Io tengo uniti gli estremi di una vita che non viene
E che quando ti appartiene piano piano se ne va
Io tengo uniti gli estremi di chi la tradisce e non lo sa
Io tengo uniti gli esremi di una nota già suonata
Di una musica imitata male o messa giù a metà
Io tengo uniti gli estremi di chi ha iniziato e di chi ha smesso già
Io tengo uniti gli estremi di un amico che non torna ora è là su
Sull’altra sponda non la pensa come me
Io tengo uniti gli estremi di una corda che si è rotta e non so il perchè
Io tengo uniti gli estremi di una lacrima che scende
Di una corsa disperata in cerca di una identità
Io tengo uniti gli estremi dell’intolleranza e della pietà
Io tengo uniti gli esremi di una srana diffidenza che degli altri fa anche senza
E di rimpianti non ne ha
Io tengo uniti gli estremi della presunzione e della necessità
Io tengo uniti gli esremi di una innata insicurezza di una fede che è certezza e
Che dà opportunità
Io tengo uniti gli estremi di una invidiata semplicità
Io tengo uniti gli estremi del mio vetro già pulito e degli occhi un po’
Smarriti che mi fissano al di là
Io tengo uniti gli estremi di un uomo che ha perso la dignità
Io tengo uniti gli estremi di una strana circostanza di chi non ne ha mai
Abbastanza e ha dimenticato già
Io tengo uniti gli estremi di chi ricorda solo a metà
Io tengo uniti gli estremi di una fine delusione di una finta illusione
Abbracciata in un night club
Io tengo uniti gli esremi di questa cauta serenità
E che quando ti appartiene piano piano se ne va
Io tengo uniti gli estremi di chi la tradisce e non lo sa
Io tengo uniti gli esremi di una nota già suonata
Di una musica imitata male o messa giù a metà
Io tengo uniti gli estremi di chi ha iniziato e di chi ha smesso già
Io tengo uniti gli estremi di un amico che non torna ora è là su
Sull’altra sponda non la pensa come me
Io tengo uniti gli estremi di una corda che si è rotta e non so il perchè
Io tengo uniti gli estremi di una lacrima che scende
Di una corsa disperata in cerca di una identità
Io tengo uniti gli estremi dell’intolleranza e della pietà
Io tengo uniti gli esremi di una srana diffidenza che degli altri fa anche senza
E di rimpianti non ne ha
Io tengo uniti gli estremi della presunzione e della necessità
Io tengo uniti gli esremi di una innata insicurezza di una fede che è certezza e
Che dà opportunità
Io tengo uniti gli estremi di una invidiata semplicità
Io tengo uniti gli estremi del mio vetro già pulito e degli occhi un po’
Smarriti che mi fissano al di là
Io tengo uniti gli estremi di un uomo che ha perso la dignità
Io tengo uniti gli estremi di una strana circostanza di chi non ne ha mai
Abbastanza e ha dimenticato già
Io tengo uniti gli estremi di chi ricorda solo a metà
Io tengo uniti gli estremi di una fine delusione di una finta illusione
Abbracciata in un night club
Io tengo uniti gli esremi di questa cauta serenità
Stefano Belluzzi
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