Stamattina non avevo gli occhi per tutta questa luce.
Ma ho ascoltato a fondo i rumori e sentito gli odori.
Ho voglia di camminare, di rimanere in movimento.
Ma oggi non mi sarà possibile assecondare il vento.
Immerso nella perfetta sincronia di questi giorni
dove l'estate inizia con dolcezza e ombre di nuvole
e scopro una rinnovata energia del silenzio
sento con più asprezza il dolore di chi mi accompagna.
Ricordo la parte di me che non sa lasciare andare,
la rivedo in chi mi sta accanto e ho ferito senza indugio,
e ne comprendo a fondo la fatica, la rinuncia.
Ma mi impegno ogni mattina a ricominciare e a capire
e a lasciare andare, di nuovo, quel che non ha spazio,
e sorrido alla libertà che questo atteggiamento comporta.
Nel parco dietro l'ufficio di Milano una voce di bimbo
chiama "papà, papà" e so che Gabo mi sta sorridendo.
Ma il mio sguardo si perde e per un attimo chiudo gli occhi
a ritrovare il suo sorriso e la nostra unità a tre,
di madre padre e figlio che cambiano ogni giorno insieme.
Ma è davvero possibile, mi chiedo, crescere insieme?
O invecchiando si diventa soltanto più isolati e separati?
Cammino ancora un poco e sono seduto a un pc e scrivo.
Cammino ancora un poco per non dimenticare il ritmo.
Cammino ancora un poco sapendo che quello che ieri
sembrava importante, oggi è solo un filo bianco di nuvole.
martedì 23 giugno 2009
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