Arriva in questi giorni la certezza di voler scrivere un libro.
Un saggio, su qualcosa che conosco molto bene.
Mentre sparpaglio le idee, prima di raccoglierle, cerco punti di vista tangenziali e mi trastullo nell'idea di non puntualizzare riferimenti bibliografici, che è molto poco professionale, ma molto più vicino all'idea di biografismo che ho in testa.
Tempo al tempo. Che non so se troverò mai il tempo per scriverlo.
mercoledì 28 dicembre 2011
Fermarsi
Se in questo preciso momento ti viene in mente anche solo una cosa che stai facendo che ti provoca sforzo e tensione, fermati e smetti di farla. Anche solo per qualche minuto.
Ascolta come cambia la percezione della tua mente e del tuo corpo.
Se è necessario, riprendi a fare quel che stavi facendo, ricercando un diverso atteggiamento.
Ascolta come cambia la percezione della tua mente e del tuo corpo.
Se è necessario, riprendi a fare quel che stavi facendo, ricercando un diverso atteggiamento.
Paris in train
In un treno semideserto, guardo Midnight in Paris, l'ultimo film di Woody Allen.
Isolato, come il protagonista, mi perdo in un tempo diverso, tra personaggi straordinari e, per forza, immaginari.
Cultura alta e cultura bassa si incontrano, si sposano felicemente.
Difficile tornare.
Di seguito, la sequenza di apertura, con bellissime istantanee di Parigi, e l'incontro del protagonista con Adriana, seducente compagna temporanea di Picasso.
Isolato, come il protagonista, mi perdo in un tempo diverso, tra personaggi straordinari e, per forza, immaginari.
Cultura alta e cultura bassa si incontrano, si sposano felicemente.
Difficile tornare.
Di seguito, la sequenza di apertura, con bellissime istantanee di Parigi, e l'incontro del protagonista con Adriana, seducente compagna temporanea di Picasso.
martedì 27 dicembre 2011
I Remember
I remember it well the first time that i saw
your head ‘round the door 'cause mine stopped working
i remember it well there was wet in your hair
I was stood in stare and time stopped moving
i want you here tonight i want you here
'cause i can't believe what i found
i want you here tonight want you here
nothing is taking me down
i remember it well taxied out of a storm
to watch you perform and my ships were sailing
i remember it well i was stood in your line
and your mouth your mouth your mouth your mind
i want you here tonight i want you here
'cause i can't believe what i found
i want you here tonight want you
‘cause nothing is taking me down
‘cept you my love..
come all ye lost
dive into moss
i hope that my sanity covers the cost
to remove the stain of my love
paper maché
come all ye reborn
blow off my horn
i'm driving real hard
this is love this is porn
god would forgive me
but i.. i whip myself scorn scorn
i wanna hear what you have to say about me
hear if you're gonna live without me
hear what you want
i remember december
and I wanna hear what you have to say about me
hear if you're gonna live without me
i wanna hear what you want
what the hell do you want?
Damien Rice
Qualcosa da dire
1.
mi regalano una sciarpa. per portarci sempre con te, mi dicono.
sorrido alla sciarpa come mi guardassero.
2.
soddisfatta e sorridente, ripone il suo nuovo ipad con tanto di scatola nella sua borsa.
e se la scatola fosse vuota?
3.
entra nel vagone, parla e si muove come fosse il padrone del treno.
siede accanto a due uomini di colore, con i quali parla con violenza.
forse pensa di essere il padrone di quei due uomini.
4.
ha un berretto rosa di lana che si appoggia al viso accigliato.
tolto il cappello, sembra si alleggerisca di un peso.
5.
mi mostra il suo nuovo ipad, appena entro nella stanza. confondo i simboli.
non capisco quale dei due sia più irreale, se lui o l'oggetto che tiene in mano.
6.
ha mal di denti. il giorno di natale ha pianto, per questo.
più vicino a maria.
7.
aveva a cuore la salvezza del mondo. ma osservava le cose da dietro lo specchio dell'ideologia.
la sua voce aveva forza. la sua bocca era preziosa.
il suo giudizio rischia di diventare vecchio prima del tempo.
8.
parla senza riuscire ad arrivare alla fine.
come stesse girando intorno al suo pensiero. mettendo alla prova la nostra pazienza.
ha davvero qualcosa da dire. ma non trova il passaggio che le permetterebbe il riposo.
9.
siedo alla loro tavola felice di non essere a casa. di non essere preparato.
ringrazio per la loro ospitalità, per quanto necessaria, contratta. in fondo, siamo solo di passaggio.
10.
pensa alla morte come a una presenza fisica. assaggia il sapore della sua sopravvivenza attraverso i necrologi altrui, mentre tutte le ossa le dolgono. da una luce accesa di notte, sospetta tragedia e dolore, che non augura, ma desidera come una belva affamata di dolore.
addestrata alla caccia, ricerca nel dolore altrui il sollievo per il proprio.
mi regalano una sciarpa. per portarci sempre con te, mi dicono.
sorrido alla sciarpa come mi guardassero.
2.
soddisfatta e sorridente, ripone il suo nuovo ipad con tanto di scatola nella sua borsa.
e se la scatola fosse vuota?
3.
entra nel vagone, parla e si muove come fosse il padrone del treno.
siede accanto a due uomini di colore, con i quali parla con violenza.
forse pensa di essere il padrone di quei due uomini.
4.
ha un berretto rosa di lana che si appoggia al viso accigliato.
tolto il cappello, sembra si alleggerisca di un peso.
5.
mi mostra il suo nuovo ipad, appena entro nella stanza. confondo i simboli.
non capisco quale dei due sia più irreale, se lui o l'oggetto che tiene in mano.
6.
ha mal di denti. il giorno di natale ha pianto, per questo.
più vicino a maria.
7.
aveva a cuore la salvezza del mondo. ma osservava le cose da dietro lo specchio dell'ideologia.
la sua voce aveva forza. la sua bocca era preziosa.
il suo giudizio rischia di diventare vecchio prima del tempo.
8.
parla senza riuscire ad arrivare alla fine.
come stesse girando intorno al suo pensiero. mettendo alla prova la nostra pazienza.
ha davvero qualcosa da dire. ma non trova il passaggio che le permetterebbe il riposo.
9.
siedo alla loro tavola felice di non essere a casa. di non essere preparato.
ringrazio per la loro ospitalità, per quanto necessaria, contratta. in fondo, siamo solo di passaggio.
10.
pensa alla morte come a una presenza fisica. assaggia il sapore della sua sopravvivenza attraverso i necrologi altrui, mentre tutte le ossa le dolgono. da una luce accesa di notte, sospetta tragedia e dolore, che non augura, ma desidera come una belva affamata di dolore.
addestrata alla caccia, ricerca nel dolore altrui il sollievo per il proprio.
In questa vita presente
avevo paura di essere debole
e non sapevo di essere solo piccolo
avevo male alla testa
e non sapevo di respirare male
avevo paura di non riconoscerti
e non sapevo di avere gli occhi chiusi
avevo sentito un grido feroce
e non sapevo di essere solo
avevo sempre fame
e non sapevo alimentare il mio corpo
avevo paura di morire infelice
e non sapevo di essere in pace
in questa vita presente.
e non sapevo di essere solo piccolo
avevo male alla testa
e non sapevo di respirare male
avevo paura di non riconoscerti
e non sapevo di avere gli occhi chiusi
avevo sentito un grido feroce
e non sapevo di essere solo
avevo sempre fame
e non sapevo alimentare il mio corpo
avevo paura di morire infelice
e non sapevo di essere in pace
in questa vita presente.
Immagini
Buona regola di un buon blog è di usare spesso immagini. Condire, richiamare l'attenzione, sollecitare.
Poi capita che sei a corto di immagini, che senti che richiudono la tua immaginazione.
E allora lasci spazio alle parole e basta.
Tanto questo blog non lo legge nessuno, e va bene così.
Lo spazio di un pensiero va ben oltre questi segni virtuali.
Poi capita che sei a corto di immagini, che senti che richiudono la tua immaginazione.
E allora lasci spazio alle parole e basta.
Tanto questo blog non lo legge nessuno, e va bene così.
Lo spazio di un pensiero va ben oltre questi segni virtuali.
Accanto a un libro di poesia
Nell'apertura del cuore, sono tornato spesso alla poesia.
Come molti italiani, ho scoperto tardi la poetessa polacca Wislava Szymborska, ma me ne sono innamorato ferocemente.
Con il Corriere della Sera, da oggi, una sua antologia viene venduta a 1 euro. Primo libro di 30 per una nuova collana di poesia, curata da Nicola Crocetti. Gli altri non so, ma questo libro è prezioso.
Se non ti basta, ti ficchi in una libreria e ti compri l'opera omnia di Adelphi. Abbiamo bisogno di questi respiri.
Di seguito una sua meravigliosa composizione.
Accanto a un bicchiere di vino
Con uno sguardo mi ha resa più bella,
e io questa bellezza l’ho fatta mia.
Felice, ho inghiottito una stella.
Ho lasciato che mi immaginasse
a somiglianza del mio riflesso
nei suoi occhi. Io ballo, io ballo
nel battito di ali improvvise.
Il tavolo è tavolo, il vino è vino
nel bicchiere che è un bicchiere
e sta lì dritto sul tavolo.
Io invece sono immaginaria,
incredibilmente immaginaria,
immaginaria fino al midollo.
Gli parlo di tutto ciò che vuole:
delle formiche morenti d’amore
sotto la costellazione del soffione.
Gli giuro che una rosa bianca,
se viene spruzzata di vino, canta.
Mi metto a ridere, inclino il capo
con prudenza, come per controllare
un’invenzione. E ballo, ballo
nella pelle stupita, nell’abbraccio
che mi crea.
Eva dalla costola, Venere dall’onda,
Minerva dalla testa di Giove
erano più reali.
Quando lui non mi guarda,
cerco la mia immagine
sul muro. E vedo solo
un chiodo, senza il quadro.
(trad. Pietro Marchesani)
Come molti italiani, ho scoperto tardi la poetessa polacca Wislava Szymborska, ma me ne sono innamorato ferocemente.
Con il Corriere della Sera, da oggi, una sua antologia viene venduta a 1 euro. Primo libro di 30 per una nuova collana di poesia, curata da Nicola Crocetti. Gli altri non so, ma questo libro è prezioso.
Se non ti basta, ti ficchi in una libreria e ti compri l'opera omnia di Adelphi. Abbiamo bisogno di questi respiri.
Di seguito una sua meravigliosa composizione.
Accanto a un bicchiere di vino
Con uno sguardo mi ha resa più bella,
e io questa bellezza l’ho fatta mia.
Felice, ho inghiottito una stella.
Ho lasciato che mi immaginasse
a somiglianza del mio riflesso
nei suoi occhi. Io ballo, io ballo
nel battito di ali improvvise.
Il tavolo è tavolo, il vino è vino
nel bicchiere che è un bicchiere
e sta lì dritto sul tavolo.
Io invece sono immaginaria,
incredibilmente immaginaria,
immaginaria fino al midollo.
Gli parlo di tutto ciò che vuole:
delle formiche morenti d’amore
sotto la costellazione del soffione.
Gli giuro che una rosa bianca,
se viene spruzzata di vino, canta.
Mi metto a ridere, inclino il capo
con prudenza, come per controllare
un’invenzione. E ballo, ballo
nella pelle stupita, nell’abbraccio
che mi crea.
Eva dalla costola, Venere dall’onda,
Minerva dalla testa di Giove
erano più reali.
Quando lui non mi guarda,
cerco la mia immagine
sul muro. E vedo solo
un chiodo, senza il quadro.
(trad. Pietro Marchesani)
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sabato 24 dicembre 2011
Blessed to be a witness
Corcovado parted the sky
And through the darkness
On us he shined
Crucified in stone
Still his blood is my own
Glory behold all my eyes have seen
Have seen
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed to be a witness
Some have flown away
And can't be with us here today
Like the hills of my home
Some have crumbled and now are gone
Gather around for today won't come again
Won't come again
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed to be a witness
So much sorrow and pain
Still I will not live in vain
Like good questions never asked
Is wisdom wasted on the past
Only by the grace of God go I
Go I
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed to be a witness
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed
I am blessed to be a witness
Ben Harper
Cold water
Cold, cold water surrounds me now
And all I've got is your hand
Lord, can you hear me now?
Lord, can you hear me now?
Lord, can you hear me now?
Or am I lost?
Love one's daughter
Allow me that
And I can't let go of your hand
Lord, can you hear me now?
Lord, can you hear me now?
Lord, can you hear me now?
Or am I lost?
Cold, cold water surrounds me now
And all I've got is your hand
Lord, can you hear me now?
Lord, can you hear me now?
Lord, can you hear me now?
Or am I lost?
Damien Rice
Uccidi il Buddha
Di fede si muore.
Di fede si muove.
Dal cuore alla mente.
Dal culo alle tempie.
Dall'occhio divino
al profumo di pino.
Dal sasso caduto
al daino abbattuto.
Dal sonno profondo
al canto del mondo.
Uccidi il Buddha
e risveglia il tuo buddha.
Di fede si muove.
Dal cuore alla mente.
Dal culo alle tempie.
Dall'occhio divino
al profumo di pino.
Dal sasso caduto
al daino abbattuto.
Dal sonno profondo
al canto del mondo.
Uccidi il Buddha
e risveglia il tuo buddha.
lunedì 19 dicembre 2011
domenica 18 dicembre 2011
Kiss me
The fire’s dying out
All the embers have been spent
Outside on the street
Lovers hide in the shadows
You look at me
I look at you
There’s only one thing
I want you to do
Kiss me
I want you to kiss me
Like a stranger once again
Kiss me like a stranger once again
I want to believe that our love’s a mystery
I want to believe that our love’s a sin
I want you to kiss me like a stranger once again
You wear the same kind of perfume
You wore when we met
I suppose there’s something comforting in knowing what to expect
But when you brushed up against me
Before I knew your name
Everything was thrilling
Because nothing was the same
I want you to kiss me
I want you to kiss me
Like a stranger once again
Kiss me like a stranger once again
I want to believe our loves a mystery
I want to believe our loves a sin
Oh will you kiss me like a stranger once again
I want you to kiss me like a stranger
Kiss me like a stranger once again
Tom Waits
Bad as me
You’re the head on the spear
You’re the nail on the cross
You’re the fly in my beer
You’re the key that got lost
You’re the letter from Jesus on the bathroom wall
You’re mother superior in only a bra
You’re the same kind of bad as me
I’m the hat on the bed
I’m the coffee instead
The fish or cut bait
I’m the detective up late
I’m the blood on the floor
The thunder and the roar
The boat that won’t sink
I just won’t sleep a wink
You’re the same kind of bad as me
No good you say
Well that’s good enough for me
You’re the wreath that caught fire
You’re the preach to the choir
You bite down on the sheet
But your teeth have been wired
You skid in the rain
You’re trying to shift
You’re grinding the gears
You’re trying to shift
And you’re the same kind of bad as me
They told me you were no good
I know you’ll take care of all my needs
You’re the same kind of bad as me
I’m the mattress in the back
I’m the old gunnysack
I’m the one with the gun
Most likely to run
I’m the car in the weeds
If you cut me I’ll bleed
You’re the same kind of bad as me
You’re the same kind of bad as me
Tom Waits
sabato 17 dicembre 2011
Faber alla pasticceria Dolci, Lissone
Nuovo appuntamento con lo spettacolo Faber, Non ho una faccia adatta alle mie canzoni.
Puoi leggere lo scopo dell'evento qui.
Sabato 17 dicembre a partire dalle ore 18.
Tutte le informazioni nella locandina.
FABER - Non ho una faccia adatta alle mie canzoni
Pensieri, parole e musiche di Fabrizio De André
con
Gaetano Ievolella (voce narrante)
Guglielmo Nigro (voce, piano, djambé, fisarmonica)
Stefano Chiodini (sax soprano, flauto traverso)
Oltre il De André noto al mondo c'era un autore scomodo, schivo, solitario e anarchico. Uno che non amava esibirsi in pubblico perché diceva di non avere una faccia adatta alle sue canzoni. Frugando fra le sue carte e rileggendo appunti e interviste ne abbiamo ricostruito la poetica. Volendo restituire il mito a una dimensione umana, abbiamo indagato il suo rapporto con la religione, l’amore, l’amicizia e con la vita e la morte. Abbiamo ripreso le sue canzoni riducendole al cuore nudo di testo e melodia, lasciando emergere la potenza del canto e la chiarezza delle parole per quello che sono: il grido di un uomo che, per la vita, ha cercato il proprio riscatto nel dare con le sue canzoni a ogni uomo la dignità perduta. Nei tratti, abbiamo cercato di ricostruire il volto meno noto di Faber, quello più intimo. Immuni alle accuse di presunzione, ché le fotografie rendono un unico punto di vista, speriamo solo che lui ci perdoni la nostra poca discrezione.
Musica di specie
Puoi leggere lo scopo dell'evento qui.
Sabato 17 dicembre a partire dalle ore 18.
Tutte le informazioni nella locandina.
FABER - Non ho una faccia adatta alle mie canzoni
Pensieri, parole e musiche di Fabrizio De André
con
Gaetano Ievolella (voce narrante)
Guglielmo Nigro (voce, piano, djambé, fisarmonica)
Stefano Chiodini (sax soprano, flauto traverso)
Oltre il De André noto al mondo c'era un autore scomodo, schivo, solitario e anarchico. Uno che non amava esibirsi in pubblico perché diceva di non avere una faccia adatta alle sue canzoni. Frugando fra le sue carte e rileggendo appunti e interviste ne abbiamo ricostruito la poetica. Volendo restituire il mito a una dimensione umana, abbiamo indagato il suo rapporto con la religione, l’amore, l’amicizia e con la vita e la morte. Abbiamo ripreso le sue canzoni riducendole al cuore nudo di testo e melodia, lasciando emergere la potenza del canto e la chiarezza delle parole per quello che sono: il grido di un uomo che, per la vita, ha cercato il proprio riscatto nel dare con le sue canzoni a ogni uomo la dignità perduta. Nei tratti, abbiamo cercato di ricostruire il volto meno noto di Faber, quello più intimo. Immuni alle accuse di presunzione, ché le fotografie rendono un unico punto di vista, speriamo solo che lui ci perdoni la nostra poca discrezione.
Musica di specie
venerdì 16 dicembre 2011
Paris concert
Il concerto di Parigi di Jarrett è per me l'esemplificazione di un percorso musicale di cura.
Su youtube in 4 parti.
L'ascolto senza soluzioni di continuità in disco è un'esperienza mistica.
Su youtube in 4 parti.
L'ascolto senza soluzioni di continuità in disco è un'esperienza mistica.
giovedì 15 dicembre 2011
L'altro
1.
si esibisce davanti ai miei occhi, sul sedile di fronte del treno.
ma manca di ritmo, perché lo sforzo è troppo grande.
2.
mi parla della sua insonnia, senza riconoscerne l'origine.
è lontana da sé. spaventata.
in nessun luogo.
3.
il suo pelo col freddo si gonfia, riempie e scalda.
i suoi occhi si fanno più dolci.
l'inverno ammorbidisce.
4.
sembra che abbia perso i suoi capelli nell'iphone.
l'irrequietezza con cui digita lettere virtuali.
tacco punta della scarpa per terra a battere il ritmo della sua inquietudine.
5.
i suoi occhi azzurri lacerano il nero dei capelli e accendono il pallore del viso.
ha cuffie nelle orecchie e cerca un ritmo silenzioso che la rende più acuta.
la bellezza sfiorisce. che la luce rimanga a lungo.
6.
suona un clarinetto morbido e leggero. intonato a dovere.
da uno zaino una base musicale distorta da batterie scariche e volume eccessivo.
sceglie pezzi non banali. sofisticati non è la parola giusta.
impopolari, forse.
raccoglie pochi soldi.
7.
ha buchi alle ginocchia. più vuoti che pieni, vien da chiedersi come possano stare su, quei pantaloni.
la barba bianca e lunga ingiallita dal fumo.
un sacco di plastica verde mare, di quelli che non circolano più, gonfio di cose.
quali oggetti contiene?
quali sacchi di vita portano a questa solitudine?
8.
sembra amarlo come prima di nascere.
preparano un viaggio per il sudafrica.
una lucente e giovane fede si impone sull'anulare di lui.
corona o catena?
9.
mi parla guardandomi negli occhi, ma con il viso girato di trenta gradi.
la sua intensità è amplificata dalla sofferenza. c'è un dolore non curato.
che fa inclinare la testa.
almeno quanto il mio, che spinge il mio busto in avanti, mentre le rispondo.
le voci sono calme, ma nascondo un'energia speciale. introversa.
che preferisce tacere.
10.
lo osservo da vicino, e per un attimo ne catturo l'età avanzata.
in quel collo, in quegli occhi azzurri.
lascio che la sua presenza mi calmi.
c'è così tanto amore. e quando sorride è come il sole che squarcia le nuvole.
di questo, si nutre il suo ego?
della pace degli altri?
si esibisce davanti ai miei occhi, sul sedile di fronte del treno.
ma manca di ritmo, perché lo sforzo è troppo grande.
2.
mi parla della sua insonnia, senza riconoscerne l'origine.
è lontana da sé. spaventata.
in nessun luogo.
3.
il suo pelo col freddo si gonfia, riempie e scalda.
i suoi occhi si fanno più dolci.
l'inverno ammorbidisce.
4.
sembra che abbia perso i suoi capelli nell'iphone.
l'irrequietezza con cui digita lettere virtuali.
tacco punta della scarpa per terra a battere il ritmo della sua inquietudine.
5.
i suoi occhi azzurri lacerano il nero dei capelli e accendono il pallore del viso.
ha cuffie nelle orecchie e cerca un ritmo silenzioso che la rende più acuta.
la bellezza sfiorisce. che la luce rimanga a lungo.
6.
suona un clarinetto morbido e leggero. intonato a dovere.
da uno zaino una base musicale distorta da batterie scariche e volume eccessivo.
sceglie pezzi non banali. sofisticati non è la parola giusta.
impopolari, forse.
raccoglie pochi soldi.
7.
ha buchi alle ginocchia. più vuoti che pieni, vien da chiedersi come possano stare su, quei pantaloni.
la barba bianca e lunga ingiallita dal fumo.
un sacco di plastica verde mare, di quelli che non circolano più, gonfio di cose.
quali oggetti contiene?
quali sacchi di vita portano a questa solitudine?
8.
sembra amarlo come prima di nascere.
preparano un viaggio per il sudafrica.
una lucente e giovane fede si impone sull'anulare di lui.
corona o catena?
9.
mi parla guardandomi negli occhi, ma con il viso girato di trenta gradi.
la sua intensità è amplificata dalla sofferenza. c'è un dolore non curato.
che fa inclinare la testa.
almeno quanto il mio, che spinge il mio busto in avanti, mentre le rispondo.
le voci sono calme, ma nascondo un'energia speciale. introversa.
che preferisce tacere.
10.
lo osservo da vicino, e per un attimo ne catturo l'età avanzata.
in quel collo, in quegli occhi azzurri.
lascio che la sua presenza mi calmi.
c'è così tanto amore. e quando sorride è come il sole che squarcia le nuvole.
di questo, si nutre il suo ego?
della pace degli altri?
Malattia e libertà
C'è un taboo molto forte che appartiene alla nostra società post-moderna, medicalizzata, farmacodipendente e chemioterapica: non riconoscere che la malattia è parte integrale della nostra vita, e che ne siamo responsabili.
Mi capita spesso di dire ad amici e conoscenti che quello specifico disturbo di cui sono afflitti è legato al proprio mondo, al proprio stile di vita, alle proprie condizioni intra-psichiche, e così via.
Il meccanismo è sempre quello: una debolezza organica (congenita) e spirituale non necessariamente può dare origine a una malattia. Ma essa si manifesta se ci sono specifiche condizioni personali: condizioni ambientali, emotive, di vita.
Di questo abbiamo piena responsabilità. Ma le persone non lo capiscono. Ne hanno paura.
C'è un grande paradosso qui, dettato dall'incomprensione circa il controllo e dall'illusione del quieto vivere.
Le persone preferiscono non sentirsi responsabili per il proprio stato di salute, e demandare ad altri le scelte e le cure. Piuttosto che sapersi responsabili e mettersi in prima persona a comprendere e cambiare il proprio rapporto con il corpo, la mente e le emozioni.
In questo modo si ottengono come minimo due effetti:
minimizzazione dei propri problemi di salute.
perdità completa di libertà personale.
Il farmaco appare come la via più breve, piuttosto che mettersi in discussione.
Ma il farmaco è in realtà la massima semplificazione e, in definitiva, la perdita della libertà.
Utilizzare i farmaci o la chirurgia nelle fasi acute, a rischio, è importante. Una risorsa della nostra modernità.
Ma abusarne, in particolare nelle situazioni croniche, è una violenza rispetto alla nostra sensibilità e vitalità.
Abituiamoci ad ascoltare e comprendere. A dare senso.
Anche al disagio, alla malattia.
Scopriremo cose molto importanti.
E saremo liberi.
Mi capita spesso di dire ad amici e conoscenti che quello specifico disturbo di cui sono afflitti è legato al proprio mondo, al proprio stile di vita, alle proprie condizioni intra-psichiche, e così via.
Il meccanismo è sempre quello: una debolezza organica (congenita) e spirituale non necessariamente può dare origine a una malattia. Ma essa si manifesta se ci sono specifiche condizioni personali: condizioni ambientali, emotive, di vita.
Di questo abbiamo piena responsabilità. Ma le persone non lo capiscono. Ne hanno paura.
C'è un grande paradosso qui, dettato dall'incomprensione circa il controllo e dall'illusione del quieto vivere.
Le persone preferiscono non sentirsi responsabili per il proprio stato di salute, e demandare ad altri le scelte e le cure. Piuttosto che sapersi responsabili e mettersi in prima persona a comprendere e cambiare il proprio rapporto con il corpo, la mente e le emozioni.
In questo modo si ottengono come minimo due effetti:
minimizzazione dei propri problemi di salute.
perdità completa di libertà personale.
Il farmaco appare come la via più breve, piuttosto che mettersi in discussione.
Ma il farmaco è in realtà la massima semplificazione e, in definitiva, la perdita della libertà.
Utilizzare i farmaci o la chirurgia nelle fasi acute, a rischio, è importante. Una risorsa della nostra modernità.
Ma abusarne, in particolare nelle situazioni croniche, è una violenza rispetto alla nostra sensibilità e vitalità.
Abituiamoci ad ascoltare e comprendere. A dare senso.
Anche al disagio, alla malattia.
Scopriremo cose molto importanti.
E saremo liberi.
domenica 11 dicembre 2011
You don't know what love is (3)
Sonny Rollins
John Coltrane
Chat Baker
Lennie Tristano
Keith Jarrett Trio
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You don't know what love is (2)
Nina Simone
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sabato 10 dicembre 2011
Della forma e dell'ironia
oltre la forma c'è il ridicolo
l'ironia svela la volatilità della forma
l'identificazione è di una serietà mortale
la forma organizza
ma immobilizza
la libertà è nel movimento
la forma è vuoto il vuoto è forma
l'ironia svela la volatilità della forma
l'identificazione è di una serietà mortale
la forma organizza
ma immobilizza
la libertà è nel movimento
la forma è vuoto il vuoto è forma
venerdì 9 dicembre 2011
Let love in - Album perfetti
Nick Cave, Let Love In.
Con quel brano iniziale ripreso nel finale.
Circolarità, chiarezza di idee, poesia, durezza, amore...
Do you love me part1
Do you love me part 2
Loverman
I let love in
Red Right Hand
Con quel brano iniziale ripreso nel finale.
Circolarità, chiarezza di idee, poesia, durezza, amore...
Do you love me part1
Do you love me part 2
Loverman
I let love in
Red Right Hand
lunedì 5 dicembre 2011
domenica 4 dicembre 2011
Funeral - Album perfetti
Ci sono dischi perfetti.
Nei quali ogni brano aggiunge qualcosa al precedente, costruendo un puzzle unico e coinvolgente.
Te ne verrà in mente più d'uno.
Io segnalo Funeral, degli Arcade Fire.
Nei quali ogni brano aggiunge qualcosa al precedente, costruendo un puzzle unico e coinvolgente.
Te ne verrà in mente più d'uno.
Io segnalo Funeral, degli Arcade Fire.
sabato 3 dicembre 2011
La propaganda sul latte
Siamo cresciuti con diverse credenze. Una di queste, ben radicate, è quella che dice che il latte fa bene.
La verità è tristemente un'altra. Il latte (e i suoi derivati) sono fortemente tossici per il nostro organismo, che non è in grado di digerirlo adeguatamente.
L'anno scorso, nella scuola dell'infanzia di Gabo, sono stati fatti diversi incontri sull'indottrinamento ai latticini, con tanto di visite guidate alle fattorie. Nessuno che abbia spiegato i danni o i rischi del latte, o la sofferenza cui gli animali sono sottoposti per la produzione dei latticini.
Forse, perché anche gli insegnanti e i diversi operatori coinvolti fanno parte della stessa bolla di propaganda, inconsapevoli. Immaginate la difficoltà nel provare a spiegare a Gabo che quello che gli hanno raccontato è una grossa finzione.
Appeso, fuori da un distributore automatico di latte in una fattoria vicino a casa, un cartello che riassume in modo efficace i concetti cardine della propaganda.
Ma ecco, secondo la sintesi che ne fa Valdo Vaccaro, come stanno invece le cose:
a) Il latte di mucca può essere considerato carne liquida o sangue bianco. Un sangue bianco pressato dalle mammelle della mucca.
b) Il latte di mucca è disegnato e destinato dalla natura ad allattare i bambini della mucca. È cibo destinato ai lattanti, ai vitellini. Non è cibo per i manzetti, già svezzati, figurarsi per gli umani che non sono figli della mucca e che non sono più dei lattanti.
c) Il latte di mucca è troppo ricco, troppo grasso, troppo proteico, troppo colesterolizzato e troppo colloso o caseinizzato. L’eccesso di grasso e di proteine, già di per sé, è una disgrazia per il corpo umano.
d) Il latte di mucca è il più allergenico cibo conosciuto. Contiene oltre un centinaio di diversi fattori di allergia.
e) Il latte di mucca è causa di problemi digestivi per gli umani che sono sprovvisti dell’enzima lactase. L’enzima lactase serve a demolire il lattosio, che è lo zucchero del latte. Il latte causa gas, crampi, costipazione.
f) Il lattosio indemolito si trasforma in galattosio e causa cataratta.
g) Il latte di mucca contiene l’ormone prolattina stimolatore di crescite cancerogene al seno femminile.
h) Il latte di mucca è ricettacolo dei peggiori inquinanti incluso le sostanze radioattive come stronzio 90 e iodina 121.
i ) Il latte di mucca ha legami inquietanti con malattie gravi. Le statistiche confermano che i paesi maggiori consumatori hanno l’incidenza più alta di sclerosi, cancro, artrite, cardiopatia, diabete.
l) Il latte di mucca è anemizzante. Il latte è il cibo dell’anemia, poiché carente in ferro.
m) Il formaggio contiene 10 volte più grasso del latte, ed è un grasso perossidato, carico di radicali liberi. I radicali liberi sono tra l’altro fattore di invecchiamento precoce.
n) Non esiste nessun tipo di latte al mondo che faccia bene agli adulti. L’unico latte ottimo è quello di ogni mamma per il suo bimbo lattante, e quello di ogni mamma mucca per il suo cucciolo vitellino. Questa non è una opinione ma la logica stringente e chiara della natura.
o) Tutti i difetti del latte stanno purtroppo anche nei gelati comuni. Persino i gelati, delizia apparentemente rinfrescante del palato, tentazione autentica e irresistibile per grandi e piccini, contiene tutti i gravi difetti del latte, ed ha in più dolcificanti industriali. I gelati in confezione sono sostanze altamente chemicalizzate con solventi, stabilizzatori, emulsionanti, conservanti, coloranti, sapidificanti. Non c’è abbastanza posto sulle etichette per completare l’elenco degli ingredienti a rischio. Si parla anche di uso comune del grasso di balena. Il gelato, come il latte, è ricettacolo di sostanze radioattive e contaminanti. Trattasi di un prodotto molto lavorato e raffinato, totalmente privo di fibre. Toglie l’appetito (il che è grave per le cellule rimaste a secco), e nel contempo fa venire molta sete. È causa di costipazione, diverticolite, emorroidi.
La verità è tristemente un'altra. Il latte (e i suoi derivati) sono fortemente tossici per il nostro organismo, che non è in grado di digerirlo adeguatamente.
L'anno scorso, nella scuola dell'infanzia di Gabo, sono stati fatti diversi incontri sull'indottrinamento ai latticini, con tanto di visite guidate alle fattorie. Nessuno che abbia spiegato i danni o i rischi del latte, o la sofferenza cui gli animali sono sottoposti per la produzione dei latticini.
Forse, perché anche gli insegnanti e i diversi operatori coinvolti fanno parte della stessa bolla di propaganda, inconsapevoli. Immaginate la difficoltà nel provare a spiegare a Gabo che quello che gli hanno raccontato è una grossa finzione.
Appeso, fuori da un distributore automatico di latte in una fattoria vicino a casa, un cartello che riassume in modo efficace i concetti cardine della propaganda.
Ma ecco, secondo la sintesi che ne fa Valdo Vaccaro, come stanno invece le cose:
a) Il latte di mucca può essere considerato carne liquida o sangue bianco. Un sangue bianco pressato dalle mammelle della mucca.
b) Il latte di mucca è disegnato e destinato dalla natura ad allattare i bambini della mucca. È cibo destinato ai lattanti, ai vitellini. Non è cibo per i manzetti, già svezzati, figurarsi per gli umani che non sono figli della mucca e che non sono più dei lattanti.
c) Il latte di mucca è troppo ricco, troppo grasso, troppo proteico, troppo colesterolizzato e troppo colloso o caseinizzato. L’eccesso di grasso e di proteine, già di per sé, è una disgrazia per il corpo umano.
d) Il latte di mucca è il più allergenico cibo conosciuto. Contiene oltre un centinaio di diversi fattori di allergia.
e) Il latte di mucca è causa di problemi digestivi per gli umani che sono sprovvisti dell’enzima lactase. L’enzima lactase serve a demolire il lattosio, che è lo zucchero del latte. Il latte causa gas, crampi, costipazione.
f) Il lattosio indemolito si trasforma in galattosio e causa cataratta.
g) Il latte di mucca contiene l’ormone prolattina stimolatore di crescite cancerogene al seno femminile.
h) Il latte di mucca è ricettacolo dei peggiori inquinanti incluso le sostanze radioattive come stronzio 90 e iodina 121.
i ) Il latte di mucca ha legami inquietanti con malattie gravi. Le statistiche confermano che i paesi maggiori consumatori hanno l’incidenza più alta di sclerosi, cancro, artrite, cardiopatia, diabete.
l) Il latte di mucca è anemizzante. Il latte è il cibo dell’anemia, poiché carente in ferro.
m) Il formaggio contiene 10 volte più grasso del latte, ed è un grasso perossidato, carico di radicali liberi. I radicali liberi sono tra l’altro fattore di invecchiamento precoce.
n) Non esiste nessun tipo di latte al mondo che faccia bene agli adulti. L’unico latte ottimo è quello di ogni mamma per il suo bimbo lattante, e quello di ogni mamma mucca per il suo cucciolo vitellino. Questa non è una opinione ma la logica stringente e chiara della natura.
o) Tutti i difetti del latte stanno purtroppo anche nei gelati comuni. Persino i gelati, delizia apparentemente rinfrescante del palato, tentazione autentica e irresistibile per grandi e piccini, contiene tutti i gravi difetti del latte, ed ha in più dolcificanti industriali. I gelati in confezione sono sostanze altamente chemicalizzate con solventi, stabilizzatori, emulsionanti, conservanti, coloranti, sapidificanti. Non c’è abbastanza posto sulle etichette per completare l’elenco degli ingredienti a rischio. Si parla anche di uso comune del grasso di balena. Il gelato, come il latte, è ricettacolo di sostanze radioattive e contaminanti. Trattasi di un prodotto molto lavorato e raffinato, totalmente privo di fibre. Toglie l’appetito (il che è grave per le cellule rimaste a secco), e nel contempo fa venire molta sete. È causa di costipazione, diverticolite, emorroidi.
Ora la luce è giunta
Jyotir agat
RV I,113
1. Ora c’è luce, la più bella di tutte le luci.
Ora giunge a splendida nascita un bagliore di luminosità.
La Notte, mandata via prima che il Sole sorga,
ha ceduto al mattino il suo dominio.
2. Trascinando la bianca prole la raggiante [Aurora] avanza
a reclamare la dimora abbandonata dall’oscura [Notte].
Mattino e Notte, le sorelle immortali, si incalzano
l’una con l’altra con colori alterni.
3. Seguono lo stesso sentiero, che mai ha fine.
Istruite dagli Dei esse compiono il loro corso.
Amabili, e tuttavia contrastanti, seguendo un solo spirito,
Mattina e Notte non collidono né indugiano.
4. L’Aurora, gloriosa portatrice di grazie, splende
e spalanca per noi le sue porte splendenti.
Mettendo in moto il mondo intero, ella dispiega le sue ricchezze,
elevando a coscienza tutte le creature viventi.
5. Ella risveglia all’azione tutti coloro che riposano nel sonno.
Alcuni sorgono a lavorare per la ricchezza, altri ad adorare.
Coloro che prima vedevano poco ora vedono più chiaramente.
L’Aurora eleva a coscienza tutte le creature.
6. Ella guida alcuni al potere, altri alla gloria;
altri ancora ella guida in cerca di guadagni;
ma altri ella guida a diverse vocazioni,
elevando a coscienza tutte le creature viventi.
7. La Figlia del Cielo ora appare davanti a noi,
una bella giovane donna abbigliata con vesti splendenti.
Propizia Aurora, padrona dei tesori terreni,
brilla su di noi oggi splendente come una regina.
8. Ella, la prima di infiniti mattini a venire,
segue il cammino dei mattini che vennero prima.
L’Aurora col suo splendore chiama i vivi;
i morti ella non risveglia mai dal loro sonno.
9 O Aurora, tu risplendi nell’occhio del Sole.
Tu risvegli il devoto e ispiri il suo cuore
ad accendere il fuoco e offrire il sacrifico.
Perciò tu rendi agli Dei un nobile servigio.
10. Quanto tempo passerà finché si incontreranno
le aurore che splendettero e le aurore che splenderanno in futuro?
Ardentemente ella brama di unirsi alle sue antenate
e avanza con le altre, gioiosamente splendendo.
11. Svaniti sono coloro che nei giorni prima di noi
guardarono il sorgere del sole mattutino.
Siamo noi i viventi che ora contemplano l’Aurore,
e dopo di noi il suo splendore altri vedranno.
12. Tu che disperdi i nostri nemici, che dispendi felicità,
nata figlia dell’Ordine, all’Ordine sempre fedele,
trasmetti le nostre offerte agli Dei, o Aurora,
e splendi su di noi oggi per darci ricchezza e fortuna.
13. Mai ha mancato di apparire la Dea Aurora.
Anche oggi la Generosa è sorta.
Sempre in futuro ella sorgerà ogni mattina,
Ella procede per suo proprio potere, senza invecchiare, immortale.
14. Ai confini del cielo ella appare in splendore.
La Dea ha gettato via il manto dell’oscurità.
Il suo ben aggiogato carro di scuri cavalli
annuncia l’avvicinarsi dell’Aurora e desta tutti gli uomini.
15. Con sé ella conduce tutte le benedizioni che sostengono la vita.
Lucente ella splende ed espande attorno la sua radiosità.
Ella è l’ultima di innumerevoli mattine svanite.
Ella è la prima di altre lucenti mattine a venire.
16. Sorgi! Il respiro della vita di nuovo ci ha raggiunti.
L’oscurità è fuggita e la luce di sta velocemente avvicinando.
Ella lascia un sentiero perché il Sole lo percorra.
Noi siamo arrivati laddove la vita continuerà ancora.
17. Con le redini della parole il sacerdote, pronunciando lodi,
fa avanzare, dirigendo il loro corso, le splendenti Aurore.
Splendi dunque oggi, o generosa Aurora, per il tuo cantore!
Concedi a noi il dono di vita e figli!
18. Al mortale che le onora queste Aurore crecenti
conferiscono ricchezza di armenti e figli eroici.
Possa lo stesso derivare a colui che sacrifica, al donatore di cavalli,
quando agili come il vento i doni siano stati propiziati col canto!
19. Madre degli Dei e splendore delle Divinità,
emblema del sacrificio, splendi in alto.
Sorgi e guarda alle nostre preghiere con favore.
Benedici noi tra le genti, o Aurora sempre desiderata!
20. Tutti i meravigliosi doni che l’Aurora conferisce
come benedizioni all’offerente che si mostri sollecito nell’adorazione,
quelli concedano a noi Mitra e Veruna,
e Aditi, il Sacro Fiume, la Terra e il Cielo!
Da I Veda, Mantramanjari, di Raimon Panikkar
RV I,113
1. Ora c’è luce, la più bella di tutte le luci.
Ora giunge a splendida nascita un bagliore di luminosità.
La Notte, mandata via prima che il Sole sorga,
ha ceduto al mattino il suo dominio.
2. Trascinando la bianca prole la raggiante [Aurora] avanza
a reclamare la dimora abbandonata dall’oscura [Notte].
Mattino e Notte, le sorelle immortali, si incalzano
l’una con l’altra con colori alterni.
3. Seguono lo stesso sentiero, che mai ha fine.
Istruite dagli Dei esse compiono il loro corso.
Amabili, e tuttavia contrastanti, seguendo un solo spirito,
Mattina e Notte non collidono né indugiano.
4. L’Aurora, gloriosa portatrice di grazie, splende
e spalanca per noi le sue porte splendenti.
Mettendo in moto il mondo intero, ella dispiega le sue ricchezze,
elevando a coscienza tutte le creature viventi.
5. Ella risveglia all’azione tutti coloro che riposano nel sonno.
Alcuni sorgono a lavorare per la ricchezza, altri ad adorare.
Coloro che prima vedevano poco ora vedono più chiaramente.
L’Aurora eleva a coscienza tutte le creature.
6. Ella guida alcuni al potere, altri alla gloria;
altri ancora ella guida in cerca di guadagni;
ma altri ella guida a diverse vocazioni,
elevando a coscienza tutte le creature viventi.
7. La Figlia del Cielo ora appare davanti a noi,
una bella giovane donna abbigliata con vesti splendenti.
Propizia Aurora, padrona dei tesori terreni,
brilla su di noi oggi splendente come una regina.
8. Ella, la prima di infiniti mattini a venire,
segue il cammino dei mattini che vennero prima.
L’Aurora col suo splendore chiama i vivi;
i morti ella non risveglia mai dal loro sonno.
9 O Aurora, tu risplendi nell’occhio del Sole.
Tu risvegli il devoto e ispiri il suo cuore
ad accendere il fuoco e offrire il sacrifico.
Perciò tu rendi agli Dei un nobile servigio.
10. Quanto tempo passerà finché si incontreranno
le aurore che splendettero e le aurore che splenderanno in futuro?
Ardentemente ella brama di unirsi alle sue antenate
e avanza con le altre, gioiosamente splendendo.
11. Svaniti sono coloro che nei giorni prima di noi
guardarono il sorgere del sole mattutino.
Siamo noi i viventi che ora contemplano l’Aurore,
e dopo di noi il suo splendore altri vedranno.
12. Tu che disperdi i nostri nemici, che dispendi felicità,
nata figlia dell’Ordine, all’Ordine sempre fedele,
trasmetti le nostre offerte agli Dei, o Aurora,
e splendi su di noi oggi per darci ricchezza e fortuna.
13. Mai ha mancato di apparire la Dea Aurora.
Anche oggi la Generosa è sorta.
Sempre in futuro ella sorgerà ogni mattina,
Ella procede per suo proprio potere, senza invecchiare, immortale.
14. Ai confini del cielo ella appare in splendore.
La Dea ha gettato via il manto dell’oscurità.
Il suo ben aggiogato carro di scuri cavalli
annuncia l’avvicinarsi dell’Aurora e desta tutti gli uomini.
15. Con sé ella conduce tutte le benedizioni che sostengono la vita.
Lucente ella splende ed espande attorno la sua radiosità.
Ella è l’ultima di innumerevoli mattine svanite.
Ella è la prima di altre lucenti mattine a venire.
16. Sorgi! Il respiro della vita di nuovo ci ha raggiunti.
L’oscurità è fuggita e la luce di sta velocemente avvicinando.
Ella lascia un sentiero perché il Sole lo percorra.
Noi siamo arrivati laddove la vita continuerà ancora.
17. Con le redini della parole il sacerdote, pronunciando lodi,
fa avanzare, dirigendo il loro corso, le splendenti Aurore.
Splendi dunque oggi, o generosa Aurora, per il tuo cantore!
Concedi a noi il dono di vita e figli!
18. Al mortale che le onora queste Aurore crecenti
conferiscono ricchezza di armenti e figli eroici.
Possa lo stesso derivare a colui che sacrifica, al donatore di cavalli,
quando agili come il vento i doni siano stati propiziati col canto!
19. Madre degli Dei e splendore delle Divinità,
emblema del sacrificio, splendi in alto.
Sorgi e guarda alle nostre preghiere con favore.
Benedici noi tra le genti, o Aurora sempre desiderata!
20. Tutti i meravigliosi doni che l’Aurora conferisce
come benedizioni all’offerente che si mostri sollecito nell’adorazione,
quelli concedano a noi Mitra e Veruna,
e Aditi, il Sacro Fiume, la Terra e il Cielo!
Da I Veda, Mantramanjari, di Raimon Panikkar
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venerdì 2 dicembre 2011
My problem is you
To love and get away before the walls have arisen
You've got to be free
But to go on attempting to break into the prison
You'd have to be me
I wait for the sun to rise over the mountain
I wait for your touch
I wait for your angels to carry me home
But I wait too much
(Waiting for you)
I have no problem telling right from wrong
(Waiting for you)
Fiction from what's true
(Waiting for you)
No problem telling the dream from the dawn
My problem is you
(Waiting for you)
Waiting here for you
(Waiting for you)
Waiting here for you
I wanted to live in the realm of the senses
You've got to know how
And for some kinds of pleasure there are no defenses
I know that now
Our love is a cracklin' ladder of lightnin'
Our love is a fire
Our love is a wave moving deep in an ocean
Of need and desire
(Waiting for you)
I have no problem with this crooked world
(Waiting for you)
I play the cards I drew
(Waiting for you)
No problem with the changes life has hurled
My problem is you
(Waiting for you)
Waiting here for you
(Waiting for you)
Waiting here for you
I need your wonder and I need your light
I need your tender touch to heal the night
I need you laughing and I need you free
And I need to lock you away deep inside of me
Waiting for you
Waiting for you
Waiting for you
Waiting for you
(Waiting for you)
I have no problem telling right from wrong
(Waiting for you)
The way some people do
(Waiting for you)
I know exactly where these arms belong
My problem is you
(Waiting for you)
Waiting here for you
(Waiting for you)
Waiting here for you
Waiting for you
Waiting for you
Waiting for you
Waiting for you
(Waiting for you)
And I don't worry about the ozone layers
(Waiting for you)
Just let those rays come through
(Waiting for you)
When I am outside I'll keep my close eyes
(Waiting for you)
I promise you
(Waiting for you)
Waiting here for you
(Waiting for you)
And I don't worry about Madonna
(Waiting for you)
For the next thing she might do
(Waiting for you)
And I don't worry about your mama
(Waiting for you)
And I promise you
(Waiting for you)
Waiting here for you
Jackson Browne
You've got to be free
But to go on attempting to break into the prison
You'd have to be me
I wait for the sun to rise over the mountain
I wait for your touch
I wait for your angels to carry me home
But I wait too much
(Waiting for you)
I have no problem telling right from wrong
(Waiting for you)
Fiction from what's true
(Waiting for you)
No problem telling the dream from the dawn
My problem is you
(Waiting for you)
Waiting here for you
(Waiting for you)
Waiting here for you
I wanted to live in the realm of the senses
You've got to know how
And for some kinds of pleasure there are no defenses
I know that now
Our love is a cracklin' ladder of lightnin'
Our love is a fire
Our love is a wave moving deep in an ocean
Of need and desire
(Waiting for you)
I have no problem with this crooked world
(Waiting for you)
I play the cards I drew
(Waiting for you)
No problem with the changes life has hurled
My problem is you
(Waiting for you)
Waiting here for you
(Waiting for you)
Waiting here for you
I need your wonder and I need your light
I need your tender touch to heal the night
I need you laughing and I need you free
And I need to lock you away deep inside of me
Waiting for you
Waiting for you
Waiting for you
Waiting for you
(Waiting for you)
I have no problem telling right from wrong
(Waiting for you)
The way some people do
(Waiting for you)
I know exactly where these arms belong
My problem is you
(Waiting for you)
Waiting here for you
(Waiting for you)
Waiting here for you
Waiting for you
Waiting for you
Waiting for you
Waiting for you
(Waiting for you)
And I don't worry about the ozone layers
(Waiting for you)
Just let those rays come through
(Waiting for you)
When I am outside I'll keep my close eyes
(Waiting for you)
I promise you
(Waiting for you)
Waiting here for you
(Waiting for you)
And I don't worry about Madonna
(Waiting for you)
For the next thing she might do
(Waiting for you)
And I don't worry about your mama
(Waiting for you)
And I promise you
(Waiting for you)
Waiting here for you
Jackson Browne
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