mercoledì 25 luglio 2012

5. Progresso e rivoluzione


La rivoluzione fondamentale si avrà solo se si arriva alla comprensione del processo globale dell’azione: non a un qualsiasi livello, economico o ideologico, ma considerando l’azione come un tutto integrato. Solamente in questi termini l’azione non sarà reazione. Tu conosci invece la reazione: la reazione dell’antitesi, e l’ulteriore reazione che chiami sintesi; mentre l’integrazione non è una sintesi intellettuale, una conclusione verbale basata su uno studio storico. L’integrazione può realizzarsi e divenire solo attraverso la comprensione della reazione. La mente è una serie di reazioni; e la rivoluzione basate sulle reazioni, sulle idee, non è per niente una rivoluzione, ma solamente una continuità modificata di ciò che è già stato. Puoi anche chiamarla rivoluzione, ma di fatto non lo è. […]
La rivoluzione basata su un’idea, per quanto logica e in accordo con l’evidenza storica, non può portare all’eguaglianza, poiché come abbiamo detto, la funzione stessa dell’idea è quella di separare le persone. Un qualsivoglia credo, religioso o politico, pone gli uomini contro gli uomini. Non a caso, le cosidette religioni hanno diviso le persone, e continuano a farlo: il credo organizzato, chiamato religione, è, come una qualsiasi altra ideologia, un’istanza della mente e quindi separativa in quanto tale. […]
È l’amore, l’unico fattore che può portare a una rivoluzione fondamentale; l’amore è l’unica autentica rivoluzione; ma l’amore non è un’idea: è quando il pensiero non è. L’amore non è uno strumento di propaganda; non è qualcosa che si studia e si urla dai tetti delle case. Solo quando la bandiera, il credo, il leader, l’idea come azione pianificata scompariranno, allora potrà esserci amore; ed è l’unica rivoluzione costante e creativa. 

Jiddu Krishnamurti, Il silenzio della mente, ed. Mondadori

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