venerdì 26 settembre 2008
Haiku 55
Gruppo di haiku su un tema familiare a tutti.
Di fiori adorno è
il tempo che non torna.
Sono il giardiniere.
-:-:-:-:-:-:-:-:-
Male alle ossa
nell'umidità della terra.
E questi profumi?
-:-:-:-:-:-:-:-:-
Dei fiori il profumo
è il ricordo che non riposa.
Sono terra e seme.
-:-:-:-:-:-:-:-:-
In estate avuti,
strappati alla terra, messi
in ordine sul marmo.
-:-:-:-:-:-:-:-:-
I petali nella brezza
imitano il movimento del respiro.
Imitano la vita.
Di fiori adorno è
il tempo che non torna.
Sono il giardiniere.
-:-:-:-:-:-:-:-:-
Male alle ossa
nell'umidità della terra.
E questi profumi?
-:-:-:-:-:-:-:-:-
Dei fiori il profumo
è il ricordo che non riposa.
Sono terra e seme.
-:-:-:-:-:-:-:-:-
In estate avuti,
strappati alla terra, messi
in ordine sul marmo.
-:-:-:-:-:-:-:-:-
I petali nella brezza
imitano il movimento del respiro.
Imitano la vita.
sabato 20 settembre 2008
venerdì 19 settembre 2008
Haiku 53
lunedì 15 settembre 2008
domenica 14 settembre 2008
domenica 7 settembre 2008
Da Harry Naybors - intellettuali?
Prosegue la mia corrispondenza con il noto critico statunitense Harry Naybors. Pubblico questa nuova lettera con il consenso dell'autore.
In un mondo migliore esisterebbero ancora gli intellettuali.
Non quei noiosi chiacchieroni da salotti televisivi. Quelli che riempiono le tv di tutto il mondo occidentale con occhiali improbabili, pose da star e voci altisonanti da cocainomani.
Ci sarebbe bisogno di intellettuali che hanno ancora qualcosa da dire, che sono ancora in grado di interpretare la nostra attualità, di offrirne una visione provocatoria, sentita, di parte.
Intellettuali che sappiano prendere parte, appunto. È, questa, una delle più gravi mancanze del nuovo millennio.
In Italia la situazione è anche peggiore.
I nuovi intellettuali, che attendo come il sole all’alba, dovrebbero conoscere e rappresentare le arti povere. Fanculo gli intellettualismi borghesi. Spero nel ritorno all’artigianato. Manuale o virtuale, materico o informatico poco importa.
E quale, tra le arti giovani, è la più artigianale di tutte?
Senza alcun dubbio il fumetto. Sono convinto che l’unico modo che ha il fumetto per diventare adulto, per essere preso sul serio, è che venga rappresentato da autori capaci di esprimere una propria visione del mondo, che la sappiano affermare a tutti, che diano forza alla loro voce, che sappiano prendere parte. Per i nuovi intellettuali il fumetto dovrebbe essere la poesia di un tempo.
Penso che il fumetto sia una delle forme di comunicazione più efficaci per sbattere in faccia alle persone questa realtà compromessa. Per sollevare qualche velo illusorio.
E invece è così triste vedere il nostro fumetto “popolare” che si occupa di tutto tranne che di attualità, che racconta di vivisezione attraverso una favoletta preconfezionata, che punta gli occhi sul dolore senza capirlo, muovendo solo facile compassione, che si rifugia nella rassicurazione della narrazione di genere, senza guizzi né originalità. Il fumetto di genere dovrebbe essere una risorsa, una possibile metafora, non un canone da ripercorrere all’infinito, già scritto.
Il fumetto ha bisogno di intellettuali che siano nella società e dalla società alzino la loro voce.
La nostra cultura ossidata e addormentata ha bisogno del fumetto.
In un mondo migliore esisterebbero ancora gli intellettuali.
Non quei noiosi chiacchieroni da salotti televisivi. Quelli che riempiono le tv di tutto il mondo occidentale con occhiali improbabili, pose da star e voci altisonanti da cocainomani.
Ci sarebbe bisogno di intellettuali che hanno ancora qualcosa da dire, che sono ancora in grado di interpretare la nostra attualità, di offrirne una visione provocatoria, sentita, di parte.
Intellettuali che sappiano prendere parte, appunto. È, questa, una delle più gravi mancanze del nuovo millennio.
In Italia la situazione è anche peggiore.
I nuovi intellettuali, che attendo come il sole all’alba, dovrebbero conoscere e rappresentare le arti povere. Fanculo gli intellettualismi borghesi. Spero nel ritorno all’artigianato. Manuale o virtuale, materico o informatico poco importa.
E quale, tra le arti giovani, è la più artigianale di tutte?
Senza alcun dubbio il fumetto. Sono convinto che l’unico modo che ha il fumetto per diventare adulto, per essere preso sul serio, è che venga rappresentato da autori capaci di esprimere una propria visione del mondo, che la sappiano affermare a tutti, che diano forza alla loro voce, che sappiano prendere parte. Per i nuovi intellettuali il fumetto dovrebbe essere la poesia di un tempo.
Penso che il fumetto sia una delle forme di comunicazione più efficaci per sbattere in faccia alle persone questa realtà compromessa. Per sollevare qualche velo illusorio.
E invece è così triste vedere il nostro fumetto “popolare” che si occupa di tutto tranne che di attualità, che racconta di vivisezione attraverso una favoletta preconfezionata, che punta gli occhi sul dolore senza capirlo, muovendo solo facile compassione, che si rifugia nella rassicurazione della narrazione di genere, senza guizzi né originalità. Il fumetto di genere dovrebbe essere una risorsa, una possibile metafora, non un canone da ripercorrere all’infinito, già scritto.
Il fumetto ha bisogno di intellettuali che siano nella società e dalla società alzino la loro voce.
La nostra cultura ossidata e addormentata ha bisogno del fumetto.
Etichette:
comics,
corrispondenza,
critica,
harry naybors,
incontri maschi
sabato 6 settembre 2008
Haiku 47
Allo spettacolo di burattini Gabo ha osservato in silenzio. Rigido, le mani strette alle mie. All'arrivo del mago, scoppi, fuoco, urla. Gabo ha pianto di paura. Le labbra tremolanti.
"Non torna più il mago?". Il mago sei tu, Gabo.
Gruppo di haiku.
1.
Osservo nascosto
gli occhi di luce dei bimbi.
Non visto non sono.
2.
Tra le mani aperte
la voce sguaiata della povertà.
Fiore dalla polvere.
3.
La terra trema.
In piedi, distesi, siamo
il fuoco dentro.
4.
L'erba è alta,
nella foresta umida di pioggia.
Capelli bianchi di tempo.
"Non torna più il mago?". Il mago sei tu, Gabo.
Gruppo di haiku.
1.
Osservo nascosto
gli occhi di luce dei bimbi.
Non visto non sono.
2.
Tra le mani aperte
la voce sguaiata della povertà.
Fiore dalla polvere.
3.
La terra trema.
In piedi, distesi, siamo
il fuoco dentro.
4.
L'erba è alta,
nella foresta umida di pioggia.
Capelli bianchi di tempo.
Iscriviti a:
Post (Atom)
Tutti i testi e le immagini di questo blog sono (c) di
Guglielmo Nigro, salvo dove diversamente indicato.
Guglielmo Nigro, salvo dove diversamente indicato.
Puoi diffonderli a tuo piacere ma ti chiedo di
esplicitare sempre l'autore e/o la fonte.
esplicitare sempre l'autore e/o la fonte.