lunedì 30 settembre 2013

Come faccio a capire se la mia gioia è autentica?
Se il tuo corpo è profondamente rilassato.

Citazione Cecio #3

Mamma: Ti voglio bene.
Cecio: Lo so.
Mamma: Cecio, si dice anch'io.
Cecio: Anch'io lo so.

venerdì 27 settembre 2013

Decisione

Se qualcuno prende una decisione, di regola deve lasciare qualcos'altro. Ciò per cui si decide è ciò che è, ciò che viene realizzato. L'altra cosa che viene lasciata si relaziona con ciò che è e che viene realizzato come un "non". 
Dunque ogni cosa che è e che viene realizzata, è circondata da un "non". È inimmaginabile senza un "non" che gli appartenga. Ma il "non" è efficace. Non è un nulla, è solo un "non". Se dunque disprezzo ciò che per il mio essere è il "non", allora il "non" toglie qualcosa a ciò che è. 
Bert Hellinger, da Ordini dell'amore (ed. Feltrinelli)

giovedì 26 settembre 2013

Dialogo con nonno Guglielmo

Ciao nonno Guglielmo.
Siamo qui. Io e te. Per la prima volta.
Te ne sei andato prima che arrivassi io. Mi hanno dato il tuo nome.
Quanto è stata presente la tua assenza?
Oggi ti sei personificato, intorno a questa domanda.
Il tuo nome. Un’eredità, un simbolo.
Un ruolo?

Il mio tema, in questo momento, in tutta la vita, è quello della paura dell'abbandono.
Il portato di mia mamma, come ho sempre pensato, o di mio papà?
La tua scomparsa può aver generato un nodo di paura in mio padre, che mi è stato consegnato nella sua interezza alla nascita? È forse da qui che arriva il messaggio che spesso mi risuona in testa: non hai il diritto di essere felice, perché in un attimo può essere tutto spazzato via?
L’impermanenza come condizione di vita rappresenta il rasserenamento, come prevede il buddhismo, o una maledizione?
Ci sono tante cose di cui dobbiamo parlare, caro nonno. Quindi, come già sai, ti porto un po’ con me.
Bert Hellinger mi ha insegnato una bella modalità: tenerti vicino nelle situazioni difficili. Per questo è tutto il giorno che parliamo. È tutto il giorno che ti guardo e vedo solo i tuoi baffoni. Perché di te conosco solo tre cose: i baffoni, la bicicletta che usavi per andare al lavoro, le forbici da barbiere.
Sarà tutto vero o solo immaginazione? Avrei voluto incontrarti davvero.
Capisci quanto è importante la tua assenza? Vedi quante domande che hai lasciato?
Un giorno mi parlerai della tua Sicilia. 

mercoledì 25 settembre 2013

La vittima

Voglio dirti una cosa: il ruolo della vittima è la forma più raffinata di vendetta.

Bert Hellinger, da Ordini dell'amore (ed. Feltrinelli)

lunedì 23 settembre 2013

la seconda dimensione


domenica 22 settembre 2013

averne di giorni così



il fuori classe e il suo coach



dove sono


lasciò l'impronta che aveva vent'anni. prima di rifugiarsi sulla cima


non una ferita. un ricordo


tutto è possibile. il cielo lo sa


la luna si immerse nel rosa


in attesa di aprire le ali


mercoledì 18 settembre 2013

Fare i compiti

“Le ore da svegli che i miei figli
non passano a scuola sono poco
più di quattro”, scrive la
blogger Clare Wapole sull’Hufington
Post di Chicago. “Come
genitore, non riesco a insegnargli
mentre sono a casa tutto
quello che vorrei e quindi
sarò costretta a dargli dei compiti
da svolgere nelle sette ore
che passano in classe. Le mie
lezioni s’imparano meglio se
c’è continuità con il resto della
giornata, una buona connessione
genitore/insegnante e
tutte quelle storie là. Messaggio
per le maestre: i miei igli
verranno a scuola con un cesto
di panni puliti. Stiamo lavorando
sull’autosuicienza e su come
dividere, piegare e mettere
a posto i loro vestiti. Quello
che non riusciranno a inire
prima di andare a letto lo faranno
in classe. Porteranno la
teca di vetro delle lucertole.
Senza cure costanti, muoiono.
Mia iglia verrà con una tuta di
lycra e le parallele per esercitarsi
per il corso di ginnastica
artistica e mio iglio con la sua
isarmonica. Ma soprattutto
avranno gli zaini pieni di Barbie,
giochi, biciclette, igurine
del baseball, un preparato per
torte, un albero su cui arrampicarsi.
Gli sto insegnando che
esiste un tempo per imparare e
uno per giocare, che bisogna
staccare completamente per
essere pronti a imparare di
nuovo il giorno dopo. E quattro
ore bastano a malapena, soprattutto
se devono fare i compiti”.
da Internazionale 1017

sabato 14 settembre 2013

Joy




Deep inside the heart of this troubled man
There's an itty bitty boy tugging hard at your hand
Born bitter as a lemon but you must understand 
That you've been bringing me 
Joy

And I'll only lie when you don't want the truth
I'm only frightened 'cause you finally gave me something to lose
And it's as loud as a thunderclap and you hear it too
But you've been bringing me 
Joy

Deep inside the heart of this crazy mess
I'm only calm when I get lost within your wilderness
Born crooked as a creek bed and come to confess
That you've been bringing me
Joy

And when I'm alive, I'm living for you
Another bluebird dying, but for singin' the blues
And it's a heartfelt silly sort of bumblin' tune
About how you're bringing me
Joy

Iron and Wine

Low Light Buddy Of Mine



Low light buddy of mine - Iron & Wine from Valo Matiq on Vimeo.


He's in a white car waiting for the light to change
He's a buddy of mine but I can't complain
He can make a lot of money, he can touch his toes
He knows you never look til the lights are low

And I love you and you love me
So we never demand and we never agree
I love you and you love me
And there's new fruit humming in the old fruit trees

He's in a white car waiting in a parking lot
And he's jealous of me and what we've got
He can buckle his belt, he can shine his shoe
But he can never end up where I found you

And I love you and you love me
So we don't talk back and we don't say please
I love you and you love me
And there's new fruit humming in the old fruit trees

He's in a white car waiting for the rain to pass
He's a buddy of mine but that won't last
Cause he ate a dumb grin on an empty cup
We both took him for when he showed up

Cause I love you and you love me
So we both get stuck and we both get free
I love you and you love me
And there's new fruit humming in the old fruit trees

Iron & Wine

venerdì 13 settembre 2013

Lifeforms




From the beginning
Small lifeforms
They can kill without warning
So you don't explode

Stump your growing limps and thinking
And you've lost them now you're blinking
And reminding her of him

Oh you steal his features
And your mother is a bleacher
She don't even feel the heat no
She don't even want to speak to you

But you, you always find another place to go
(Oh you) you always find another womb to grow

Well you can try to sink down deeply
And find the children lost at sea
Find the children who discretely
Be killed in infancy

To stop them holding you and screaming
That you'll lose your wildest dreaming
Still reminding me what I feel
How he left without reasons

But you, you always find another place to go
(Oh you) you always find another womb to grow

You can try to forget but I won't let you easy
You can try to forget but I won't let you easy
I'm flooding out and more I'm too washed out to see
Drifting away this time you'll regret you've conceived it
Clean up the dead you leave behind
Just like insects

Clean up the dead you leave behind

Daughter

giovedì 12 settembre 2013

Una scrittura automatica

Ofieri riosi addirixdoen Cusirdo asrio r,kgiriod.
Riufiddos rftiored eacrsiocrn ior di tgiffurasiof.
uniesoirtss udia riguttisa purelia.

Tuindi urrigific ounioine adionrri rtruidna
Tuttieri fruibnar fairrcie ulinoei ur fre tringultu

Ulibnn triglreio addirti munili cori
alverio prunie cinciaszri

Cecio al primo giorno di scuola dell'infanzia


Il cuore grande di Cecio ha accolto con gioia il primo giorno di scuola.
Andata alla grande...


mercoledì 11 settembre 2013

la mia libertà inizia
dove inizia la tua

Guarisco ora

Padre Cielo ricevo da te
tutta l'energia e la creatività
che non mi sono state trasmesse.

Guarisco ora.

Guarisco ora

Madre Terra ricevo da te 
tutto l'amore e la sicurezza 
che mi sono stati negati.

Guarisco ora.
nella morte apparente delle cose
quello che più fa male
è lasciare andare le parti di me
che già sono morte. 

Un po' di te

Bene, adesso smetti di rompere. Vuoi un po' di luce? Di vita? Di colore?
Allora osserva qui sotto. E per un attimo fai finta che non sia mio, che non sia altro che un piccolo meraviglioso essere iridescente in crescita. Fai finta di essere tu. Il tuo bimbo interiore che cresce.
E sorridi!















lunedì 9 settembre 2013

le dita meccaniche erano in attesa


domenica 8 settembre 2013

Il dolore che dona il fiato

Dopo tempo immemore, oggi ho scritto una canzone. Testo e musica. Le due cose che nascono insieme. Eccitante. Riporto il testo.


Il dolore che dona il fiato

Il sole ti esplode in faccia
Sei sicuro che non ti piaccia
Gemere e cadere perdere e cercare donare donare e disperare?
Si tu la tua faccia tra le braccia
Con il fuoco che ti ha bruciato
Con il vento che ti ha soffiato
Vaghi nel mare che ti ha cancellato

Ma se tu guardi da più lontano
Sì ti senti un po' meno umano
Il volto e le ali di un airone
La luce per tornare all'unione
Con l'urlo che ti ha creato
Col dolore che dona il fiato
Quando alla vita sei tornato

Non sai più rinunciare
Non vuoi più non guardare

Se ti ascolti da più vicino
Sì sorridi come un bambino
Il gioco di non sapere
La forza per tornare a cadere
Con gli occhi pieni di pianto
Con il cuore che intona un canto
Quando alla vita stai tornando
Quando alla vita stai tornando


Non sai più rinunciare
Non vuoi più non guardare
Non sai più rinunciare
Non vuoi più non guardare



Lasciarsi o amarsi

singing...

lasciarsi o amarsi che differenza fa
è sempre vita è qualcosa che si fa

This is a true heart




sei mai stato davvero felice?


World



HEAVEN 
All the heavens of the world 
Are you looking for anything? 
Heaven with eyes bright green 
Every day my eyes are older 
I grow a bit closer to you 

HATS 
All the hats of the world 
I don't know how I wear a hat so much 
Even when I run 
The city can't see my eyes 
Under the brim. 
I play a game of tennis 
Passing violence, our blind 

MOTHER 
All mothers of the world 
A singer with eyes closed 
Singer on the fifth floor 
Your hats that I wear when you disappear 
How could you see that every day I talk to you? 

MISTER 
All the misters of the world 
Which cello are you looking for? 
How can it escape? 

CITY 
All the cities of the world 
What are you wearing? 
I live on the fifth floor 
Of the apartment building 
What am I looking for in you? 
How can I escape you?

appena prima di perdersi nel nero della notte


un sottile filo mosso dal vento unisce l'amore al dolore


Poesie di una notte - 12 gennaio 2002

00.20
Cadono voci dal cielo
mi si mischiano in testa
Quando accade è veloce

Ritrovarsi al punto di partenza
dopo un cammino lungo e gentile
ricominciare
per poter inventare un nuovo sguardo
nuove mani che si toccano
nuove parole sussurrate ad un orecchio

Ed alla fine cadono dal cielo
semplicemente - ripetutamente
tutte le parole regalate ad una donna
e le sue illusioni

Quando fa freddo e sono solo
avvolto da una coperta di lana a macchie colorate
cadono dal cielo

Ritrovarsi al punto di partenza avvolto dal nulla


00.27
Osservo i tuoi lineamenti pallidi
le linee che resistono al tempo ed alla luce
un esercizio yoga -
rallento i gesti de il pensiero
ed ogni tuo giudizio espresso in passato
scivola leggero alle mie spalle.
Io non parlo...

C'è solo la linea del tuo naso
la linea del tuo occhio destro
la linea del tuo sorriso piegato in su
la linea delle tue sopracciglia
la linea del tuo occhio sinistro
la linea del ponte che unisce labbra e naso
la linea del tuo mento
la linea circolare delle tue narici
la linea delle tue smorfie tristi
la linea dei tuoi denti
la linea del tuo labbro inferiore
la linea dei primi capelli sulla fronte
la linea di una lacrima scesa molto tempo fa
la linea obliqua della tua fronte
...
Mi fermo - io sono albero
Tu sei foglia e radici e acqua


00.33
Penso all'ironia folle della masturbazione
Compra compra          Tu compra da me?
Ho mangiato e dormito ed il cibo si è fermato
Posso tutto         Vedere tutto avere tutto tacere tutto
e ruota come in fondo alle scale a chiocciola
il movimento ruota in tondo       Sottosopra
e mi gira la testa... senza testa
Ho il corpo in fiamme per l'attrito
Fermo, di colpo, contro gravità
contro inerzia
Conto 1 2 3 4
I minuti durano 47 secondi
I secondi sono più lunghi?
Ho contato meno minuti ogni ora perché la vibrazione
batte
e l'accelerazione ha bruciato
i fusibili

Sembra sempre più importante
fingere la strada e non trovarla


00.39
e ho scorto il tuo corpo tra le pieghe del mare
il tuo seno era enorme
il tuo ventre si muoveva a ritmo inquieto
sentivo voce di sirena chiamare il mio nome.

ho chiuso l'occhio sinistro
ho aspettato che la visione bidimensionale
mi schiacciasse in sé - parte del quadro -
manifesto decostruito.

la spuma che rompe le onde
sono le lacrime dei miei occhi.
piango per il sale tra le onde
dei tuoi umori.

se riemergerò
avrò sete!


00.47
Senti? La pace dopo il vento
Lascia la polvere tra i denti
ed i peli arruffati ed elettrici

Puoi bisbigliare piano
finalmente ci possiamo sentire
le parole non vengono risucchiate
dal cielo

Davvero? L'hai pensato sul serio?
io mento solo per noia
Mi piace il suono delle tue risa strette in gola

La piega della tua schiena torna severa e dritta
perché non c'è più bisogno di accortezza

Nella pace dopo il vento
ricomincia la guerra!


00.53
L'aquilone del soldato vola verso sud
dove la guerra è più umile
e più severa e bugiarda

Fune sottile mossa dal vento
trattiene l'orrore con una sottile minaccia

Quando le mani tremano per odio
Quando le mani tremano per paura
Quando le mani tremano per pazzia
Quando le mani tremano per amore
Quando le mani tremano per speranza
Quando le mani tremano per debolezza
Quando le mani tremano
l'aquilone del soldato è tutto ciò
che dà segno di sé

Ho imparato la guerra da una televisione
Ho odiato la guerra dalla luce che si spegne
negli occhi.

Boom!!!


01.03
Labbra rosa?
Intorno ai baffi a cespuglio
Cosa colora così le mie labbra?

Le dita delle mie mani riescono solo a tirare
Ali d'ombra
Da bambino ho provato e perduto
tutte le figure cinesi

La lingua si piega composta
Petali di rosa ho baciato
e spine nascoste.

Labbra rosa


01.09
No niente paura
I pensieri sono lì
Riposano sotto la polvere programmata
delle stringhe dei computer


01.29
A volte non basta
pensare a se stessi
come ad un principe
o ad un ladro

I calli sotto le piante
dei piedi
conoscono la strada
Le tue mani la cercano
fuori da te

E quando ti fermi
ti accorgi
di non essere altro che
me

Io rivoglio tutto
e tutto trattengo

il mio cuore, prima della notte


accolto con un tappeto rosso, sparì all'età di due anni


dolce madre di tutti gli uomini


quale cavaliere feroce ti ha ridotto a carcassa, vecchio drago?


entra, non avere paura, cazzo, è solo un tombino



Tra le gambe di mia madre

Stamattina faccio qualcosa che non mi concedevo da tempo: disteso nel letto ascolto musica nuova. Accidentalmente le note dei Daughter sono l'accompagnamento perfetto alle mie emozioni.
In un quaderno, ho trovato il testo di un mio brano che avevo perso. Musicato ma mai registrato (era il 2003), avevo lasciato in un cassetto anche le parole. Oggi sono qui, e le riporto qui sotto.

Tra le gambe di mia madre

Un giorno di sole come questo giuro
io mai l'ho visto
e mi torna in mente il giorno in cui son nato
ma era luce artificiale
sotto un sole innaturale e senza un campo fiorito
e forse subito ho capito
che il cammino del ritorno sarebbe stato obliquo

Il vento freddo mi solleva i piedi
nell'illusione del sole che non è solo
il pensiero di lei alla rovescia che mi guarda da sotto il mare
questo vento col suo profumo e il suo bagliore
è la certezza di sapere che dove andremo
ci servirà un maglione

Il ritmo della terra è in ogni volto che incontri
in ogni mano che stringi in ogni bacio che non ricordi
rimorsi!
ma io cerco sempre tra mille fogli
immagini a colori volgari umane parziali fotografate disegnate
immagini e poeti
e quel poeta sono io così lontano dal tuo dio
ma così semplice e parziale da dover essere reale

Nel mondo in questo mondo il ritmo è perso
tra i fragori delle tue bombe del tuo correre perverso
della volgarità della tua finzione
e noi facciamo muro al tuo terrore
muro del pianto e del dolore
noi facciamo muro ma ogni muro è solo un corpo inerte
senza respiro senza movimento un pugno chiuso e duro

In un giorno di sole come questo il miracolo che aspetto
che nasca dal mio ventre e dal mio petto
è che si allenti la tensione del conflitto
che si sciolga nei passi leggeri dei miei piedi
e che la gioia del vento rinasca come sono nato io ieri
soltanto ieri
tra le gambe di mia madre

venerdì 6 settembre 2013

Futuro interrotto

L’India è una potenza globale
emergente e cavalca l’onda del bonus demografico.
O almeno così piace credere
agli indiani. In realtà, la chiave del futuro
successo indiano – la grande quantità di
giovani – è una bomba a orologeria. È una
massa crescente di ragazzi per lo più denutriti,
poco istruiti, non idonei al lavoro, che
aspirano a una vita migliore ma non hanno
i mezzi per ottenerla. Perché? Perché non
sono qualiicati per il mercato del lavoro e,
anche se lo sono, l’impiego non c’è.
La forza lavoro indiana (la popolazione
tra i 15 e i 64 anni) è costituita da 430 milioni
di persone. Di queste, solo una minima
parte ha ricevuto una vera formazione professionale.
Il settore formale, dove si concentrano
le aspirazioni, il denaro e la crescita
economica, impiega solo 30 milioni di
persone. Questo signiica che gli altri 400
milioni si muovono nel settore informale,
cioè si arrangiano. Inoltre, il 60 per cento
della popolazione attiva è occupato nel settore
agricolo, che contribuisce al pil solo
per il 18 per cento. Secondo Amitabh Kundu,
che insegna economia dello sviluppo
all’Università Jawaharlal Nehru di New
Delhi, anche se nei prossimi vent’anni si
aggiungeranno altri 480 milioni di persone
alla forza lavoro già esistente, per trasformare
questo bonus demograico in un vantaggio
economico e sociale sarà essenziale
la formazione professionale. “I giovani sono
delusi dal sistema di governo e non perdono
occasione per dimostrarlo. I movi-
menti anticorruzione guidati da Baba Ramdev,
Anna Hazare e perino le proteste di
New Delhi contro gli stupri sono il rilesso
della loro frustrazione”, spiega Kundu.
“Questa insoddisfazione provoca instabilità
politica e il nostro vantaggio generazionale
potrebbe trasformarsi in un disastro”.

da Internazionale 1015, articolo di Avalok Langer tratto da Tehelka

giovedì 5 settembre 2013

Il meccanismo dell'attaccamento

Se l’attaccamento è un fattore condizionante, il non attaccamento sarà il fattore decondizionante. Se l’aspettativa ti porta a essere infelice, la non aspettativa ti porterà a non essere infelice. Se la rabbia crea dentro di te l’inferno, la compassione creerà il paradiso. Per cui, qualsiasi sia il processo che conduce all’infelicità, usato al contrario diventerà il processo che conduce alla felicità. L’intero processo dello Yoga non è altro che la comprensione della complessità di quei grovigli, per scioglierli, per decondizionarli. Non è un ricondizionamento, ricordalo. È un semplice decondizionamento.[…]
Se scruti nell’infelicità dell’uomo, scopri che l’uomo stesso ne è responsabile. Fa qualcosa per crearla. Un determinato comportamento è diventato un’abitudine, per cui continua a ripeterlo. È diventato un gesto ripetitivo, meccanico, automatico. Se stai attento, puoi uscirne. Puoi semplicemente dire: “Non gli darò più il mio sostegno.” E il meccanismo dovrà muoversi con le sue forze. […]

Se riesci a restare immobile quando un vecchio comportamento afferra la tua mente, è meglio. Se non ce la fai, lascia che si esprima in maniera drammatica, ma da solo, non riversarlo su qualcun altro. Perché se agisci in base a quel vecchio comportamento e lo esprimi con qualcuno, esso creerà nuove reazioni, dando vita a un circolo vizioso.
La cosa più importante da fare è osservare quel comportamento; sia che tu stia immobile e in silenzio, sia che tu esprima la tua rabbia e il tuo odio, osserva con attenzione: guarda come si sviluppa. E se ne riesci a vedere il meccanismo, lo puoi smontare. 
Osho, da Yoga: la scienza dell'anima (Ed. Mondadori)

mercoledì 4 settembre 2013

Amore e non attaccamento

Quando Patanjali parla di "non attaccamento" non è contro l'amore. In realtà, è a favore dell'amore. Non attaccamento vuol dire essere naturale in amore, fluire, senza essere ossessionati e assuefatti. L'assuefazione è il problema. In questo caso è simile a una malattia. Questa è assuefazione: non poter amare nessun altro, fatta eccezione per il proprio figlio, per esempio. In questo caso sarai infelice. Tuo figlio può morire,  e il tuo amore non avrebbe altre possibilità di fluire. E se anche tuo figlio non morisse, crescerà. E più diventa adulto, più diventa autonomo. A quel punto soffrirai. Ogni padre e ogni madre ne soffrono. [...]
L'amore non rende mai infelice nessuno, perché se ami qualcuno, ami la sua felicità. Ma se sei attaccato a qualcuno, non ami la sua felicità: ami solo il tuo egoismo, ti preoccupi solo delle tue pretese egoistiche. [...]
Ogni attaccamento diventa un irrigidimento, è morto. Non vibra di vita, non è una risposta in continuo movimento. Non è una vitalità legata all'istante, è una fissazione. Ami una persona, se è amore non puoi predire cosa accadrà il momento successivo. È imprevedibile, gli stati d'animo sono mutevoli come il tempo. Non puoi dire se tra un istante il tuo amante ti amerà. Tra un istante può non sentire di amarti, non puoi aspettartelo. Se ti ama anche tra un istante, bene, gliene sei grata. Ma se non ti ama, non ci puoi fare nulla. Sei impotente. Non devi piangerne, semplicemente il suo stato d'animo è cambiato! Accetta la situazione. Non puoi forzare il tuo amante a fingere, perché la finzione è pericolosa. [...] E se mi costringi, divento falso e la relazione si trasforma in una finzione, in un'ipocrisia. A quel punto non siamo più sinceri l'uno verso l'altro. E due persone che non sono sincere l'una verso l'altra, come possono essere innamorate? Il loro rapporto diventerà una fissazione. 
Osho, da Yoga: la scienza dell'anima (Ed. Mondadori)

Vaso concezione

lavoro.
mi interrompo per andare i bagno.
allo specchio, non mi riconosco.
quando ti aspetti un'altra faccia.
evacuo.
la merda esce a getto continuo.
il mio intestino regolare e leggero.
mi lavo.
allo specchio, la mia magrezza.
la forza è la mia magrezza.
la magrezza è la mia forza.

sono un filo che collega il cielo alla terra e tutto attraversa e da tutto è passato.
nessun filtro e nessuna mediazione.
la comprensione apre il passo alla disponibilità.
vaso concezione.

lunedì 2 settembre 2013

Amici e parenti salutano Mediobanca

Negli anni ottanta, il capitalismo italiano
“era costituito da un piccolo gruppo di persone
che si congratulava con se stesso per i
propri successi e si autoperpetuava”, dice
Alan Friedman, “quel gruppo era diventato
monopolistico, oligarchico e teneva il libero
mercato e la concorrenza fuori dalla borsa
di Milano”.

da Internazionale 1015, articolo di Rachel Sanderson tratto dal New York Times
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