martedì 29 novembre 2011

Esco di rado e parlo ancora meno (2)


Ivano Fossati

Esco di rado e parlo ancora meno



Adriano Celentano

sabato 26 novembre 2011

Niente è come sembra

venerdì 25 novembre 2011

L'oceano di silenzio



Un Oceano di Silenzio scorre lento
Senza centro né principio
Cosa avrei visto del mondo
Senza questa luce che illumina
I miei pensieri neri
(Der Schmerz, der Stillstand des Lebens
Lassen die Zeit zu lang erscheinen)
Quanta pace trova l'anima dentro
Scorre lento il tempo di altre leggi
Di un'altra dimensione
E scendo dentro un Oceano di Silenzio
Sempre in calma
(Und mir scheint fast
Dass eine dunkle Erinnerung mir sagt
Ich hatte in fernen Zeiten
Dort oben oder in Wasser gelebt)


Franco Battiato

Solitary man



Belinda was mine 'til the time that I found her
Holdin' Jim
And lovin' him
Then Sue came along, loved me strong, that's what I thought
But me and Sue,
That died, too
Don't know that I will but until I can find me
A girl who'll stay and won't play games behind me
I'll be what I am
A solitary man
A solitary man
I've had it here - being where love's a small word
A part time thing
A paper ring
I know it's been done havin' one girl who loves you
Right or wrong
Weak or strong


Johnny Cash e Neil Diamond

giovedì 24 novembre 2011

Non avere sempre ragione!

Seduto accanto a me sul treno.
Ripiegato su un libro, le spalle chiuse, le dita a nascondere il titolo.
Lo intercetto: Come avere sempre ragione, di Madsen Pirie.

Caro ragazzo, perché vuoi avere sempre ragione?
A quali pressioni ti sottopone il tuo ego?
Non è importante avere sempre ragione. A volte si può avere torto. A volte ci possono essere due ragioni.
E a volte, semplicemente, si potrebbe non avere un'opinione.

La logica ti fotte. Lascia perdere.

Un estratto di un articoletto di presentazione del libro, così ti fai un'idea (e un brivido). La vita vera non ha bisogno di trucchi e mezzucci, per esprimersi.

Pirie elenca ottantadue di queste infide tagliole, che ciascuno di noi può imparare a mimetizzare nel proprio discorso: altrettante potentissime armi per persuadere (e ingannare) il prossimo, per uscire trionfatori da una discussione pubblica, per far scomparire in una nuvoletta di logica la rabbia o l’ostinazione di un parente, di un amico, di un collega, di un capo.

martedì 22 novembre 2011

You'll never walk alone


Nina Simone

lunedì 21 novembre 2011

Lunare

Nella costanza c’è la morte.

L’energia personale, i pensieri della mente, le cellule del nostro corpo mutano continuamente.
L’energia cresce e cala, ciclicamente, come la luna.
Ascoltiamo, e assecondiamone i mutamenti.
Inutile lottare desiderando qualcosa che non c’è.
In questa forma di naturale obbedienza c’è la libertà.

sabato 19 novembre 2011

Rosslyn


John Taylor Trio

mercoledì 16 novembre 2011

Free at last


The Blind Boys Of Alabama

martedì 15 novembre 2011

The book of human insects

osamu tezuka
per vertical inc. (usa)

Uomo mangia uomo.
Voracità senza fine.
E quando è finita, quando ti fermi,
il vuoto.

Tezuka è implacabile, lucidissimo.
Il suo ritmo, le sue scelte stilistiche.
Lo venero sempre più, a ogni nuovo libro che ho la fortuna di leggere.

La breve consolazione del vento

mentre i cani mordono e non si muovono
il tempo passa a fingere drammi epocali

calerà il silenzio
il vento si alzerà
e i guaiti verranno spazzati via

resteranno i morsi e le ferite
anche mortali
dimenticati i motivi della lotta

il sole avrà forza
e brucerà le ferite
e scalderà gli animi

gli occhi torneranno ad alzarsi al cielo
le forze saranno recuperate

e la lotta presto avrà nuovo inizio

Carta straccia

More about Carta straccia

Poi esisteva un secondo Vendola. Un politico aspro, di sostanza maligna, pronto a disprezzare gli avversari.
Giampaolo Pansa

lunedì 14 novembre 2011

Rebetiko, la mala erba

La musica fa paura.
La musica libera.
La musica è apertura.
Contraria a ogni dittatura.

O no?

Cè anche la prigionia della ribellione a ogni costo.
Grande fumetto.

domenica 13 novembre 2011

The big hand


the big hand makes all of your favourite things
like all your dreams go small
and all your friends run away
until your memories fail
and the words don't fit
but the way the big hand smiles
you just won't care about it

the big hand makes all of your favourite things

like all your days run out
and all your hopes disappear
and your smiles just stop
and your eyes go dead
and the shadows start to crawl
in the back of your head

but when the big hand speaks

it's like fireworks and heaven
so you listen
don't think
and wish for nothing at all
and when the big hand sings
it's like fireworks and friends
leaving alone i'm not
leaving alone
leaving alone i'll never
leave alone again

so when the big hand holds up all your favourite things

and with a touch like glass
starts to squeeze
you don't ask
"why me?"
you just slip to the floor
just slip to your knees

but when the big hand speaks

it's like fireworks and heaven
so you listen
don't think
and wish for nothing at all
and when the big hand sings
it's like fireworks and friends
leaving alone i'm not
leaving alone
never leaving alone
leaving alone i'm not
leaving alone
leaving alone
i'm not leaving alone again


The Cure

Fine and Mellow



My man he don't love me he treats me oh so mean
My man he don't love me he treats me oh so mean
He's the meanest man that I've ever seen

My baby wears high peg pants, stripes are really yellow
Baby wears high peg pants, stripes are really yellow
When he starts into love me he's so fine and mellow

Love will make you drink and gamble, make you stay out all night long
Love will make you drink and gamble, make you stay out all night long
Love will make you do things that you know is wrong

Do right baby if you stay home every day
I'll do right baby if you stay home every day
You're so mean and evil I know you're gonna drive me away

Why did he leave me why did he have to go
Why did he leave me why did he have to go
Went off and left me baby I loved him so

I'll be a good wife to you if it means anything to you
I'll stay home every night and I'll love you
And kiss you every night and one of these days
If you're good to me honey one of these day
If God is good to me I'll bring you a little burny

Come back to me baby try me one more time
Cos without your loving I swear I'm gonna lose my mind


Nina Simone performance.

24. Il silenzio

Non c’era la minima turbolenza, e quella pace continuava. Il vento passava tra i pini, le ombre si allungavano e un gatto selvatico scivolò furtivo tra i cespugli. In quel silenzio c’era movimento, e il movimento non era distrazione. Non c’era nessuna attenzione fissa da cui essere distratti. C’è distrazione quando l’interesse principale si sposta; ma in questo silenzio c’era assenza d’interesse, onde non c’era niente da cui allontanarsi vagando. Il moto non era allontanamento dal silenzio, ma parte di esso. Era la pace, non della morte, non della decadenza, ma di una vita in cui era totale mancanza di conflitto. Nella maggioranza di noi, la lotta del dolore e del piacere, l’impulso dell’attività ci danno il senso della vita; e se quell’impulso ci fosse tolto, noi ci sentiremmo perduti e in breve saremmo disintegrati. Ma quella pace e il suo movimento era creazione che si rinnovava di continuo. Era un movimento che non aveva un principio e pertanto non aveva fine; e non era continuità. […] I molti trucchi della mente scaltra erano del tutto assenti. […]
Questo silenzio non è della mente e quindi la mente non può coltivarlo o identificarsi con esso. Il contenuto di questo silenzio non è misurabile a parole.

Jiddu Krishnamurti - La mia strada è la tua strada

San Marco di notte

Dopo essermi ripetutamente perso per le viette e i ponti, senza cartina della città, seguendo indicazioni appese ai muri, alla luce chiara della luna piena, arrivo finalmente in Piazza San Marco. Era freddo, luminoso, un violino suonava melodie facili accompagnate da un pianoforte verticale. I turisti erano pochi, spesso in coppia, a dirmi che qualcosa di strano c'era, per me, ad essere lì da solo. Ma sono solo idee. Quel che c'era intorno era un'altra cosa:





[venezia, 10 novembre 2011]

sabato 12 novembre 2011

Ponti e luna piena a Venezia






[venezia, 10 novembre 2011]

Shh...

ieri dicevi occhi aperti
oggi avverti il sonno tra le sopracciglia
mangi focaccia e olio di babbuino
luce di neon e porto d’armi
chiusa la bocca, piombo in gola

muore di fame il dolore dell’occhio
pelle di elefante e macchie di leopardo
troppo spazio, lungo sguardo
luce di sole e passaporto
braccia strette, strette tette

felice di ferire fiocchi di neve
colpito taciuto raggiunto
vivo e troppo vissuto
luce di fuoco e portachiavi
porta aperta, troppa fretta

terra e vetri sotto i piedi
eri qui quando gridavo
luce ai miei occhi! luce ai miei occhi!
luce e fichi secchi, mandorle e tarocchi
mangi terra e vetri prima del giorno

colore
voci
luce
cibo

voci
luce
cibo
colore

shh…

23. Aver fede

Quanto facilmente noi distruggiamo la delicata sensibilità del nostro essere. Le lotte e le fatiche incessanti, le fughe e le paure, l’ansia in breve ottundono la mente e il cuore; e la scaltrezza della mente in gran fretta trova surrogati alla sensibilità della vita. Distrazioni, famiglia, politica, fedi e divinità prendono il posto della chiarezza e dell’amore. La chiarezza viene perduta dal sapere e dalle credenze, l’amore dalle sensazioni.
[…]
Le vie del desiderio sono sottili e se non le si comprende la fede non fa che accrescere conflitto, confusione e antagonismo. Credenza o fede, essa non è che il rifugio del desiderio.
[…]
L’attività della fede è caotica e distruttiva; potrà in un primo momento sembrare ordinata e costruttiva, ma nella sua scia c’è conflitto e dolore. Ogni specie di credenza, politica o religiosa, impedisce la comprensione dei rapporti, e non può esistere azione senza questa comprensione.

Jiddu Krishnamurti - La mia strada è la tua strada

mercoledì 9 novembre 2011

Profezie


Qualche tempo fa avevo scritto qualcosa a proposito della Grecia, della sua situazione politica.
Dicevo (e riporto):

Osservare da vicino la Grecia è una duplice necessità: permette di capire quanto fragile sia un paese di fronte alle speculazioni internazionali e ai ricatti del Fondo Monetario Internazionale; dovrebbe prepararci al peggio, perché basta poco, bastano alcune idee o alcuni interessi incrociati, per fare dell’Italia il prossimo paese al centro di una grande speculazione, tale da far crollare un sistema che ha nel debito pubblico la sua debolezza strutturale, negli sprechi il suo tumore e in una classe politica incapace la sua inadeguatezza.


Sciocco auto-citarsi, soprattutto in un blog così auto-centrato. Sarà che non amo le auto.
Eppure c'è una frequenza che permette di anticipare le cose. Si tratta di programmi interni (alla coscienza delle persone, alle coscienze civili di una società) che determinano quel che accadrà dopo. Sono profezie che si auto-realizzano (di nuovo le auto). Queste profezie, in molti casi, sono mosse da una direzione auto-distruttiva, pessimistica, depressiva. Quel che le alimenta è la paura. Da qui, la sensazione di anticipare le tragedie. Questa sensibilità, che abbiamo tutti, appare e scompare nel finto miracolo dell'anticipazione, ma in realtà è un meccanismo profondo che prepara le cose affinché accadano in quel modo preciso. Trova forza nell'abitudine dell'io di sintonizzarsi sulle difficoltà, di vedere selettivamente soltanto quel che ci riguarda in negativo. E quel che invece avrebbe potenziale benefico per la nostra vita, scivola nel silenzio, nell'inconscio.

Le profezie che si auto-realizzano più potenti con le quali prima o poi entriamo in contatto sono le malattie. Da qui, l'intuizione di Thorwald Dethlefsen e Rudiger Dahlke: malattia e destino, che è anche il titolo di un loro libro, dove esemplificano l'idea che ogni malattia è figlia delle condizioni che ogni individuo definisce più o meno consapevolmente nella propria vita.

Ovviamente, la nostra mente può lavorare allo stesso modo anche nella direzione opposta, ovvero sintonizzandosi sulle condizioni positive che possono determinare le profezie benefiche per la nostra vita, come la guarigione.
 
La dimensione personale si riflette in quella sociale e viceversa. Il finto ottimismo da venditore d'asta così tipico del berlusconismo non c'entra. Riguarda piuttosto la capacità intima di osservare il mondo e le dinamiche che lo riguardano in modo nuovo, più distaccato, e con una vera apertura della mente. Partendo dal primo concetto fondamentale: la salute, la felicità, la pace sono nostra piena responsabilità.

domenica 6 novembre 2011

22. L'io

Il processo cumulativo d’identificazione costruisce l’io, positivamente o negativamente; e la sua attività è sempre imprigionante, per vasta che sia la prigione. Ogni sforzo dell’io di essere o di non essere è un moto di allontanamento da ciò che è. Indipendentemente dal suo nome, dai suoi attributi, idiosincrasie e proprietà, che cos’è l’io? C’è sempre l’io, il se stesso quando le sue qualità siano state tolte? È questa paura a essere niente che spinge l’io all’attività; ma essa è nulla, non è che un vuoto.
Se siamo capaci di guardare bene in faccia quel vuoto, di essere con quella dolorosa solitudine e malinconia, allora la paura scompare del tutto e avviene una trasformazione radicale. Perché ciò accada, ci deve essere la sperimentazione di quel nulla – la quale viene impedita se c’è uno sperimentatore. Se c’è il desiderio di sperimentare quel nulla per poterlo vincere, per poter andare al di sopra e al di là di esso, allora non c’è sperimentazione; perché l’io, come identità, continua. Se lo sperimentatore ha un’esperienza, non c’è più lo stato di sperimentazione. È la sperimentazione di ciò che è senza darle un nome che determina la libertà di ciò che è. 

Jiddu Krishnamurti - La mia strada è la tua strada

sabato 5 novembre 2011

Fearlessness






Fearlessness blew in with the wind
Waking up to greet the sun
We sailed on like the ancient ones
Into the night underworld
We knew dangers would come
I had faith in both of us

Listen to your heart

(You can hear me)
Listen to your heart
(You can hear me)

Day turned night when he questioned

Why can't you balance the sky?
Souless storms have sent watchers
With bladeless weapons to fight

Teams of horses of the brine

Followed his cries through the fire
Demons of the wild hissed with the wind
Did you listen?

Listen to your heart

(Can you hear me?)
Listen to your heart
(Can you hear me?)


Fearlessness soon reminded me
You must be stronger then they
Cautioning there those who live
To be cruel for the fun of it

He let in a dark companion

That orbited between us
His siren friends convinced him that love
Was no match against storms to come
Their songs inflamed by doubt
Fearlessness drowned them out

Teams of horses of the brine

Followed his cries through the fire
Demons of the wild hissed with the wind
Did you listen?

Listen to your heart

Can you hear me?
Listen to your heart
Can you hear me?

Did we begin without knowing it?

To find fault in every gift
Then that was when the blame began
What were once two forces joined
In fearlessness


Tori Amos

giovedì 3 novembre 2011

Peach Plum Pear


We speak in the store
I'm a sensitive bore
You seem markedly more
And I'm oozing suprise

But it's late in the day
And you're well on your way
What was golden went gray
And I'm suddenly shy

And the gathering floozies
Afford to be choosy
And all sneezing darkly
In the dimming divide

And I have read the right book
To interpret your look
You were knocking me down
With the palm of your eye

This was unlike the story
It was written to be
I was riding it's back
When it used to ride me
And we were galloping manic
To the mouth of the source
We were swallowing panic
In the face of it's force

And I am blue
I am blue and unwell
Made me bolt like a horse

Now it's done
Watch it go
You've changed some
Water runs from the snow

Am I so dear
Do I run rare
You've changed some
Peach, plum, pear
Beach, plum

Joanna Newsom

Monkey And Bear


Down in the green hay
Where monkey and bear usually lay
They woke from a stable-boy's cry


He said; someone come quick!
The horses got loose, got grass-sick!
They'll founder! Fain, they'll die

What is now known by the sorrel and the roan?
By the chestnut, and the bay, and the gelding grey?


It is: stay by the gate you are given
And remain in your place, for your season
And had the overfed dead but listened
To that high-fence, horse-sense, wisdom


Did you hear that, Bear? Said monkey
We'll get out of here, fair and square
They've left the gate open wide!

So
My bride
Here is my hand, where is your paw?
Try and understand my plan, Ursala
My heart is a furnace
Full of love that's just, and earnest
Now; you know that we must unlearn this
Allegiance to a life of service
And no longer answer to that heartless
Hay-monger, nor be his accomplice
(that charlatan, with artless hustling!)
But; Ursala, we've got to eat something
And earn our keep, while still within
The borders of the land that man has girded
(all double-bolted and tight-fisted!)
Until we reach the open country
A-steeped in milk and honey

Will you keep your fancy clothes on, for me?
Can you bear a little longer to wear that leash?
My love, I swear by the air I breathe:
Sooner or later, you'll bare your teeth

But for now, just dance, darling
C'mon, will you dance, my darling?
Darling, there's a place for us
Can we go, before I turn to dust?
Oh my darling, there's a place for us
Oh darling
C'mon will you dance, my darling?
Oh, the hills are groaning with excess
Like a table ceaselessly being set
Oh my darling, we will get there yet

They trooped past the guards,
Past the coops, and the fields, and the farmyards
All night, till finally:

The space they gained grew
Much farther than the stone that bear threw
To mark where they'd stop for tea

But walk a little faster
And don't look backwards
Your feast is to the East, which lies a little past the pasture

When the blackbirds hear tea whistling, they rise and clap
And their applause caws the kettle black
And we can't have none of that!

Move along, Bear; there, there; that's that
Though cast in plaster
Our Ursala's heart beat faster
Than monkey's ever will

But still;
They have got to pay the bills
Hadn't they?
That is what the monkey'd say

So, with the courage of a clown, or a cur
Or a kite, jerking tight at it's tether
In her dun-brown gown of fur
And her jerkin' of swansdown and leather

Bear would sway on her hind legs;
The organ would grind dregs of song, for the pleasure
Of the children, who'd shriek
Throwing coins at her feet

Then recoiling in terror

Sing, dance, darling
C'mon, will you dance, my darling?
Oh darling, there's a place for us
Can we go, before I turn to dust?
Oh my darling, there's a place for us

Oh darling
C'mon, will you dance, my darling?
You keep your eyes fixed on the highest hill
Where you'll ever-after eat your fill
Oh my darling, dear, mine
If you dance
Dance, darling, and I love you still

Deep in the night
Shone a weak and miserly light
Where the monkey shouldered his lamp

Someone had told him
The bear had been wandering
A fair piece away from where they were camped

Someone had told him
The bear'd been sneaking away
To the seaside caverns, to bathe


And the thought troubled the monkey
For he was afraid of spelunking down in those caves


Also afraid what the village people would say
If they saw the bear in that state;

Lolling and splashing obscenely
Well, it seemed irrational, really; washing that face

Washing that matted and flea-bit pelt
In some sea-spit-shine, old kelp dripping with brine

But monkey just laughed, and he muttered;
When she comes back, Ursala will be bursting with pride


Till I jump up!
Saying: you've been rolling in muck!
Saying: you smell of garbage and grime!

But far out
Far out
By now
By now
Far out, by now, Bear ploughed
'Cause she would not drown:

First the outside-legs of the bear
Up and fell down, in the water, like knobby garters


Then the outside-arms of the bear
Fell off, as easy as if sloughed from boiled tomatoes

Low'red in a genteel curtsy
Bear she'd the mantle of her diluvian shoulders;

And, with a sigh,
She allowed the burden of belly to drop like an apron full of boulders
If you could hold up her threadbare
Coat to the light where it's worn translucent in places
You'd see spots where
Almost every night of the year Bear had been mending suspending that baseness
Now her coat drags through the water
Bagging, with a life's-worth of hunger, limitless minnows;
In the magnetic embrace
Balletic and glacial of Bear's insatiable shadow;


Left there!
Left there!
When Bear left Bear
Left there!
Left there!
When Bear stepped clear of Bear


Sooner or later you'll bury your teeth

Joanna Newsom

Linea di sangue

Ottima lettura.
Te la consiglio.

Roberto Diso si impegna con grande professionalità e ottimi risultati.
Tito Faraci ha pieno controllo del ritmo.
Territorio avventura. Ma con tutte le carte in regola.

La sottile ombra


Mi appunto questa cosa, a memoria futura.
Funziona più o meno così.
Nell'assuefazione quotidiana convinviamo a livello profondo con la paura. Con una programmazione inconscia che ci dice di non essere in grado, di non essere all'altezza, che le cose non possono cambiare...
Una profonda, sottile paura che non sappiamo da dove arriva, e dove porti, ma che mina costantemente la nostra serenità. A diversi livelli di coscienza, questa sottile paura non viene percepita.
I nostri atteggiamenti, la nostra salute, le nostre convinzioni sono costantemente condizionate (determinate?) da questa tensione.
Ma non ascoltiamo. Neppure lo sappiamo.

Il primo lavoro per il ritorno a una personale integrità consiste quindi nell'andare a fondo, osservare, ascoltare con rispetto, delicatezza, attenzione e determinazione, per entrare in contatto con quella sottile paura.
Si tratta di cambiare livello di consapevolezza. A livello normale, lo ripeto, non è percepibile. A livello diverso, arriva. E quando arriva, al primo impatto, è spaventosa.
La meditazione e l'ascolto profondo aiutano a trovare un modo efficace per non scappare di nuovo nell'assuefazione, per restare lì, solidi, ad ascoltare la sottile paura.

Senza dare forza alla voce dentro di noi che vorrebbe che quella sofferenza non ci fosse.
Ascoltare, e basta.

Ascoltare la paura permette di comprendere la pressione che determina.
Il lavoro su di sé è generato dalla volontà, da uno sforzo. Il buddhismo lo chiama il retto sforzo.
Finora, fino a qualche giorno fa, ho confuso lo sforzo sfiancante della lotta (ho paura, scaccio la paura) con il retto sforzo (ho paura, ascolto, accetto la paura). Energie sprecate.
Il retto sforzo, la sua comprensione profonda, per me, è arrivato dopo, dopo uno sforzo immane nel cercare di cambiare inscenando una lotta. Si tratta di una lotta impari, insidiosa, perché mascherata dall'idea di fare il percorso corretto, con la meditazione, con il cammino spirituale (qualunque cosa voglia dire).

A un certo punto accade. Distingui la lotta dal retto sforzo. E accogli l'idea che è inutile lottare, sfiatarsi. L'impegno (che è il retto sforzo) consiste nell'essere presente a sé stesso, in ogni momento, riconoscendo quella sottile paura, quella lotta, i movimenti del corpo (tensioni, malattia, accidenti) e del cuore (emozioni, stati d'animo, imbarazzi).
Solo questo, essere in ascolto, essere nel retto sforzo della comprensione.

La paura è come un bambino ferito. Non puoi colpirlo, non puoi condannarlo, non puoi giudicarlo. Lo devi sostenere, coccolare, consolare. Solo così potrà guarire.
Ma prima dobbiamo vincere la programmazione più potente e tremenda che giornalmente ci raccontiamo: non possiamo cambiare.
Non è così, non è vero. Non è reale. Abbiamo la libertà e la possibilità di cambiare. Dobbiamo solo assumercene la responsabilità.

Quel che ho scritto è perfettamente rappresentato da Krishnamurti in un passo che avevo già riportato nel blog. La vita si sviluppa per percorsi ciclici.

mercoledì 2 novembre 2011

Il giudizio

Quando ti senti stanco è perché ti sei giudicato capace di essere stanco. Quando ridi di qualcuno, è perché lo hai giudicato privo di valore. Quando ridi di te stesso devi ridere degli altri, se non altro perché non puoi tollerare l'idea di essere più privo di valore di loro. Tutto questo ti fa sentire stanco perché è essenzialmente qualcosa di scoraggiante. Non sei veramente capace di essere stanco, ma sei molto capace di stremarti. La tensione del giudizio costante è virtualmente intollerabile. È curioso come una capacità così debilitante sia amata così profondamente. Tuttavia se desideri essere l'autore della realtà, insisterai nell'attaccarti al giudizio. Guarderai anche al giudizio con paura, credendo che un giorno verrà usato contro di te. Puoi credere in ciò solo nella misura in cui credi nell'efficacia del giudizio come arma di difesa per la tua autorità.
Dio offre solo misericordia. Le tue parole dovrebbero riflettere solo misericordia, perché questo è ciò che hai ricevuto e questo è ciò che dovresti dare. La giustizia è un espediente temporaneo, o un tentativo di insegnarti il significato della misericordia. È giudicante solo perché tu sei capace di ingiustizia.

Un corso in miracoli (Cap. 3, VI, 5-6)

martedì 1 novembre 2011

Un passo avanti


[aperto]

foto di marialuisa
Tutti i testi e le immagini di questo blog sono (c) di
Guglielmo Nigro,
salvo dove diversamente indicato.
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