lunedì 30 novembre 2009

Domanda retorica

Non mi preoccupo più di essere apprezzato perche sono apprezzato?
O sono apprezzato perché non mi preoccupo più di esserlo?

Foto di Gabo #2


[dal muro]

domenica 29 novembre 2009

Citazione Gabo #27

Quando il mio cuoricino sta male
io muoio.

Discorso di Dharma del 30 settembre 2004


La pratica del Toccare la terra non è un rito iniziativo, né una preghiera, né una superficiale forma di devozione. Thich Nhat Hanh ne disvela alcuni petali in un discorso del 2004.

Questa mattina parliamo di yoga. Yoga è la pratica del connettersi. In genere siamo in uno stato di divisione e yoga è la pratica che può riconnettere e coloro che praticano sono chiamati yogin, perciò siete tutti yogin.

Anche la pratica del Toccare la Terra è una pratica di connessione, di unificazione. A volte questa sembra una pratica di devozione: qualcuno vuole mostrare rispetto a qualcun altro, che sia un genitore o un insegnante o un dio, una divinità.

La pratica devozionale è la pratica del cercare protezione, aiuto e si basa sul fatto che ci si sente persi, si hanno problemi, ci manca qualcosa e ci si rivolge a qualcun altro per ottenere protezione, per ottenere un certo tipo di sostegno e nell’atto di prosternarsi c’è il desiderio di riconnettersi. Perciò anche se può essere una pratica di devozione, c’è anche una pratica di connessione.

A Plum Village è diventata una pratica di visione profonda (insight) e sappiamo che non c’è insight senza il fermarsi e nell’insegnamento del Buddha prima di tutto c’è l’insight del non-sé, dell’interessere e la pratica del Toccare la Terra è la pratica del toccare la nostra natura di interessere.

Sappiamo che anatta, non-sé è un insegnamento fondamentale del Buddha e la pratica del Toccare la Terra è una delle pratiche più potenti e utili per aiutarci a toccare la nostra natura dell’interessere, la nostra natura del non-sé. Perciò lo scopo non è cercare protezione o conforto, ma arrivare all’insight e quell’insight ci può liberare, togliere la sensazione di paura, di solitudine, di disperazione.

Nella nostra vita quotidiana viviamo nella dispersione, non siamo in contatto con noi stessi, il corpo può essere qui, ma la mente è altrove, forse nel passato o nel futuro, forse persa nei progetti, nelle preoccupazioni, nella paura, così corpo e mente non sono uniti. Il respiro consapevole aiuta questi due aspetti della nostra personalità a ricongiungersi. Ogni volta che facciamo un passo o un’inspirazione, dovremmo essere in grado di ricongiungere corpo e mente e realizzare l’unità di corpo e mente e per chi è praticante è così facile! Anche questo è yoga, unione di corpo e mente e quando corpo e mente sono insieme, si è veramente presenti, veramente vivi e si può entrare in contatto con le meraviglie della vita del momento, subito, e si può entrare in contatto col Regno di Dio, con la Pura Terra del Buddha, entrare in contatto con la gioia. Tutto quello che cercate è disponibile nel momento in cui corpo e mente sono uniti. Quando fate un passo siete uno yogin, inspirate e siete uno yogin, quando mangiate in silenzio e in presenza mentale, praticate yoga e potete praticare tutto il giorno.

Stando in piedi state cominciando a toccare la Terra, si congiungono le mani, e non è solamente un’azione del corpo, è anche presenza mentale, perché portate il corpo e la mente insieme, se non unite corpo e mente, lo state facendo meccanicamente e questo non è yoga.

Portate le mani al livello della fronte, per entrare in contatto col cervello, il quartier generale del pensiero, il quartier generale della mente e poi le portate all’altezza del cuore e siete in contatto con le vostre emozioni, le vostre sensazioni, il vostro amore e con cervello e cuore uniti state per toccare la terra, toccate la terra non solo col corpo, ma anche col cuore.

Quindi all’inizio il toccare la terra è un’azione fisica e mentale. È un atto di riunificazione e di resa. Quando siete nella posizione in cui la fronte le mani e i piedi sono in contatto con la terra, siete interamente aperti, non siete più chiusi, ma permettete a voi stessi di essere completamente aperti, perciò è molto utile aprire le mani e mostrarle. Mostrarle a chi? Prima di tutto a voi stessi, mostravi che non nascondete nulla e siete pienamente esposti e nel movimento di aprire mostrate ciò che è dentro di voi, guardate nei cinque skandha e tutto il cosmo è testimone che siete lì, completamente aperti.

Se pensavate di essere qualcuno, con dei talenti, potete dire: ‘Beh, quel certo talento non è mio, mi è stato trasmesso dai miei antenati, la mia conoscenza, la mia abilità non sono miei, non sono me, mi sono stati trasmessi dai miei antenati, dal mio maestro. Non possiedo niente’. E quando vi aprite completamente potete lasciare andare tutti i vostri complessi. Il complesso di superiorità: ‘Sono qualcuno’. Il complesso di inferiorità: ‘Non sono nessuno’. E anche il complesso di uguaglianza: ‘Sono bravo come lui’. Li rimuovete tutti, perché nell’insegnamento del Buddha non c’è un sé reale separato. Siete fatti solo di elementi non-voi. Potete elencarli: fuoco, acqua, terra, antenati, istruzione, situazione economica. Potete rendervi conto che siete fatti dell’intero cosmo e non c’è nulla che potete chiamare me. Così tutti i complessi svaniscono. È molto terapeutico.

Se avete sofferto del complesso di inferiorità e pensavate di non essere niente, di non essere come gli altri, toccando la terra comprendete che siete fatti dell’intero cosmo e tutto il cosmo si è riunito perché voi poteste manifestarvi. Contenete il cielo, la terra,le nuvole, la luna, le stelle, contenete tutti i talenti dei vostri antenati. Forse non avevate permesso a queste cose meravigliose di manifestarsi pienamente, perché eravate catturati da quella specie di formazione mentale chiamata complesso di inferiorità. Quando guardate un’altra persona, che è fatta degli stessi elementi vedete che non c’è ragione di sentire che siete inferiori

È come un giardino con tutti i tipi di fiori: non siete un fiore di loto, siete un crisantemo, ma siete una meraviglia. Un loto è un fiore, ma anche voi siete un fiore e se guardate più in profondità vedete che il loto è in voi e voi siete nel loto, è la natura dell’interessere.

Toccare la terra in questo modo non è più un atto di devozione, con cui implorate o chiedete qualcosa, ma è un atto con cui arrivate all’insight del non sé, dell’impermanenza e del nirvana, perché anche il nirvana è un insight. Entrare in contatto con il nirvana è entrare in contatto con Dio. Dio è disponibile nel qui e ora.

Occorre tempo per toccare la terra in questo modo e quando lo fate insieme come gruppo c’è un’energia potente, perché gli altri praticanti sono degli yogin e vi aiutano a farlo in modo ancora più potente.

Thich Nhat Hanh

Ring filosofico






Foto dall'ultima jam session filosofica al Teatro Ariberto.
Info qui.

Lenin e la scarpa

Ritratto dell'artista da giovane #2


sabato 28 novembre 2009

Disegno Gabo #2


[balena]

Ritratto dell'artista da giovane

venerdì 27 novembre 2009

Disegno Gabo #1


[omino]

Attesa

Nel letto, mi sposto sul fianco sinistro. Mi avvicino a Lorelei, l’abbraccio da dietro. Il braccio sinistro sotto il suo collo, la mano destra sulla sua pancia. Insieme, aspettiamo un nuovo raggio di sole.
La notte può essere lunga, ma il giorno arriva sempre.
Un nuovo raggio di sole cocente.

martedì 24 novembre 2009

Un impegno


Da un po' di tempo vado a meditare al sangha di Barzanò, secondo la tradizione buddhista del maestro vietnamita Thich Nhat Hanh (Thay).
Thay ha formalizzato il rito dei 5 toccare la terra. Sono prosternazioni nutrienti e profonde, che racchiudono in pochi gesti e concetti il cuore di tutto l'insegnamento buddhista.
Daniela decide di prendersi un impegno: praticare i 5 toccare la terra tutti i giorni per almeno tre mesi. Diana dice che è bello e che sarebbe ancora più bello se altri si unissero con lei, in una pratica comune a distanza, negli stessi orari giornalieri.
Io decido di condividere e farne parte. Personalizzo e registro le parole che guidano la meditazione.
Tre mesi. Diciamo fino alla fine di febbraio. Guardo avanti, e so che già sarò un'altra cosa.
Sarà impegnativo? Un impegno... come può non esserlo.
Sarà nutriente.

Di seguito la descrizione della pratica dei 5 toccare la terra.





Primo toccare la terra


Con gratitudine tocco la terra per entrare in contatto con tutte le generazioni di antenati della mia famiglia di sangue.
(CAMPANA) (testo da contemplare mentre si tocca la terra:)

Vedo mio padre e mia madre, sangue, carne e vitalità dei quali scorrono nelle mie vene e nutrono ogni mia cellula. Attraverso loro vedo i miei nonni, le cui aspettative, esperienze e saggezza sono state trasmesse da numerose generazioni. Porto in me la vita, il sangue, l'esperienza, la saggezza, la felicità e la tristezza di tutte le passate generazioni. Sto praticando per trasformare la sofferenza e tutti gli elementi che hanno bisogno di trasformazione.
Apro il mio cuore e tutto me stesso a ricevere l'energia delle intuizioni profonde, dell'amore e dell'esperienza trasmessi da tutti i miei antenati. So di essere soltanto la continuazione di questo lignaggio. Per favore, aiutatemi, proteggetemi e trasmettetemi la vostra energia. So che ovunque ci siano bambini e nipoti, ci sono anche predecessori. So che i genitori amano e aiutano i loro figli e nipoti, anche se non sempre sono capaci di esprimerlo nel modo giusto, a causa delle difficoltà incontrate nella loro vita. Comprendo che i miei antenati cercarono di costruire un modo di vivere basato su gratitudine, gioia, fiducia, rispetto e amore. Sentendomi come una continuazione dei miei antenati, mi inchino e lascio che la loro energia fluisca in me. Chiedo ai miei antenati aiuto, protezione e forza.
(TRE RESPIRI, CAMPANA, TUTTI SI ALZANO IN PIEDI E, A MANI GIUNTE, PRATICANO IL RESPIRO CONSAPEVOLE)


Secondo toccare la terra


Con gratitudine tocco la terra per entrare in contatto con tutte le generazioni di antenati della mia famiglia spirituale.
(CAMPANA)
(testo da contemplare mentre si tocca la terra:)

Vedo in me i miei maestri, coloro che mi mostrano la via dell'amore e della comprensione, il modo di respirare, sorridere, perdonare e vivere profondamente il momento presente. Attraverso i miei maestri, vedo tutti i maestri delle diverse generazioni e tradizioni, fino a quelli che hanno dato inizio alla mia famiglia spirituale, migliaia di anni fa. Vedo come miei maestri e antenati spirituali il Buddha, Gesù Cristo e i patriarchi. L'energia di tutte le generazioni dei maestri ancestrali è entrata in me e sta creando gioia, pace, comprensione e amore.
So che l'energia dei nostri maestri spirituali ha trasformato profondamente il mondo; senza questi maestri spirituali non conoscerei il modo di praticare che porta pace e felicità nella mia vita e nella vita della mia famiglia e della società. Apro il mio cuore e il mio corpo per ricevere l'energia della comprensione, della gentilezza amorevole e della protezione, dai Risvegliati, dai loro insegnamenti e dalla comunità di pratica attraverso molte generazioni. Io sono la continuazione dei maestri risvegliati. Chiedo ai miei antenati spirituali di trasmettermi la loro inesauribile fonte di energia, pace, stabilità, comprensione e amore. Faccio voto di praticare per trasformare la sofferenza mia e del mondo e per trasmettere la loro energia alle future generazioni di praticanti. Comprendo che i miei antenati spirituali possono avere avuto delle difficoltà nell'offrire gli insegnamenti, ma li accetto così come sono.
(TRE RESPIRI, CAMPANA, TUTTI SI ALZANO IN PIEDI E, A MANI GIUNTE, PRATICANO IL RESPIRO CONSAPEVOLE)


Terzo toccare la terra


Con gratitudine mi inchino a questa terra per entrare in contatto con tutti gli antenati che l'hanno resa bella e abitabile.
(CAMPANA) (testo da contemplare mentre si tocca la terra:)

Comprendo di essere interamente nutrito e protetto da questa terra, da tutti gli esseri che sono vissuti qui e da coloro che, attraverso i loro sforzi, hanno facilitato e reso possibile la mia vita. Vedo tutti coloro che, lavorando alacremente, con capacità, perseveranza e amore, hanno innalzato cattedrali, composto opere letterarie, costruito ponti e strade, ospedali e scuole, hanno protetto i diritti umani, hanno sviluppato la cultura, l'arte e la scienza, hanno combattuto per la libertà e la giustizia sociale. Sento l'energia di questa terra fluire nel mio corpo e nella mia anima, accettandomi ed aiutandomi.
Faccio voto di alimentare e mantenere questa energia e di trasmetterla alle future generazioni. Faccio voto di offrire un contributo per trasformare la violenza, l'odio e la delusione che ancora giacciono profondi nella coscienza collettiva di questa società, in modo tale che le future generazioni abbiano maggiore sicurezza, gioia e pace. Chiedo a questa terra la sua protezione e il suo aiuto.
(TRE RESPIRI, CAMPANA, TUTTI SI ALZANO IN PIEDI E, A MANI GIUNTE, PRATICANO IL RESPIRO CONSAPEVOLE)


Quarto toccare la terra


Con gratitudine e compassione tocco la terra per trasmettere la mia energia a coloro che amo.

(CAMPANA)
(testo da contemplare mentre si tocca la terra:)

Tutta l'energia che ho ricevuto voglio ora trasmetterla a mio padre, a mia madre e a tutti coloro che amo, a tutti coloro che hanno sofferto e si sono preoccupati per il mio bene.
So di non essere stato sufficientemente attento e consapevole nella mia vita quotidiana. So anche che coloro che mi amano hanno avuto le loro personali difficoltà; hanno sofferto perché non sono stati così fortunati da avere attorno a sé un contesto favorevole al loro pieno sviluppo. Trasmetto la mia energia a mia madre, a mio padre, ai miei fratelli, alle mie sorelle, a coloro che amo, a mio marito o a mia moglie, a mia figlia, a mio figlio, per alleviare il loro dolore, così che possano sorridere e sentire la gioia di essere vivi. Voglio che siano tutti in salute e pieni di gioia. So che quando loro sono felici anch'io lo sono. Non provo alcun risentimento e prego che tutti gli antenati e le loro famiglie spirituali concentrino le energie su coloro che amo per proteggerli e aiutarli. So di non essere separato e di essere uno con coloro che amo.
(TRE RESPIRI, CAMPANA, TUTTI SI ALZANO IN PIEDI E, A MANI GIUNTE, PRATICANO IL RESPIRO CONSAPEVOLE)


Quinto toccare la terra


Con comprensione e compassione tocco la terra per riconciliarmi con tutti coloro che mi hanno fatto soffrire.

(CAMPANA)
(testo da contemplare mentre si tocca la terra:)

Apro il mio cuore e mando la mia energia d'amore e di comprensione a tutti coloro che mi hanno fatto soffrire, a coloro che hanno distrutto gran parte della mia vita e della vita di coloro che amo. Adesso so che queste persone hanno loro stesse patito molto e che i loro cuori sono pieni di dolore, rabbia e odio. So che chiunque abbia sofferto così tanto, farà soffrire gli altri. So che possono essere stati così sfortunati da non avere avuto nessuno che si occupasse di loro e che li amasse. La vita e la società hanno riservato loro prove molto dure. Sono stati male indirizzati, violentemente offesi e non rispettati; non sono stati guidati verso una vita consapevole. Hanno accumulato nei confronti della vita percezioni sbagliate. Hanno commesso degli errori con me e con le persone che amo.
Prego i miei antenati, spirituali e di sangue, di indirizzare energia di amore e protezione alle persone che mi hanno fatto soffrire, così che i loro cuori possano accogliere la dolcezza dell'amore e possano sbocciare come un fiore. Prego che siano trasformati per sperimentare la gioia di vivere in modo che non continuino a soffrire e non facciano più soffrire gli altri. Vedo la loro sofferenza e non voglio che continui. Non desidero portare in me alcun rancore o altra rabbia verso di loro. Mando loro la mia energia di amore e di comprensione e chiedo a tutti i miei antenati di aiutarli.
(TRE RESPIRI, CAMPANA, TUTTI SI ALZANO IN PIEDI E, A MANI GIUNTE, PRATICANO PER QUALCHE SECONDO IL RESPIRO CONSAPEVOLE, POI DUE SUONI DI CAMPANA CONCLUSIVI)

Citazione Gabo #26

Non vi voglio più. Voglio un altro papà e un'altra mamma.
Vado al negozio e compro un papà e una mamma nuovi.

domenica 22 novembre 2009

Pugilato filosofico. II round


Nuovo appuntamento con la Jam Session Filosofica al Teatro Ariberto, in via Crespi 9 a Milano.
Domenica 22 novembre, a partire dalle ore 21,00.

Il sottoscritto e Stefano Chiodini saranno sotto al palco, pianoforte e sax, come nel vecchio avanspettacolo.
Tutte le informazioni dettagliate, qui.

sabato 21 novembre 2009

Citazione Gabo #25

"Malattia Gormiti", altro che influenza A.
Tutto quel che è gormiti è un tormentone formato bimbo biondo di quasi quattro anni.
Come è arrivato? Come un virus, si diffonde di bimbo in bimbo.

La canzone la conoscono un po' tutti.
E mi riservo la pietà di non linkarla qui.

La versione di Gabo è razziale. Fa così:

- Gormiti! Semiti!
- Più uniti! Più forti!
(e si perde la rima)

L'originale dice:

- Gormiti! Che miti!
- Più forti! Più uniti!

Citazione Gabo #24

Io voglio un fratellino.
Se è femmina la chiamiamo Giovanna.
Se è maschio Giovannu.

Citazione Gabo #23

Adesso prendo il libretto di Peter Pan.
Tu indovini che ho preso il libretto di Peter Pan.

Citazione Gabo #22

Un grosso robot di lego in mano…

Lui non è cieco.
Ha tantissime gambe, vedi?!

giovedì 19 novembre 2009

Elsa e il passero


Il mio amico Harry Naybors pubblica sul suo blog (che curo io, ma non cercate di capirci qualcosa) l'ultimo disegno dal blog di Renee French (e lo pubblico anche io qui sopra). Per conoscere qualcosa di Renee vi consiglio di cercare nel blog di Harry e di sfogliare le pagine dell'autrice.

Qualche giorno fa, Elsa, la nostra micia, ha lasciato il corpicino decapitato e sanguinante di un passerotto davanti alla porta di casa. Le piume erano sparpagliate disordinatamente sullo zerbino. L'istinto non si discute, ho pensato. La dolce crudeltà della natura mi colpisce in questi semplici atti animali. La crudeltà di un uccellino straziato e trasceso, la dolcezza dell'offerta di Elsa, che lascia davanti casa dei suoi cari l'esito della sua caccia.
Elsa abita fuori casa. Si muove liberamente per il parco del Curone, si difende dagli agguati di enormi maschi in calore, ci chiede la pappa quando ha fame e ricerca il calore della stufa, in quei pochi momenti in cui le apriamo la porta.
Non lesina fusa, quando la prendo in braccio, ma il suo comportamento cambia con Lorelei e soprattutto con Gabo. Sono cresciuti insieme, i due cuccioli, e hanno imparato a pizzicarsi ed evitarsi. Chi ha la peggio è sempre Gabo. Ieri sera Elsa si puliva sul tappetino della cucina quando con un agguato ha arpionato la calza del piede sinistro di Gabo che passava di lì facendolo volare a terra, lui e la sua enorme astronave in lego. Ha pianto, Gabo, mentre Elsa si rifugiava lentamente sotto al tavolo, per timore della nostra reazione, genitori protettivi.

Vicino allo zerbino pieno di piume, alla destra di quel corpo decapitato e di quelle ossicina senza vita, c'era un grumo di vomito, pappa mischiato carne di passero michiato piume.
Ingorda dilettante.

Ritardi

Cammino.
Il treno è in ritardo.

Pacco posta visita partenza...

mercoledì 18 novembre 2009

Da un caro amico mi arriva...



Da un caro amico mi arriva l’idea che quella che chiamiamo banalmente apertura del terzo occhio, che per alcune tradizioni è un fondamentale veicolo di trasformazione e realizzazione, altro non sia, in realtà, che una reazione psicosomatica che crea una sorta di dipendenza, quando sottoposta ai desideri dell’ego.
La connotazione è evidentemente negativa. La domanda che mi poneva il mio amico, semplificando, ha a che fare con il cambiamento profondo: esperienze anche prolungate di questo tipo portano a una reale trasformazione?
Aggiungo che il mio amico ha un’esperienza ben più profonda e prolungata di me in questi ambiti. Rispetto a lui sono una specie di novizio in erbe. Il che, per certi versi, mi rinfranca. So infatti per sentito dire che una delle difficoltà dei percorsi di meditazione è il tempo, superata la fase iniziale dell’entusiasmo. Il tempo mette a dura prova la concentrazione e la determinazione.
Insomma, all’interno di queste sintetiche considerazioni c’è un intero mondo. Complesso?
Forse no.

Leggendo il Libro Tibetano dei Morti, un’opera del V secolo d.C. che trovo poeticamente elevatissima e spiritualmente illuminante, si ritrova più volte un concetto chiaro e fortissimo: che la liberazione, superata la paura, sta nella piena consapevolezza presente, che non è consapevolezza dell’agire, ma puro movimento dell’essere senza mediazioni intellettuali. Io non lo so spiegare, per cui rimando al libro. Però una riflessione mi è nata stamattina. Che la pace che si genera dalla piena consapevolezza ha anche un profondissimo risvolto psicosomatico.

Abituati a usare in senso negativo (sintomatico) il termine “psicosomatico” rischiamo di vedere solo una faccia della questione. Se la ricerca (psicosomatica) è quella della pace, della calma della mente che si diffonde nel corpo, del rilassamento del corpo che si riflette nella mente, allora istantaneamente il problema scompare. In effetti, ritornando alle parole del mio caro amico, il punto probabilmente non sta nel risvolto psicosomatico, ma nell’ansia della ricerca, che sa abilmente piegarsi alle abitudini e alle ansie automatiche della quotidianità. Per quella che è la mia esperienza, le uniche vere risposte, le nostre più profonde risorse, sono l’attenzione consapevole al respiro e l’idea semplice quanto precisa espressa dal seguente mantra: “le sensazioni vanno e vengono come le nuvole del cielo”, che è l’esemplificazione del non attaccamento. Che è la capacità di non cadere nell’errore che Buddha chiama della seconda freccia. E che rappresenta la trappola più evidente che si affaccia alla nostra mente giorno dopo giorno dopo giorno, il più grande ostacolo alla determinazione al cambiamento, come opposto all’ansia della trasformazione, alla volontà dell’illuminazione, sottospecie falso-buddhica di attaccamento dell’io. Identificazione positiva insidiosa perché ben accolta e, per molti versi, molto amata.

martedì 17 novembre 2009

Jazz e presentazione di un libro per ragazzi


Martedì 17 novembre con Stefano Chiodini, in duo, si suona standard jazz alla libreria Nuova Scaldapensieri, via Don Bosco 39 a Milano, a partire dalle ore 19.

Verrà presentato il libro per ragazzi Arlys, scritto da Marina Irali e illustrato da Alessandra Bagnoli, con reading.

I C2:

Guglielmo Nigro - pianoforte
Stefano Chiodini - sax soprano

Musica di specie...

martedì 10 novembre 2009

Colori autunnali

lunedì 9 novembre 2009

Vita da scemo

Lasciàti alle spalle gli anni della paura, che mi costringevano a posizioni di chiusura e conservazione, oggi la mia anima (si, forse è proprio lei) mi chiama a nuove aperture.
La sensazione di espansione è inebriante, più del vino, del sesso e della regressione.
E per ogni giorno che nasce e il mio tempo che si accorcia, vedo il colpo al cerchio che offre nuovi inizi a ogni riflesso del sole.

Se mai decidessi di fare il comico, potrei partire dalla base, dalla cacca, certo di poter raccogliere almeno il sorriso di Gabo. Ma per quanto ancora?

E invece parlo del tempo come si parla di Dio.
Con convinta circospezione. Una cosa per intenderne un'altra.
"Perché dissi che Dio ingannò il primo uomo, lo costrinse a viaggiare una vita da scemo..."

sabato 7 novembre 2009

Fuga all'inglese

Entro nel bagno dell’ufficio.
La finestra dietro al gabinetto è aperta. Sui bordi del cesso impronte di scarpe.
Qualcuno si è buttato dal quinto piano, oppure è salito per evacuare.
La giornata inizia bene.
Tutti i testi e le immagini di questo blog sono (c) di
Guglielmo Nigro,
salvo dove diversamente indicato.
Puoi diffonderli a tuo piacere ma ti chiedo di
esplicitare sempre l'autore e/o la fonte.