mercoledì 25 marzo 2009

Appartenenze

Il cielo si fa grigio.
Oggi ho riletto qualcosa di Watchmen per un articoletto per LSB.
Mi sorprende sempre la sua lucidità narrativa.
Ascolto l'Otello di Verdi ma in ufficio non funziona. Ripiego su Carmen Consoli.
Un'amica descrive su fogli bianchi la sua giornata lavorativa. Mi colpiscono la chiarezza e l'emotività. Mi colpiscono quelle righe di parole fitte e sempre regolari, scritte a mano, mai un tentennamento alla verticalità. La immagino curva sui fogli, impegnata a raccontarsi e a scoprirsi.
Per me la regolarità, la precisione e il senso della direzione sono sempre stati traballanti, inefficaci. Sviluppo da poco tempo una percezione chiara del percorso che mi aspetta, al passo della crescita di Gabo, al passo del mio respiro, con gli occhi e le spalle di Lorelei a osservarmi e consolidarmi. Senza vacue illusioni o concessioni all'ego, senza consolazione.
L'inverno è finito di colpo, come è arrivato. Si respira il tepore di giornate diverse. Pizzica la gola, il vento muove la polvere e i capelli. Evito le mele che in questo periodo sono troppo irritanti per il mio organismo. Apprezzo ancora le ultime arance, ma sono quasi il ricordo di un sapore. Attendo già l'estate e la frutta rossa.
Il mio corpo in questi giorni è alleggerito da un'armatura meno spessa. Sospiro meno, lavoro molto, respiro liberamente, sono meno spossato, meno prigioniero degli impulsi. Il mio ventre è fluido. Ho una chiara percezione del reale peso del mio corpo magro e del mio radicamento alla terra, alla vita.
Sorrido, perché non scordo chi sono e da dove vengo. Sorrido perché provo un senso di profonda appartenenza. Ed anche le cose che più mi avviliscono per la loro becera idiozia e struttura distruttiva mi arrivano come segnali di vita, della complessità della nostra esistenza, delle nostre vocazioni alla separazione, alla frantumazione.
Alcune persone mi restituiscono la gioia della condiviosione della musica. Mi parlano di dolori che spariscono, di depressioni che si stemperano, dell'energia che si rimette in movimento. Della felicità di riscoprirsi capaci di essere e di fare, di divertirsi e giocare con le loro emozioni e le loro aspettative. Due persone, al termine di un percorso di espressività musicale in coppia, si stringono la mano.
Mi tengo per mano. E sono vicino a Gabo e a Lorelei e alle mie appartenenze. A quello che sono stato e sarò, nel momento presente.

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