Quanto è necessario morire ogni giorno, ogni minuto! Morire
a tutto, ai molti ieri e al momento appena trascorso. Senza la morte non può
esserci rinnovamento, senza la morte non può esserci creazione. Il peso del
passato fa nascere la sua stessa continuità, e la preoccupazione di ieri dà
nuova vita alla preoccupazione di oggi. Lo ieri si perpetua nell’oggi, e il
domani è ancora ieri: non esiste alcun sollievo da questa continuità se non
nella morte. C’è gioia nel morire. Questa nuova mattina, fresca e chiara, è
libera dalla luce e dall’oscurità di ieri; il canto di quell’uccello lo
sentiamo per la prima volta, e il
vocio di quei bimbi non è lo stesso di ieri. Portiamo con noi la memoria di
ieri, e questa oscura le nostre esistenze. Fino a che la nostra mente resterà
un meccanismo meccanico della memoria, non conoscerà tregua, quiete, riposo,
silenzio; continuerà a logorarsi. Ciò che è immobile può ancora rinascere, ma
ciò che è in costante movimento si consuma, si logora e diventa inutile. La
fonte perenne si va esaurendo e la morte è vicina come la vita.
Jiddu Krishnamurti, Il silenzio della mente, ed. Mondadori
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