Dopo la, prima, breve esplorazione del mondo di De Andre' all'interno della rassegna monzese alla quale abbiamo partecipato due mesi fa, il sottoscritto, Stefano Chiodini e Gaetano Ievolella proseguono a sporcarsi le mani con il maggior cantautore italiano di tutti i tempi.
Stiamo procedendo in modo disordinato. Uno propone un pezzo, l'altro uno stralcio di uno scritto, un altro un tema musicale che riscopriamo sottopelle a una canzone di De Andre'.
Il risultato, al momento, non è prevedibile. E vuole essere imprevisto.
Si fa invece sempre più forte la gioia della sorpresa e dell'invenzione. Il piacere umano più elevato, direi. Senza dimenticare la condivisione.
Succede che Bocca di Rosa si frammenta, le strofe si sovrappongono in una stratificazione quasi materica, perde la melodia, si trasfigura in una cantilena lenta e dondolante, per riaccendersi improvvisamente. Succede che Amore Che Vieni Amore Che Vai diventa l'espressione profonda del blues di quaranta, cinquanta anni fa. Succede che La Città Vecchia si incrocia con un'intervista rilasciata negli anni '70 a TV Sorrisi e Canzoni, un'intervista che non è tale perché è una lettera aperta scritta di suo pugno da De Andre'. Succede che Amico Fragile è ancora avvolta da una nuvola rossa, con le forme in movimento.
C'è un'idea che mi accende la mente. Quella che l'onnipotenza della creatività, quando non isolata, ma ancorata e concretamente vorace, può rappresentare un'autentica opportunita di rinascita interiore.
Ma per non farla più grande di quella che è, concludo con un primo punto fermo: potrà piacere o no, ma di De Andre' cercheremo di offrire una dimensione obliqua e inedita.
giovedì 23 aprile 2009
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