domenica 11 aprile 2010
Senza occhi
Vedi, da est, la collina che si piega?
Se ascolti, senti i passi di milioni di formiche.
Lasciano solchi leggeri nella terra umida.
Al di sopra, tra i rami degli alberi,
le rondini sono tornate a nidificare.
Quanti anni vivono le rondini?
Quante volte ripercorrono gli stessi voli primaverili?
Sento freddo alla radice dei capelli.
Ti prude la testa, e mi dici, mi gratti qui?
Sono i pensieri. Come quando lottando sul lettone
ci siamo scontrati, la tua testa e la mia spalla.
Proprio contro il cervello, hai detto.
E mentre io ridevo sentivo la potenza del tuo pensiero
che deve ancora dispiegarsi come rondine
al primo volo.
Le formiche ci hanno rubato il pane.
Hanno trovato la via di casa
e costruito percorsi invisibili da un lato
all'altro del soggiorno.
Disperati, le abbiamo cacciate.
Sterminate.
Di quale vita sono morti i dinosauri,
mi chiedi prima di dormire?
Di quale vita muoriamo ogni giorno?
I capelli cambiano colore, come le foglie.
I volti si segnano, la pelle si macchia.
La mente si complica con la memoria.
E il corpo trattiene le emozioni nei polmoni.
Averti qui, ora, non risolve nulla.
Ma cambia ogni prospettiva.
Avere amore o dare amore
non fa alcuna differenza
nella bilancia del tempo.
Le dita si arrossano
mentre imparano la danza dei tamburi
sulla sua pelle ancora sconosciuta
e tanto familiare.
Sulla sua pelle il ritmo è notturno
o solare?
Il suo ritmo, il mio ritmo,
il tuo ritmo.
Averlo saputo in tempo
avrei chiuso bene la porta
per allontanare gli spifferi
primaverili
e le formiche.
E da dietro la finestra
avrei continuato a sorridermi riflesso
senza occhi e senza peso.
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