non so se troverò mai il tempo per scriverlo.
mercoledì 28 dicembre 2011
Fermarsi
Se in questo preciso momento ti viene in mente anche solo una cosa che stai facendo che ti provoca sforzo e tensione, fermati e smetti di farla. Anche solo per qualche minuto.
Ascolta come cambia la percezione della tua mente e del tuo corpo.
Se è necessario, riprendi a fare quel che stavi facendo, ricercando un diverso atteggiamento.
Ascolta come cambia la percezione della tua mente e del tuo corpo.
Se è necessario, riprendi a fare quel che stavi facendo, ricercando un diverso atteggiamento.
Paris in train
In un treno semideserto, guardo Midnight in Paris, l'ultimo film di Woody Allen.
Isolato, come il protagonista, mi perdo in un tempo diverso, tra personaggi straordinari e, per forza, immaginari.
Cultura alta e cultura bassa si incontrano, si sposano felicemente.
Difficile tornare.
Di seguito, la sequenza di apertura, con bellissime istantanee di Parigi, e l'incontro del protagonista con Adriana, seducente compagna temporanea di Picasso.
Isolato, come il protagonista, mi perdo in un tempo diverso, tra personaggi straordinari e, per forza, immaginari.
Cultura alta e cultura bassa si incontrano, si sposano felicemente.
Difficile tornare.
Di seguito, la sequenza di apertura, con bellissime istantanee di Parigi, e l'incontro del protagonista con Adriana, seducente compagna temporanea di Picasso.
martedì 27 dicembre 2011
I Remember
I remember it well the first time that i saw
your head ‘round the door 'cause mine stopped working
i remember it well there was wet in your hair
I was stood in stare and time stopped moving
i want you here tonight i want you here
'cause i can't believe what i found
i want you here tonight want you here
nothing is taking me down
i remember it well taxied out of a storm
to watch you perform and my ships were sailing
i remember it well i was stood in your line
and your mouth your mouth your mouth your mind
i want you here tonight i want you here
'cause i can't believe what i found
i want you here tonight want you
‘cause nothing is taking me down
‘cept you my love..
come all ye lost
dive into moss
i hope that my sanity covers the cost
to remove the stain of my love
paper maché
come all ye reborn
blow off my horn
i'm driving real hard
this is love this is porn
god would forgive me
but i.. i whip myself scorn scorn
i wanna hear what you have to say about me
hear if you're gonna live without me
hear what you want
i remember december
and I wanna hear what you have to say about me
hear if you're gonna live without me
i wanna hear what you want
what the hell do you want?
Damien Rice
Qualcosa da dire
1.
mi regalano una sciarpa. per portarci sempre con te, mi dicono.
sorrido alla sciarpa come mi guardassero.
2.
soddisfatta e sorridente, ripone il suo nuovo ipad con tanto di scatola nella sua borsa.
e se la scatola fosse vuota?
3.
entra nel vagone, parla e si muove come fosse il padrone del treno.
siede accanto a due uomini di colore, con i quali parla con violenza.
forse pensa di essere il padrone di quei due uomini.
4.
ha un berretto rosa di lana che si appoggia al viso accigliato.
tolto il cappello, sembra si alleggerisca di un peso.
5.
mi mostra il suo nuovo ipad, appena entro nella stanza. confondo i simboli.
non capisco quale dei due sia più irreale, se lui o l'oggetto che tiene in mano.
6.
ha mal di denti. il giorno di natale ha pianto, per questo.
più vicino a maria.
7.
aveva a cuore la salvezza del mondo. ma osservava le cose da dietro lo specchio dell'ideologia.
la sua voce aveva forza. la sua bocca era preziosa.
il suo giudizio rischia di diventare vecchio prima del tempo.
8.
parla senza riuscire ad arrivare alla fine.
come stesse girando intorno al suo pensiero. mettendo alla prova la nostra pazienza.
ha davvero qualcosa da dire. ma non trova il passaggio che le permetterebbe il riposo.
9.
siedo alla loro tavola felice di non essere a casa. di non essere preparato.
ringrazio per la loro ospitalità, per quanto necessaria, contratta. in fondo, siamo solo di passaggio.
10.
pensa alla morte come a una presenza fisica. assaggia il sapore della sua sopravvivenza attraverso i necrologi altrui, mentre tutte le ossa le dolgono. da una luce accesa di notte, sospetta tragedia e dolore, che non augura, ma desidera come una belva affamata di dolore.
addestrata alla caccia, ricerca nel dolore altrui il sollievo per il proprio.
mi regalano una sciarpa. per portarci sempre con te, mi dicono.
sorrido alla sciarpa come mi guardassero.
2.
soddisfatta e sorridente, ripone il suo nuovo ipad con tanto di scatola nella sua borsa.
e se la scatola fosse vuota?
3.
entra nel vagone, parla e si muove come fosse il padrone del treno.
siede accanto a due uomini di colore, con i quali parla con violenza.
forse pensa di essere il padrone di quei due uomini.
4.
ha un berretto rosa di lana che si appoggia al viso accigliato.
tolto il cappello, sembra si alleggerisca di un peso.
5.
mi mostra il suo nuovo ipad, appena entro nella stanza. confondo i simboli.
non capisco quale dei due sia più irreale, se lui o l'oggetto che tiene in mano.
6.
ha mal di denti. il giorno di natale ha pianto, per questo.
più vicino a maria.
7.
aveva a cuore la salvezza del mondo. ma osservava le cose da dietro lo specchio dell'ideologia.
la sua voce aveva forza. la sua bocca era preziosa.
il suo giudizio rischia di diventare vecchio prima del tempo.
8.
parla senza riuscire ad arrivare alla fine.
come stesse girando intorno al suo pensiero. mettendo alla prova la nostra pazienza.
ha davvero qualcosa da dire. ma non trova il passaggio che le permetterebbe il riposo.
9.
siedo alla loro tavola felice di non essere a casa. di non essere preparato.
ringrazio per la loro ospitalità, per quanto necessaria, contratta. in fondo, siamo solo di passaggio.
10.
pensa alla morte come a una presenza fisica. assaggia il sapore della sua sopravvivenza attraverso i necrologi altrui, mentre tutte le ossa le dolgono. da una luce accesa di notte, sospetta tragedia e dolore, che non augura, ma desidera come una belva affamata di dolore.
addestrata alla caccia, ricerca nel dolore altrui il sollievo per il proprio.
In questa vita presente
avevo paura di essere debole
e non sapevo di essere solo piccolo
avevo male alla testa
e non sapevo di respirare male
avevo paura di non riconoscerti
e non sapevo di avere gli occhi chiusi
avevo sentito un grido feroce
e non sapevo di essere solo
avevo sempre fame
e non sapevo alimentare il mio corpo
avevo paura di morire infelice
e non sapevo di essere in pace
in questa vita presente.
e non sapevo di essere solo piccolo
avevo male alla testa
e non sapevo di respirare male
avevo paura di non riconoscerti
e non sapevo di avere gli occhi chiusi
avevo sentito un grido feroce
e non sapevo di essere solo
avevo sempre fame
e non sapevo alimentare il mio corpo
avevo paura di morire infelice
e non sapevo di essere in pace
in questa vita presente.
Immagini
Buona regola di un buon blog è di usare spesso immagini. Condire, richiamare l'attenzione, sollecitare.
Poi capita che sei a corto di immagini, che senti che richiudono la tua immaginazione.
E allora lasci spazio alle parole e basta.
Tanto questo blog non lo legge nessuno, e va bene così.
Lo spazio di un pensiero va ben oltre questi segni virtuali.
Poi capita che sei a corto di immagini, che senti che richiudono la tua immaginazione.
E allora lasci spazio alle parole e basta.
Tanto questo blog non lo legge nessuno, e va bene così.
Lo spazio di un pensiero va ben oltre questi segni virtuali.
Accanto a un libro di poesia
Nell'apertura del cuore, sono tornato spesso alla poesia.
Come molti italiani, ho scoperto tardi la poetessa polacca Wislava Szymborska, ma me ne sono innamorato ferocemente.
Con il Corriere della Sera, da oggi, una sua antologia viene venduta a 1 euro. Primo libro di 30 per una nuova collana di poesia, curata da Nicola Crocetti. Gli altri non so, ma questo libro è prezioso.
Se non ti basta, ti ficchi in una libreria e ti compri l'opera omnia di Adelphi. Abbiamo bisogno di questi respiri.
Di seguito una sua meravigliosa composizione.
Accanto a un bicchiere di vino
Con uno sguardo mi ha resa più bella,
e io questa bellezza l’ho fatta mia.
Felice, ho inghiottito una stella.
Ho lasciato che mi immaginasse
a somiglianza del mio riflesso
nei suoi occhi. Io ballo, io ballo
nel battito di ali improvvise.
Il tavolo è tavolo, il vino è vino
nel bicchiere che è un bicchiere
e sta lì dritto sul tavolo.
Io invece sono immaginaria,
incredibilmente immaginaria,
immaginaria fino al midollo.
Gli parlo di tutto ciò che vuole:
delle formiche morenti d’amore
sotto la costellazione del soffione.
Gli giuro che una rosa bianca,
se viene spruzzata di vino, canta.
Mi metto a ridere, inclino il capo
con prudenza, come per controllare
un’invenzione. E ballo, ballo
nella pelle stupita, nell’abbraccio
che mi crea.
Eva dalla costola, Venere dall’onda,
Minerva dalla testa di Giove
erano più reali.
Quando lui non mi guarda,
cerco la mia immagine
sul muro. E vedo solo
un chiodo, senza il quadro.
(trad. Pietro Marchesani)
Come molti italiani, ho scoperto tardi la poetessa polacca Wislava Szymborska, ma me ne sono innamorato ferocemente.
Con il Corriere della Sera, da oggi, una sua antologia viene venduta a 1 euro. Primo libro di 30 per una nuova collana di poesia, curata da Nicola Crocetti. Gli altri non so, ma questo libro è prezioso.
Se non ti basta, ti ficchi in una libreria e ti compri l'opera omnia di Adelphi. Abbiamo bisogno di questi respiri.
Di seguito una sua meravigliosa composizione.
Accanto a un bicchiere di vino
Con uno sguardo mi ha resa più bella,
e io questa bellezza l’ho fatta mia.
Felice, ho inghiottito una stella.
Ho lasciato che mi immaginasse
a somiglianza del mio riflesso
nei suoi occhi. Io ballo, io ballo
nel battito di ali improvvise.
Il tavolo è tavolo, il vino è vino
nel bicchiere che è un bicchiere
e sta lì dritto sul tavolo.
Io invece sono immaginaria,
incredibilmente immaginaria,
immaginaria fino al midollo.
Gli parlo di tutto ciò che vuole:
delle formiche morenti d’amore
sotto la costellazione del soffione.
Gli giuro che una rosa bianca,
se viene spruzzata di vino, canta.
Mi metto a ridere, inclino il capo
con prudenza, come per controllare
un’invenzione. E ballo, ballo
nella pelle stupita, nell’abbraccio
che mi crea.
Eva dalla costola, Venere dall’onda,
Minerva dalla testa di Giove
erano più reali.
Quando lui non mi guarda,
cerco la mia immagine
sul muro. E vedo solo
un chiodo, senza il quadro.
(trad. Pietro Marchesani)
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sabato 24 dicembre 2011
Blessed to be a witness
Corcovado parted the sky
And through the darkness
On us he shined
Crucified in stone
Still his blood is my own
Glory behold all my eyes have seen
Have seen
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed to be a witness
Some have flown away
And can't be with us here today
Like the hills of my home
Some have crumbled and now are gone
Gather around for today won't come again
Won't come again
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed to be a witness
So much sorrow and pain
Still I will not live in vain
Like good questions never asked
Is wisdom wasted on the past
Only by the grace of God go I
Go I
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed to be a witness
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed to be a witness
Ben Harper
Cold water
Cold, cold water surrounds me now
And all I've got is your hand
Lord, can you hear me now?
Lord, can you hear me now?
Lord, can you hear me now?
Or am I lost?
Love one's daughter
Allow me that
And I can't let go of your hand
Lord, can you hear me now?
Lord, can you hear me now?
Lord, can you hear me now?
Or am I lost?
Cold, cold water surrounds me now
And all I've got is your hand
Lord, can you hear me now?
Lord, can you hear me now?
Lord, can you hear me now?
Or am I lost?
Damien Rice
Uccidi il Buddha
Di fede si muore.
Di fede si muove.
Dal cuore alla mente.
Dal culo alle tempie.
Dall'occhio divino
al profumo di pino.
Dal sasso caduto
al daino abbattuto.
Dal sonno profondo
al canto del mondo.
Uccidi il Buddha
e risveglia il tuo buddha.
Di fede si muove.
Dal cuore alla mente.
Dal culo alle tempie.
Dall'occhio divino
al profumo di pino.
Dal sasso caduto
al daino abbattuto.
Dal sonno profondo
al canto del mondo.
Uccidi il Buddha
e risveglia il tuo buddha.
lunedì 19 dicembre 2011
domenica 18 dicembre 2011
Kiss me
The fire’s dying out
All the embers have been spent
Outside on the street
Lovers hide in the shadows
You look at me
I look at you
There’s only one thing
I want you to do
Kiss me
I want you to kiss me
Like a stranger once again
Kiss me like a stranger once again
I want to believe that our love’s a mystery
I want to believe that our love’s a sin
I want you to kiss me like a stranger once again
You wear the same kind of perfume
You wore when we met
I suppose there’s something comforting in knowing what to expect
But when you brushed up against me
Before I knew your name
Everything was thrilling
Because nothing was the same
I want you to kiss me
I want you to kiss me
Like a stranger once again
Kiss me like a stranger once again
I want to believe our loves a mystery
I want to believe our loves a sin
Oh will you kiss me like a stranger once again
I want you to kiss me like a stranger
Kiss me like a stranger once again
Tom Waits
Bad as me
You’re the head on the spear
You’re the nail on the cross
You’re the fly in my beer
You’re the key that got lost
You’re the letter from Jesus on the bathroom wall
You’re mother superior in only a bra
You’re the same kind of bad as me
I’m the hat on the bed
I’m the coffee instead
The fish or cut bait
I’m the detective up late
I’m the blood on the floor
The thunder and the roar
The boat that won’t sink
I just won’t sleep a wink
You’re the same kind of bad as me
No good you say
Well that’s good enough for me
You’re the wreath that caught fire
You’re the preach to the choir
You bite down on the sheet
But your teeth have been wired
You skid in the rain
You’re trying to shift
You’re grinding the gears
You’re trying to shift
And you’re the same kind of bad as me
They told me you were no good
I know you’ll take care of all my needs
You’re the same kind of bad as me
I’m the mattress in the back
I’m the old gunnysack
I’m the one with the gun
Most likely to run
I’m the car in the weeds
If you cut me I’ll bleed
You’re the same kind of bad as me
You’re the same kind of bad as me
Tom Waits
sabato 17 dicembre 2011
Faber alla pasticceria Dolci, Lissone
Nuovo appuntamento con lo spettacolo Faber, Non ho una faccia adatta alle mie canzoni.
Puoi leggere lo scopo dell'evento qui.
Sabato 17 dicembre a partire dalle ore 18.
Tutte le informazioni nella locandina.
FABER - Non ho una faccia adatta alle mie canzoni
Pensieri, parole e musiche di Fabrizio De André
con
Gaetano Ievolella (voce narrante)
Guglielmo Nigro (voce, piano, djambé, fisarmonica)
Stefano Chiodini (sax soprano, flauto traverso)
Oltre il De André noto al mondo c'era un autore scomodo, schivo, solitario e anarchico. Uno che non amava esibirsi in pubblico perché diceva di non avere una faccia adatta alle sue canzoni. Frugando fra le sue carte e rileggendo appunti e interviste ne abbiamo ricostruito la poetica. Volendo restituire il mito a una dimensione umana, abbiamo indagato il suo rapporto con la religione, l’amore, l’amicizia e con la vita e la morte. Abbiamo ripreso le sue canzoni riducendole al cuore nudo di testo e melodia, lasciando emergere la potenza del canto e la chiarezza delle parole per quello che sono: il grido di un uomo che, per la vita, ha cercato il proprio riscatto nel dare con le sue canzoni a ogni uomo la dignità perduta. Nei tratti, abbiamo cercato di ricostruire il volto meno noto di Faber, quello più intimo. Immuni alle accuse di presunzione, ché le fotografie rendono un unico punto di vista, speriamo solo che lui ci perdoni la nostra poca discrezione.
Musica di specie
Puoi leggere lo scopo dell'evento qui.
Sabato 17 dicembre a partire dalle ore 18.
Tutte le informazioni nella locandina.
FABER - Non ho una faccia adatta alle mie canzoni
Pensieri, parole e musiche di Fabrizio De André
con
Gaetano Ievolella (voce narrante)
Guglielmo Nigro (voce, piano, djambé, fisarmonica)
Stefano Chiodini (sax soprano, flauto traverso)
Oltre il De André noto al mondo c'era un autore scomodo, schivo, solitario e anarchico. Uno che non amava esibirsi in pubblico perché diceva di non avere una faccia adatta alle sue canzoni. Frugando fra le sue carte e rileggendo appunti e interviste ne abbiamo ricostruito la poetica. Volendo restituire il mito a una dimensione umana, abbiamo indagato il suo rapporto con la religione, l’amore, l’amicizia e con la vita e la morte. Abbiamo ripreso le sue canzoni riducendole al cuore nudo di testo e melodia, lasciando emergere la potenza del canto e la chiarezza delle parole per quello che sono: il grido di un uomo che, per la vita, ha cercato il proprio riscatto nel dare con le sue canzoni a ogni uomo la dignità perduta. Nei tratti, abbiamo cercato di ricostruire il volto meno noto di Faber, quello più intimo. Immuni alle accuse di presunzione, ché le fotografie rendono un unico punto di vista, speriamo solo che lui ci perdoni la nostra poca discrezione.
Musica di specie
venerdì 16 dicembre 2011
Paris concert
Il concerto di Parigi di Jarrett è per me l'esemplificazione di un percorso musicale di cura.
Su youtube in 4 parti.
L'ascolto senza soluzioni di continuità in disco è un'esperienza mistica.
Su youtube in 4 parti.
L'ascolto senza soluzioni di continuità in disco è un'esperienza mistica.
giovedì 15 dicembre 2011
L'altro
1.
si esibisce davanti ai miei occhi, sul sedile di fronte del treno.
ma manca di ritmo, perché lo sforzo è troppo grande.
2.
mi parla della sua insonnia, senza riconoscerne l'origine.
è lontana da sé. spaventata.
in nessun luogo.
3.
il suo pelo col freddo si gonfia, riempie e scalda.
i suoi occhi si fanno più dolci.
l'inverno ammorbidisce.
4.
sembra che abbia perso i suoi capelli nell'iphone.
l'irrequietezza con cui digita lettere virtuali.
tacco punta della scarpa per terra a battere il ritmo della sua inquietudine.
5.
i suoi occhi azzurri lacerano il nero dei capelli e accendono il pallore del viso.
ha cuffie nelle orecchie e cerca un ritmo silenzioso che la rende più acuta.
la bellezza sfiorisce. che la luce rimanga a lungo.
6.
suona un clarinetto morbido e leggero. intonato a dovere.
da uno zaino una base musicale distorta da batterie scariche e volume eccessivo.
sceglie pezzi non banali. sofisticati non è la parola giusta.
impopolari, forse.
raccoglie pochi soldi.
7.
ha buchi alle ginocchia. più vuoti che pieni, vien da chiedersi come possano stare su, quei pantaloni.
la barba bianca e lunga ingiallita dal fumo.
un sacco di plastica verde mare, di quelli che non circolano più, gonfio di cose.
quali oggetti contiene?
quali sacchi di vita portano a questa solitudine?
8.
sembra amarlo come prima di nascere.
preparano un viaggio per il sudafrica.
una lucente e giovane fede si impone sull'anulare di lui.
corona o catena?
9.
mi parla guardandomi negli occhi, ma con il viso girato di trenta gradi.
la sua intensità è amplificata dalla sofferenza. c'è un dolore non curato.
che fa inclinare la testa.
almeno quanto il mio, che spinge il mio busto in avanti, mentre le rispondo.
le voci sono calme, ma nascondo un'energia speciale. introversa.
che preferisce tacere.
10.
lo osservo da vicino, e per un attimo ne catturo l'età avanzata.
in quel collo, in quegli occhi azzurri.
lascio che la sua presenza mi calmi.
c'è così tanto amore. e quando sorride è come il sole che squarcia le nuvole.
di questo, si nutre il suo ego?
della pace degli altri?
si esibisce davanti ai miei occhi, sul sedile di fronte del treno.
ma manca di ritmo, perché lo sforzo è troppo grande.
2.
mi parla della sua insonnia, senza riconoscerne l'origine.
è lontana da sé. spaventata.
in nessun luogo.
3.
il suo pelo col freddo si gonfia, riempie e scalda.
i suoi occhi si fanno più dolci.
l'inverno ammorbidisce.
4.
sembra che abbia perso i suoi capelli nell'iphone.
l'irrequietezza con cui digita lettere virtuali.
tacco punta della scarpa per terra a battere il ritmo della sua inquietudine.
5.
i suoi occhi azzurri lacerano il nero dei capelli e accendono il pallore del viso.
ha cuffie nelle orecchie e cerca un ritmo silenzioso che la rende più acuta.
la bellezza sfiorisce. che la luce rimanga a lungo.
6.
suona un clarinetto morbido e leggero. intonato a dovere.
da uno zaino una base musicale distorta da batterie scariche e volume eccessivo.
sceglie pezzi non banali. sofisticati non è la parola giusta.
impopolari, forse.
raccoglie pochi soldi.
7.
ha buchi alle ginocchia. più vuoti che pieni, vien da chiedersi come possano stare su, quei pantaloni.
la barba bianca e lunga ingiallita dal fumo.
un sacco di plastica verde mare, di quelli che non circolano più, gonfio di cose.
quali oggetti contiene?
quali sacchi di vita portano a questa solitudine?
8.
sembra amarlo come prima di nascere.
preparano un viaggio per il sudafrica.
una lucente e giovane fede si impone sull'anulare di lui.
corona o catena?
9.
mi parla guardandomi negli occhi, ma con il viso girato di trenta gradi.
la sua intensità è amplificata dalla sofferenza. c'è un dolore non curato.
che fa inclinare la testa.
almeno quanto il mio, che spinge il mio busto in avanti, mentre le rispondo.
le voci sono calme, ma nascondo un'energia speciale. introversa.
che preferisce tacere.
10.
lo osservo da vicino, e per un attimo ne catturo l'età avanzata.
in quel collo, in quegli occhi azzurri.
lascio che la sua presenza mi calmi.
c'è così tanto amore. e quando sorride è come il sole che squarcia le nuvole.
di questo, si nutre il suo ego?
della pace degli altri?
Malattia e libertà
C'è un taboo molto forte che appartiene alla nostra società post-moderna, medicalizzata, farmacodipendente e chemioterapica: non riconoscere che la malattia è parte integrale della nostra vita, e che ne siamo responsabili.
Mi capita spesso di dire ad amici e conoscenti che quello specifico disturbo di cui sono afflitti è legato al proprio mondo, al proprio stile di vita, alle proprie condizioni intra-psichiche, e così via.
Il meccanismo è sempre quello: una debolezza organica (congenita) e spirituale non necessariamente può dare origine a una malattia. Ma essa si manifesta se ci sono specifiche condizioni personali: condizioni ambientali, emotive, di vita.
Di questo abbiamo piena responsabilità. Ma le persone non lo capiscono. Ne hanno paura.
C'è un grande paradosso qui, dettato dall'incomprensione circa il controllo e dall'illusione del quieto vivere.
Le persone preferiscono non sentirsi responsabili per il proprio stato di salute, e demandare ad altri le scelte e le cure. Piuttosto che sapersi responsabili e mettersi in prima persona a comprendere e cambiare il proprio rapporto con il corpo, la mente e le emozioni.
In questo modo si ottengono come minimo due effetti:
minimizzazione dei propri problemi di salute.
perdità completa di libertà personale.
Il farmaco appare come la via più breve, piuttosto che mettersi in discussione.
Ma il farmaco è in realtà la massima semplificazione e, in definitiva, la perdita della libertà.
Utilizzare i farmaci o la chirurgia nelle fasi acute, a rischio, è importante. Una risorsa della nostra modernità.
Ma abusarne, in particolare nelle situazioni croniche, è una violenza rispetto alla nostra sensibilità e vitalità.
Abituiamoci ad ascoltare e comprendere. A dare senso.
Anche al disagio, alla malattia.
Scopriremo cose molto importanti.
E saremo liberi.
Mi capita spesso di dire ad amici e conoscenti che quello specifico disturbo di cui sono afflitti è legato al proprio mondo, al proprio stile di vita, alle proprie condizioni intra-psichiche, e così via.
Il meccanismo è sempre quello: una debolezza organica (congenita) e spirituale non necessariamente può dare origine a una malattia. Ma essa si manifesta se ci sono specifiche condizioni personali: condizioni ambientali, emotive, di vita.
Di questo abbiamo piena responsabilità. Ma le persone non lo capiscono. Ne hanno paura.
C'è un grande paradosso qui, dettato dall'incomprensione circa il controllo e dall'illusione del quieto vivere.
Le persone preferiscono non sentirsi responsabili per il proprio stato di salute, e demandare ad altri le scelte e le cure. Piuttosto che sapersi responsabili e mettersi in prima persona a comprendere e cambiare il proprio rapporto con il corpo, la mente e le emozioni.
In questo modo si ottengono come minimo due effetti:
minimizzazione dei propri problemi di salute.
perdità completa di libertà personale.
Il farmaco appare come la via più breve, piuttosto che mettersi in discussione.
Ma il farmaco è in realtà la massima semplificazione e, in definitiva, la perdita della libertà.
Utilizzare i farmaci o la chirurgia nelle fasi acute, a rischio, è importante. Una risorsa della nostra modernità.
Ma abusarne, in particolare nelle situazioni croniche, è una violenza rispetto alla nostra sensibilità e vitalità.
Abituiamoci ad ascoltare e comprendere. A dare senso.
Anche al disagio, alla malattia.
Scopriremo cose molto importanti.
E saremo liberi.
domenica 11 dicembre 2011
You don't know what love is (3)
Sonny Rollins
John Coltrane
Chat Baker
Lennie Tristano
Keith Jarrett Trio
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You don't know what love is (2)
Nina Simone
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sabato 10 dicembre 2011
Della forma e dell'ironia
oltre la forma c'è il ridicolo
l'ironia svela la volatilità della forma
l'identificazione è di una serietà mortale
la forma organizza
ma immobilizza
la libertà è nel movimento
la forma è vuoto il vuoto è forma
l'ironia svela la volatilità della forma
l'identificazione è di una serietà mortale
la forma organizza
ma immobilizza
la libertà è nel movimento
la forma è vuoto il vuoto è forma
venerdì 9 dicembre 2011
Let love in - Album perfetti
Nick Cave, Let Love In.
Con quel brano iniziale ripreso nel finale.
Circolarità, chiarezza di idee, poesia, durezza, amore...
Do you love me part1
Do you love me part 2
Loverman
I let love in
Red Right Hand
Con quel brano iniziale ripreso nel finale.
Circolarità, chiarezza di idee, poesia, durezza, amore...
Do you love me part1
Do you love me part 2
Loverman
I let love in
Red Right Hand
lunedì 5 dicembre 2011
domenica 4 dicembre 2011
Funeral - Album perfetti
Ci sono dischi perfetti.
Nei quali ogni brano aggiunge qualcosa al precedente, costruendo un puzzle unico e coinvolgente.
Te ne verrà in mente più d'uno.
Io segnalo Funeral, degli Arcade Fire.
Nei quali ogni brano aggiunge qualcosa al precedente, costruendo un puzzle unico e coinvolgente.
Te ne verrà in mente più d'uno.
Io segnalo Funeral, degli Arcade Fire.
sabato 3 dicembre 2011
La propaganda sul latte
Siamo cresciuti con diverse credenze. Una di queste, ben radicate, è quella che dice che il latte fa bene.
La verità è tristemente un'altra. Il latte (e i suoi derivati) sono fortemente tossici per il nostro organismo, che non è in grado di digerirlo adeguatamente.
L'anno scorso, nella scuola dell'infanzia di Gabo, sono stati fatti diversi incontri sull'indottrinamento ai latticini, con tanto di visite guidate alle fattorie. Nessuno che abbia spiegato i danni o i rischi del latte, o la sofferenza cui gli animali sono sottoposti per la produzione dei latticini.
Forse, perché anche gli insegnanti e i diversi operatori coinvolti fanno parte della stessa bolla di propaganda, inconsapevoli. Immaginate la difficoltà nel provare a spiegare a Gabo che quello che gli hanno raccontato è una grossa finzione.
Appeso, fuori da un distributore automatico di latte in una fattoria vicino a casa, un cartello che riassume in modo efficace i concetti cardine della propaganda.
Ma ecco, secondo la sintesi che ne fa Valdo Vaccaro, come stanno invece le cose:
a) Il latte di mucca può essere considerato carne liquida o sangue bianco. Un sangue bianco pressato dalle mammelle della mucca.
b) Il latte di mucca è disegnato e destinato dalla natura ad allattare i bambini della mucca. È cibo destinato ai lattanti, ai vitellini. Non è cibo per i manzetti, già svezzati, figurarsi per gli umani che non sono figli della mucca e che non sono più dei lattanti.
c) Il latte di mucca è troppo ricco, troppo grasso, troppo proteico, troppo colesterolizzato e troppo colloso o caseinizzato. L’eccesso di grasso e di proteine, già di per sé, è una disgrazia per il corpo umano.
d) Il latte di mucca è il più allergenico cibo conosciuto. Contiene oltre un centinaio di diversi fattori di allergia.
e) Il latte di mucca è causa di problemi digestivi per gli umani che sono sprovvisti dell’enzima lactase. L’enzima lactase serve a demolire il lattosio, che è lo zucchero del latte. Il latte causa gas, crampi, costipazione.
f) Il lattosio indemolito si trasforma in galattosio e causa cataratta.
g) Il latte di mucca contiene l’ormone prolattina stimolatore di crescite cancerogene al seno femminile.
h) Il latte di mucca è ricettacolo dei peggiori inquinanti incluso le sostanze radioattive come stronzio 90 e iodina 121.
i ) Il latte di mucca ha legami inquietanti con malattie gravi. Le statistiche confermano che i paesi maggiori consumatori hanno l’incidenza più alta di sclerosi, cancro, artrite, cardiopatia, diabete.
l) Il latte di mucca è anemizzante. Il latte è il cibo dell’anemia, poiché carente in ferro.
m) Il formaggio contiene 10 volte più grasso del latte, ed è un grasso perossidato, carico di radicali liberi. I radicali liberi sono tra l’altro fattore di invecchiamento precoce.
n) Non esiste nessun tipo di latte al mondo che faccia bene agli adulti. L’unico latte ottimo è quello di ogni mamma per il suo bimbo lattante, e quello di ogni mamma mucca per il suo cucciolo vitellino. Questa non è una opinione ma la logica stringente e chiara della natura.
o) Tutti i difetti del latte stanno purtroppo anche nei gelati comuni. Persino i gelati, delizia apparentemente rinfrescante del palato, tentazione autentica e irresistibile per grandi e piccini, contiene tutti i gravi difetti del latte, ed ha in più dolcificanti industriali. I gelati in confezione sono sostanze altamente chemicalizzate con solventi, stabilizzatori, emulsionanti, conservanti, coloranti, sapidificanti. Non c’è abbastanza posto sulle etichette per completare l’elenco degli ingredienti a rischio. Si parla anche di uso comune del grasso di balena. Il gelato, come il latte, è ricettacolo di sostanze radioattive e contaminanti. Trattasi di un prodotto molto lavorato e raffinato, totalmente privo di fibre. Toglie l’appetito (il che è grave per le cellule rimaste a secco), e nel contempo fa venire molta sete. È causa di costipazione, diverticolite, emorroidi.
La verità è tristemente un'altra. Il latte (e i suoi derivati) sono fortemente tossici per il nostro organismo, che non è in grado di digerirlo adeguatamente.
L'anno scorso, nella scuola dell'infanzia di Gabo, sono stati fatti diversi incontri sull'indottrinamento ai latticini, con tanto di visite guidate alle fattorie. Nessuno che abbia spiegato i danni o i rischi del latte, o la sofferenza cui gli animali sono sottoposti per la produzione dei latticini.
Forse, perché anche gli insegnanti e i diversi operatori coinvolti fanno parte della stessa bolla di propaganda, inconsapevoli. Immaginate la difficoltà nel provare a spiegare a Gabo che quello che gli hanno raccontato è una grossa finzione.
Appeso, fuori da un distributore automatico di latte in una fattoria vicino a casa, un cartello che riassume in modo efficace i concetti cardine della propaganda.
Ma ecco, secondo la sintesi che ne fa Valdo Vaccaro, come stanno invece le cose:
a) Il latte di mucca può essere considerato carne liquida o sangue bianco. Un sangue bianco pressato dalle mammelle della mucca.
b) Il latte di mucca è disegnato e destinato dalla natura ad allattare i bambini della mucca. È cibo destinato ai lattanti, ai vitellini. Non è cibo per i manzetti, già svezzati, figurarsi per gli umani che non sono figli della mucca e che non sono più dei lattanti.
c) Il latte di mucca è troppo ricco, troppo grasso, troppo proteico, troppo colesterolizzato e troppo colloso o caseinizzato. L’eccesso di grasso e di proteine, già di per sé, è una disgrazia per il corpo umano.
d) Il latte di mucca è il più allergenico cibo conosciuto. Contiene oltre un centinaio di diversi fattori di allergia.
e) Il latte di mucca è causa di problemi digestivi per gli umani che sono sprovvisti dell’enzima lactase. L’enzima lactase serve a demolire il lattosio, che è lo zucchero del latte. Il latte causa gas, crampi, costipazione.
f) Il lattosio indemolito si trasforma in galattosio e causa cataratta.
g) Il latte di mucca contiene l’ormone prolattina stimolatore di crescite cancerogene al seno femminile.
h) Il latte di mucca è ricettacolo dei peggiori inquinanti incluso le sostanze radioattive come stronzio 90 e iodina 121.
i ) Il latte di mucca ha legami inquietanti con malattie gravi. Le statistiche confermano che i paesi maggiori consumatori hanno l’incidenza più alta di sclerosi, cancro, artrite, cardiopatia, diabete.
l) Il latte di mucca è anemizzante. Il latte è il cibo dell’anemia, poiché carente in ferro.
m) Il formaggio contiene 10 volte più grasso del latte, ed è un grasso perossidato, carico di radicali liberi. I radicali liberi sono tra l’altro fattore di invecchiamento precoce.
n) Non esiste nessun tipo di latte al mondo che faccia bene agli adulti. L’unico latte ottimo è quello di ogni mamma per il suo bimbo lattante, e quello di ogni mamma mucca per il suo cucciolo vitellino. Questa non è una opinione ma la logica stringente e chiara della natura.
o) Tutti i difetti del latte stanno purtroppo anche nei gelati comuni. Persino i gelati, delizia apparentemente rinfrescante del palato, tentazione autentica e irresistibile per grandi e piccini, contiene tutti i gravi difetti del latte, ed ha in più dolcificanti industriali. I gelati in confezione sono sostanze altamente chemicalizzate con solventi, stabilizzatori, emulsionanti, conservanti, coloranti, sapidificanti. Non c’è abbastanza posto sulle etichette per completare l’elenco degli ingredienti a rischio. Si parla anche di uso comune del grasso di balena. Il gelato, come il latte, è ricettacolo di sostanze radioattive e contaminanti. Trattasi di un prodotto molto lavorato e raffinato, totalmente privo di fibre. Toglie l’appetito (il che è grave per le cellule rimaste a secco), e nel contempo fa venire molta sete. È causa di costipazione, diverticolite, emorroidi.
Ora la luce è giunta
Jyotir agat
RV I,113
1. Ora c’è luce, la più bella di tutte le luci.
Ora giunge a splendida nascita un bagliore di luminosità.
La Notte, mandata via prima che il Sole sorga,
ha ceduto al mattino il suo dominio.
2. Trascinando la bianca prole la raggiante [Aurora] avanza
a reclamare la dimora abbandonata dall’oscura [Notte].
Mattino e Notte, le sorelle immortali, si incalzano
l’una con l’altra con colori alterni.
3. Seguono lo stesso sentiero, che mai ha fine.
Istruite dagli Dei esse compiono il loro corso.
Amabili, e tuttavia contrastanti, seguendo un solo spirito,
Mattina e Notte non collidono né indugiano.
4. L’Aurora, gloriosa portatrice di grazie, splende
e spalanca per noi le sue porte splendenti.
Mettendo in moto il mondo intero, ella dispiega le sue ricchezze,
elevando a coscienza tutte le creature viventi.
5. Ella risveglia all’azione tutti coloro che riposano nel sonno.
Alcuni sorgono a lavorare per la ricchezza, altri ad adorare.
Coloro che prima vedevano poco ora vedono più chiaramente.
L’Aurora eleva a coscienza tutte le creature.
6. Ella guida alcuni al potere, altri alla gloria;
altri ancora ella guida in cerca di guadagni;
ma altri ella guida a diverse vocazioni,
elevando a coscienza tutte le creature viventi.
7. La Figlia del Cielo ora appare davanti a noi,
una bella giovane donna abbigliata con vesti splendenti.
Propizia Aurora, padrona dei tesori terreni,
brilla su di noi oggi splendente come una regina.
8. Ella, la prima di infiniti mattini a venire,
segue il cammino dei mattini che vennero prima.
L’Aurora col suo splendore chiama i vivi;
i morti ella non risveglia mai dal loro sonno.
9 O Aurora, tu risplendi nell’occhio del Sole.
Tu risvegli il devoto e ispiri il suo cuore
ad accendere il fuoco e offrire il sacrifico.
Perciò tu rendi agli Dei un nobile servigio.
10. Quanto tempo passerà finché si incontreranno
le aurore che splendettero e le aurore che splenderanno in futuro?
Ardentemente ella brama di unirsi alle sue antenate
e avanza con le altre, gioiosamente splendendo.
11. Svaniti sono coloro che nei giorni prima di noi
guardarono il sorgere del sole mattutino.
Siamo noi i viventi che ora contemplano l’Aurore,
e dopo di noi il suo splendore altri vedranno.
12. Tu che disperdi i nostri nemici, che dispendi felicità,
nata figlia dell’Ordine, all’Ordine sempre fedele,
trasmetti le nostre offerte agli Dei, o Aurora,
e splendi su di noi oggi per darci ricchezza e fortuna.
13. Mai ha mancato di apparire la Dea Aurora.
Anche oggi la Generosa è sorta.
Sempre in futuro ella sorgerà ogni mattina,
Ella procede per suo proprio potere, senza invecchiare, immortale.
14. Ai confini del cielo ella appare in splendore.
La Dea ha gettato via il manto dell’oscurità.
Il suo ben aggiogato carro di scuri cavalli
annuncia l’avvicinarsi dell’Aurora e desta tutti gli uomini.
15. Con sé ella conduce tutte le benedizioni che sostengono la vita.
Lucente ella splende ed espande attorno la sua radiosità.
Ella è l’ultima di innumerevoli mattine svanite.
Ella è la prima di altre lucenti mattine a venire.
16. Sorgi! Il respiro della vita di nuovo ci ha raggiunti.
L’oscurità è fuggita e la luce di sta velocemente avvicinando.
Ella lascia un sentiero perché il Sole lo percorra.
Noi siamo arrivati laddove la vita continuerà ancora.
17. Con le redini della parole il sacerdote, pronunciando lodi,
fa avanzare, dirigendo il loro corso, le splendenti Aurore.
Splendi dunque oggi, o generosa Aurora, per il tuo cantore!
Concedi a noi il dono di vita e figli!
18. Al mortale che le onora queste Aurore crecenti
conferiscono ricchezza di armenti e figli eroici.
Possa lo stesso derivare a colui che sacrifica, al donatore di cavalli,
quando agili come il vento i doni siano stati propiziati col canto!
19. Madre degli Dei e splendore delle Divinità,
emblema del sacrificio, splendi in alto.
Sorgi e guarda alle nostre preghiere con favore.
Benedici noi tra le genti, o Aurora sempre desiderata!
20. Tutti i meravigliosi doni che l’Aurora conferisce
come benedizioni all’offerente che si mostri sollecito nell’adorazione,
quelli concedano a noi Mitra e Veruna,
e Aditi, il Sacro Fiume, la Terra e il Cielo!
Da I Veda, Mantramanjari, di Raimon Panikkar
RV I,113
1. Ora c’è luce, la più bella di tutte le luci.
Ora giunge a splendida nascita un bagliore di luminosità.
La Notte, mandata via prima che il Sole sorga,
ha ceduto al mattino il suo dominio.
2. Trascinando la bianca prole la raggiante [Aurora] avanza
a reclamare la dimora abbandonata dall’oscura [Notte].
Mattino e Notte, le sorelle immortali, si incalzano
l’una con l’altra con colori alterni.
3. Seguono lo stesso sentiero, che mai ha fine.
Istruite dagli Dei esse compiono il loro corso.
Amabili, e tuttavia contrastanti, seguendo un solo spirito,
Mattina e Notte non collidono né indugiano.
4. L’Aurora, gloriosa portatrice di grazie, splende
e spalanca per noi le sue porte splendenti.
Mettendo in moto il mondo intero, ella dispiega le sue ricchezze,
elevando a coscienza tutte le creature viventi.
5. Ella risveglia all’azione tutti coloro che riposano nel sonno.
Alcuni sorgono a lavorare per la ricchezza, altri ad adorare.
Coloro che prima vedevano poco ora vedono più chiaramente.
L’Aurora eleva a coscienza tutte le creature.
6. Ella guida alcuni al potere, altri alla gloria;
altri ancora ella guida in cerca di guadagni;
ma altri ella guida a diverse vocazioni,
elevando a coscienza tutte le creature viventi.
7. La Figlia del Cielo ora appare davanti a noi,
una bella giovane donna abbigliata con vesti splendenti.
Propizia Aurora, padrona dei tesori terreni,
brilla su di noi oggi splendente come una regina.
8. Ella, la prima di infiniti mattini a venire,
segue il cammino dei mattini che vennero prima.
L’Aurora col suo splendore chiama i vivi;
i morti ella non risveglia mai dal loro sonno.
9 O Aurora, tu risplendi nell’occhio del Sole.
Tu risvegli il devoto e ispiri il suo cuore
ad accendere il fuoco e offrire il sacrifico.
Perciò tu rendi agli Dei un nobile servigio.
10. Quanto tempo passerà finché si incontreranno
le aurore che splendettero e le aurore che splenderanno in futuro?
Ardentemente ella brama di unirsi alle sue antenate
e avanza con le altre, gioiosamente splendendo.
11. Svaniti sono coloro che nei giorni prima di noi
guardarono il sorgere del sole mattutino.
Siamo noi i viventi che ora contemplano l’Aurore,
e dopo di noi il suo splendore altri vedranno.
12. Tu che disperdi i nostri nemici, che dispendi felicità,
nata figlia dell’Ordine, all’Ordine sempre fedele,
trasmetti le nostre offerte agli Dei, o Aurora,
e splendi su di noi oggi per darci ricchezza e fortuna.
13. Mai ha mancato di apparire la Dea Aurora.
Anche oggi la Generosa è sorta.
Sempre in futuro ella sorgerà ogni mattina,
Ella procede per suo proprio potere, senza invecchiare, immortale.
14. Ai confini del cielo ella appare in splendore.
La Dea ha gettato via il manto dell’oscurità.
Il suo ben aggiogato carro di scuri cavalli
annuncia l’avvicinarsi dell’Aurora e desta tutti gli uomini.
15. Con sé ella conduce tutte le benedizioni che sostengono la vita.
Lucente ella splende ed espande attorno la sua radiosità.
Ella è l’ultima di innumerevoli mattine svanite.
Ella è la prima di altre lucenti mattine a venire.
16. Sorgi! Il respiro della vita di nuovo ci ha raggiunti.
L’oscurità è fuggita e la luce di sta velocemente avvicinando.
Ella lascia un sentiero perché il Sole lo percorra.
Noi siamo arrivati laddove la vita continuerà ancora.
17. Con le redini della parole il sacerdote, pronunciando lodi,
fa avanzare, dirigendo il loro corso, le splendenti Aurore.
Splendi dunque oggi, o generosa Aurora, per il tuo cantore!
Concedi a noi il dono di vita e figli!
18. Al mortale che le onora queste Aurore crecenti
conferiscono ricchezza di armenti e figli eroici.
Possa lo stesso derivare a colui che sacrifica, al donatore di cavalli,
quando agili come il vento i doni siano stati propiziati col canto!
19. Madre degli Dei e splendore delle Divinità,
emblema del sacrificio, splendi in alto.
Sorgi e guarda alle nostre preghiere con favore.
Benedici noi tra le genti, o Aurora sempre desiderata!
20. Tutti i meravigliosi doni che l’Aurora conferisce
come benedizioni all’offerente che si mostri sollecito nell’adorazione,
quelli concedano a noi Mitra e Veruna,
e Aditi, il Sacro Fiume, la Terra e il Cielo!
Da I Veda, Mantramanjari, di Raimon Panikkar
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venerdì 2 dicembre 2011
My problem is you
To love and get away before the walls have arisen
You've got to be free
But to go on attempting to break into the prison
You'd have to be me
I wait for the sun to rise over the mountain
I wait for your touch
I wait for your angels to carry me home
But I wait too much
(Waiting for you)
I have no problem telling right from wrong
(Waiting for you)
Fiction from what's true
(Waiting for you)
No problem telling the dream from the dawn
My problem is you
(Waiting for you)
Waiting here for you
(Waiting for you)
Waiting here for you
I wanted to live in the realm of the senses
You've got to know how
And for some kinds of pleasure there are no defenses
I know that now
Our love is a cracklin' ladder of lightnin'
Our love is a fire
Our love is a wave moving deep in an ocean
Of need and desire
(Waiting for you)
I have no problem with this crooked world
(Waiting for you)
I play the cards I drew
(Waiting for you)
No problem with the changes life has hurled
My problem is you
(Waiting for you)
Waiting here for you
(Waiting for you)
Waiting here for you
I need your wonder and I need your light
I need your tender touch to heal the night
I need you laughing and I need you free
And I need to lock you away deep inside of me
Waiting for you
Waiting for you
Waiting for you
Waiting for you
(Waiting for you)
I have no problem telling right from wrong
(Waiting for you)
The way some people do
(Waiting for you)
I know exactly where these arms belong
My problem is you
(Waiting for you)
Waiting here for you
(Waiting for you)
Waiting here for you
Waiting for you
Waiting for you
Waiting for you
Waiting for you
(Waiting for you)
And I don't worry about the ozone layers
(Waiting for you)
Just let those rays come through
(Waiting for you)
When I am outside I'll keep my close eyes
(Waiting for you)
I promise you
(Waiting for you)
Waiting here for you
(Waiting for you)
And I don't worry about Madonna
(Waiting for you)
For the next thing she might do
(Waiting for you)
And I don't worry about your mama
(Waiting for you)
And I promise you
(Waiting for you)
Waiting here for you
Jackson Browne
You've got to be free
But to go on attempting to break into the prison
You'd have to be me
I wait for the sun to rise over the mountain
I wait for your touch
I wait for your angels to carry me home
But I wait too much
(Waiting for you)
I have no problem telling right from wrong
(Waiting for you)
Fiction from what's true
(Waiting for you)
No problem telling the dream from the dawn
My problem is you
(Waiting for you)
Waiting here for you
(Waiting for you)
Waiting here for you
I wanted to live in the realm of the senses
You've got to know how
And for some kinds of pleasure there are no defenses
I know that now
Our love is a cracklin' ladder of lightnin'
Our love is a fire
Our love is a wave moving deep in an ocean
Of need and desire
(Waiting for you)
I have no problem with this crooked world
(Waiting for you)
I play the cards I drew
(Waiting for you)
No problem with the changes life has hurled
My problem is you
(Waiting for you)
Waiting here for you
(Waiting for you)
Waiting here for you
I need your wonder and I need your light
I need your tender touch to heal the night
I need you laughing and I need you free
And I need to lock you away deep inside of me
Waiting for you
Waiting for you
Waiting for you
Waiting for you
(Waiting for you)
I have no problem telling right from wrong
(Waiting for you)
The way some people do
(Waiting for you)
I know exactly where these arms belong
My problem is you
(Waiting for you)
Waiting here for you
(Waiting for you)
Waiting here for you
Waiting for you
Waiting for you
Waiting for you
Waiting for you
(Waiting for you)
And I don't worry about the ozone layers
(Waiting for you)
Just let those rays come through
(Waiting for you)
When I am outside I'll keep my close eyes
(Waiting for you)
I promise you
(Waiting for you)
Waiting here for you
(Waiting for you)
And I don't worry about Madonna
(Waiting for you)
For the next thing she might do
(Waiting for you)
And I don't worry about your mama
(Waiting for you)
And I promise you
(Waiting for you)
Waiting here for you
Jackson Browne
martedì 29 novembre 2011
sabato 26 novembre 2011
venerdì 25 novembre 2011
L'oceano di silenzio
Un Oceano di Silenzio scorre lento
Senza centro né principio
Cosa avrei visto del mondo
Senza questa luce che illumina
I miei pensieri neri
(Der Schmerz, der Stillstand des Lebens
Lassen die Zeit zu lang erscheinen)
Quanta pace trova l'anima dentro
Scorre lento il tempo di altre leggi
Di un'altra dimensione
E scendo dentro un Oceano di Silenzio
Sempre in calma
(Und mir scheint fast
Dass eine dunkle Erinnerung mir sagt
Ich hatte in fernen Zeiten
Dort oben oder in Wasser gelebt)
Franco Battiato
Solitary man
Belinda was mine 'til the time that I found her
Holdin' Jim
And lovin' him
Then Sue came along, loved me strong, that's what I thought
But me and Sue,
That died, too
Don't know that I will but until I can find me
A girl who'll stay and won't play games behind me
I'll be what I am
A solitary man
A solitary man
I've had it here - being where love's a small word
A part time thing
A paper ring
I know it's been done havin' one girl who loves you
Right or wrong
Weak or strong
Johnny Cash e Neil Diamond
giovedì 24 novembre 2011
Non avere sempre ragione!
Seduto accanto a me sul treno.
Ripiegato su un libro, le spalle chiuse, le dita a nascondere il titolo.
Lo intercetto: Come avere sempre ragione, di Madsen Pirie.
Caro ragazzo, perché vuoi avere sempre ragione?
A quali pressioni ti sottopone il tuo ego?
Non è importante avere sempre ragione. A volte si può avere torto. A volte ci possono essere due ragioni.
E a volte, semplicemente, si potrebbe non avere un'opinione.
La logica ti fotte. Lascia perdere.
Un estratto di un articoletto di presentazione del libro, così ti fai un'idea (e un brivido). La vita vera non ha bisogno di trucchi e mezzucci, per esprimersi.
Ripiegato su un libro, le spalle chiuse, le dita a nascondere il titolo.
Lo intercetto: Come avere sempre ragione, di Madsen Pirie.
Caro ragazzo, perché vuoi avere sempre ragione?
A quali pressioni ti sottopone il tuo ego?
Non è importante avere sempre ragione. A volte si può avere torto. A volte ci possono essere due ragioni.
E a volte, semplicemente, si potrebbe non avere un'opinione.
La logica ti fotte. Lascia perdere.
Un estratto di un articoletto di presentazione del libro, così ti fai un'idea (e un brivido). La vita vera non ha bisogno di trucchi e mezzucci, per esprimersi.
Pirie elenca ottantadue di queste infide tagliole, che ciascuno di noi può imparare a mimetizzare nel proprio discorso: altrettante potentissime armi per persuadere (e ingannare) il prossimo, per uscire trionfatori da una discussione pubblica, per far scomparire in una nuvoletta di logica la rabbia o l’ostinazione di un parente, di un amico, di un collega, di un capo.
martedì 22 novembre 2011
lunedì 21 novembre 2011
Lunare
Nella costanza c’è la morte.
L’energia personale, i pensieri della mente, le cellule del nostro corpo mutano continuamente.
L’energia cresce e cala, ciclicamente, come la luna.
Ascoltiamo, e assecondiamone i mutamenti.
Inutile lottare desiderando qualcosa che non c’è.
In questa forma di naturale obbedienza c’è la libertà.
L’energia personale, i pensieri della mente, le cellule del nostro corpo mutano continuamente.
L’energia cresce e cala, ciclicamente, come la luna.
Ascoltiamo, e assecondiamone i mutamenti.
Inutile lottare desiderando qualcosa che non c’è.
In questa forma di naturale obbedienza c’è la libertà.
sabato 19 novembre 2011
mercoledì 16 novembre 2011
martedì 15 novembre 2011
The book of human insects
osamu tezuka per vertical inc. (usa) |
Uomo mangia uomo.
Voracità senza fine.
E quando è finita, quando ti fermi,
il vuoto.
Tezuka è implacabile, lucidissimo.
Il suo ritmo, le sue scelte stilistiche.
Lo venero sempre più, a ogni nuovo libro che ho la fortuna di leggere.
La breve consolazione del vento
mentre i cani mordono e non si muovono
il tempo passa a fingere drammi epocali
calerà il silenzio
il vento si alzerà
e i guaiti verranno spazzati via
resteranno i morsi e le ferite
anche mortali
dimenticati i motivi della lotta
il sole avrà forza
e brucerà le ferite
e scalderà gli animi
gli occhi torneranno ad alzarsi al cielo
le forze saranno recuperate
e la lotta presto avrà nuovo inizio
il tempo passa a fingere drammi epocali
calerà il silenzio
il vento si alzerà
e i guaiti verranno spazzati via
resteranno i morsi e le ferite
anche mortali
dimenticati i motivi della lotta
il sole avrà forza
e brucerà le ferite
e scalderà gli animi
gli occhi torneranno ad alzarsi al cielo
le forze saranno recuperate
e la lotta presto avrà nuovo inizio
Carta straccia
Poi esisteva un secondo Vendola. Un politico aspro, di sostanza maligna, pronto a disprezzare gli avversari.
Giampaolo Pansa
lunedì 14 novembre 2011
Rebetiko, la mala erba
La musica fa paura.
La musica libera.
La musica è apertura.
Contraria a ogni dittatura.
O no?
Cè anche la prigionia della ribellione a ogni costo.
Grande fumetto.
La musica libera.
La musica è apertura.
Contraria a ogni dittatura.
O no?
Cè anche la prigionia della ribellione a ogni costo.
Grande fumetto.
domenica 13 novembre 2011
The big hand
the big hand makes all of your favourite things
like all your dreams go small
and all your friends run away
until your memories fail
and the words don't fit
but the way the big hand smiles
you just won't care about it
the big hand makes all of your favourite things
like all your days run out
and all your hopes disappear
and your smiles just stop
and your eyes go dead
and the shadows start to crawl
in the back of your head
but when the big hand speaks
it's like fireworks and heaven
so you listen
don't think
and wish for nothing at all
and when the big hand sings
it's like fireworks and friends
leaving alone i'm not
leaving alone
leaving alone i'll never
leave alone again
so when the big hand holds up all your favourite things
and with a touch like glass
starts to squeeze
you don't ask
"why me?"
you just slip to the floor
just slip to your knees
but when the big hand speaks
it's like fireworks and heaven
so you listen
don't think
and wish for nothing at all
and when the big hand sings
it's like fireworks and friends
leaving alone i'm not
leaving alone
never leaving alone
leaving alone i'm not
leaving alone
leaving alone
i'm not leaving alone again
The Cure
Fine and Mellow
My man he don't love me he treats me oh so mean
My man he don't love me he treats me oh so mean
He's the meanest man that I've ever seen
My baby wears high peg pants, stripes are really yellow
Baby wears high peg pants, stripes are really yellow
When he starts into love me he's so fine and mellow
Love will make you drink and gamble, make you stay out all night long
Love will make you drink and gamble, make you stay out all night long
Love will make you do things that you know is wrong
Do right baby if you stay home every day
I'll do right baby if you stay home every day
You're so mean and evil I know you're gonna drive me away
Why did he leave me why did he have to go
Why did he leave me why did he have to go
Went off and left me baby I loved him so
I'll be a good wife to you if it means anything to you
I'll stay home every night and I'll love you
And kiss you every night and one of these days
If you're good to me honey one of these day
If God is good to me I'll bring you a little burny
Come back to me baby try me one more time
Cos without your loving I swear I'm gonna lose my mind
Nina Simone performance.
24. Il silenzio
Non c’era la minima turbolenza, e quella pace continuava. Il vento passava tra i pini, le ombre si allungavano e un gatto selvatico scivolò furtivo tra i cespugli. In quel silenzio c’era movimento, e il movimento non era distrazione. Non c’era nessuna attenzione fissa da cui essere distratti. C’è distrazione quando l’interesse principale si sposta; ma in questo silenzio c’era assenza d’interesse, onde non c’era niente da cui allontanarsi vagando. Il moto non era allontanamento dal silenzio, ma parte di esso. Era la pace, non della morte, non della decadenza, ma di una vita in cui era totale mancanza di conflitto. Nella maggioranza di noi, la lotta del dolore e del piacere, l’impulso dell’attività ci danno il senso della vita; e se quell’impulso ci fosse tolto, noi ci sentiremmo perduti e in breve saremmo disintegrati. Ma quella pace e il suo movimento era creazione che si rinnovava di continuo. Era un movimento che non aveva un principio e pertanto non aveva fine; e non era continuità. […] I molti trucchi della mente scaltra erano del tutto assenti. […]
Questo silenzio non è della mente e quindi la mente non può coltivarlo o identificarsi con esso. Il contenuto di questo silenzio non è misurabile a parole.
Jiddu Krishnamurti - La mia strada è la tua strada
Questo silenzio non è della mente e quindi la mente non può coltivarlo o identificarsi con esso. Il contenuto di questo silenzio non è misurabile a parole.
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San Marco di notte
Dopo essermi ripetutamente perso per le viette e i ponti, senza cartina della città, seguendo indicazioni appese ai muri, alla luce chiara della luna piena, arrivo finalmente in Piazza San Marco. Era freddo, luminoso, un violino suonava melodie facili accompagnate da un pianoforte verticale. I turisti erano pochi, spesso in coppia, a dirmi che qualcosa di strano c'era, per me, ad essere lì da solo. Ma sono solo idee. Quel che c'era intorno era un'altra cosa:
[venezia, 10 novembre 2011]
[venezia, 10 novembre 2011]
sabato 12 novembre 2011
Shh...
ieri dicevi occhi aperti
oggi avverti il sonno tra le sopracciglia
mangi focaccia e olio di babbuino
luce di neon e porto d’armi
chiusa la bocca, piombo in gola
muore di fame il dolore dell’occhio
pelle di elefante e macchie di leopardo
troppo spazio, lungo sguardo
luce di sole e passaporto
braccia strette, strette tette
felice di ferire fiocchi di neve
colpito taciuto raggiunto
vivo e troppo vissuto
luce di fuoco e portachiavi
porta aperta, troppa fretta
terra e vetri sotto i piedi
eri qui quando gridavo
luce ai miei occhi! luce ai miei occhi!
luce e fichi secchi, mandorle e tarocchi
mangi terra e vetri prima del giorno
colore
voci
luce
cibo
voci
luce
cibo
colore
shh…
oggi avverti il sonno tra le sopracciglia
mangi focaccia e olio di babbuino
luce di neon e porto d’armi
chiusa la bocca, piombo in gola
muore di fame il dolore dell’occhio
pelle di elefante e macchie di leopardo
troppo spazio, lungo sguardo
luce di sole e passaporto
braccia strette, strette tette
felice di ferire fiocchi di neve
colpito taciuto raggiunto
vivo e troppo vissuto
luce di fuoco e portachiavi
porta aperta, troppa fretta
terra e vetri sotto i piedi
eri qui quando gridavo
luce ai miei occhi! luce ai miei occhi!
luce e fichi secchi, mandorle e tarocchi
mangi terra e vetri prima del giorno
colore
voci
luce
cibo
voci
luce
cibo
colore
shh…
23. Aver fede
Quanto facilmente noi distruggiamo la delicata sensibilità del nostro essere. Le lotte e le fatiche incessanti, le fughe e le paure, l’ansia in breve ottundono la mente e il cuore; e la scaltrezza della mente in gran fretta trova surrogati alla sensibilità della vita. Distrazioni, famiglia, politica, fedi e divinità prendono il posto della chiarezza e dell’amore. La chiarezza viene perduta dal sapere e dalle credenze, l’amore dalle sensazioni.
[…]
Le vie del desiderio sono sottili e se non le si comprende la fede non fa che accrescere conflitto, confusione e antagonismo. Credenza o fede, essa non è che il rifugio del desiderio.
[…]
L’attività della fede è caotica e distruttiva; potrà in un primo momento sembrare ordinata e costruttiva, ma nella sua scia c’è conflitto e dolore. Ogni specie di credenza, politica o religiosa, impedisce la comprensione dei rapporti, e non può esistere azione senza questa comprensione.
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[…]
Le vie del desiderio sono sottili e se non le si comprende la fede non fa che accrescere conflitto, confusione e antagonismo. Credenza o fede, essa non è che il rifugio del desiderio.
[…]
L’attività della fede è caotica e distruttiva; potrà in un primo momento sembrare ordinata e costruttiva, ma nella sua scia c’è conflitto e dolore. Ogni specie di credenza, politica o religiosa, impedisce la comprensione dei rapporti, e non può esistere azione senza questa comprensione.
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mercoledì 9 novembre 2011
Profezie
Qualche tempo fa avevo scritto qualcosa a proposito della Grecia, della sua situazione politica.
Dicevo (e riporto):
Osservare da vicino la Grecia è una duplice necessità: permette di capire quanto fragile sia un paese di fronte alle speculazioni internazionali e ai ricatti del Fondo Monetario Internazionale; dovrebbe prepararci al peggio, perché basta poco, bastano alcune idee o alcuni interessi incrociati, per fare dell’Italia il prossimo paese al centro di una grande speculazione, tale da far crollare un sistema che ha nel debito pubblico la sua debolezza strutturale, negli sprechi il suo tumore e in una classe politica incapace la sua inadeguatezza.
Sciocco auto-citarsi, soprattutto in un blog così auto-centrato. Sarà che non amo le auto.
Eppure c'è una frequenza che permette di anticipare le cose. Si tratta di programmi interni (alla coscienza delle persone, alle coscienze civili di una società) che determinano quel che accadrà dopo. Sono profezie che si auto-realizzano (di nuovo le auto). Queste profezie, in molti casi, sono mosse da una direzione auto-distruttiva, pessimistica, depressiva. Quel che le alimenta è la paura. Da qui, la sensazione di anticipare le tragedie. Questa sensibilità, che abbiamo tutti, appare e scompare nel finto miracolo dell'anticipazione, ma in realtà è un meccanismo profondo che prepara le cose affinché accadano in quel modo preciso. Trova forza nell'abitudine dell'io di sintonizzarsi sulle difficoltà, di vedere selettivamente soltanto quel che ci riguarda in negativo. E quel che invece avrebbe potenziale benefico per la nostra vita, scivola nel silenzio, nell'inconscio.
Le profezie che si auto-realizzano più potenti con le quali prima o poi entriamo in contatto sono le malattie. Da qui, l'intuizione di Thorwald Dethlefsen e Rudiger Dahlke: malattia e destino, che è anche il titolo di un loro libro, dove esemplificano l'idea che ogni malattia è figlia delle condizioni che ogni individuo definisce più o meno consapevolmente nella propria vita.
Ovviamente, la nostra mente può lavorare allo stesso modo anche nella direzione opposta, ovvero sintonizzandosi sulle condizioni positive che possono determinare le profezie benefiche per la nostra vita, come la guarigione.
La dimensione personale si riflette in quella sociale e viceversa. Il finto ottimismo da venditore d'asta così tipico del berlusconismo non c'entra. Riguarda piuttosto la capacità intima di osservare il mondo e le dinamiche che lo riguardano in modo nuovo, più distaccato, e con una vera apertura della mente. Partendo dal primo concetto fondamentale: la salute, la felicità, la pace sono nostra piena responsabilità.
domenica 6 novembre 2011
22. L'io
Il processo cumulativo d’identificazione costruisce l’io, positivamente o negativamente; e la sua attività è sempre imprigionante, per vasta che sia la prigione. Ogni sforzo dell’io di essere o di non essere è un moto di allontanamento da ciò che è. Indipendentemente dal suo nome, dai suoi attributi, idiosincrasie e proprietà, che cos’è l’io? C’è sempre l’io, il se stesso quando le sue qualità siano state tolte? È questa paura a essere niente che spinge l’io all’attività; ma essa è nulla, non è che un vuoto.
Se siamo capaci di guardare bene in faccia quel vuoto, di essere con quella dolorosa solitudine e malinconia, allora la paura scompare del tutto e avviene una trasformazione radicale. Perché ciò accada, ci deve essere la sperimentazione di quel nulla – la quale viene impedita se c’è uno sperimentatore. Se c’è il desiderio di sperimentare quel nulla per poterlo vincere, per poter andare al di sopra e al di là di esso, allora non c’è sperimentazione; perché l’io, come identità, continua. Se lo sperimentatore ha un’esperienza, non c’è più lo stato di sperimentazione. È la sperimentazione di ciò che è senza darle un nome che determina la libertà di ciò che è.
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Se siamo capaci di guardare bene in faccia quel vuoto, di essere con quella dolorosa solitudine e malinconia, allora la paura scompare del tutto e avviene una trasformazione radicale. Perché ciò accada, ci deve essere la sperimentazione di quel nulla – la quale viene impedita se c’è uno sperimentatore. Se c’è il desiderio di sperimentare quel nulla per poterlo vincere, per poter andare al di sopra e al di là di esso, allora non c’è sperimentazione; perché l’io, come identità, continua. Se lo sperimentatore ha un’esperienza, non c’è più lo stato di sperimentazione. È la sperimentazione di ciò che è senza darle un nome che determina la libertà di ciò che è.
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sabato 5 novembre 2011
Fearlessness
Fearlessness blew in with the wind
Waking up to greet the sun
We sailed on like the ancient ones
Into the night underworld
We knew dangers would come
I had faith in both of us
Listen to your heart
(You can hear me)
Listen to your heart
(You can hear me)
Day turned night when he questioned
Why can't you balance the sky?
Souless storms have sent watchers
With bladeless weapons to fight
Teams of horses of the brine
Followed his cries through the fire
Demons of the wild hissed with the wind
Did you listen?
Listen to your heart
(Can you hear me?)
Listen to your heart
(Can you hear me?)
Fearlessness soon reminded me
You must be stronger then they
Cautioning there those who live
To be cruel for the fun of it
He let in a dark companion
That orbited between us
His siren friends convinced him that love
Was no match against storms to come
Their songs inflamed by doubt
Fearlessness drowned them out
Teams of horses of the brine
Followed his cries through the fire
Demons of the wild hissed with the wind
Did you listen?
Listen to your heart
Can you hear me?
Listen to your heart
Can you hear me?
Did we begin without knowing it?
To find fault in every gift
Then that was when the blame began
What were once two forces joined
In fearlessness
Tori Amos
giovedì 3 novembre 2011
Peach Plum Pear
We speak in the store
I'm a sensitive bore
You seem markedly more
And I'm oozing suprise
But it's late in the day
And you're well on your way
What was golden went gray
And I'm suddenly shy
And the gathering floozies
Afford to be choosy
And all sneezing darkly
In the dimming divide
And I have read the right book
To interpret your look
You were knocking me down
With the palm of your eye
This was unlike the story
It was written to be
I was riding it's back
When it used to ride me
And we were galloping manic
To the mouth of the source
We were swallowing panic
In the face of it's force
And I am blue
I am blue and unwell
Made me bolt like a horse
Now it's done
Watch it go
You've changed some
Water runs from the snow
Am I so dear
Do I run rare
You've changed some
Peach, plum, pear
Beach, plum
Joanna Newsom
Monkey And Bear
Down in the green hay
Where monkey and bear usually lay
They woke from a stable-boy's cry
He said; someone come quick!
The horses got loose, got grass-sick!
They'll founder! Fain, they'll die
What is now known by the sorrel and the roan?
By the chestnut, and the bay, and the gelding grey?
It is: stay by the gate you are given
And remain in your place, for your season
And had the overfed dead but listened
To that high-fence, horse-sense, wisdom
Did you hear that, Bear? Said monkey
We'll get out of here, fair and square
They've left the gate open wide!
So
My bride
Here is my hand, where is your paw?
Try and understand my plan, Ursala
My heart is a furnace
Full of love that's just, and earnest
Now; you know that we must unlearn this
Allegiance to a life of service
And no longer answer to that heartless
Hay-monger, nor be his accomplice
(that charlatan, with artless hustling!)
But; Ursala, we've got to eat something
And earn our keep, while still within
The borders of the land that man has girded
(all double-bolted and tight-fisted!)
Until we reach the open country
A-steeped in milk and honey
Will you keep your fancy clothes on, for me?
Can you bear a little longer to wear that leash?
My love, I swear by the air I breathe:
Sooner or later, you'll bare your teeth
But for now, just dance, darling
C'mon, will you dance, my darling?
Darling, there's a place for us
Can we go, before I turn to dust?
Oh my darling, there's a place for us
Oh darling
C'mon will you dance, my darling?
Oh, the hills are groaning with excess
Like a table ceaselessly being set
Oh my darling, we will get there yet
They trooped past the guards,
Past the coops, and the fields, and the farmyards
All night, till finally:
The space they gained grew
Much farther than the stone that bear threw
To mark where they'd stop for tea
But walk a little faster
And don't look backwards
Your feast is to the East, which lies a little past the pasture
When the blackbirds hear tea whistling, they rise and clap
And their applause caws the kettle black
And we can't have none of that!
Move along, Bear; there, there; that's that
Though cast in plaster
Our Ursala's heart beat faster
Than monkey's ever will
But still;
They have got to pay the bills
Hadn't they?
That is what the monkey'd say
So, with the courage of a clown, or a cur
Or a kite, jerking tight at it's tether
In her dun-brown gown of fur
And her jerkin' of swansdown and leather
Bear would sway on her hind legs;
The organ would grind dregs of song, for the pleasure
Of the children, who'd shriek
Throwing coins at her feet
Then recoiling in terror
Sing, dance, darling
C'mon, will you dance, my darling?
Oh darling, there's a place for us
Can we go, before I turn to dust?
Oh my darling, there's a place for us
Oh darling
C'mon, will you dance, my darling?
You keep your eyes fixed on the highest hill
Where you'll ever-after eat your fill
Oh my darling, dear, mine
If you dance
Dance, darling, and I love you still
Deep in the night
Shone a weak and miserly light
Where the monkey shouldered his lamp
Someone had told him
The bear had been wandering
A fair piece away from where they were camped
Someone had told him
The bear'd been sneaking away
To the seaside caverns, to bathe
And the thought troubled the monkey
For he was afraid of spelunking down in those caves
Also afraid what the village people would say
If they saw the bear in that state;
Lolling and splashing obscenely
Well, it seemed irrational, really; washing that face
Washing that matted and flea-bit pelt
In some sea-spit-shine, old kelp dripping with brine
But monkey just laughed, and he muttered;
When she comes back, Ursala will be bursting with pride
Till I jump up!
Saying: you've been rolling in muck!
Saying: you smell of garbage and grime!
But far out
Far out
By now
By now
Far out, by now, Bear ploughed
'Cause she would not drown:
First the outside-legs of the bear
Up and fell down, in the water, like knobby garters
Then the outside-arms of the bear
Fell off, as easy as if sloughed from boiled tomatoes
Low'red in a genteel curtsy
Bear she'd the mantle of her diluvian shoulders;
And, with a sigh,
She allowed the burden of belly to drop like an apron full of boulders
If you could hold up her threadbare
Coat to the light where it's worn translucent in places
You'd see spots where
Almost every night of the year Bear had been mending suspending that baseness
Now her coat drags through the water
Bagging, with a life's-worth of hunger, limitless minnows;
In the magnetic embrace
Balletic and glacial of Bear's insatiable shadow;
Left there!
Left there!
When Bear left Bear
Left there!
Left there!
When Bear stepped clear of Bear
Sooner or later you'll bury your teeth
Joanna Newsom
Linea di sangue
Ottima lettura.
Te la consiglio.
Roberto Diso si impegna con grande professionalità e ottimi risultati.
Tito Faraci ha pieno controllo del ritmo.
Territorio avventura. Ma con tutte le carte in regola.
Te la consiglio.
Roberto Diso si impegna con grande professionalità e ottimi risultati.
Tito Faraci ha pieno controllo del ritmo.
Territorio avventura. Ma con tutte le carte in regola.
La sottile ombra
Mi appunto questa cosa, a memoria futura.
Funziona più o meno così.
Nell'assuefazione quotidiana convinviamo a livello profondo con la paura. Con una programmazione inconscia che ci dice di non essere in grado, di non essere all'altezza, che le cose non possono cambiare...
Una profonda, sottile paura che non sappiamo da dove arriva, e dove porti, ma che mina costantemente la nostra serenità. A diversi livelli di coscienza, questa sottile paura non viene percepita.
I nostri atteggiamenti, la nostra salute, le nostre convinzioni sono costantemente condizionate (determinate?) da questa tensione.
Ma non ascoltiamo. Neppure lo sappiamo.
Il primo lavoro per il ritorno a una personale integrità consiste quindi nell'andare a fondo, osservare, ascoltare con rispetto, delicatezza, attenzione e determinazione, per entrare in contatto con quella sottile paura.
Si tratta di cambiare livello di consapevolezza. A livello normale, lo ripeto, non è percepibile. A livello diverso, arriva. E quando arriva, al primo impatto, è spaventosa.
La meditazione e l'ascolto profondo aiutano a trovare un modo efficace per non scappare di nuovo nell'assuefazione, per restare lì, solidi, ad ascoltare la sottile paura.
Senza dare forza alla voce dentro di noi che vorrebbe che quella sofferenza non ci fosse.
Ascoltare, e basta.
Ascoltare la paura permette di comprendere la pressione che determina.
Il lavoro su di sé è generato dalla volontà, da uno sforzo. Il buddhismo lo chiama il retto sforzo.
Finora, fino a qualche giorno fa, ho confuso lo sforzo sfiancante della lotta (ho paura, scaccio la paura) con il retto sforzo (ho paura, ascolto, accetto la paura). Energie sprecate.
Il retto sforzo, la sua comprensione profonda, per me, è arrivato dopo, dopo uno sforzo immane nel cercare di cambiare inscenando una lotta. Si tratta di una lotta impari, insidiosa, perché mascherata dall'idea di fare il percorso corretto, con la meditazione, con il cammino spirituale (qualunque cosa voglia dire).
A un certo punto accade. Distingui la lotta dal retto sforzo. E accogli l'idea che è inutile lottare, sfiatarsi. L'impegno (che è il retto sforzo) consiste nell'essere presente a sé stesso, in ogni momento, riconoscendo quella sottile paura, quella lotta, i movimenti del corpo (tensioni, malattia, accidenti) e del cuore (emozioni, stati d'animo, imbarazzi).
Solo questo, essere in ascolto, essere nel retto sforzo della comprensione.
La paura è come un bambino ferito. Non puoi colpirlo, non puoi condannarlo, non puoi giudicarlo. Lo devi sostenere, coccolare, consolare. Solo così potrà guarire.
Ma prima dobbiamo vincere la programmazione più potente e tremenda che giornalmente ci raccontiamo: non possiamo cambiare.
Non è così, non è vero. Non è reale. Abbiamo la libertà e la possibilità di cambiare. Dobbiamo solo assumercene la responsabilità.
Quel che ho scritto è perfettamente rappresentato da Krishnamurti in un passo che avevo già riportato nel blog. La vita si sviluppa per percorsi ciclici.
mercoledì 2 novembre 2011
Il giudizio
Quando ti senti stanco è perché ti sei giudicato capace di essere stanco. Quando ridi di qualcuno, è perché lo hai giudicato privo di valore. Quando ridi di te stesso devi ridere degli altri, se non altro perché non puoi tollerare l'idea di essere più privo di valore di loro. Tutto questo ti fa sentire stanco perché è essenzialmente qualcosa di scoraggiante. Non sei veramente capace di essere stanco, ma sei molto capace di stremarti. La tensione del giudizio costante è virtualmente intollerabile. È curioso come una capacità così debilitante sia amata così profondamente. Tuttavia se desideri essere l'autore della realtà, insisterai nell'attaccarti al giudizio. Guarderai anche al giudizio con paura, credendo che un giorno verrà usato contro di te. Puoi credere in ciò solo nella misura in cui credi nell'efficacia del giudizio come arma di difesa per la tua autorità.
Dio offre solo misericordia. Le tue parole dovrebbero riflettere solo misericordia, perché questo è ciò che hai ricevuto e questo è ciò che dovresti dare. La giustizia è un espediente temporaneo, o un tentativo di insegnarti il significato della misericordia. È giudicante solo perché tu sei capace di ingiustizia.
Un corso in miracoli (Cap. 3, VI, 5-6)
Dio offre solo misericordia. Le tue parole dovrebbero riflettere solo misericordia, perché questo è ciò che hai ricevuto e questo è ciò che dovresti dare. La giustizia è un espediente temporaneo, o un tentativo di insegnarti il significato della misericordia. È giudicante solo perché tu sei capace di ingiustizia.
Un corso in miracoli (Cap. 3, VI, 5-6)
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martedì 1 novembre 2011
venerdì 28 ottobre 2011
La paura
Il primo passo correttivo nel disfare l'errore è sapere innanzitutto che il conflitto è un'espressione di paura. Dì a te stesso che devi in qualche modo aver scelto di non amare, altrimenti la paura non avrebbe potuto emergere. Quindi l'intero processo di correzione diventa niente altro che una serie di passi pragmatici nel più ampio processo di accettazione dell'Espiazione come rimedio. Questi passi possono essere riassunti in questo modo:
Sappi prima di tutto che questa è paura.
La paura nasce dalla mancanza d'amore.
L'unico rimedio per la mancanza d'amore è l'amore perfetto.
L'amore perfetto è l'Espiazione.
Un corso in miracoli (Cap. 2, VI, 7)
Sappi prima di tutto che questa è paura.
La paura nasce dalla mancanza d'amore.
L'unico rimedio per la mancanza d'amore è l'amore perfetto.
L'amore perfetto è l'Espiazione.
Un corso in miracoli (Cap. 2, VI, 7)
giovedì 27 ottobre 2011
Protezione
Quasi tutti scappano da se stessi il più velocemente possibile. E il problema è proprio questo, tu non puoi scappare da te stesso.
Dovunque andrai, sarai te stesso.
Si ha paura di conoscere se stessi. È la più grande paura del mondo. Lo è perché tu sei stato condannato da tutti quanti per le più piccole inezie - per gli errori più piccoli, quelli assolutamente umani - in maniera così spropositata da arrivare ad avere paura di te stesso. Tu sai che non sei degno.
Nelle profondità del tuo inconscio si è sedimentata questa idea - che tu non meriti niente, che sei assolutamente indegno. Naturalmente, la strada migliore è quella di scappare da te stesso.
Non puoi scappare da te stesso.
Osho da Satyam, Shivam, Sunderam
Dovunque andrai, sarai te stesso.
Si ha paura di conoscere se stessi. È la più grande paura del mondo. Lo è perché tu sei stato condannato da tutti quanti per le più piccole inezie - per gli errori più piccoli, quelli assolutamente umani - in maniera così spropositata da arrivare ad avere paura di te stesso. Tu sai che non sei degno.
Nelle profondità del tuo inconscio si è sedimentata questa idea - che tu non meriti niente, che sei assolutamente indegno. Naturalmente, la strada migliore è quella di scappare da te stesso.
Non puoi scappare da te stesso.
Osho da Satyam, Shivam, Sunderam
mercoledì 26 ottobre 2011
Malattia linguaggio dell'anima
La testa sottometteva cuore e addome, dando inizio a un'incondizionata signoria della ragione.
Rudiger Dahlke
domenica 23 ottobre 2011
Vorace
Guardo Elsa che mangia in giardino, al di là del vetro.
Divora la sua carne con voracità, nella paura che un gatto più grande e forte di lei gliela rubi.
Riconosco in quella fretta, la nostra fretta quando mangiamo.
Alla base della voracità c'è la paura.
E lo stomaco si chiude e contorce.
Mangiamo con calma. In pace.
Divora la sua carne con voracità, nella paura che un gatto più grande e forte di lei gliela rubi.
Riconosco in quella fretta, la nostra fretta quando mangiamo.
Alla base della voracità c'è la paura.
E lo stomaco si chiude e contorce.
Mangiamo con calma. In pace.
mercoledì 12 ottobre 2011
Disincanto
Quanto cinismo percorre queste strade.
Le persone che rispetto, cui sono legato, ne sono piene.
Trasudano cinismo. C'è durezza. Paura. Disincanto.
La speranza è diventata ironia.
Le persone che rispetto, cui sono legato, ne sono piene.
Trasudano cinismo. C'è durezza. Paura. Disincanto.
La speranza è diventata ironia.
lunedì 10 ottobre 2011
Rinoceronte o ippopotamo
Avresti più paura di un rinoceronte o di un ippopotamo?
Ecco, anche io.
Eppure, l'ippopotamo è molto più pericoloso.
Ti può ingoiare in un solo boccone.
Così, in questo modo, si muovono le idee.
Attraverso i pregiudizi.
Ogni giorno le cose iniziano e finiscono.
Tra pochi giorni si chiude una fase.
Più avanti, forse, si chiuderanno nuove porte.
Solo per conservare le forze, e aprirne di nuove.
Tutto qui.
Importante non avere timori per le ragioni sbagliate.
Ecco, anche io.
Eppure, l'ippopotamo è molto più pericoloso.
Ti può ingoiare in un solo boccone.
Così, in questo modo, si muovono le idee.
Attraverso i pregiudizi.
Ogni giorno le cose iniziano e finiscono.
Tra pochi giorni si chiude una fase.
Più avanti, forse, si chiuderanno nuove porte.
Solo per conservare le forze, e aprirne di nuove.
Tutto qui.
Importante non avere timori per le ragioni sbagliate.
domenica 9 ottobre 2011
sabato 8 ottobre 2011
venerdì 7 ottobre 2011
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