Se sono l'ultimo anello di un meccanismo che incita alla prostituzione, ovvero l'utilizzatore finale, non ho responsabilità. Questo sembra sostenere l'avvocato difensore del nostro amato (dalle donne, per soldi?) capo-re. Esiste una responsabilità morale?
Come già detto, la sistematicità della perversione culturale e mediatica porta a una schiavitù nevrotica. Il punto è che il principale artefice del meccanismo è a sua volta schiavo. Lui, onnipotente, ha l'illusione di essere fuori, di osservare dall'alto e di manovrare, semplicemente perché con i soldi e il potere può comprare qualunque cosa, chiunque. O no?
Qualcuno parla. Qualcuno mostra (foto, video, se stessa).
Il meccanismo sembra franargli addosso. Le sue forze sono le sue debolezze. E magicamente, l'artefice si rivela mostruosamente perverso, una caricatura esponenziale dell'immagine che con tanto lavoro cerca di attribuire alla società italiana. Con la quale cerca di possedere la nostra cultura, la nostra socialità, appoggiandosi sui bisogni primari di tutti gli esseri umani. I più bassi, i più stimolabili.
Il suo strapotere sessuale, che diventà schiavitù, rischia di rivelarsi, se non fosse che ha pieno controllo dei mezzi di comunicazione. I principali telegiornali nazionali accennano, spostano, mistificano, non dicono. Basta guardare qui per rendersene conto.
Un'ultima idea... non sarà che l'uomo onnipotente ricerca costantemente (dalla moglie alle successive veline) e semplicemente l'approvazione inconsapevole della propria madre e, soprattutto del proprio padre? Il delirio di onnipotenza nasconde sempre il terrore di non essere all'altezza. Consiglio a tutti la lettura di Pascin, di Sfar, per una brillante interpretazione di questo conflitto.
1 commento:
unico commento possibile
COMUNISTA!!!
e pure GAY!
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