mercoledì 30 dicembre 2009
martedì 29 dicembre 2009
2666
Ogni libro che non sia un capolavoro è carne da cannone, valorosa fanteria, un pezzo sacrificabile dato che ripete, in vari modi, lo schema del capolavoro. Quando compresi questa verità, smisi di scrivere. La mia mente, però, non smise di funzionare.
Roberto Bolaño
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Citazione Gabo #39
- Quanta neve che hai mangiato, Gabo. Così farai tanta pipì!
- Anche tanta cacca perché la neve è dura!
- Anche tanta cacca perché la neve è dura!
lunedì 28 dicembre 2009
domenica 27 dicembre 2009
Citazione Gabo #38
- Ricordati che i Gormiti non esistono, sono solo in televisione.
- Si, sono solo pubblicità. Servono per farmi comprare le cose.
- Si, sono solo pubblicità. Servono per farmi comprare le cose.
sabato 26 dicembre 2009
venerdì 25 dicembre 2009
Citazione Gabo #37
Papà, perché non fai di mestiere il lavoro di Babbo Natale così porti tanti regali a Gabriele e alla mamma?!
giovedì 24 dicembre 2009
mercoledì 23 dicembre 2009
martedì 22 dicembre 2009
domenica 20 dicembre 2009
Citazione Gabo #35
venerdì 18 dicembre 2009
giovedì 17 dicembre 2009
Pugilato filosofico. III round
Nuovo appuntamento con la Jam Session Filosofica al Teatro Ariberto, in via Crespi 9 a Milano.
Domenica 20 dicembre, a partire dalle ore 21,00.
Il sottoscritto e Stefano Chiodini saranno sotto al palco, pianoforte e sax, come nel vecchio avanspettacolo.
Informazioni dettagliate.
Musica di specie
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mercoledì 16 dicembre 2009
Citazione Gabo #34
- Perché piangi?
- Non sto piangendo, sto ridendo di gioia.
- E cos'è che ti rende gioioso?
- Il mondo.
- Non sto piangendo, sto ridendo di gioia.
- E cos'è che ti rende gioioso?
- Il mondo.
lunedì 14 dicembre 2009
domenica 13 dicembre 2009
Progetto De Andre' a Perego
Lo spettacolo su De Andre' torna in Brianza, a un passo da casa mia. Nel cuore del Parco del Curone c'è uno splendido agriturismo, Gli Amici Della Ratta (Perego - LC, via Curone 7), immerso nelle colline, dove risuoneranno parole e musiche ispirate dal pensiero lucido e poetico di De Andre'.
Domenica 13 dicembre. Inizio spettacolo ore 19. A seguire cena a 20 euro, bevande incluse.
Ingresso spettacolo a offerta libera.
Gaetano Ievolella - voce recitante
Guglielmo Nigro - voce, pianoforte, fisarmonica, percussioni
Stefano Chiodini - sax soprano e flauto traverso
Musica di specie.
Inverno
Ciao.
Mi ricordi di te?
Sono cambiato.
Ho una gatta.
Passati i tempi di Cipì.
I tempi dei riassunti con mio padre.
Oggi riassumo la vita
nei suoi capelli bianchi.
Forse torna la neve.
Domani.
Ora dormi, figlio mio.
Ti scaldo io. Sempre.
Mi ricordi di te?
Sono cambiato.
Ho una gatta.
Passati i tempi di Cipì.
I tempi dei riassunti con mio padre.
Oggi riassumo la vita
nei suoi capelli bianchi.
Forse torna la neve.
Domani.
Ora dormi, figlio mio.
Ti scaldo io. Sempre.
sabato 12 dicembre 2009
venerdì 11 dicembre 2009
Citazione Gabo #32
Giocando con il lego...
Di lusso questa astronauta. Davvero di lusso!!
(astronauta sta per astronave)
Di lusso questa astronauta. Davvero di lusso!!
(astronauta sta per astronave)
giovedì 10 dicembre 2009
mercoledì 9 dicembre 2009
Citazione Gabo #31
Giocando coi gormiti, io quello del vulcano e del fuoco, lui quello della terra.
Dico:
- Salto infuocato!
E Gabo:
- Salto interrone!
E più avanti, Gabo inventa il colpo definitivo:
- Fuoco di paglia!!
Dico:
- Salto infuocato!
E Gabo:
- Salto interrone!
E più avanti, Gabo inventa il colpo definitivo:
- Fuoco di paglia!!
martedì 8 dicembre 2009
lunedì 7 dicembre 2009
domenica 6 dicembre 2009
sabato 5 dicembre 2009
Minimalismo letterario
In treno, una ragazza col cappello di lana azzurro pronuncia le parole sottovoce mentre legge aggrappata al libro. Si chiudono le porte dello scompartimento e mi privano del piacere di leggere col suo labbiale.
venerdì 4 dicembre 2009
giovedì 3 dicembre 2009
C2 al Cicco Simonetta
Giovedì 3 dicembre, al Cicco Simonetta, in via Cicco Simonetta a Milano (corso Genova), i C2 in concerto per una cena di standard jazz. Inizio ore 19.00, con cena speciale. Ingresso comprensivo di cena, 8 euro.
Noi precorriamo i tempi e festeggiamo. Ché qualcosa da festeggiare arriverà!
I C2 sono:
Stefano Chiodini - sax soprano
Guglielmo Nigro - pianoforte
musica di specie
mercoledì 2 dicembre 2009
martedì 1 dicembre 2009
C2 al Cicco Simonetta - errata corrige
Segnalo una variazione per giovedì 3 dicembre, che ora potete vedere nel post dedicato.
L'inizio spettacolo è previsto alle 19.00 - 19.30 e accompagnerà una cena. Tutte le info qui.
L'inizio spettacolo è previsto alle 19.00 - 19.30 e accompagnerà una cena. Tutte le info qui.
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lunedì 30 novembre 2009
Domanda retorica
Non mi preoccupo più di essere apprezzato perche sono apprezzato?
O sono apprezzato perché non mi preoccupo più di esserlo?
O sono apprezzato perché non mi preoccupo più di esserlo?
domenica 29 novembre 2009
Discorso di Dharma del 30 settembre 2004
La pratica del Toccare la terra non è un rito iniziativo, né una preghiera, né una superficiale forma di devozione. Thich Nhat Hanh ne disvela alcuni petali in un discorso del 2004.
Questa mattina parliamo di yoga. Yoga è la pratica del connettersi. In genere siamo in uno stato di divisione e yoga è la pratica che può riconnettere e coloro che praticano sono chiamati yogin, perciò siete tutti yogin.
Anche la pratica del Toccare la Terra è una pratica di connessione, di unificazione. A volte questa sembra una pratica di devozione: qualcuno vuole mostrare rispetto a qualcun altro, che sia un genitore o un insegnante o un dio, una divinità.
La pratica devozionale è la pratica del cercare protezione, aiuto e si basa sul fatto che ci si sente persi, si hanno problemi, ci manca qualcosa e ci si rivolge a qualcun altro per ottenere protezione, per ottenere un certo tipo di sostegno e nell’atto di prosternarsi c’è il desiderio di riconnettersi. Perciò anche se può essere una pratica di devozione, c’è anche una pratica di connessione.
A Plum Village è diventata una pratica di visione profonda (insight) e sappiamo che non c’è insight senza il fermarsi e nell’insegnamento del Buddha prima di tutto c’è l’insight del non-sé, dell’interessere e la pratica del Toccare la Terra è la pratica del toccare la nostra natura di interessere.
Sappiamo che anatta, non-sé è un insegnamento fondamentale del Buddha e la pratica del Toccare la Terra è una delle pratiche più potenti e utili per aiutarci a toccare la nostra natura dell’interessere, la nostra natura del non-sé. Perciò lo scopo non è cercare protezione o conforto, ma arrivare all’insight e quell’insight ci può liberare, togliere la sensazione di paura, di solitudine, di disperazione.
Nella nostra vita quotidiana viviamo nella dispersione, non siamo in contatto con noi stessi, il corpo può essere qui, ma la mente è altrove, forse nel passato o nel futuro, forse persa nei progetti, nelle preoccupazioni, nella paura, così corpo e mente non sono uniti. Il respiro consapevole aiuta questi due aspetti della nostra personalità a ricongiungersi. Ogni volta che facciamo un passo o un’inspirazione, dovremmo essere in grado di ricongiungere corpo e mente e realizzare l’unità di corpo e mente e per chi è praticante è così facile! Anche questo è yoga, unione di corpo e mente e quando corpo e mente sono insieme, si è veramente presenti, veramente vivi e si può entrare in contatto con le meraviglie della vita del momento, subito, e si può entrare in contatto col Regno di Dio, con la Pura Terra del Buddha, entrare in contatto con la gioia. Tutto quello che cercate è disponibile nel momento in cui corpo e mente sono uniti. Quando fate un passo siete uno yogin, inspirate e siete uno yogin, quando mangiate in silenzio e in presenza mentale, praticate yoga e potete praticare tutto il giorno.
Stando in piedi state cominciando a toccare la Terra, si congiungono le mani, e non è solamente un’azione del corpo, è anche presenza mentale, perché portate il corpo e la mente insieme, se non unite corpo e mente, lo state facendo meccanicamente e questo non è yoga.
Portate le mani al livello della fronte, per entrare in contatto col cervello, il quartier generale del pensiero, il quartier generale della mente e poi le portate all’altezza del cuore e siete in contatto con le vostre emozioni, le vostre sensazioni, il vostro amore e con cervello e cuore uniti state per toccare la terra, toccate la terra non solo col corpo, ma anche col cuore.
Quindi all’inizio il toccare la terra è un’azione fisica e mentale. È un atto di riunificazione e di resa. Quando siete nella posizione in cui la fronte le mani e i piedi sono in contatto con la terra, siete interamente aperti, non siete più chiusi, ma permettete a voi stessi di essere completamente aperti, perciò è molto utile aprire le mani e mostrarle. Mostrarle a chi? Prima di tutto a voi stessi, mostravi che non nascondete nulla e siete pienamente esposti e nel movimento di aprire mostrate ciò che è dentro di voi, guardate nei cinque skandha e tutto il cosmo è testimone che siete lì, completamente aperti.
Se pensavate di essere qualcuno, con dei talenti, potete dire: ‘Beh, quel certo talento non è mio, mi è stato trasmesso dai miei antenati, la mia conoscenza, la mia abilità non sono miei, non sono me, mi sono stati trasmessi dai miei antenati, dal mio maestro. Non possiedo niente’. E quando vi aprite completamente potete lasciare andare tutti i vostri complessi. Il complesso di superiorità: ‘Sono qualcuno’. Il complesso di inferiorità: ‘Non sono nessuno’. E anche il complesso di uguaglianza: ‘Sono bravo come lui’. Li rimuovete tutti, perché nell’insegnamento del Buddha non c’è un sé reale separato. Siete fatti solo di elementi non-voi. Potete elencarli: fuoco, acqua, terra, antenati, istruzione, situazione economica. Potete rendervi conto che siete fatti dell’intero cosmo e non c’è nulla che potete chiamare me. Così tutti i complessi svaniscono. È molto terapeutico.
Se avete sofferto del complesso di inferiorità e pensavate di non essere niente, di non essere come gli altri, toccando la terra comprendete che siete fatti dell’intero cosmo e tutto il cosmo si è riunito perché voi poteste manifestarvi. Contenete il cielo, la terra,le nuvole, la luna, le stelle, contenete tutti i talenti dei vostri antenati. Forse non avevate permesso a queste cose meravigliose di manifestarsi pienamente, perché eravate catturati da quella specie di formazione mentale chiamata complesso di inferiorità. Quando guardate un’altra persona, che è fatta degli stessi elementi vedete che non c’è ragione di sentire che siete inferiori
È come un giardino con tutti i tipi di fiori: non siete un fiore di loto, siete un crisantemo, ma siete una meraviglia. Un loto è un fiore, ma anche voi siete un fiore e se guardate più in profondità vedete che il loto è in voi e voi siete nel loto, è la natura dell’interessere.
Toccare la terra in questo modo non è più un atto di devozione, con cui implorate o chiedete qualcosa, ma è un atto con cui arrivate all’insight del non sé, dell’impermanenza e del nirvana, perché anche il nirvana è un insight. Entrare in contatto con il nirvana è entrare in contatto con Dio. Dio è disponibile nel qui e ora.
Occorre tempo per toccare la terra in questo modo e quando lo fate insieme come gruppo c’è un’energia potente, perché gli altri praticanti sono degli yogin e vi aiutano a farlo in modo ancora più potente.
Thich Nhat Hanh
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sabato 28 novembre 2009
venerdì 27 novembre 2009
Attesa
Nel letto, mi sposto sul fianco sinistro. Mi avvicino a Lorelei, l’abbraccio da dietro. Il braccio sinistro sotto il suo collo, la mano destra sulla sua pancia. Insieme, aspettiamo un nuovo raggio di sole.
La notte può essere lunga, ma il giorno arriva sempre.
Un nuovo raggio di sole cocente.
La notte può essere lunga, ma il giorno arriva sempre.
Un nuovo raggio di sole cocente.
martedì 24 novembre 2009
Un impegno
Da un po' di tempo vado a meditare al sangha di Barzanò, secondo la tradizione buddhista del maestro vietnamita Thich Nhat Hanh (Thay).
Thay ha formalizzato il rito dei 5 toccare la terra. Sono prosternazioni nutrienti e profonde, che racchiudono in pochi gesti e concetti il cuore di tutto l'insegnamento buddhista.
Daniela decide di prendersi un impegno: praticare i 5 toccare la terra tutti i giorni per almeno tre mesi. Diana dice che è bello e che sarebbe ancora più bello se altri si unissero con lei, in una pratica comune a distanza, negli stessi orari giornalieri.
Io decido di condividere e farne parte. Personalizzo e registro le parole che guidano la meditazione.
Tre mesi. Diciamo fino alla fine di febbraio. Guardo avanti, e so che già sarò un'altra cosa.
Sarà impegnativo? Un impegno... come può non esserlo.
Sarà nutriente.
Di seguito la descrizione della pratica dei 5 toccare la terra.
Primo toccare la terra
Con gratitudine tocco la terra per entrare in contatto con tutte le generazioni di antenati della mia famiglia di sangue. (CAMPANA) (testo da contemplare mentre si tocca la terra:)
Vedo mio padre e mia madre, sangue, carne e vitalità dei quali scorrono nelle mie vene e nutrono ogni mia cellula. Attraverso loro vedo i miei nonni, le cui aspettative, esperienze e saggezza sono state trasmesse da numerose generazioni. Porto in me la vita, il sangue, l'esperienza, la saggezza, la felicità e la tristezza di tutte le passate generazioni. Sto praticando per trasformare la sofferenza e tutti gli elementi che hanno bisogno di trasformazione. Apro il mio cuore e tutto me stesso a ricevere l'energia delle intuizioni profonde, dell'amore e dell'esperienza trasmessi da tutti i miei antenati. So di essere soltanto la continuazione di questo lignaggio. Per favore, aiutatemi, proteggetemi e trasmettetemi la vostra energia. So che ovunque ci siano bambini e nipoti, ci sono anche predecessori. So che i genitori amano e aiutano i loro figli e nipoti, anche se non sempre sono capaci di esprimerlo nel modo giusto, a causa delle difficoltà incontrate nella loro vita. Comprendo che i miei antenati cercarono di costruire un modo di vivere basato su gratitudine, gioia, fiducia, rispetto e amore. Sentendomi come una continuazione dei miei antenati, mi inchino e lascio che la loro energia fluisca in me. Chiedo ai miei antenati aiuto, protezione e forza.
(TRE RESPIRI, CAMPANA, TUTTI SI ALZANO IN PIEDI E, A MANI GIUNTE, PRATICANO IL RESPIRO CONSAPEVOLE)
Secondo toccare la terra
Con gratitudine tocco la terra per entrare in contatto con tutte le generazioni di antenati della mia famiglia spirituale.
(CAMPANA) (testo da contemplare mentre si tocca la terra:)
Vedo in me i miei maestri, coloro che mi mostrano la via dell'amore e della comprensione, il modo di respirare, sorridere, perdonare e vivere profondamente il momento presente. Attraverso i miei maestri, vedo tutti i maestri delle diverse generazioni e tradizioni, fino a quelli che hanno dato inizio alla mia famiglia spirituale, migliaia di anni fa. Vedo come miei maestri e antenati spirituali il Buddha, Gesù Cristo e i patriarchi. L'energia di tutte le generazioni dei maestri ancestrali è entrata in me e sta creando gioia, pace, comprensione e amore. So che l'energia dei nostri maestri spirituali ha trasformato profondamente il mondo; senza questi maestri spirituali non conoscerei il modo di praticare che porta pace e felicità nella mia vita e nella vita della mia famiglia e della società. Apro il mio cuore e il mio corpo per ricevere l'energia della comprensione, della gentilezza amorevole e della protezione, dai Risvegliati, dai loro insegnamenti e dalla comunità di pratica attraverso molte generazioni. Io sono la continuazione dei maestri risvegliati. Chiedo ai miei antenati spirituali di trasmettermi la loro inesauribile fonte di energia, pace, stabilità, comprensione e amore. Faccio voto di praticare per trasformare la sofferenza mia e del mondo e per trasmettere la loro energia alle future generazioni di praticanti. Comprendo che i miei antenati spirituali possono avere avuto delle difficoltà nell'offrire gli insegnamenti, ma li accetto così come sono.
(TRE RESPIRI, CAMPANA, TUTTI SI ALZANO IN PIEDI E, A MANI GIUNTE, PRATICANO IL RESPIRO CONSAPEVOLE)
Terzo toccare la terra
Con gratitudine mi inchino a questa terra per entrare in contatto con tutti gli antenati che l'hanno resa bella e abitabile. (CAMPANA) (testo da contemplare mentre si tocca la terra:)
Comprendo di essere interamente nutrito e protetto da questa terra, da tutti gli esseri che sono vissuti qui e da coloro che, attraverso i loro sforzi, hanno facilitato e reso possibile la mia vita. Vedo tutti coloro che, lavorando alacremente, con capacità, perseveranza e amore, hanno innalzato cattedrali, composto opere letterarie, costruito ponti e strade, ospedali e scuole, hanno protetto i diritti umani, hanno sviluppato la cultura, l'arte e la scienza, hanno combattuto per la libertà e la giustizia sociale. Sento l'energia di questa terra fluire nel mio corpo e nella mia anima, accettandomi ed aiutandomi. Faccio voto di alimentare e mantenere questa energia e di trasmetterla alle future generazioni. Faccio voto di offrire un contributo per trasformare la violenza, l'odio e la delusione che ancora giacciono profondi nella coscienza collettiva di questa società, in modo tale che le future generazioni abbiano maggiore sicurezza, gioia e pace. Chiedo a questa terra la sua protezione e il suo aiuto.
(TRE RESPIRI, CAMPANA, TUTTI SI ALZANO IN PIEDI E, A MANI GIUNTE, PRATICANO IL RESPIRO CONSAPEVOLE)
Quarto toccare la terra
Con gratitudine e compassione tocco la terra per trasmettere la mia energia a coloro che amo.
(CAMPANA) (testo da contemplare mentre si tocca la terra:)
Tutta l'energia che ho ricevuto voglio ora trasmetterla a mio padre, a mia madre e a tutti coloro che amo, a tutti coloro che hanno sofferto e si sono preoccupati per il mio bene. So di non essere stato sufficientemente attento e consapevole nella mia vita quotidiana. So anche che coloro che mi amano hanno avuto le loro personali difficoltà; hanno sofferto perché non sono stati così fortunati da avere attorno a sé un contesto favorevole al loro pieno sviluppo. Trasmetto la mia energia a mia madre, a mio padre, ai miei fratelli, alle mie sorelle, a coloro che amo, a mio marito o a mia moglie, a mia figlia, a mio figlio, per alleviare il loro dolore, così che possano sorridere e sentire la gioia di essere vivi. Voglio che siano tutti in salute e pieni di gioia. So che quando loro sono felici anch'io lo sono. Non provo alcun risentimento e prego che tutti gli antenati e le loro famiglie spirituali concentrino le energie su coloro che amo per proteggerli e aiutarli. So di non essere separato e di essere uno con coloro che amo.
(TRE RESPIRI, CAMPANA, TUTTI SI ALZANO IN PIEDI E, A MANI GIUNTE, PRATICANO IL RESPIRO CONSAPEVOLE)
Quinto toccare la terra
Con comprensione e compassione tocco la terra per riconciliarmi con tutti coloro che mi hanno fatto soffrire.
(CAMPANA) (testo da contemplare mentre si tocca la terra:)
Apro il mio cuore e mando la mia energia d'amore e di comprensione a tutti coloro che mi hanno fatto soffrire, a coloro che hanno distrutto gran parte della mia vita e della vita di coloro che amo. Adesso so che queste persone hanno loro stesse patito molto e che i loro cuori sono pieni di dolore, rabbia e odio. So che chiunque abbia sofferto così tanto, farà soffrire gli altri. So che possono essere stati così sfortunati da non avere avuto nessuno che si occupasse di loro e che li amasse. La vita e la società hanno riservato loro prove molto dure. Sono stati male indirizzati, violentemente offesi e non rispettati; non sono stati guidati verso una vita consapevole. Hanno accumulato nei confronti della vita percezioni sbagliate. Hanno commesso degli errori con me e con le persone che amo. Prego i miei antenati, spirituali e di sangue, di indirizzare energia di amore e protezione alle persone che mi hanno fatto soffrire, così che i loro cuori possano accogliere la dolcezza dell'amore e possano sbocciare come un fiore. Prego che siano trasformati per sperimentare la gioia di vivere in modo che non continuino a soffrire e non facciano più soffrire gli altri. Vedo la loro sofferenza e non voglio che continui. Non desidero portare in me alcun rancore o altra rabbia verso di loro. Mando loro la mia energia di amore e di comprensione e chiedo a tutti i miei antenati di aiutarli.
(TRE RESPIRI, CAMPANA, TUTTI SI ALZANO IN PIEDI E, A MANI GIUNTE, PRATICANO PER QUALCHE SECONDO IL RESPIRO CONSAPEVOLE, POI DUE SUONI DI CAMPANA CONCLUSIVI)
Thay ha formalizzato il rito dei 5 toccare la terra. Sono prosternazioni nutrienti e profonde, che racchiudono in pochi gesti e concetti il cuore di tutto l'insegnamento buddhista.
Daniela decide di prendersi un impegno: praticare i 5 toccare la terra tutti i giorni per almeno tre mesi. Diana dice che è bello e che sarebbe ancora più bello se altri si unissero con lei, in una pratica comune a distanza, negli stessi orari giornalieri.
Io decido di condividere e farne parte. Personalizzo e registro le parole che guidano la meditazione.
Tre mesi. Diciamo fino alla fine di febbraio. Guardo avanti, e so che già sarò un'altra cosa.
Sarà impegnativo? Un impegno... come può non esserlo.
Sarà nutriente.
Di seguito la descrizione della pratica dei 5 toccare la terra.
Primo toccare la terra
Con gratitudine tocco la terra per entrare in contatto con tutte le generazioni di antenati della mia famiglia di sangue. (CAMPANA) (testo da contemplare mentre si tocca la terra:)
Vedo mio padre e mia madre, sangue, carne e vitalità dei quali scorrono nelle mie vene e nutrono ogni mia cellula. Attraverso loro vedo i miei nonni, le cui aspettative, esperienze e saggezza sono state trasmesse da numerose generazioni. Porto in me la vita, il sangue, l'esperienza, la saggezza, la felicità e la tristezza di tutte le passate generazioni. Sto praticando per trasformare la sofferenza e tutti gli elementi che hanno bisogno di trasformazione. Apro il mio cuore e tutto me stesso a ricevere l'energia delle intuizioni profonde, dell'amore e dell'esperienza trasmessi da tutti i miei antenati. So di essere soltanto la continuazione di questo lignaggio. Per favore, aiutatemi, proteggetemi e trasmettetemi la vostra energia. So che ovunque ci siano bambini e nipoti, ci sono anche predecessori. So che i genitori amano e aiutano i loro figli e nipoti, anche se non sempre sono capaci di esprimerlo nel modo giusto, a causa delle difficoltà incontrate nella loro vita. Comprendo che i miei antenati cercarono di costruire un modo di vivere basato su gratitudine, gioia, fiducia, rispetto e amore. Sentendomi come una continuazione dei miei antenati, mi inchino e lascio che la loro energia fluisca in me. Chiedo ai miei antenati aiuto, protezione e forza.
(TRE RESPIRI, CAMPANA, TUTTI SI ALZANO IN PIEDI E, A MANI GIUNTE, PRATICANO IL RESPIRO CONSAPEVOLE)
Secondo toccare la terra
Con gratitudine tocco la terra per entrare in contatto con tutte le generazioni di antenati della mia famiglia spirituale.
(CAMPANA) (testo da contemplare mentre si tocca la terra:)
Vedo in me i miei maestri, coloro che mi mostrano la via dell'amore e della comprensione, il modo di respirare, sorridere, perdonare e vivere profondamente il momento presente. Attraverso i miei maestri, vedo tutti i maestri delle diverse generazioni e tradizioni, fino a quelli che hanno dato inizio alla mia famiglia spirituale, migliaia di anni fa. Vedo come miei maestri e antenati spirituali il Buddha, Gesù Cristo e i patriarchi. L'energia di tutte le generazioni dei maestri ancestrali è entrata in me e sta creando gioia, pace, comprensione e amore. So che l'energia dei nostri maestri spirituali ha trasformato profondamente il mondo; senza questi maestri spirituali non conoscerei il modo di praticare che porta pace e felicità nella mia vita e nella vita della mia famiglia e della società. Apro il mio cuore e il mio corpo per ricevere l'energia della comprensione, della gentilezza amorevole e della protezione, dai Risvegliati, dai loro insegnamenti e dalla comunità di pratica attraverso molte generazioni. Io sono la continuazione dei maestri risvegliati. Chiedo ai miei antenati spirituali di trasmettermi la loro inesauribile fonte di energia, pace, stabilità, comprensione e amore. Faccio voto di praticare per trasformare la sofferenza mia e del mondo e per trasmettere la loro energia alle future generazioni di praticanti. Comprendo che i miei antenati spirituali possono avere avuto delle difficoltà nell'offrire gli insegnamenti, ma li accetto così come sono.
(TRE RESPIRI, CAMPANA, TUTTI SI ALZANO IN PIEDI E, A MANI GIUNTE, PRATICANO IL RESPIRO CONSAPEVOLE)
Terzo toccare la terra
Con gratitudine mi inchino a questa terra per entrare in contatto con tutti gli antenati che l'hanno resa bella e abitabile. (CAMPANA) (testo da contemplare mentre si tocca la terra:)
Comprendo di essere interamente nutrito e protetto da questa terra, da tutti gli esseri che sono vissuti qui e da coloro che, attraverso i loro sforzi, hanno facilitato e reso possibile la mia vita. Vedo tutti coloro che, lavorando alacremente, con capacità, perseveranza e amore, hanno innalzato cattedrali, composto opere letterarie, costruito ponti e strade, ospedali e scuole, hanno protetto i diritti umani, hanno sviluppato la cultura, l'arte e la scienza, hanno combattuto per la libertà e la giustizia sociale. Sento l'energia di questa terra fluire nel mio corpo e nella mia anima, accettandomi ed aiutandomi. Faccio voto di alimentare e mantenere questa energia e di trasmetterla alle future generazioni. Faccio voto di offrire un contributo per trasformare la violenza, l'odio e la delusione che ancora giacciono profondi nella coscienza collettiva di questa società, in modo tale che le future generazioni abbiano maggiore sicurezza, gioia e pace. Chiedo a questa terra la sua protezione e il suo aiuto.
(TRE RESPIRI, CAMPANA, TUTTI SI ALZANO IN PIEDI E, A MANI GIUNTE, PRATICANO IL RESPIRO CONSAPEVOLE)
Quarto toccare la terra
Con gratitudine e compassione tocco la terra per trasmettere la mia energia a coloro che amo.
(CAMPANA) (testo da contemplare mentre si tocca la terra:)
Tutta l'energia che ho ricevuto voglio ora trasmetterla a mio padre, a mia madre e a tutti coloro che amo, a tutti coloro che hanno sofferto e si sono preoccupati per il mio bene. So di non essere stato sufficientemente attento e consapevole nella mia vita quotidiana. So anche che coloro che mi amano hanno avuto le loro personali difficoltà; hanno sofferto perché non sono stati così fortunati da avere attorno a sé un contesto favorevole al loro pieno sviluppo. Trasmetto la mia energia a mia madre, a mio padre, ai miei fratelli, alle mie sorelle, a coloro che amo, a mio marito o a mia moglie, a mia figlia, a mio figlio, per alleviare il loro dolore, così che possano sorridere e sentire la gioia di essere vivi. Voglio che siano tutti in salute e pieni di gioia. So che quando loro sono felici anch'io lo sono. Non provo alcun risentimento e prego che tutti gli antenati e le loro famiglie spirituali concentrino le energie su coloro che amo per proteggerli e aiutarli. So di non essere separato e di essere uno con coloro che amo.
(TRE RESPIRI, CAMPANA, TUTTI SI ALZANO IN PIEDI E, A MANI GIUNTE, PRATICANO IL RESPIRO CONSAPEVOLE)
Quinto toccare la terra
Con comprensione e compassione tocco la terra per riconciliarmi con tutti coloro che mi hanno fatto soffrire.
(CAMPANA) (testo da contemplare mentre si tocca la terra:)
Apro il mio cuore e mando la mia energia d'amore e di comprensione a tutti coloro che mi hanno fatto soffrire, a coloro che hanno distrutto gran parte della mia vita e della vita di coloro che amo. Adesso so che queste persone hanno loro stesse patito molto e che i loro cuori sono pieni di dolore, rabbia e odio. So che chiunque abbia sofferto così tanto, farà soffrire gli altri. So che possono essere stati così sfortunati da non avere avuto nessuno che si occupasse di loro e che li amasse. La vita e la società hanno riservato loro prove molto dure. Sono stati male indirizzati, violentemente offesi e non rispettati; non sono stati guidati verso una vita consapevole. Hanno accumulato nei confronti della vita percezioni sbagliate. Hanno commesso degli errori con me e con le persone che amo. Prego i miei antenati, spirituali e di sangue, di indirizzare energia di amore e protezione alle persone che mi hanno fatto soffrire, così che i loro cuori possano accogliere la dolcezza dell'amore e possano sbocciare come un fiore. Prego che siano trasformati per sperimentare la gioia di vivere in modo che non continuino a soffrire e non facciano più soffrire gli altri. Vedo la loro sofferenza e non voglio che continui. Non desidero portare in me alcun rancore o altra rabbia verso di loro. Mando loro la mia energia di amore e di comprensione e chiedo a tutti i miei antenati di aiutarli.
(TRE RESPIRI, CAMPANA, TUTTI SI ALZANO IN PIEDI E, A MANI GIUNTE, PRATICANO PER QUALCHE SECONDO IL RESPIRO CONSAPEVOLE, POI DUE SUONI DI CAMPANA CONCLUSIVI)
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Citazione Gabo #26
Non vi voglio più. Voglio un altro papà e un'altra mamma.
Vado al negozio e compro un papà e una mamma nuovi.
Vado al negozio e compro un papà e una mamma nuovi.
domenica 22 novembre 2009
Pugilato filosofico. II round
Nuovo appuntamento con la Jam Session Filosofica al Teatro Ariberto, in via Crespi 9 a Milano.
Domenica 22 novembre, a partire dalle ore 21,00.
Il sottoscritto e Stefano Chiodini saranno sotto al palco, pianoforte e sax, come nel vecchio avanspettacolo.
Tutte le informazioni dettagliate, qui.
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sabato 21 novembre 2009
Citazione Gabo #25
"Malattia Gormiti", altro che influenza A.
Tutto quel che è gormiti è un tormentone formato bimbo biondo di quasi quattro anni.
Come è arrivato? Come un virus, si diffonde di bimbo in bimbo.
La canzone la conoscono un po' tutti.
E mi riservo la pietà di non linkarla qui.
La versione di Gabo è razziale. Fa così:
- Gormiti! Semiti!
- Più uniti! Più forti!
(e si perde la rima)
L'originale dice:
- Gormiti! Che miti!
- Più forti! Più uniti!
Tutto quel che è gormiti è un tormentone formato bimbo biondo di quasi quattro anni.
Come è arrivato? Come un virus, si diffonde di bimbo in bimbo.
La canzone la conoscono un po' tutti.
E mi riservo la pietà di non linkarla qui.
La versione di Gabo è razziale. Fa così:
- Gormiti! Semiti!
- Più uniti! Più forti!
(e si perde la rima)
L'originale dice:
- Gormiti! Che miti!
- Più forti! Più uniti!
Citazione Gabo #24
Io voglio un fratellino.
Se è femmina la chiamiamo Giovanna.
Se è maschio Giovannu.
Se è femmina la chiamiamo Giovanna.
Se è maschio Giovannu.
Citazione Gabo #23
Adesso prendo il libretto di Peter Pan.
Tu indovini che ho preso il libretto di Peter Pan.
Tu indovini che ho preso il libretto di Peter Pan.
giovedì 19 novembre 2009
Elsa e il passero
Il mio amico Harry Naybors pubblica sul suo blog (che curo io, ma non cercate di capirci qualcosa) l'ultimo disegno dal blog di Renee French (e lo pubblico anche io qui sopra). Per conoscere qualcosa di Renee vi consiglio di cercare nel blog di Harry e di sfogliare le pagine dell'autrice.
Qualche giorno fa, Elsa, la nostra micia, ha lasciato il corpicino decapitato e sanguinante di un passerotto davanti alla porta di casa. Le piume erano sparpagliate disordinatamente sullo zerbino. L'istinto non si discute, ho pensato. La dolce crudeltà della natura mi colpisce in questi semplici atti animali. La crudeltà di un uccellino straziato e trasceso, la dolcezza dell'offerta di Elsa, che lascia davanti casa dei suoi cari l'esito della sua caccia.
Elsa abita fuori casa. Si muove liberamente per il parco del Curone, si difende dagli agguati di enormi maschi in calore, ci chiede la pappa quando ha fame e ricerca il calore della stufa, in quei pochi momenti in cui le apriamo la porta.
Non lesina fusa, quando la prendo in braccio, ma il suo comportamento cambia con Lorelei e soprattutto con Gabo. Sono cresciuti insieme, i due cuccioli, e hanno imparato a pizzicarsi ed evitarsi. Chi ha la peggio è sempre Gabo. Ieri sera Elsa si puliva sul tappetino della cucina quando con un agguato ha arpionato la calza del piede sinistro di Gabo che passava di lì facendolo volare a terra, lui e la sua enorme astronave in lego. Ha pianto, Gabo, mentre Elsa si rifugiava lentamente sotto al tavolo, per timore della nostra reazione, genitori protettivi.
Vicino allo zerbino pieno di piume, alla destra di quel corpo decapitato e di quelle ossicina senza vita, c'era un grumo di vomito, pappa mischiato carne di passero michiato piume.
Ingorda dilettante.
Qualche giorno fa, Elsa, la nostra micia, ha lasciato il corpicino decapitato e sanguinante di un passerotto davanti alla porta di casa. Le piume erano sparpagliate disordinatamente sullo zerbino. L'istinto non si discute, ho pensato. La dolce crudeltà della natura mi colpisce in questi semplici atti animali. La crudeltà di un uccellino straziato e trasceso, la dolcezza dell'offerta di Elsa, che lascia davanti casa dei suoi cari l'esito della sua caccia.
Elsa abita fuori casa. Si muove liberamente per il parco del Curone, si difende dagli agguati di enormi maschi in calore, ci chiede la pappa quando ha fame e ricerca il calore della stufa, in quei pochi momenti in cui le apriamo la porta.
Non lesina fusa, quando la prendo in braccio, ma il suo comportamento cambia con Lorelei e soprattutto con Gabo. Sono cresciuti insieme, i due cuccioli, e hanno imparato a pizzicarsi ed evitarsi. Chi ha la peggio è sempre Gabo. Ieri sera Elsa si puliva sul tappetino della cucina quando con un agguato ha arpionato la calza del piede sinistro di Gabo che passava di lì facendolo volare a terra, lui e la sua enorme astronave in lego. Ha pianto, Gabo, mentre Elsa si rifugiava lentamente sotto al tavolo, per timore della nostra reazione, genitori protettivi.
Vicino allo zerbino pieno di piume, alla destra di quel corpo decapitato e di quelle ossicina senza vita, c'era un grumo di vomito, pappa mischiato carne di passero michiato piume.
Ingorda dilettante.
mercoledì 18 novembre 2009
Da un caro amico mi arriva...
Da un caro amico mi arriva l’idea che quella che chiamiamo banalmente apertura del terzo occhio, che per alcune tradizioni è un fondamentale veicolo di trasformazione e realizzazione, altro non sia, in realtà, che una reazione psicosomatica che crea una sorta di dipendenza, quando sottoposta ai desideri dell’ego.
La connotazione è evidentemente negativa. La domanda che mi poneva il mio amico, semplificando, ha a che fare con il cambiamento profondo: esperienze anche prolungate di questo tipo portano a una reale trasformazione?
Aggiungo che il mio amico ha un’esperienza ben più profonda e prolungata di me in questi ambiti. Rispetto a lui sono una specie di novizio in erbe. Il che, per certi versi, mi rinfranca. So infatti per sentito dire che una delle difficoltà dei percorsi di meditazione è il tempo, superata la fase iniziale dell’entusiasmo. Il tempo mette a dura prova la concentrazione e la determinazione.
Insomma, all’interno di queste sintetiche considerazioni c’è un intero mondo. Complesso?
Forse no.
Leggendo il Libro Tibetano dei Morti, un’opera del V secolo d.C. che trovo poeticamente elevatissima e spiritualmente illuminante, si ritrova più volte un concetto chiaro e fortissimo: che la liberazione, superata la paura, sta nella piena consapevolezza presente, che non è consapevolezza dell’agire, ma puro movimento dell’essere senza mediazioni intellettuali. Io non lo so spiegare, per cui rimando al libro. Però una riflessione mi è nata stamattina. Che la pace che si genera dalla piena consapevolezza ha anche un profondissimo risvolto psicosomatico.
Abituati a usare in senso negativo (sintomatico) il termine “psicosomatico” rischiamo di vedere solo una faccia della questione. Se la ricerca (psicosomatica) è quella della pace, della calma della mente che si diffonde nel corpo, del rilassamento del corpo che si riflette nella mente, allora istantaneamente il problema scompare. In effetti, ritornando alle parole del mio caro amico, il punto probabilmente non sta nel risvolto psicosomatico, ma nell’ansia della ricerca, che sa abilmente piegarsi alle abitudini e alle ansie automatiche della quotidianità. Per quella che è la mia esperienza, le uniche vere risposte, le nostre più profonde risorse, sono l’attenzione consapevole al respiro e l’idea semplice quanto precisa espressa dal seguente mantra: “le sensazioni vanno e vengono come le nuvole del cielo”, che è l’esemplificazione del non attaccamento. Che è la capacità di non cadere nell’errore che Buddha chiama della seconda freccia. E che rappresenta la trappola più evidente che si affaccia alla nostra mente giorno dopo giorno dopo giorno, il più grande ostacolo alla determinazione al cambiamento, come opposto all’ansia della trasformazione, alla volontà dell’illuminazione, sottospecie falso-buddhica di attaccamento dell’io. Identificazione positiva insidiosa perché ben accolta e, per molti versi, molto amata.
La connotazione è evidentemente negativa. La domanda che mi poneva il mio amico, semplificando, ha a che fare con il cambiamento profondo: esperienze anche prolungate di questo tipo portano a una reale trasformazione?
Aggiungo che il mio amico ha un’esperienza ben più profonda e prolungata di me in questi ambiti. Rispetto a lui sono una specie di novizio in erbe. Il che, per certi versi, mi rinfranca. So infatti per sentito dire che una delle difficoltà dei percorsi di meditazione è il tempo, superata la fase iniziale dell’entusiasmo. Il tempo mette a dura prova la concentrazione e la determinazione.
Insomma, all’interno di queste sintetiche considerazioni c’è un intero mondo. Complesso?
Forse no.
Leggendo il Libro Tibetano dei Morti, un’opera del V secolo d.C. che trovo poeticamente elevatissima e spiritualmente illuminante, si ritrova più volte un concetto chiaro e fortissimo: che la liberazione, superata la paura, sta nella piena consapevolezza presente, che non è consapevolezza dell’agire, ma puro movimento dell’essere senza mediazioni intellettuali. Io non lo so spiegare, per cui rimando al libro. Però una riflessione mi è nata stamattina. Che la pace che si genera dalla piena consapevolezza ha anche un profondissimo risvolto psicosomatico.
Abituati a usare in senso negativo (sintomatico) il termine “psicosomatico” rischiamo di vedere solo una faccia della questione. Se la ricerca (psicosomatica) è quella della pace, della calma della mente che si diffonde nel corpo, del rilassamento del corpo che si riflette nella mente, allora istantaneamente il problema scompare. In effetti, ritornando alle parole del mio caro amico, il punto probabilmente non sta nel risvolto psicosomatico, ma nell’ansia della ricerca, che sa abilmente piegarsi alle abitudini e alle ansie automatiche della quotidianità. Per quella che è la mia esperienza, le uniche vere risposte, le nostre più profonde risorse, sono l’attenzione consapevole al respiro e l’idea semplice quanto precisa espressa dal seguente mantra: “le sensazioni vanno e vengono come le nuvole del cielo”, che è l’esemplificazione del non attaccamento. Che è la capacità di non cadere nell’errore che Buddha chiama della seconda freccia. E che rappresenta la trappola più evidente che si affaccia alla nostra mente giorno dopo giorno dopo giorno, il più grande ostacolo alla determinazione al cambiamento, come opposto all’ansia della trasformazione, alla volontà dell’illuminazione, sottospecie falso-buddhica di attaccamento dell’io. Identificazione positiva insidiosa perché ben accolta e, per molti versi, molto amata.
martedì 17 novembre 2009
Jazz e presentazione di un libro per ragazzi
Martedì 17 novembre con Stefano Chiodini, in duo, si suona standard jazz alla libreria Nuova Scaldapensieri, via Don Bosco 39 a Milano, a partire dalle ore 19.
Verrà presentato il libro per ragazzi Arlys, scritto da Marina Irali e illustrato da Alessandra Bagnoli, con reading.
I C2:
Guglielmo Nigro - pianoforte
Stefano Chiodini - sax soprano
Musica di specie...
Verrà presentato il libro per ragazzi Arlys, scritto da Marina Irali e illustrato da Alessandra Bagnoli, con reading.
I C2:
Guglielmo Nigro - pianoforte
Stefano Chiodini - sax soprano
Musica di specie...
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martedì 10 novembre 2009
lunedì 9 novembre 2009
Vita da scemo
Lasciàti alle spalle gli anni della paura, che mi costringevano a posizioni di chiusura e conservazione, oggi la mia anima (si, forse è proprio lei) mi chiama a nuove aperture.
La sensazione di espansione è inebriante, più del vino, del sesso e della regressione.
E per ogni giorno che nasce e il mio tempo che si accorcia, vedo il colpo al cerchio che offre nuovi inizi a ogni riflesso del sole.
Se mai decidessi di fare il comico, potrei partire dalla base, dalla cacca, certo di poter raccogliere almeno il sorriso di Gabo. Ma per quanto ancora?
E invece parlo del tempo come si parla di Dio.
Con convinta circospezione. Una cosa per intenderne un'altra.
"Perché dissi che Dio ingannò il primo uomo, lo costrinse a viaggiare una vita da scemo..."
La sensazione di espansione è inebriante, più del vino, del sesso e della regressione.
E per ogni giorno che nasce e il mio tempo che si accorcia, vedo il colpo al cerchio che offre nuovi inizi a ogni riflesso del sole.
Se mai decidessi di fare il comico, potrei partire dalla base, dalla cacca, certo di poter raccogliere almeno il sorriso di Gabo. Ma per quanto ancora?
E invece parlo del tempo come si parla di Dio.
Con convinta circospezione. Una cosa per intenderne un'altra.
"Perché dissi che Dio ingannò il primo uomo, lo costrinse a viaggiare una vita da scemo..."
sabato 7 novembre 2009
Fuga all'inglese
Entro nel bagno dell’ufficio.
La finestra dietro al gabinetto è aperta. Sui bordi del cesso impronte di scarpe.
Qualcuno si è buttato dal quinto piano, oppure è salito per evacuare.
La giornata inizia bene.
La finestra dietro al gabinetto è aperta. Sui bordi del cesso impronte di scarpe.
Qualcuno si è buttato dal quinto piano, oppure è salito per evacuare.
La giornata inizia bene.
martedì 27 ottobre 2009
Maria
Dalla terra ho scovato questo brano cantato da Mina.
Un brano sacro di un anonimo del XII secolo.
Mina non è cantante di musica sacra.
Ma questa interpretazione ha la concretezza e la profondità di una madre, qualunque madre che soffre per il figlio. Lo ascolto spesso, in questi giorni.
Un brano sacro di un anonimo del XII secolo.
Mina non è cantante di musica sacra.
Ma questa interpretazione ha la concretezza e la profondità di una madre, qualunque madre che soffre per il figlio. Lo ascolto spesso, in questi giorni.
Le cose da fare
Fatto quello che dovevo fare, mi fermo.
Ascolto una musica malinconica che arriva non so da dove.
Immagino di stringere Gabo, come in quella piccola foto sulla destra, quella del profilo.
Dove è andato quell'essere minuscolo?
Oggi un'amica mi ha parlato della sua rabbia, come si parla di un amore antico.
Ne abbiamo cantato.
Ora mi fermo, ma sono certo di stare immobile?
E se ritiro la biancheria dal balcone, avrò un sorriso da lei?
Il mio balcone guarda la valle, dove gli alberi cambiano colore e il fumo dei camini ricama il cielo.
Sono silenzioso, ma la musica non si è fermata. Mi ero scordato del silenzio.
Chiudo qui, la finestra, lo stendino, lo stereo, il mac, gli occhi.
Sh!
Ascolto una musica malinconica che arriva non so da dove.
Immagino di stringere Gabo, come in quella piccola foto sulla destra, quella del profilo.
Dove è andato quell'essere minuscolo?
Oggi un'amica mi ha parlato della sua rabbia, come si parla di un amore antico.
Ne abbiamo cantato.
Ora mi fermo, ma sono certo di stare immobile?
E se ritiro la biancheria dal balcone, avrò un sorriso da lei?
Il mio balcone guarda la valle, dove gli alberi cambiano colore e il fumo dei camini ricama il cielo.
Sono silenzioso, ma la musica non si è fermata. Mi ero scordato del silenzio.
Chiudo qui, la finestra, lo stendino, lo stereo, il mac, gli occhi.
Sh!
venerdì 23 ottobre 2009
mercoledì 7 ottobre 2009
Ti aspettiamo!
Gabo scatta foto da prospettive inedite (appena ho tempo le pubblico).
Il suo sguardo è minimalista e a tratti surreale, secondo la percezione che ne ho io, da papà innamorato.
Al telefono dice ti aspettiamo! esprimendo la gioia di un’attesa che è a volte troppo lunga.
Mi sto aspettando. L’attesa non è statica, ma incerta. Ho letto una cosa, a proposito della consapevolezza. Si sottolineava la differenza tra la consapevolezza del fare qualcosa e la consapevolezza vera e propria. Non avevo mai riflettuto in questi termini. Ma risolve un imbarazzo. Se commetto un omicidio in piena consapevolezza del mio fare, a cosa mi serve?
Quanti "omicidi" commettiamo contro il prossimo e la nostra felicità?
È così difficile sacrificare il proprio io, in questo movimento nevrotico.
La consapevolezza della visione profonda è la pace della piena accettazione. Sgombrare le ombre è difficile, soprattutto quando si ingarbugliano con l’ideale di noi che con diligenza strutturiamo ogni giorno, tra desideri, appetiti, insonnie, dolori al collo, inutili corse, respiri superficiali.
A volte, nel pieno di un litigio, nel fuoco della rabbia, mi chiedo a cosa serve tutto questo per il mio io?
E non si sgonfia. Se non nel silenzio dell’attesa. Della sospensione.
Posso accettare questo sudore tra le dita dei piedi e l’odore che si porta? Posso accettare di essere pessimo, nella fiducia di una trasformazione quotidiana?
Circondato dalla convinzione che tanto non si cambia mai.
Nei riflessi del sole, percepisco la luce dell’impermanenza.
Il suo sguardo è minimalista e a tratti surreale, secondo la percezione che ne ho io, da papà innamorato.
Al telefono dice ti aspettiamo! esprimendo la gioia di un’attesa che è a volte troppo lunga.
Mi sto aspettando. L’attesa non è statica, ma incerta. Ho letto una cosa, a proposito della consapevolezza. Si sottolineava la differenza tra la consapevolezza del fare qualcosa e la consapevolezza vera e propria. Non avevo mai riflettuto in questi termini. Ma risolve un imbarazzo. Se commetto un omicidio in piena consapevolezza del mio fare, a cosa mi serve?
Quanti "omicidi" commettiamo contro il prossimo e la nostra felicità?
È così difficile sacrificare il proprio io, in questo movimento nevrotico.
La consapevolezza della visione profonda è la pace della piena accettazione. Sgombrare le ombre è difficile, soprattutto quando si ingarbugliano con l’ideale di noi che con diligenza strutturiamo ogni giorno, tra desideri, appetiti, insonnie, dolori al collo, inutili corse, respiri superficiali.
A volte, nel pieno di un litigio, nel fuoco della rabbia, mi chiedo a cosa serve tutto questo per il mio io?
E non si sgonfia. Se non nel silenzio dell’attesa. Della sospensione.
Posso accettare questo sudore tra le dita dei piedi e l’odore che si porta? Posso accettare di essere pessimo, nella fiducia di una trasformazione quotidiana?
Circondato dalla convinzione che tanto non si cambia mai.
Nei riflessi del sole, percepisco la luce dell’impermanenza.
venerdì 2 ottobre 2009
mercoledì 30 settembre 2009
Finali
Per Disney era impossibile non concludere una storia con un lieto fine.
Per Hans Christian Andersen era impossibile concludere una storia con un lieto fine.
In Fantasia 2000, il soldatino di stagno innamorato della ballerina si salva, e il troll della scatola finisce nel fuoco.
Nel racconto originale di Andersen, ovviamente, nel fuoco finiscono la ballerina e il soldatino, uniti per sempre nella "morte".
Così, ci pensavo. Gabo è rimasto male a sentire il finale originale della storia, dopo aver visto più volte Fantasia. Son tradimenti.
Modificare io il finale alla storia di Andersen? Non direi, la verità è importante.
Per Hans Christian Andersen era impossibile concludere una storia con un lieto fine.
In Fantasia 2000, il soldatino di stagno innamorato della ballerina si salva, e il troll della scatola finisce nel fuoco.
Nel racconto originale di Andersen, ovviamente, nel fuoco finiscono la ballerina e il soldatino, uniti per sempre nella "morte".
Così, ci pensavo. Gabo è rimasto male a sentire il finale originale della storia, dopo aver visto più volte Fantasia. Son tradimenti.
Modificare io il finale alla storia di Andersen? Non direi, la verità è importante.
venerdì 25 settembre 2009
Lettera ai genitori sulla "nuova influenza"
Il Dott. Eugenio Serravalle, Specialista in Pediatria Preventiva, ci parla dei vaccini sulle nuove influenze.
Riporto per intero la lettera che ha scritto ai genitori (http://bambinonaturale.it)
LETTERA AI GENITORI SULLA “NUOVA INFLUENZA”Riporto per intero la lettera che ha scritto ai genitori (http://bambinonaturale.it)
Cari genitori,
ogni giorno parliamo della nuova influenza, e mi chiedete se sia utile e sicuro vaccinare i bambini.
La mia risposta è NO! Un ‘no’ motivato e ponderato, frutto delle analisi delle conoscenze fornite dalla letteratura medica internazionale. Un ‘no’ controcorrente perché molti organismi pubblici, alcune società scientifiche e i mezzi di comunicazione trasmettono messaggi differenti:
avranno le loro ragioni.
Influenza stagionale e influenza A/H1N1: alcuni dati a confronto
L’epidemia, iniziata in Messico nel 2009, è di modesta gravità: il virus A/H1N1 si è dimostrato meno aggressivo della comune influenza stagionale. Si manifesta come qualsiasi forma influenzale: febbre, mal di testa, dolori muscolari, nausea, diarrea tosse. Non sarà l’unica patologia che colpirà i bambini in questo inverno, e non sarà facile distinguerla dai circa 500 (tra tipi e sottotipi) virus capaci di infettare i bambini. I test rapidi per identificare il virus dell’influenza A hanno poca sensibilità (dal 10 al 60%). Il test quindi non garantisce con certezza se si tratti di influenza A/H1N1.
Sembra però essere un virus molto contagioso, ed è stato dichiarato lo stato di pandemia. La sola parola-pandemia-fa paura. Ma questa definizione è stata appositamente modificata, facendo scomparire il criterio della gravità, cioè della mortalità che la malattia può provocare. La nuova influenza può colpire più persone, pare, ma provoca meno morti di qualunque altra influenza trascorsa. La mortalità, ossia il numero di persone morte rispetto ai casi segnalati, registrata finora nei paesi dove l’A/H1N1 è circolato ampiamente è dello 0,3% in Europa e dello 0,4% negli USA. In realtà potrebbe essere ancora inferiore. Perché generalmente i casi con sintomi lievi sfuggono alla sorveglianza (e quindi i contagiati possono essere molti di più), ed alcuni decessi possono essere dovuti ad altre cause e non al virus (anche se ad esso viene data la responsabilità).
Non deve meravigliare: purtroppo si può, e si muore, di influenza, se si soffre di una patologia cronica, di una malformazione organica, di una malattia immunitaria, o se si è anziani.
Le cifre variano in base alla fonte dei dati. Per esempio in Gran Bretagna sono stati registrati 30 morti su centomila casi e negli USA solo 302 su un milione di casi. Nell’inverno australe (che coincide con l’estate in Italia) in Argentina sono morte circa 350 persone, in Cile 128 ed in Nuova Zelanda 16. Quasi alla fine dell’inverno australe, sinora nel mondo intero si sono avuti 2501 decessi. Per fare un paragone, si calcola che in Spagna, durante un inverno “normale” i decessi per influenza stagionale sono circa 1500-3000.
La mortalità per influenza A riguarda prevalentemente persone di età minore di 65 anni, in quanto i soggetti di età superiore sembrano avere un certo grado di protezione, a seguito di epidemie passate dovute a virus simili.
Il 90% dei decessi per influenza stagionale riguarda persone sopra i 65 anni di età, l’influenza A colpisce invece prevalentemente persone di età inferiore (solo il 10% dei casi mortali si colloca nella fascia di età sopra i 65 anni). Ma, in numero assoluto, l’influenza A provoca pochi decessi tra i giovani; negli USA ogni anno muoiono per influenza stagionale circa 3600 persone sotto i 65 anni, mentre finora ne sono morte 324 nella stessa fascia di età per influenza A. In Australia ogni anno per l’influenza stagionale muoiono circa 310 persone sotto i di 65 anni. A inverno ormai terminato, ne sono morte 132 per influenza A, di cui circa 119 sotto i 65 anni.
Perchè allora il panico?
Quanto successo nei Paesi dell’Emisfero australe ci rassicura: l’influenza A semplicemente arriva a colpire (leggermente) molte persone. Eppure i mezzi di informazione hanno creato il panico. E’ un tipico esempio di “invenzione delle malattie” (disease mongering). Non si tratta della prima volta. Nel 2005 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva previsto fino a sette milioni di morti per l’influenza aviaria. Alla fine i morti furono 262. Si tratto’ di un gravissimo errore prognostico?
Secondo una delle maggiori banche di affari del mondo (JP Morgan) l’attuale vendita di farmaci anti-influenzali e di vaccini muoverebbe un giro di oltre 10 miliardi di dollari.
I medicinali funzionano?
Non esiste alcun trattamento preventivo: i farmaci antivirali, Oseltamivir (Tamiflu) e Zanamivir (Relenza), non prevengono la malattia e su individui già ammalati l’azione dimostrata di questi farmaci è di poter accorciare di mezza giornata la durata dei sintomi dell’influenza. Ne’ va dimenticato che gli antivirali possono causare effetti collaterali importanti. Il 18% dei bambini in età scolare del Regno Unito, a cui è stato somministrato l’Oseltamivir contro l’A/H1N1, ha presentato sintomi neuropsichiatrici e il 40% sintomi gastroenterici.
…E i vaccini?
I vaccini contro il nuovo virus A/H1N1 sono ancora in fase di sperimentazione. Nessuno è in grado di sapere se e quanto saranno efficaci e sicuri, ma vengono pubblicizzati, con gran clamore. Basta che il virus cambi (per mutazione, o per riassortimento con altri virus) per rendere inefficace il vaccino già messo a punto. Sulla sicurezza sia l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che l’Agenzia del farmaco europea (EMEA) dichiarano necessaria un’attenta sorveglianza. Alcuni vaccini sono allestiti con tecnologie nuove e saranno testati su poche centinaia di bambini e adulti volontari, e soltanto per pochi giorni.
Il vaccino che meglio conosciamo, quello contro l’influenza stagionale, sappiamo che ha un’efficacia del 33% tra bambini e adolescenti e che è assolutamente inutile nei minori di due anni. Esistono anche dubbi circa la sua efficacia negli adulti e negli anziani.
Non conosciamo la sicurezza del vaccino per l’influenza A, ma ricordiamo che nel 1976 negli USA fu prodotto un vaccino simile, anche allora con una gran fretta per un pericolo di pandemia, ed il risultato fu un’epidemia di reazioni avverse gravi (sindrome di Guillan-Barrè, una malattia neurologica), per cui la campagna di vaccinazione fu subito sospesa. La fretta non è mai utile, tanto più per fermare un’influenza come quella A, la cui mortalità è così bassa. Conviene non ripetere l’errore del 1976.
Un’altra motivazione a favore della vaccinazione è il cercare di ridurre la circolazione del virus A/H1N1 per diminuire le opportunità di ricombinazione con altri sottotipi. Ma attualmente non esistono strumenti o modelli teorici per prevedere una eventuale evoluzione pericolosa del virus. Sul piano teorico, proprio la vaccinazione di massa potrebbe indurre il virus a mutare in una forma più aggressiva.
Come curarsi?
Per curare l’influenza A occorrono: riposo, una buona idratazione, una alimentazione adeguata, una igiene corretta. Non si deve tossire davanti agli altri senza riparare naso e bocca, bisogna evitare di toccarsi il naso, la bocca, gli occhi, facili vie di accesso dei virus, occorre lavarsi le mani spesso ed accuratamente con acqua e sapone. Non è dimostrato che l’uso di mascherine serva a limitare la propagazione dell’epidemia.
Se decidete comunque per la vaccinazione, vi verrà richiesto di firmare il “consenso informato”, una informativa sui rischi. Leggetelo bene, prima di decidere, chiedete informazioni scritte sui benefici e i rischi. Chiedete e chiediamo insieme, per tutti i vaccinati, che sia attivato un programma di sorveglianza attivo, capace davvero di registrare e trattare i gravi problemi di salute che possono presentarsi dopo la vaccinazione. Chiedete e chiediamo che si prevedano risorse economiche per l’indennizzo ai danneggiati.
Chiediamo di non speculare sulla salute e sulla paura.
Dott. Eugenio Serravalle,
Specialista in Pediatria Preventiva, Puericultura-Patologia Neonatale
Pisa 6 settembre 2009
Per la stesura della lettera ho utilizzato quanto scritto dal Dr J. Gérvas:
http://www.equipocesca.org/Gripe
https://mail.sns.it/Redirect/www.equipocesca.org/Gripe_A, paciencia y
tranquilidad
http://www.equipocesca.org/wp-content/uploads/2009/08/gripe-a-paciencia-y-
tranquilidad-9.doc
https://mail.sns.it/Redirect/www.equipocesca.org/wp-content/uploads/2009/08
/gripe-a-paciencia-y-tranquilidad-9.doc.
Agosto 2009
e la Lettera aperta sulla nuova influenza dell’Associazione Culturale Pediatri.
martedì 22 settembre 2009
Continuazione
Davanti a mio padre che ieri ha compiuto 68 anni mi sento più grande.
Ho imparato ad amarlo, dopo molti anni di lotta, per quello che è,
per quello che sono.
La-sua-continuazione.
La-sua-continuazione.
Sono oggi quello che non sarò domani.
Ma la voce di mio padre mi accompagna spesso. Sento la sua dolcezza, la sua impreparazione alla vita, la sua determinazione ad affrontarla con precisi valori.
Vedo la sua impossibilità a lasciare andare. Tiene, determina, controlla, anche quello che non può.
E soffre.
Ed è orgoglioso.
E non dirà mai, aiutami. Ho bisogno di te.
La-sua-continuazione.
Ti sono vicino.
Ho imparato ad amarlo, dopo molti anni di lotta, per quello che è,
per quello che sono.
La-sua-continuazione.
La-sua-continuazione.
Sono oggi quello che non sarò domani.
Ma la voce di mio padre mi accompagna spesso. Sento la sua dolcezza, la sua impreparazione alla vita, la sua determinazione ad affrontarla con precisi valori.
Vedo la sua impossibilità a lasciare andare. Tiene, determina, controlla, anche quello che non può.
E soffre.
Ed è orgoglioso.
E non dirà mai, aiutami. Ho bisogno di te.
La-sua-continuazione.
Ti sono vicino.
mercoledì 16 settembre 2009
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