La solitudine, con la sua paura e il suo dolore, è isolamento, l’inevitabile azione dell’io. Questo processo di isolamento, sia ristretto, sia espansivo, genera confusione, conflitto e dolore. L’isolamento non può mai dare nascita alla solitudine; quello deve cessare perché questa sia. La solitudine è indivisibile e l’essere soli è separazione. Ciò che è solo è malleabile e pertanto resistente. Soltanto chi è solo può essere in comune con ciò che è senza causa, con l’incommensurabile. Per il solo, la vita è eterna; per il solo, non c’è morte. Il solo non può mai cessare di essere.
Jiddu Krishnamurti, La mia strada è la tua strada
venerdì 19 marzo 2010
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