lunedì 23 febbraio 2009

Lirica


Ammetto di non avere mai avuto una predilezione per la muscia lirica.
Solo recentemento ho capito perché.
Sto comprando gli ottimi allegati al Corriere della Sera "La Grande Opera Lirica".
L'altro giorno metto nello stereo di casa Il Barbiere di Siviglia. Gabo arriva da me di corsa e mi dice Chi è che canta? Il mostro? La musica dei mostri?

A pensarci, la tecnica e l'impostazione vocale della lirica sono a tratti effettivamente "mostruose", in quanto non naturale. Ripesco dai miei ricordi quello stesso spaesamento di bambino all'ascolto di queste opere caricaturali, per lunghezza e "generosità" e tecnica. Credo che all'orecchio di un giovane di oggi quei paesaggi sonori risultino piuttosto estranei. Ciò non toglie che l'ascolto non possa essere coltivato e stimolato.

Ed eccomi qui, al lavoro mentre ascolto la folgorante Tosca di Puccini nella versione del 1953 con Maria Callas protagonista.
Non è mai troppo tardi, penso, per imparare ad apprezzare certe cose.
E mi scuso per l'evidente banalità delle considerazioni che, da non cultore della materia, mi ritrovo a scrivere. D'altra parte, se Callas con tanta efficacia riesce a comunicare anche al mio orecchio non allenato, allora qualcosa di davvero straordinario qui deve esserci.

2 commenti:

Larsoniana ha detto...

"Chi è che canta? Il mostro? La musica dei mostri?"
geniale :)

Callas e Pavarotti sono gli unici cantanti lirici che quando cantano fanno capire le parole del testo e lo fanno con naturalezza, senza sforzo...gli altri cantanti lirici non ci riescono!

Guglielmo ha detto...

non me ne intendo abbastanza per confermare o meno.
certo che la forza della callas si sente distintamente.

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