Il possesso estenua la mente. L’acquisizione conduce alla
mancanza di sensibilità in qualsiasi ambito si esplichi: nella conoscenza,
nella proprietà, nella virtù. La natura della mente è acquisire, assorbire, non
è così? O piuttosto, il modello che la mente si è creata per se stessa è quello
di accumulare; e in questa stessa attività la mente predispone la propria
estenuazione, la propria noia: poiché l’interesse e la curiosità sono l’inizio
dell’acquisizione, che presto però si trasforma in noia; e l’urgenza di essere
liberi dalla noia non è altro che l’ennesima forma di possesso. Così la mente
vaga dalla noia all’interesse e ancora alla noia, fino a che è completamente
esausta; e queste continue e altalenanti ondate di interesse ed esaurimento
sono ciò che noi riconosciamo come esistenza.
“Ma come si può allora essere liberi dall’acquisizione senza
impegnarci in ulteriori acquisizioni?”
Solamente cercando di sperimentare e verificare la verità
dell’intero processo di acquisizione, e non certo cercando di non essere
acquisitivi, distaccati. Essere non acquisitivi è un’altra forma di
acquisizione che presto si trasformerebbe in estenuazione. La difficoltà, se
possiamo usare questa parola, non sta nella comprensione verbale di ciò che è
stato detto, ma di sperimentare il falso come falso: vedere la verità nella
falsità è l’inizio della saggezza.
Jiddu Krishnamurti, Il silenzio della mente, ed. Mondadori
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