Dio lo si trova cercando? Si può forse cercare l’inconoscibile? Per trovare, bisogna sapere quello che si cerca. Se cercate per trovare, quello che troverete sarà una proiezione del vostro io; sarà ciò che desiderate e la creazione del desiderio non è la verità. Cercare la verità è negarla. La verità non ha una dimora stabile, fissa; non c’è sentiero, non c’è guida per la verità, e la parola non è verità. […]
La stessa concezione che la conoscenza di sé è difficile a conseguirsi è un ostacolo alla conoscenza di sé. Se posso dare un consiglio, direi che non si deve supporre che sarà difficile o richiederà molto tempo; non si deve predeterminare ciò che è e ciò che non è. Cominciate. La conoscenza di sé va scoperta nell’azione dei rapporti; ed ogni azione è rapporto. La conoscenza di sé non viene dall’isolamento, dal ritiro; la negazione di ogni rapporto è la morte. La morte è l’ultima resistenza. La resistenza, che è soppressione, sostituzione o sublimazione sotto qualunque forma, è un ostacolo al fluire della conoscenza di sé; ma la resistenza va scoperta nei rapporti, nell’azione. La resistenza, positiva o negativa, con i suoi confronti e giustificazioni, le sue condanne e le sue identificazioni, è la negazione di ciò che é. Ciò che è è l’implicito; e la consapevolezza dell’implicito, senza scelta alcuna, è la sua rivelazione. Questa rivelazione è il principio della saggezza. La saggezza è essenziale per l’avvento dell’incognito, dell’inesauribile.
Jiddu Krishnamurti - La mia strada è la tua strada
venerdì 21 maggio 2010
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