venerdì 10 dicembre 2010



Facendo ordine...
Una delle scene cardine di Pulp Fiction di Tarantino è quella in cui Samuel L. Jackson sopravvive a una sparatoria, immacolato. Ha un'illuminazione.
Dovrebbe essere morto. Un fantasma che vive, in fede alle circostanze.

La battaglia che combattiamo tutti i giorni, in queste città evolute, è quella delle strade, nelle trincee del traffico. A volte, una voce, un'intenzione si fa sentire alta, quella del suicidio personale, dovuto alle circostanze. Alle condizioni. Per esempio, stanchezza, noia, isolamento. Per quelle stesse circostanze, ti addormenti al volante e muori. Fine dei giochi. Oppure, come Jackson, sopravvivi illeso. L'auto da buttare. Sopravvissuto. Fantasma suicida sopravvissuto.

E devi affrontare le conseguenze, dovute alle circostanze. Come interrogarti su quello che fai tutti i giorni. Sulla correttezza delle tue azioni. E del perché tali azioni, incluse tutte le dipendenze annesse (economiche, sociali, valoriali...), abbiano fatto nascere la possibilità del suicidio.

Ora credo di essere lì. Con in più il mal di gola e due serate di concerti alle porte.
E un sole gioioso come mio figlio Gabo.

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