Da un paio di settimane metto fiori sotto la lingua.
Il mio equilibrio psico-fisico aveva raggiunto un nuovo stato di equilibrio. Un nuovo compromesso.
Ma mi sono convinto che è il momento di toccare le parti molli profonde, entrarci a contatto, trasformarle. L'apparenza di calma non basta.
Per cui metto fiori sotto la lingua.
Sento l'equilibrio mutare nuovamente. Una controllata perdita di controllo, che mi permetto di ascoltare. Ma non a fondo quanto vorrei. Il riposo dalle attività produttive sarà di grande aiuto.
Dal controllo della coscienza mi piacerebbe passare all'espressione della pace. I gesti non bastano. Il raccoglimento non basta. Serve ascolto profondo. Mentre ne scrivo, percepisco l'utilità della fuga nella scrittura. Il contrario dell'ascolto profondo. Ma la mente ci inganna a fasi multiple, stratificate.
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