Essere vivo dentro di te
o morire nel seme di un fiore.
Avere sete o gioire
per il vento di marzo
che non sa abbracciare
ma strappare.
Ventre duro e gambe piegate
in muscoli nuovi,
nel dolore del parto,
ingordo
fluire
di vita.
Senza lotta o speranza
dentro te
un ricordo o un auspicio
della terra la polvere
di un bacio di sabbia.
Una donna
tutte le donne
e riconoscersi in un grido
o un sorriso.
Averti vicino
ogni giorno
senza chiedersi il motivo
o il destino,
e il pensiero diverso
di un sole nuovo
al mattino.
Un mattino.
giovedì 8 marzo 2012
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