La rivoluzione fondamentale si avrà solo se si arriva alla
comprensione del processo globale dell’azione: non a un qualsiasi livello,
economico o ideologico, ma considerando l’azione come un tutto integrato.
Solamente in questi termini l’azione non sarà reazione. Tu conosci invece la
reazione: la reazione dell’antitesi, e l’ulteriore reazione che chiami sintesi;
mentre l’integrazione non è una sintesi intellettuale, una conclusione verbale
basata su uno studio storico. L’integrazione può realizzarsi e divenire solo
attraverso la comprensione della reazione. La mente è una serie di reazioni; e
la rivoluzione basate sulle reazioni, sulle idee, non è per niente una
rivoluzione, ma solamente una continuità modificata di ciò che è già stato.
Puoi anche chiamarla rivoluzione, ma di fatto non lo è. […]
La rivoluzione basata su un’idea, per quanto logica e in
accordo con l’evidenza storica, non può portare all’eguaglianza, poiché come
abbiamo detto, la funzione stessa dell’idea è quella di separare le persone. Un
qualsivoglia credo, religioso o politico, pone gli uomini contro gli uomini.
Non a caso, le cosidette religioni hanno diviso le persone, e continuano a
farlo: il credo organizzato, chiamato religione, è, come una qualsiasi altra ideologia,
un’istanza della mente e quindi separativa in quanto tale. […]
È l’amore, l’unico fattore che può portare a una rivoluzione
fondamentale; l’amore è l’unica autentica rivoluzione; ma l’amore non è
un’idea: è quando il pensiero non è.
L’amore non è uno strumento di propaganda; non è qualcosa che si studia e si
urla dai tetti delle case. Solo quando la bandiera, il credo, il leader, l’idea
come azione pianificata scompariranno, allora potrà esserci amore; ed è l’unica
rivoluzione costante e creativa.
Jiddu Krishnamurti, Il silenzio della mente, ed. Mondadori
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