In questi giorni ho superato l'impresa impossibile di scegliere i dieci migliori fumetti del 2008, per partecipare all'annuale
top ten de
LoSpazioBianco.it.
Sono molti i fumetti che sono rimasti fuori. I primi esclusi sono quelli che non ho ancora avuto il tempo di leggere, e sono tanti. Basta sfogliare la mia pagina di
Anobii per rendersene conto. Gli altri sono quelli dimenticati perché letti nei giorni di nebbia.
Ci sono diverse, troppe ragioni per le quali dimenticare un fumetto (o un libro o un film o...) e non tutte hanno a che fare con la qualità del lavoro. Queste ragioni purtroppo non depongono a favore della professionalità di critico che sempre più appare come una chimera. E non per mancanza di conoscenze tecniche o di elementi di analisi. Ma perché
più passano gli anni e più mi risulta difficile categorizzare, schematizzare, inchiodare al muro di una definizione emblematica.
Rimpiango le vecchie scelte definitorie senza compromessi, allo stesso modo con cui si rimpiangono i vagiti da bimbo.
Per cui mi sono orientato in questo modo, nella scelta dei miei dieci migliori:
- un
segno che fosse personale, riconoscibile e coinvolgente
- una
storia che ritorna a distanza di giorni a bussare alla mia mente
- un
tema che incuriosisse la mia fantasia e fosse capace di creare nuove connessioni e nuovi punti di vista
- una
costruzione della storia fresca, non meccanica, lontana dai soliti territori
- il completo
disinteresse per la casa editrice o il paese di appartenenza dell'autore
- la
musicalità dell'insieme della composizione (un tema su cui, davvero, un giorno mi piacerebbe scrivere)
- la
vicinanza con la contemporaneità del mondo in cui viviamo e la vivacità della sua rappresentazione
- l'attenzione per le
idiosincrasie degli autori, che sono sinonimo di genialità e personalità, quando abilmente controllate dalla tecnica
- ...
Non posso ancora rivelare le mie scelte, perché i voti per la top ten non sono ancora conclusi.
Dirò solo che
Rughe di
Paco Roca e
Poor Bastard di
Joe Matt non sono entrati in top ten per un pelo; che
LMVDM di
Gipi non è al primo posto; che c'è un fumetto che è puro intrattenimento ma che è una delle cose più belle scritte negli ultimi anni sul tema della diversità e dell'orrore, capace di rimescolare i generi in modo originale e imprevedibile; che
neppure un albo Bonelli quest'anno entra in classifica (a differenza degli altri anni) e che questa scelta è stata necessaria; che
Rat-man 70 potrebbe essere nella top ten del 2009; che gli autori italiani sono ben rappresentati, al di là delle mie stesse aspettative; che i
l fumetto europeo è al centro della scena e questa secondo me è una tendenza rilevante da segnalare; che è stato
un anno di ottime letture e che il fumetto gode di una salute artistica eccellente; che ho troppo troppo materiale fermo da leggere.
A presto per la classifica.
Ah, ovviamente, nella menzione per la proposta di materiale storico non può che vincere la conclusione di
Lone Wolf and Cub, senza dubbio uno dei massimi capolavori del fumetto mondiale.