mercoledì 27 novembre 2013

In attesa della decadenza, una citazione

[...] l'avvocato difensore, quasi con le lacrime agli occhi, gli soffiava all'orecchio di non dire una parola, non una: avrebbe detto la verità, e la verità è la morte, tutto meno che la verità in un tribunale, in un processo. E anche nella vita. 
Giorgio Scerbanenco, da Venere Privata

Fantasma due

Da Internazionale.it, una nuova foto fantasmatica. 
In quelle nuvole nere il volto di un personaggio che conosco e mi saluta. Un grosso naso, occhi scuri, baffoni e un braccio tozzo che mi saluta. 
Quale parte del mio inconscio mi parla?
Potrebbe essere mio nonno Guglielmo?




martedì 26 novembre 2013

offro a te
quel che a me più serve
niente che la comprensione
non possa sciogliere

lunedì 25 novembre 2013

To you

  Whoever you are, I fear you are walking the walks of dreams,
  I fear these supposed realities are to melt from under your feet and hands,
  Even now your features, joys, speech, house, trade, manners,
      troubles, follies, costume, crimes, dissipate away from you,
  Your true soul and body appear before me.
  They stand forth out of affairs, out of commerce, shops, work,
      farms, clothes, the house, buying, selling, eating, drinking,
      suffering, dying.

  Whoever you are, now I place my hand upon you, that you be my poem,
  I whisper with my lips close to your ear.
  I have loved many women and men, but I love none better than you.

  O I have been dilatory and dumb,
  I should have made my way straight to you long ago,
  I should have blabb'd nothing but you, I should have chanted nothing
      but you.

  I will leave all and come and make the hymns of you,
  None has understood you, but I understand you,
  None has done justice to you, you have not done justice to yourself,
  None but has found you imperfect, I only find no imperfection in you,
  None but would subordinate you, I only am he who will never consent
      to subordinate you,
  I only am he who places over you no master, owner, better, God,
      beyond what waits intrinsically in yourself.

  Painters have painted their swarming groups and the centre-figure of all,
  From the head of the centre-figure spreading a nimbus of gold-color'd light,
  But I paint myriads of heads, but paint no head without its nimbus
      of gold-color'd light,
  From my hand from the brain of every man and woman it streams,
      effulgently flowing forever.

  O I could sing such grandeurs and glories about you!
  You have not known what you are, you have slumber'd upon yourself
      all your life,
  Your eyelids have been the same as closed most of the time,
  What you have done returns already in mockeries,
  (Your thrift, knowledge, prayers, if they do not return in
      mockeries, what is their return?)

  The mockeries are not you,
  Underneath them and within them I see you lurk,
  I pursue you where none else has pursued you,
  Silence, the desk, the flippant expression, the night, the
      accustom'd routine, if these conceal you from others or from
      yourself, they do not conceal you from me,
  The shaved face, the unsteady eye, the impure complexion, if these
      balk others they do not balk me,
  The pert apparel, the deform'd attitude, drunkenness, greed,
      premature death, all these I part aside.

  There is no endowment in man or woman that is not tallied in you,
  There is no virtue, no beauty in man or woman, but as good is in you,
  No pluck, no endurance in others, but as good is in you,
  No pleasure waiting for others, but an equal pleasure waits for you.

  As for me, I give nothing to any one except I give the like carefully
      to you,
  I sing the songs of the glory of none, not God, sooner than I sing
      the songs of the glory of you.

  Whoever you are! claim your own at any hazard!
  These shows of the East and West are tame compared to you,
  These immense meadows, these interminable rivers, you are immense
      and interminable as they,
  These furies, elements, storms, motions of Nature, throes of apparent
      dissolution, you are he or she who is master or mistress over them,
  Master or mistress in your own right over Nature, elements, pain,
      passion, dissolution.

  The hopples fall from your ankles, you find an unfailing sufficiency,
  Old or young, male or female, rude, low, rejected by the rest,
      whatever you are promulges itself,
  Through birth, life, death, burial, the means are provided, nothing
      is scanted,
  Through angers, losses, ambition, ignorance, ennui, what you are
      picks its way.

Walt Whitman, Leaves of grass

Il libro delle vergini

Bastava ch'ella avesse la virtù di non cedere a quella spossatezza, bastava ch'ella non si accasciasse, bastava che la nuova aria l'entrasse nei pulmoni, le accelerasse il sangue. Questa fiducia le ravvivava lo spirito, la faceva essere quasi ilare, le faceva amare i clamori infantili, di cui Eva rallegrava le stanze, le faceva amare li squilli di canto di cui la nuora empiva le volte.
Quel profumo di giovinezza umana che saliva tutt'intorno, e quella benevolenza della stagione nascente l'eccitavano, le davano una specie di energia momentanea che certi liquori dànno, la turbolenta sollevazione di vita che ha l'infermo se oda una musica allegra passare.
Gabriele D'Annunzio, Il libro delle vergini

Rimpianto

Il mio amico Sandro ha condiviso con me questo pensiero:
Il rimpianto è come la carpa che mangia sul fondo. Si riempie la bocca ma è quasi sempre solo sabbia.

mercoledì 20 novembre 2013

Come puoi scacciare l'oscurità?

Solo l'amore scaccia l'odio, solo la luce disperde l'oscurità. Come mai? Perché di per sé, l'oscurità è solo uno stato negativo, in sé non ha alcuna positività. Di fatto, non esiste! Come potresti scacciarla? Contro l'oscurità non puoi fare nulla direttamente. Se vuoi fare qualcosa nei suoi confronti, dovrai operare attraverso la luce: introduci la luce e l'oscurità è svanita, togli la luce e appare l'oscurità; ma non puoi portare o togliere l'oscurità direttamente: nei suoi confronti non puoi fare nulla di nulla.
Osho, da La mente che mente (ed. Feltrinelli)

giovedì 14 novembre 2013

Dialogo di coppia

Mi arriva per posta un'interessante proposta di partecipazione a un seminario. Riguarda la relazione di coppia. Il tema centrale potrebbe essere riassunto da questo passo, presente nella presentazione:

Un punto fondamentale nel lavoro con la coppia è l’attenzione rivolta al processo comunicativo dei partner. Essere in sintonia con l’altro, saper chiedere quello di cui si ha bisogno, esprimere le proprie emozioni … Conquistarle non è facile. Ma nemmeno impossibile.

Il dialogo e la parola possono essere gli strumenti fondamentali per comprendere i conflitti e appianarli.
Attraverso l’esercizio dell’arte del dialogo è possibile favorirli!

Il tema del dialogo nella coppia è importantissimo. Ognuno di noi ha fatto esperienza quotidiana dell'incomunicabilità con il proprio partner. Ma quando la comunicazione funziona, e la relazione fa comunque fatica? Quando la comunicazione "affatica" la relazione? Esiste anche un troppo di relazione, di comunicazione, di condivisione?

Uno spunto potrebbe arrivare da un altro passo della presentazione, quando si dice:

Per avere una buona relazione di coppia c’è bisogno di diversi momenti che lavorano sinergicamente tra loro: momento della separatezza; momento del contatto; momento della fusione.

(il seminario di tiene a Roma, in caso qualcuno sia interessato. le info qui)

Io sono quell'uomo

1.
Quando ho immaginato la mia felicità
ho tradito la mia felicità.
La vista non abbastanza ampia
per accogliere il dolore.

2.
Ho raccolto un fiore
confondendo il possesso con l’amore.
Ho urlato più forte
confondendo la paura con la forza.
Ho corso nel vento
confondendo l’ansia con il volo.

3.
Oggi ti dico baciami.
Seduto alla finestra che un tempo
si apriva alle mie vertigini.
Dov’è il ramo cui si sorreggeva
il dondolio della mia storia?

4.
Parto e ritorno nel ventre
indurito da rabbia e cibo
e sesso e stanchezza.
Davanti a me ti fermi
un palmo dal naso
e sostituisci il silenzio con l’affronto.

5.
L’amore unisce nella lotta.
O qualcosa che confondo col piacere.
Non il sole brucia la schiena d’inverno
ma l’acqua della doccia. Senza traccia.

6.
Nel riflesso di una fotografia che scattai,
innamorato di te, incarnato nell'amore,
ho riflesso l’immagine dell’illusione profana.
Nell'animismo, l’amore per tutte le cose
ha sorretto la primavera e l’estate,
per cadere al vento freddo dell’autunno.

7.
Ho adottato un sorriso e un calcio nel culo.
Ho costretto la mia paura con la voce strozzata
del bimbo ferito che ancora raccoglie in barattoli
i grilli del prato di un’estate in montagna.
Ho ridotto al silenzio la tua forza di strega.

8.
Quando un sorriso mi arriva dal volto
di un uomo che incontro distratto per strada
ritrovo la polvere scura del carbone
che ha mosso i treni di tutto il mondo.

9.
L’uomo e la mano che ha progettato.
L’uomo che sa trasformare l’ambiente
in una casa o una bomba ed è fuori
per sempre dalla catena alimentare.

10.
Io sono quell'uomo che della catena
rifiuta le bestie ma divora gli affetti
e di altre cosce nutre il suo desiderio.
Prima di cantare con gli animali.
Dopo la morte del lupo ferito.


11.
Io sono quell'uomo che chiede a se stesso
il coraggio di sostare dove il tempo si piega,
senza la fretta e la forza di modificare
le curve di vita che incontra. 

Lo spavento supremo

"Ringrazia la paura di averti aiutato ad aprire gli occhi." (da qui)

Come tanti, sono un lettore dell'oroscopo di Rob Brezsny (e sembra che oggi la mia unica fonte sia Internazionale.it). Lascio che la sua intelligenza mi offra delle intuizioni. Niente di più, niente di meno.
La settimana uscente, la paura. Se ascolto come risuona, accetto il fatto che ci siano forze superiore alle mie che ci parlano in modo inequivocabile. Lucidamente so che la paura riguarda tutti. Ma nel mio caso, mai come in questo periodo. La libertà spaventa. La vita che si muove in modo inaspettato spaventa. La responsabilità spaventa. Le scelte definitive spaventano. Le conseguenze delle azioni spaventano. Il cuore vibrante spaventa. Le ombre che neppure sospettavamo di avere spaventano.

Poi c'è l'aprire gli occhi. E la decisione di osservare quello che davvero c'è. Almeno un poco di quello che davvero c'è. Le persone che hai intorno sono un grande aiuto in questa direzione. Possono essere un vero, necessario stimolo. Nel momento in cui non agiscono delle sciocche azioni collusive. Ti ritrovi a dire "eccomi qui, con tutto quello che c'è. Bello e buono, brutto e cattivo". La parte difficile è accettare e accogliere. Perché nell'angolo c'è lo spavento supremo. Che stordisce e fa chiudere gli occhi a fessura.

Pros

Esiste un estetismo erotico?
La prostituzione nella vita degli uomini?
La sequenza di foto che puoi vedere qui, sembra parlare di tempi fuori dal tempo, templi fuori dai luoghi. O semplicemente di isolamento e compagnia.


Ritratti

Due foto tratte dalla selezione vincitrice del premio Taylor Wessing (tratte da qui).
Essere sorelle, essere gemelle, essere unite da un destino comune. Invecchiare.

(foto di Dorothee Deiss)

La santità o la seduzione della purezza. Nell'assenza di ogni riferimento, le nuove divinità non sorridono.

(foto di Erik Almas)

Le sei concordie

Dopo avere visto come i monaci Anuruddha, Kimbila e Nandiya convivevano in armonia, il Buddha pronunciò le Sei Concordie, i principi per essere felici insieme agli altri: 
"Bhikkhu, la natura di una comunità è l’armonia, che si ottiene seguendo questi principi: condividere uno spazio comune, sia una casa o una foresta; condividere i doveri essenziali della giornata; osservare i precetti insieme; pronunciare parole che creino armonia, astenendosi da quelle che portano divisioni nella comunità; comunicarsi esperienze e comprensioni; rispettare l’opinione altrui e non costringere l’altro ad aderire alla nostra. Seguendo questi principi un sangha vivrà in felicità ed armonia. Bhikkhu, osserviamoli sempre. 

In un recente numero della "Mindfulness Bell", notiziario internazionale dell’Ordine dell’Interessere, Thay ha brevemente illustrato i sei principi per l’armonia, o Concordie, insegnati dal Buddha. Ecco il suo commento. 

"La prima è la Concordia dell’azione che coinvolge tutto il corpo. Un sangha vive insieme come una famiglia. Le nostre azioni coinvolgono tutte le persone con cui viviamo. Bisogna perciò che favoriscano la concordia. 

"La seconda è la Concordia della condivisione dei benefici. Condividiamo il cibo, gli alloggi el’opportunità di praticare la meditazione seduta e camminata. Insieme ascoltiamo il Dharma. Condividiamo ogni tipo di beneficio con tutti. Se una persona può andare a un ritiro di tre giorni, gli altri nel sangha dovrebbero avere la stessa opportunità in un’altra occasione. Ci sosteniamo l’uno con l’altro in ogni attività. 

"La terza è la Concordia dell’osservare gli stessi Impegni di consapevolezza. Le nostre aspirazioni sono uguali e conveniamo che la pratica degli stessi Impegni di consapevolezza è il miglior modo per realizzarle. 

"La quarta è la Concordia della parola. Occorre che anche le nostre parole ispirino concordia. Abbiamo bisogno di fondare il nostro modo di parlare su alcuni principi: sapere come reagire quando udiamo qualcosa che non ci piace; sapere come prestare attenzione a quello che l’altra persona sta dicendo, in modo da essere capaci di meditare sulle sue parole prima di rispondere; sapere come incoraggiare e nutrire la fiducia nelle persone con le quali parliamo. 

"La quinta è la Concordia delle opinioni. Proveniamo da ambiti diversi. Forse non condividiamo la stessa maniera di vedere degli altri componenti della comunità. ma non diamo per scontato che la nostra sia giusta e l’altrui sia sbagliata. Non discutiamo sulle opinioni divergenti. Quando abbiamo un’idea la condividiamo con il sangha e la modifichiamo dopo avere ascoltato gli altri. La condivisione di Dharma è un’opportunità per ascoltare con attenzione i diversi punti di vista, così da avere una comprensione sempre più profonda. Le nostre idee sono soltanto una piccola parte del quadro. Quando gli altri parlano ascoltiamo con attenzione per trovare la saggezza nelle loro parole. Se non sappiamo ascoltare non possiamo imparare. Abbiamo bisogno di aiutare gli altri a sapere che sono accettati e apprezzati. 

"La sesta è la Concordia delle attività della mente. Abbiamo modi di pensare e sensibilità diversi. Non dovremmo isolarci nei nostri pensieri. Dobbiamo comunicare. Quando vediamo qualcuno chiuso nei suoi pensieri, nella tristezza e nella sofferenza, possiamo dirgli: un soldino per i tuoi pensieri, un soldino per le tue sensazioni. Quando l’altra persona è in grado di condividere la sua sensazione, non è più isolata. Quando confidiamo quello che sta accadendo nella nostra mente, diamo sollievo al nostro isolamento. Se chiedete a qualcuno cosa prova e lei o lui risponde "sono infelice", potete praticare insieme la meditazione camminata e questo, da solo, basterà a portare un po’ di gioia".

da qui.

Enough! enough! enough!

  Enough! enough! enough!
  Somehow I have been stunn'd. Stand back!
  Give me a little time beyond my cuff'd head, slumbers, dreams, gaping,
  I discover myself on the verge of a usual mistake.

  That I could forget the mockers and insults!
  That I could forget the trickling tears and the blows of the bludgeons and hammers!
  That I could look with a separate look on my own crucifixion and bloody crowning.

  I remember now,
  I resume the overstaid fraction,
  The grave of rock multiplies what has been confided to it, or to any graves,
  Corpses rise, gashes heal, fastenings roll from me.

  I troop forth replenish'd with supreme power, one of an average unending procession,
  Inland and sea-coast we go, and pass all boundary lines,
  Our swift ordinances on their way over the whole earth,
  The blossoms we wear in our hats the growth of thousands of years.

  Eleves, I salute you! come forward!
  Continue your annotations, continue your questionings.

Walt Whitman, da Leaves of Grass
Le moltitudini si contraddicono
perché mi contengono.

Occupano il mio posto.

Reference to the soul

I will not make poems with reference to parts,
But I will make poems, songs, thoughts, with reference to ensemble,
And I will not sing with reference to a day, but with reference to all days,
And I will not make a poem nor the least part of a poem but has reference to the soul,
Because having look'd at the objects of the universe, I find there 
is no one nor any particle of one but has reference to the soul.

Walt Whitman, da Leaves of Grass

Metta Sutta

(Sutta Nipata I.8)


Questo dovrebbe fare
chi pratica il bene
e conosce il sentiero della pace:
essere abile e retto,
chiaro nel parlare,
gentile e non vanitoso,
contento e facilmente appagato;
non oppresso da impegni e di modi frugali,
calmo e discreto,
non altero o esigente;
incapace di fare
ciò che il saggio poi disapprova.

Che tutti gli esseri
vivano felici e sicuri:
tutti, chiunque essi siano,
deboli e forti,
grandi o possenti,
alti, medi o bassi,
visibili e non visibili,
vicini e lontani,
nati e non nati.
Che tutti gli esseri vivano felici!

Che nessuno inganni l’altro
né lo disprezzi
né con odio o ira
desideri il suo male.
Come una madre
protegge con la sua vita
suo figlio, il suo unico figlio
così, con cuore aperto,
si abbia cura di ogni essere,
irradiando amore
sull'universo intero;
in alto verso il cielo
in basso verso gli abissi,
in ogni luogo, senza limitazioni,
liberi da odio e rancore.

Fermi o camminando,
seduti o distesi,
esenti da torpore,
sostenendo la pratica di Metta;
questa è la sublime dimora.
Il puro di cuore,
non legato ad opinioni,
dotato di chiara visione,
liberato da brame sensuali,
non tornerà a nascere in questo mondo.

mercoledì 13 novembre 2013

Corso professionale di Shiatsu all'Oasi Galbusera Bianca (LC)

A partire da sabato 23 novembre 2013, all'Oasi Galbusera Bianca, nella splendida cornice del Parco del Curone, inizia un corso professionale di Shiatsu, tenuto dall'amico Fabrizio Bonanomi, insegnante di grande esperienza e studioso di Medicina Cinese Classica.
Per tutte le informazioni e le iscrizioni potete contattare Loredana al 347/0883156.
Il mio parere: grande professionalità, in un posto bellissimo.




domenica 10 novembre 2013

The Butterfly Circus

En e Xanax

Una canzone meravigliosa di Samuele Bersani:



En e Xanax non si conoscevano
prima di un comune attacco di panico
e subito filarono all'unisono
Lei, la figlia di un'americana
trapiantata a Roma
e lui
un figlio di puttana
ormai disoccupata

En e Xanax si tranquillizzavano
con le loro lingue al gusto
di medicina amara
e chiodi di garofano
Lei per strada
lui rubava i libri
della biblioteca
e poi glieli leggeva
seduto sopra a un cofano

Se non ti spaventerai con le mie paure,
un giorno che mi dirai le tue, troveremo il modo di rimuoverle
In due si può lottare come dei giganti contro ogni dolore
e su di me puoi contare per una rivoluzione
Tu hai l'anima che io vorrei avere

En e Xanax quando litigavano
avrebbero potuto fermare anche il traffico
di New York o uccidersi al telefono
Lei si calmava, lui la ritrovava
nuda sulla sedia
e poi sovrapponevano il battito cardiaco

Se non ti spaventerai con le mie paure,
un giorno che mi dirai le tue, troveremo il modo di rimuoverle
In due si può lottare come dei giganti contro ogni dolore
e su di me puoi contare per una rivoluzione
Tu hai l'anima che io vorrei avere

En e Xanax
si anestetizzavano con le loro lingue al gusto di menta e marijuana
e poi si addormentavano... e poi si addormentavano...

Le tre canzoni dei Baustelle di questi giorni

Ci sono i sogni, la vita, l'amore e la morte.
I Baustelle li raccontano per noi, con lucidità e commozione nel loro ultimo disco "Fantasma".

Da ascoltare in successione:





Il fantasma

Una foto bellissima.
Ma quell'orso tocca il mio inconscio.
Ci vedo un fantasma. Della mia ombra.
Della mia aggressività che attende di emergere.
Di quello che in me non si manifesta ma c'è.
La paura.


foto di Paul Souders, da Internazionale
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