Basta che il dadhaka si mantenga leggermente separato da Prakriti quando essa agisce in lui o su di lui e che, senza intervenire né modificare, senza interdire, scegliere né decidere, lasci svolgersi il giuoco rimanendo come un osservatore che analizza il processo perché scopra ben presto che i modi di Prakriti sono indipendenti e che funzionano come funzionerebbe una macchina una volta avviata, secondo la struttura e la forza di propulsione che le sono proprie. La forza e la propulsione provengono da Prakriti e non dalla creatura. Comprenderà allora quanto era falsa l'impressione che la sua mente fosse l'autrice delle opere, mentre non era che una piccola parte di lui, una creazione, un meccanismo della Natura. Era la Natura che non aveva neanche per un solo momento cessato di agire secondo i propri modi, facendo muovere le tre qualità generali come una bambina che gioca con le sue marionette. Il suo ego non è che un utensile e un giocattolo; il suo carattere e la sua intelligenza, le sue qualità morali e la sua intelligenza mentale, le sue creazioni, le sue opere, le sue prodezze, la sua collera e la sua pazienza, la sua crudeltà e la sua misericordia, il suo amore e il suo odio, il suo peccato e la sua virtù, la sua luce e la sua oscurità, la passione della sua gioia e l'angoscia del suo dolore sono il giuoco della Natura, al quale l'anima, attirata, conquistata e sottomessa, consente passivamente. Tuttavia il determinismo della Natura e della Forza non è tutto; l'anima ha qualcosa da dire in tutto questo - ma è l'anima segreta, il Purusha, non la mente e l'ego, poiché nessuno dei due è indipendente ma è parte della Natura. L'autorizzazione dell'anima è necessaria al gioco, ed essa può, come un signore che concede il permesso servendosi di una volontà interiore silenziosa, determinarne il principio ed intervenire nelle sue combinazioni, quantunque l'esecuzione del pensiero, della volontà, dell'atto e dell'impulso siano necessariamente compito e privilegio della Natura. Il Purusha può suggerire un'armonia che la Natura esegue; non interviene nelle funzioni della Natura, ma posa su di essa uno sguardo cosciente che viene convertito immediatamente o dopo molte difficoltà in una idea, in un impulso dinamico, in una forma significativa.
Sri Aurobindo, La sintesi dello yoga, vol. 1 Lo yoga delle opere divine, ed. Ubaldini
giovedì 11 aprile 2013
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