L’esperienza è una cosa e sperimentare un’altra. L’esperienza è una barriera allo stato di sperimentazione. Per piacevole o orribile che sia, l’esperienza impedisce il fiorire della sperimentazione. L’esperienza è già nella rete del tempo, è già nel passato, è divenuta un ricordo che viene in vita soltanto come risposta al presente. La vita è il presente, non l’esperienza.
[…]
Nello stato di sperimentazione, non c’è né lo sperimentatore né lo sperimentato. L’albero, il cane e la stella della sera non devono essere sperimentati dallo sperimentatore; essi sono il moto stesso della sperimentazione. Non c’è divario tra l’osservatore e l’osservato; il pensiero non ha tempo né intervallo spaziale per identificare se stesso. Il pensiero è del tutto assente, ma c’è esistenza. Questo stato di esistenza non può essere né pensato né meditato, non è cosa che si possa eseguire. Lo sperimentatore deve cessare di sperimentare, e soltanto allora c’è esistenza. Nella tranquillità del suo movimento essa è senza tempo.
Jiddu Krishnamurti, La mia strada è la tua strada
martedì 30 marzo 2010
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