Quando Thich Nath Hanh parla di compassione, ci ricorda che il presupposto è l'apertura del cuore.
Il compito è selvaggio. La rabbia, lo stress e l'egoismo spingono avanti i nostri giorni, in folle abinamento con caffé, carne (meglio se al sangue), zuccheri raffinati, cioccolato. Ci alimentiamo, in tutti i sensi, di prodotti reali e immaginari che provocano una nevrotica chiusura in noi stessi.
L'apertura del cuore presuppone la capacità di muoversi con leggerezza e comprensione in una vera selva, che spesso rischia di far perdere la fiducia per il prossimo. E qui inizia il solito elenco, senza giudizio.
1.
Un collega lontano si esprime con parole inopportune. Respiro approssimazione e improvvisazione. Nessuna passione nella sua voce.
2.
L'uomo si nasconde dietro a un albero del parco per urinare. Il pene bianchiccio e molliccio in mano, senza pensare di essere nascosto al parco, ma di essere esposto alla strada distante poco più di due metri. Mi vede. Mi maledice e se ne va. Il membro ancora in mano.
3.
La Ford parcheggia. Si appoggia alla mia auto, già ferma. Ne scende un uomo grigio, teso. Abbasso il finestrino e gli dico, senza rabbia, "mi hai toccato la macchina". Mi guarda. Osserva l'auto, gli occhi sono lontani. Nessuna parola e se ne va arrabbiato.
4.
Dal distributore. Mi metto in fila da un lato, tre auto prima di me. Un signore sui sessanta gira nel distributore e si posiziona dietro la terza auto dal lato opposto. Lo guardo mentre migra di qua e di là e trova il suo posto con l'auto. Arriva il mio turno. L'uomo si posiziona prima di me. Scendo e gli dico "aspettavo da questa parte". "Non ti ho visto" dice. E fa benzina. "Forse non mi hai visto. Ma puoi fidarti, non passo davanti alle persone. Era il mio turno." Alza le spalle. Non chiede scusa. Aspetto il suo turno, visto che ha preso il mio.
5.
In uscita dal distributore. Traffico, coda. Sbuco con il muso dell'auto per entrare in carreggiata. Di qua nessuno. Di là una fila. Nessuno si ferma. Di qua arriva un'auto, da lontano. Non rallenta. Mi passa sfiorandomi. Suona e mi maledice. Di là, nessuno si ferma.
6.
Trovo soldi. Butto soldi. Imparo una lezione. Un torto diventa fonte di comprensione. Lui, o lei, o loro, aspettando che la vita migliori, e procedono per stratagemmi ed espedienti. I miei occhiali sono segnati dai graffi del tempo. Perdo lucidità. La riacquisto. So chi sono. Mi perdo. Ritrovo una direzione. Riposo. Il giorno diventa notte. La notte giorno. Sorrido.
mercoledì 30 maggio 2012
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