mercoledì 30 maggio 2012
La voce della marea
Ieri è stata per me una giornata molto impegnativa. Una buona giornata, ma faticosa. A sera ero stanco e nervoso. Mentre lavavo i piatti, velocemente, per poi aiutare Lorelei con i bimbi, ho pensato al terremoto. Il pensiero semplice ma per nulla superficiale, è stato: come mi sentirei in questo momento, se la mia famiglia fosse tra quelle sfollate, casa crollata, perso tutto? Per rispetto, e comprensione profonda, il mio atteggiamento è subito cambiato. Nessuna retorica, ma una diversa visione delle cose.
In questi giorni di dolore così vicino a noi, credo possa essere utile riportare per intero una pagina del maestro Thich Nhat Hanh sulla pratica della compassione.
Augurando una retta visione a tutti.
Quando la mente si libera, il cuore trabocca di compassione: compassione per se stessi, per le infinite sofferenze subite quando la libertà dalle opinioni infondate, dall’odio, dall’ignoranza e dalla rabbia non era ancora possibile; compassione per gli altri perché ancora non sanno vedere, e restano prigionieri della opinioni infondate, dell’odio e dell’ignoranza continuando creare sofferenza per sé e per gli altri. Ora si guarda a se stessi e agli altri con gli occhi della compassione, come un santo che ascolta il pianto di tutte le creature dell’universo e che ha la stessa voce di chiunque abbia visto la realtà in perfetta pienezza. È la voce del Bodhisattva della compassione, di cui un Sutra buddhista dice:
Voce mirabile, la voce di colui
che ascolta il pianto del mondo
Nobile voce, la voce della marea che monta
Si accordi la nostra mente a quella voce.
Deposto ogni dubbio, medita
sulla pura e santa natura di colui
che ha a cuore il pianto del mondo
Poiché quello è il rifugio nostro
in tempi di dolore, angoscia, sventura e morte.
A colui che è perfetto in tutti i meriti, che rivolge
a tutti gli esseri lo sguardo della compassione,
al dispensatore di illimitata beatitudine,
A lui rendiamo omaggio.
Esercitatevi a guardare tutti gli esseri con gli occhi della compassione: è quella che chiamiamo “meditazione sulla compassione”.
La meditazione sulla compassione va messa in atto nel corso della seduta e in ogni momento che vi dedicate al servizio degli altri. Ovunque andiate o vi sediate, ricordate il sacro ammonimento: “Guardate tutti gli esseri con gli occhi della compassione”.
I temi e i metodi di meditazione sono tanti, così tanti che non ho mai sperato di farne un elenco completo per i nostri amici. Qui ne ho ricordati solo alcuni, semplici ma fondamentali. Chi lavora per la pace è una persona come tutte le altre. Deve vivere la sua vita. Il lavoro è solo una parte della vita. Ma il lavoro è vita solo se viene fatto in consapevolezza. Altrimenti, si diventa uno che “vive come se fosse morto”. Dobbiamo tenere accesa la nostra fiaccola per andare avanti. Ma la vita di ognuno di noi è legata a quella di chi ci circonda. Se sapremo vivere con consapevolezza, se sapremmo essere custodi solleciti della nostra mente e del nostro cuore, allora grazie a questo anche i nostri fratelli e sorelle sapranno vivere con consapevolezza.
Thich Nhat Hanh, Il miracolo della presenza mentale, Ed. Ubaldini
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