mercoledì 31 marzo 2010

che far dunque o musulmani, ch'io me stesso non conosco?
non giudeo sono, né cristiano, né son ghebro o musulmano!
né orientale né occidentale, né terrestre né marino,
né impastato son di terra, né venuto son dal cielo.
il mio luogo è l'Oltrespazio, il mio segno è il Senza Segno,
non è anima, non corpo: solo sono dell'Amato!

Rumi, Ascolta la musica dell'anima

Flauto

ascolta il flauto di canna raccontare una storia e lamentarsi della separazione:
dopo che mi tagliarono dal canneto, il mio canto  ha commosso l'uomo e la donna.
chiunque abiti lontano dalla sua sorgente sogna l'istante in cui si riunirà con essa.

Rumi, Ascolta la musica dell'anima

martedì 30 marzo 2010

12. Sperimentazione

L’esperienza è una cosa e sperimentare un’altra. L’esperienza è una barriera allo stato di sperimentazione. Per piacevole o orribile che sia, l’esperienza impedisce il fiorire della sperimentazione. L’esperienza è già nella rete del tempo, è già nel passato, è divenuta un ricordo che viene in vita soltanto come risposta al presente. La vita è il presente, non l’esperienza.
[…]
Nello stato di sperimentazione, non c’è né lo sperimentatore né lo sperimentato. L’albero, il cane e la stella della sera non devono essere sperimentati dallo sperimentatore; essi sono il moto stesso della sperimentazione. Non c’è divario tra l’osservatore e l’osservato; il pensiero non ha tempo né intervallo spaziale per identificare se stesso. Il pensiero è del tutto assente, ma c’è esistenza. Questo stato di esistenza non può essere né pensato né meditato, non è cosa che si possa eseguire. Lo sperimentatore deve cessare di sperimentare, e soltanto allora c’è esistenza. Nella tranquillità del suo movimento essa è senza tempo.

Jiddu Krishnamurti, La mia strada è la tua strada

Chiamatemi con i miei veri nomi



Non dite che domani me ne andrò,
perché oggi stesso continuo ad arrivare.
Guardate bene: io arrivo in ogni istante
per essere la gemma su un ramo a primavera,
e l'uccellino con le ali ancora deboli
che impara a cinguettare nel suo nido,
e il bruco attorcigliato dentro un fiore,
e la pietra preziosa nascosta nella roccia.
Io arrivo sempre, per ridere e per piangere,
per tremare e per sperare.
Il ritmo del mio cuore è la nascita e la morte
di tutto ciò che vive.
Sono l'effimera che muta sulla superficie del fiume,
e anche l'uccello che, tempestivo, la mangerà a primavera.
Sono la rana che nuota spensierata nello stagno,
e quella biscia che arriva silenziosa a divorarla.
Sono il piccolo ugandese pelle e ossa
con le gambette stecchite come canne,
e il mercante d'armi che all'Uganda
vende ordigni di morte.
Sono la profuga di dodici anni su una barca,
che è violentata da un pirata e poi si getta in mare,
e sono quel pirata, e il mio cuore
è ancora cieco e senza amore.
Sono un membro del Politburo, ho tutto il potere che voglio,
e sono l'uomo che paga il "debito di sangue" alla sua gente
morendo poco a poco in un campo di lavoro.
Come la primavera è la mia gioia, tanto calda
da far sbocciare fiori su ogni sentiero della vita.
Come un fiume di lacrime la mia pena, tanto copioso
da riempire i quattro oceani.
Chiamatemi con i miei veri nomi, ve ne prego,
così potrò ascoltare tutto il mio pianto
e tutto il riso insieme, 
potrò vedere la mia gioia e la mia pena
come un'unica cosa.
Chiamatemi con i miei veri nomi, ve ne prego,
così potrò svegliarmi,
e la porta del cuore resterà spalancata:
la porta della compassione.

Thich Nhat Hanh, La pace è ogni passo

sabato 27 marzo 2010

Citazione Gabo #67

Gabo canta mentre fa il bagnetto:

perchè sono vivo!
perchè sono vivo!
perchè sono vivo!
perchè sono vivo!
...

venerdì 26 marzo 2010

11. Politica

Poiché noi giochiamo con le cause e con gli effetti e non ci spingiamo mai al di là di essi, se non verbalmente, le nostre vite sono vuote , senza molto significato. È per questa ragione che siamo divenuti schiavi dell’eccitazione politica e del sentimentalismo religioso. C’è speranza soltanto nell’integrazione dei diversi processi di cui siamo fatti. Integrazione che non viene in essere attraverso ideologie o l’adesione a qualunque autorità particolare, politica o religiosa che sia; essa viene in essere soltanto mediante un’estesa e profonda coscienza. Questa coscienza deve scendere entro strati più profondi dell’essere e non accontentarsi di risposte e reazioni superficiali.
Jiddu Krishnamurti, La mia strada è la tua strada

10. Rispettabilità

La generosità di mano è facile a raggiungersi; ma la generosità di cuore non è cosa che si coltivi, è libertà da ogni accumulo. Per perdonare ci deve essere stata una ferita; e per essere feriti, ci deve essere stato il raccogliersi dell’orgoglio. Non v’è generosità di cuore finché vi sia un ricordo di riferimento, il “me” e il “mio”.
Jiddu Krishnamurti, La mia strada è la tua strada

martedì 23 marzo 2010

Eppure ha inizio

9. Il sapere


Il sapere è un lampo di luce tra due tenebre; ma il sapere non può andare al di sopra e al di là di quelle tenebre. Il sapere è essenziale per la tecnica, come il carbone per la locomotiva; ma non può spingersi nell’ignoto. L’ignoto non si lascia cogliere nella rete del noto. Il sapere deve essere messo da parte perché l’ignoto sia; me come è difficile ciò!
[…]
L’accrescimento del sapere è come ogni altro accrescimento; offre una via di fuga dalla paura del vuoto, della solitudine triste, della frustrazione, della paura di essere niente. La luce del sapere è una tettoia delicata e fragile, sotto la quale si trova una tenebra che la mente non può penetrare. La mente ha paura di questo ignoto, onde si rifugia nel sapere, in teorie, speranze, immaginazione; e questo stesso sapere è un ostacolo alla comprensione dell’ignoto. Mettere da parte il sapere è un invito alla paura; e rinnegare la mente, che è il solo strumento di percezione che abbiamo, è rendersi vulnerabili al dolore, alla gioia. Ma non è facile mettere da parte il sapere. L’ignoranza è la mancanza di coscienza di sé; e il sapere è ignoranza quando non vi sia comprensione dei modi dell’io. La comprensione dell’io è affrancamento dal sapere.

Jiddu Krishnamurti, La mia strada è la tua strada

Citazione Gabo #66

Bevendo l'acqua gassata:
Mi fa sudare gli occhi.

Citazione Gabo #65

Lo sai che oggi quando era buio ho dormito come i lupi agli occhi aperti.
Perché i lupi lo fanno e volevo farlo anche io.

Citazione Gabo #64

Faccio le stelle.
Sono uno stellinaio.

Citazione Gabo #63

Quando muoriamo?

haiku 119

La primavera piange lacrime
di pioggia e non spegne
il dolore dell'inverno.

Haiku 118

Sono tornate le rondini
a cantare alla luce chiara
del mio giorno

Haiku 117



Il mio passo preme
la terra umida e morbida
alla sua compattezza

A una dalia

 (foto)


Seduta tranquillamente vicina al recinto,
sorridi col tuo sorriso meraviglioso.
Sorpreso, resto senza parole.
Ascolto la tua canzone
che iniziò non so quando.
Mi inchino profondamente.

Quach Thoai, da Una mente d'amore di Thich Nhat Hanh

Mente d'amore



La primavera giunge lenta e calma
per permettere all'inverno di ritirarsi
lento e calmo.
Il colore delle montagne questo pomeriggio
è sfumato di nostalgia.
Il terribile fiore della guerra
ha lasciato le sue impronte -
infiniti petali di separazione e morte
bianchi e viola.


Molto teneramente, una ferita si apre
nel profondo del mio cuore.
Il suo colore è il colore del sangue, 
la sua natura è la natura della separazione.
La bellezza della primavera blocca il mio cammino.
Come potrò trovare un altro sentiero per la montagna?


Soffro così  tanto. La mia anima è gelata.
Il mio cuore vibra come la fragile corda di un liuto
lasciato aperto in una notte di tempesta.
Si, è là. La primavera è proprio arrivata.
Ma il mattino può essere ascoltato 
chiaro, inconfondibile,
nel canto meraviglioso degli uccelli.
La nebbia mattutina si è già levata.
La brezza della primavera nella sua canzone
esprime sia il mio amore sia la mia disperazione.
Il cosmo è così indifferente. Perché?
A questo porto giunsi solo, 
e ora parto in solitudine.


Ci sono così tanti sentieri che portano alla terra natia.
Mi parlano tutti, in silenzio. Invoco l'Assoluto.


La primavera è giunta
in ogni angolo delle dieci direzioni.
La sua canzone, ahimè,
è solo una canzone di partenza.

Thich Nhat Hanh, Mente d'Amore

Iieee, Tori Amos

 
(sulla foto per il video)
 

With your E's
And your ease
And I do one more
Need a lip gloss boost
In your america
Is it God's
Is it your's
Sweet saliva
With your E's
And your ease
And I do one more
I know we're dying
And there's no sign of a parachute
We scream in catherdrals
Why can't it be beautiful
Why does there
Gotta be a sacrifice
Just say yes
You little arsonist
You're so sure you can save
Every hair on my chest
Just say yes
You little arsonist
With your E's
And your ease
And I do one more
Well I know we're dying
And there's no sign of a parachute
In this Chapel
Little chapel of love
Can't we get a little grace
And some elegance
No we scream in cathedrals
Why can't it be beautiful
Why does there
Gotta be a sacrifice

lunedì 22 marzo 2010

8. Cerimonie e conversione


Ci si può convertire da una fede all’altra, si può passare da un dogma a un altro, ma non ci si può convertire alla comprensione della realtà. credere non è realtà. Potete cambiare le vostre idee, cambiare opinione, ma la verità, Dio, non sono una convinzione: sono un’esperienza che non si basa su nessuna convinzione o dogma, nemmeno su nessuna precedente esperienza.
Se avete avuto un’esperienza nata dalla fede, la vostra esperienza è il riflesso condizionato di quella fede. Se avete un’esperienza inaspettatamente, spontaneamente, e costruite altre esperienze sulla prima, allora l’esperienza non è che la continuazione del ricordo che risponde al contatto col presente. Il ricordo è sempre morto, viene in essere soltanto in contatto col presente vivo.
[…]
C’è una certa quantità di ordine e di bellezza nelle cerimonie, ma fondamentalmente non sono che degli eccitanti; e come tutti gli eccitanti in breve ottundono la mente e il cuore. I riti divengono abitudine; divengono una necessità, e non se ne può più fare a meno.

Jiddu Krishnamurti, La mia strada è la tua strada

domenica 21 marzo 2010

Haiku 116



Umida primavera,
hai sospeso gocce d'acqua
su gemme verdi

Haiku 115

Di ritorno dal cammino
col passo storto inciampo
nelle braccia di mio figlio

Haiku 114

Nella sua attesa
accanto alla finestra
la gatta dorme.

Foto di Gabo #22


[riposo]

7. Il ricco e il povero

Rinunciare al mondo della ricchezza, delle comodità e dello stato sociale è faccenda relativamente semplice; ma mettere da parte il desiderio di essere, di diventare, esige grande intelligenza e molta comprensione. Il potere che dàla ricchezza è ostacolo alla comprensione della realtà, come lo è anche il potere di donare.
Jiddu Krishnamurti, La mia strada è la tua strada

sabato 20 marzo 2010

6. Allievo e maestro


Ricompensa e punizione esistono solo ove non sia umiltà. L’umiltà non è il prodotto finale di pratiche spirituali e di abnegazione. Essa non è una conquista, non è una virtù da coltivarsi. Una virtù che sia da coltivarsi cessa di essere virtù, perché in questo caso non è che un’altra forma di conquista, un primato da battere. Una virtù coltivata non è abnegazione, ma asserzione negativa dell’io. 

 Jiddu Krishnamurti, La mia strada è la tua strada

venerdì 19 marzo 2010

Il papà e Gabo




Telefono al nonno Bruno e faccio gli auguri al padre.
Il padre nonno.

A casa, il padre figlio che sono recupera Gabo da scuola.
Ha con sé il sacchetto di tela del venerdì, dove infila il libretto della biblioteca scolastica.
Barbapapà.
Lo ripongo sul tavolo del soggiorno.
La sera prima, arrivato a casa quasi alle nove, Lorelei mi sgrida, e poi mi indica un sacchetto con incollato un disegno di Gabo. Dentro il regalo di mamma e cucciolo per il papà figlio che sono io.

Oggi, Lorelei telefona e chiede quale regalo ti ha portato Gabo da scuola?
Regalo?
Nel sacchetto di tela, un'opera figurativa con un sentiero disegnato da fili di lana incollati.
Dietro una poesia. La leggo.

quando ti sono vicino
mi sento così piccino
tu sei alto e forte
e le mie gambe...
sono ancora così corte!!
corte sì, ma super veloci
capaci di correre e di saltare
e che molto lontane
vogliono andare.
ma il sentiero giusto quale sarà?
insegnamelo tu, caro papà!

Un attimo dopo che ho terminato, con voce dolce e un po' imbarazzata, Gabo recita:

quando ti sono vicino
mi sento così piccino
tu sei alto e forte
e le mie gambe...
sono ancora così corte!!
corte sì, ma super veloci
capaci di correre e di saltare
e che molto lontane
vogliono andare.
ma il sentiero giusto quale sarà?
insegnamelo tu, caro papà!

Tutta a memoria.
Telefono a Lorelei, e la recita a lei.
Telefono al papà nonno, e gabo decide che basta, che l'ha recitata già troppe volte.
Metto giù il telefono e lo guardo, mentre diventa grande, e si allarga lo spazio tra me e lui.
Non più lontani, ma più spazio tra noi, per includere il mondo che si fa più grande.
Sarai padre figlio?
Sarò padre nonno?

Non lo so, ma non sperare che il tuo naso resti così piccolo ancora per molto!

5. Solitudine e isolamento

La solitudine, con la sua paura e il suo dolore, è isolamento, l’inevitabile azione dell’io. Questo processo di isolamento, sia ristretto, sia espansivo, genera confusione, conflitto e dolore. L’isolamento non può mai dare nascita alla solitudine; quello deve cessare perché questa sia. La solitudine è indivisibile e l’essere soli è separazione. Ciò che è solo è malleabile e pertanto resistente. Soltanto chi è solo può essere in comune con ciò che è senza causa, con l’incommensurabile. Per il solo, la vita è eterna; per il solo, non c’è morte. Il solo non può mai cessare di essere.
Jiddu Krishnamurti, La mia strada è la tua strada

mercoledì 17 marzo 2010

4. Pensiero e amore


Il pensiero, col suo contenuto di emozione e di sensazione, non è amore. Invariabilmente, il pensiero nega l'amore. Il pensiero si basa sulla memoria, e l'amore non è memoria. Quando pensate a qualcuno che amate, quel pensiero non è amore.  [...] Per la sua  stessa natura, il pensiero separa. [...] Il processo del pensiero nega sempre l'amore. È il pensiero che ha complicazioni emozionali, non l’amore. Il pensiero è il più grande ostacolo all’amore. Il pensiero crea una divisione tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere e su questa divisione si basa la morale; ma né il morale né l’immorale conoscono l’amore. [...] La meditazione e non la ripetizione, rivelano i modi del pensiero. Se non si è consapevoli e non si sperimentano i modi del pensiero, l’amore non può essere.
Jiddu Krishnamurti, La mia strada è la tua strada

3. Chiacchiere e preoccupazioni


Se non ci preoccupassimo, in massima parte non ci accorgeremmo di essere vivi; lottare con un problema è per la maggioranza di noi indicazione della nostra esistenza. Non possiamo immaginare la vita senza un problema; e più siamo assorbiti in un problema, più vivi ci crediamo di essere. La costante tensione su di un problema che soltanto il pensiero ha creato non fa che ottundere la mente, rendendola insensibile e stanca.
[...]
La curiosità non rappresenta la via della comprensione. La comprensione viene dalla conoscenza di se stessi. Colui che soffre non è curioso; e la semplice curiosità, coi suoi eccessi meditativi, è un intralcio alla conoscenza di se stessi. La meditazione filosofica, come la curiosità, è un indizio di irrequietezza; e una mente irrequieta, per dotata che sia, distrugge la comprensione e la felicità.
Jiddu Krishnamurti, La mia strada è la tua strada

2. Identificazione


L'amore è vulnerabile, docile, ricettivo; è la più alta forma di sensibilità, e l'identificazione porta all'insensibilità. Identificazione e amore non vanno d'accordo, perché una distrugge l'altro. L'identificazione è essenzialmente un processo del pensiero per il quale la mente si salvaguarda e si espande; e nel divenire qualcosa essa deve resistere e difendere, deve possedere e scartare. In questo processo di divenire, la mente, o l'io, si fa più dura e più capace; ma questo non è amore. L'identificazione distrugge la libertà e soltanto nella libertà si può trovare la forma più alta di sensibilità.
[...]
La verità o la felicità non possono venire senza che si sia intrapreso il viaggio sulla via di se stesso. Non potete spingervi lontano se siete ancorato. L'identificazione è un rifugio. Un rifugio necessita di protezione, e ciò che è protetto è in breve distrutto. L'identificazione porta la distruzione su di sé e quindi il conflitto continuo tra varie identificazioni.
Jiddu Krishnamurti, La mia strada è la tua strada

1. Tre pii egoisti

L'ambizione, sotto ogni specie - per la comunità, per la salvezza individuale, o per il compimento spirituale - non è che azione posposta. Il desiderio è sempre del futuro; il desiderio del divenire non è che inazione nel presente. L'oggi ha un un significato più grande del domani. Nell'oggi è contenuto tutto il tempo e comprendere l'oggi vuol dire essere liberi dal tempo. Il divenire è continuazione del tempo, del dolore. Il divenire non contiene l'essere. L'essere è sempre nel presente ed essere è la più alta forma di trasformazione. Il divenire non è che continuità modificata e c'è radicale trasformazione soltanto nel presente, nell'essere.
Jiddu Krishnamurti, La mia strada è la tua strada

martedì 16 marzo 2010

Corde

Citazione Gabo #62

- Diventiamo grandi insieme. Vero Gabo?
- Si. Anche il mio cuoricino diventa grande insieme?
- Diventa grande come noi. Ci sarà sempre tanto posto nel tuo cuoricino.
- Per Federico, per Ginevra...
- Per tutti i tuoi amici. Tantissimo spazio.

A tutte ho chiesto meraviglia



E a tutte ho chiesto meraviglia
come a uno scrigno antico
come a un indugio dolce
prima della ferita
mischiando rabbia e avvento

A tutto ho chiesto meraviglia
ad ogni passo e cenno
nelle bottiglie fatte a pezzi
al tino della pressa
gambe di rabbia e avvento

Alle sconfitte di mio padre
a ognuno dei suoi libri
ho chiesto a tutte meraviglia
con le mie mani vuote
dita di rabbia e avvento

E a tutto ho chiesto meraviglia
fradicio all'osso e in lacrime
al Reverendo e al suo
bull terrier
ai tuoi occhi marrone
pozzo di rabbia e avvento

lunedì 15 marzo 2010

Citazione Gabo #61

Stavo sognando il solito mio sogno quando chiudo gli occhi.
Tutto quadrati!

Citazione Gabo #60

Vaccagare l'amore.

My body is a cage

 


My body is a cage
That keeps me from dancing with the one I love,
But my mind holds the key.

My body is a cage
That keeps me from dancing with the one I love,
But my mind holds the key.

I'm standing on the stage
Of fear and self-doubt.
It's a hollow play,
But they'll clap anyway

My body is a cage
That keeps me from dancing with the one I love
But my mind holds the key.

Standing next to me.
My mind holds the key.

I'm living in an age
That calls darkness light
Though my language is dead
Still the shapes fill my head.

I'm living in an age
Whose name I don't know
Though the fear keeps me moving
Still my heart beats so slow

My body is a cage
That keeps me from dancing with the one I love
But my mind holds the key.

Standing next to me.
My mind holds the key.

My body is a...

My body is a cage.
We take what we're given,
Just because you've forgotten, that don't mean you're forgiven.

I'm living in an age
Still turning in the night
But when I get to the doorway
There's no one in sight.

I'm living in an age,
Realizing I'm dancing
With the one I love,
But my mind holds the key.

You're still next to me,
My mind holds the key.
Set my spirit free.
Set my spirit free.
Set my body free.
Set my body free.
Woo!
Set my spirit free.
Set my body free.
Oh, oh. Oh, oh

domenica 14 marzo 2010

Spettacolo De Andre' a Milano, Teatro Ariberto



Sono felice che lo spettacolo sull'arte e il pensiero di De Andre' continui a camminare.
Questa volta lo presenteremo a Milano, al Teatro Ariberto, in via Crespi 9 a Milano, vicinissimo a Corso Genova.
Sarà domenica 14 marzo, a partire dalle ore 21. Ingresso 15 euro.
Al teatro concerto parteciperà anche Francesca Salcioli, in arte Frina, con la sua arpa celtica. Perché lo spettacolo su De Andre' continua a camminare e respirare.

Gaetano Ievolella - voce recitante
Guglielmo Nigro - voce, pianoforte, fisarmonica, djembé, harmonium
Stefano Chiodini - sax soprano e flauto traverso
Francesca Salcioli - arpa celtica

musica di specie

venerdì 12 marzo 2010

Maschio

Lorelei e io aspettiamo un secondo figlio.
Sarà un maschio.
Come Gabo.
Diverso da Gabo.
Creo spazio.

Creo
spazio.

Il cerchio della vita
continua.

mercoledì 10 marzo 2010

Dialogo

Ti senti forte oggi?
Mi illudo
Hai controllato cosa dicono le nuvole?
Hanno le dita lunghe e flessibili
dita che sanno come muoversi.
Ora dove guardi?
A ore dodici
dove piega l’orizzonte
dove l’acqua si confonde col cielo
Da dove arrivi?
Dagli occhi forti di mio padre
dalla voce dolce di mia madre
Colpevoli?
Ognuno per la loro parte
di un amore inesatto
sporcato del sangue della paura
E cosa provi?
Malinconia e nostalgia
come sempre
Perché credi non si possa cambiare?
Non l’ho detto
Cosa aspetti a muoverti?
A lasciare andare?
Ho paura del vuoto
Come mammaepapà?
Senza sangue
come mammaepapà senza sangue
Sei solo?
Solo di voce
come la luna
E i tuoi affetti?
Mi accompagnano e comprendono
E i tuoi amori?
Mi consolano e illudono
di essere parte del mondo
Hai fame?
Sete
e silenzio di mosche dietro al vetro
un movimento agitato senza suoni.

sabato 6 marzo 2010

Perché la poesia

in questi giorni il mio cuore ha voglia di nutrirsi di poesia.
per lo più femminile.

e ringrazio il sito Imperfetta Ellisse per l'ottimo materiale che pubblica.

(Anatomia di) un assolo, di Silvia Rosa

Per sentire vivo
questo corpo
in superficie ricompongo (di te)
il muscolo contratto del pensiero
lacero l'imene del ricordo dal profondo
per il peduncolo avvizzito del tuo nome
risalgo l'occhio muto di carezze e d'ombre
impastando il desiderio fino all'argine
del fianco, che si sloga -smagrito-
in frustoli di ruggine e vocali di respiro

ma non volo
mi sciolgo asciutta
un coagulo abortito di piacere
esangue al suolo.

(Sono stanca)

La metrica severa del tuo
andare e tornare e andare
mi puntella nelle tempie
un contrappunto quest'indecisione
un tarlo fra le cosce un'effrazione
che non raggiunge l'osso molle del godere
che non mi fa venire (a te)
per quanto ripercorra con le mani pube ventre seni
al ritmo che impone la tua assenza
fino al nucleo alla molecola della Parola (quel tuo niente)
un esercizio fonetico -sì no forse- che mi arrende
e mi squaglio tra le costole
nell'inguine nell'immaginazione

ma non muoio
mi addormento fredda
vuota schiusa
in un assolo. 


da imperfetta ellisse

martedì 2 marzo 2010

In lode della mestruazione
Lucille Clifton


se esiste una fiumana
più magnifica di questa
fulgida come l’orlo rosso
sangue della luna se
esiste una fiumana
più fedele di questa
che ritorna ogni mese
al medesimo delta se

esiste una fiumana
più audace di questa
che monta e monta in un impeto
di passione e pena, se esiste

una fiumana
più antica di questa
figlia di eva
madre di caino e di abele se c’è dentro

l’universo una simile corrente se
c’è in qualche luogo un’acqua
più potente di questa acqua
selvaggia

fa’ che scorra anche
negli animali
piena di grazia e di lealtà e venerabile
e valorosa e femmina

trad Loredana Magazzeni

Poem in Praise of Menstruation
Lucille Clifton


if there is a river
more beautiful than this
bright as the blood
red edge of the moon if
there is a river
more faithful than this
returning each month
to the same delta if there

is a river
braver than this
coming and coming in a surge
of passion, of pain if there is

a river
more ancient than this
daughter of eve
mother of cain and of abel if there is in

the universe such a river if
there is some where water
more powerful than this wild
water

pray that it flows also
through animals
beautiful and faithful and ancient
and female and brave


da imperfetta ellisse
Per donne forti
di Marge Piercy


Una donna forte è quella che tira la corda.
Una donna forte è una donna che sta
in punta di piedi a sollevare pesi
mentre cerca di intonare il Boris Godunov.
Una donna forte è una donna intenta
a svuotare il pozzo nero degli anni,
e mentre spala racconta
di come non le importa di piangere, il pianto stura
i dotti lacrimali, e vomitare
sviluppa gli addominali, e
continua a spalare tirando su
dal naso.

Una donna forte è una donna nella cui mente
una voce ripete, te l’avevo detto,
brutta cattiva, puttana, musona, strillona, strega,
rompipalle, nessuno ricambierà mai il tuo amore,
perché non sei femminile, perché non sei
dolce, perché non stai zitta, perché
non sei morta?

Una donna forte è una donna determinata
a fare qualcosa che altri sono determinati
a non farle fare. Cerca di sollevare il coperchio di piombo
di una cassa da morto. Cerca di alzare
con la testa un tombino. Prova
a sfondare a testate una parete d’acciaio.
La testa le fa male. Chi aspetta che il buco
sia fatto dice, più in fretta, sei così forte.

Una donna forte è una donna che sanguina
dentro. Una donna forte è una donna che si fa
forte ogni mattina, mentre i denti s’allentano
e la schiena duole. Ogni bambino,
un dente, sentenziavano le levatrici, ed ora
ogni battaglia una ferita. Una donna forte
è un mucchio di cicatrici che fanno male
quando piove e di ferite che sanguinano
quando le urti e di memorie che si svegliano
di notte e marciano avanti e indietro.

Una donna forte è una donna che ha bisogno assoluto d’amore
come d’ossigeno oppure diventa cianotica.
Una donna forte è una donna che ama
fortemente e piange fortemente e fortemente
è terrorizzata e ha forti desideri. Una donna forte è forte
in parole, opere, relazioni, sentimenti,
non è forte come una roccia ma come una lupa
che allatta i suoi piccoli. La forza non è in lei, ma lei
la mette in moto come il vento che gonfia una vela.

Ciò che le dà sollievo è che gli altri la amino
ugualmente per la sua forza e la debolezza
da cui sgorga, lampo da una nuvola.
Il lampo abbaglia. Nella pioggia, si sciolgono le nuvole.
Solo l’acqua delle relazioni rimane,
e ci attraversa. Forti ci facciamo
l’una con l’altra. Finché non saremo forti tutte assieme
una donna forte è una donna fortemente spaventata.

Trad Loredana Magazzeni

For Strong Women

A strong woman is a woman who is straining.
A strong woman is a woman standing
on tiptoe and lifting a barbell
while trying to sing Boris Godunov.
A strong woman is a woman at work
cleaning out the cesspool of the ages,
and while she shovels, she talks about
how she doesn't mind crying, it opens
the ducts of the eyes, and throwing up
develops the stomach muscles, and
she goes on shoveling with tears
in her nose. A strong woman is a woman in whose head
a voice is repeating, I told you so,
ugly, bad girl, bitch, nag, shrill, witch,
ballbuster, nobody will ever love you back,
why aren't you feminine, why aren't
you soft, why aren't you quiet, why
aren't you dead? A strong woman is a woman determined
to do something others are determined
not be done. She is pushing up on the bottom
of a lead coffin lid. She is trying to raise
a manhole cover with her head, she is trying
to butt her way through a steel wall.
Her head hurts. People waiting for the hole
to be made say, hurry, you're so strong. A strong woman is a woman bleeding
inside. A strong woman is a woman making
herself strong every morning while her teeth
loosen and her back throbs. Every baby,
a tooth, midwives used to say, and now
every battle a scar. A strong woman
is a mass of scar tissue that aches
when it rains and wounds that bleed
when you bump them and memories that get up
in the night and pace in boots to and fro. A strong woman is a woman who craves love
like oxygen or she turns blue choking.
A strong woman is a woman who loves
strongly and weeps strongly and is strongly
terrified and has strong needs. A strong woman is strong
in words, in action, in connection, in feeling;
she is not strong as a stone but as a wolf
suckling her young. Strength is not in her, but she
enacts it as the wind fills a sail. What comforts her is others loving
her equally for the strength and for the weakness
from which it issues, lightning from a cloud.
Lightning stuns. In rain, the clouds disperse.
Only water of connection remains,
flowing through us. Strong is what we make
each other. Until we are all strong together,
a strong woman is a woman strongly afraid. 


da imperfetta ellisse

da Il detto della neve, Dominique Sorrente

[...]

Ancora, qualche altro minuto, la notte amica
mischierà la neve al nostro fiato.

Per dire che, esattamente, di ciò che non so ?

Perché sempre, mi porta nella sua bottega per mostrarmi
i suoi arnesi dimenticati : la pelle-tamburo che risuona del mondo,
le parole d’ordine nelle loro migrazioni di luce, i frantumi di specchio
che si spazientiscono di fronte al firmamento, briciole di pane
per affamare l’idea della morte, il corpo di un lume che brucia,
brucia ancora.

[...]



trad. Valérie Brantome e Giacomo Cerrai
da imperfetta ellisse

The sun is shining, John Barnie

THE SUN IS SHINING

Get the old men up,
no sleeping in chairs, out
to the bluebell wood
and the thin shimmer of its
scent; get them up, no
shuffling in slippers to the
kitchen to glance at the clock;
get them up, the buzzard
in a deft swoop grapples
the rabbit; life never is past
tense (the photograph
album is memory’s arthrit-
is); get them up.



IL SOLE SPLENDE

Svegliate i vecchi,
vietato dormire sulle sedie, fuori
verso il bosco delle campanule
e il riverbero lieve del loro
profumo; svegliateli, vietato
strascicare in pantofole verso
la cucina a guardar l’orologio;
svegliateli, la poiana
in picchiata abilmente
afferra il coniglio; la vita non si declina
mai al passato (le foto
nell’album sono un’artrite
della memoria); svegliateli.


trad. di Chiara De Luca
da imperfetta ellisse 
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