Avevo voglia di essere acqua e scendere a valle.
Sempre una sola direzione.
E mille rivoli a perdita d’occhi.
Non avremo braccia abbastanza grandi per tutti.
Bastasse un giorno, per amare anche le persone che hanno portato dolore.
E invece mangiamo le ferite pasto dopo pasto.
I denti sporchi di sangue. Il tuo, il mio.
Seduto ai piedi di un albero, a poche dita dal lago, pugno chiuso,
sono ginocchio e polpaccio tesi a ripetere il movimento sbagliato
che mi ha chiuso gli occhi, prima di essere grande.
Dopo è tardi. Prima è poco. Assomigliare all’acqua e non esserlo.
Avere fretta di fluire o annegare.
Dopo è tardi.
Prima è poco.
domenica 15 gennaio 2012
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