Il terrazzo ritaglia un rettangolo di cielo.
Muovo le gambe, roteo su me stesso, salto, mi piego, come a precipitare, l'inferriata e le braccia a sostenere l'equilibrio che mi spinge spinge in alto verso le stelle di una notte senza nuvole senza luna, senza le aquile del giorno, il corpo vibrante febbrile del respiro del mondo, la ferocia delle ferite, la rabbia dimenticata, il corvo rapace che non tace, il sostegno del canto, il perdono, dimentica dimentica gli alberi, l'acqua, la voce, il sorriso e il tempo perso, abbraccia quel che la notte ha da offrire, le configurazioni, il ritmo e le ossa. Non bagnare il cuore due volte nello stesso amore. Non ripetere due volte la stessa mossa, arrocca, attacca, arrenditi, fissa la seconda curva di stelle, non fermare il pensiero su quel ricordo, bacia la notte bacia la notte bacia la notte che ti inghiotte, ulula e taci, rotea rotea e sospira e privati del tempo di sognare il luogo dove il desiderio sempre ti conduce. Ferma tutto.
Impara a volare.
domenica 14 settembre 2014
Imparando a volare
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