Passiamo la vita con gli altri, ma siamo spesso isolati dalle nostre paure.
Abbiamo la forza e il coraggio di osservare e accogliere oltre le nostre proiezioni e i nostri desideri?
Sappiamo davvero confrontarci con lo spavento che gli occhi degli altri ci rimandano?
Sappiamo rimuovere, almeno in parte, le consuetudini, le abitudini, gli automatismi che sottostanno a ogni incontro? Prima ancora di muoversi, in direzione dell'altro, riusciamo a predisporci all'ignoto della conoscenza dell'altro?
Dopo la morte, che ci accompagna ogni giorno, ogni respiro, dopo il rinascere che avviene a ogni passo, nell'esperienza profonda dell'impermanenza e al contempo della presenza, forse ci è possibile fare un passo nella direzione dell'incontro autentico.
Come sempre, rimango colpito dalla sincronicità con cui si muovono i temi e i fili rossi della mia vita.
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