Ricordo che, alcuni anni fa, a seguito di una serie di otiti molto dolorose, problema che non avevo mai avuto in più di 35 anni, mi rivolgo allo specialista e gli chiedo "ma perché mi sono venute le otiti proprio ora che non ne ho mai sofferto?", e lui mi ha risposto "eh, si vede che è il suo periodo", e via di antibiotico. In quel preciso momento ho capito che dovevo approfondire in altro modo, e mi sono rivolto alla mia naturopata di fiducia. Il problema è stato risolto a partire da una profonda consapevolezza della causa emotiva del disturbo. Ma questa è un'altra storia.
Fatto è che parlare con i medici, avere un sano, costruttivo dialogo con loro, è difficile, quasi impossibile. Si dice che vada un po' a fortuna.
Eppure, esiste un approccio che si chiama Medicina narrativa che fa del dialogo, del racconto un suo cardine fondamentale. Ne leggo un interessante approfondimento nella presentazione del libro a fumetti La vita inattesa (di Beltramini, Faraci e Ferrari, ed. Rizzoli Lizard) ad opera di Edoardo Rosati, giornalista specializzato nella divulgazione medico-scientifica.
In sintesi, la Medicina narrativa ritiene che nella cura sia fondamentale non solo la cura dei sintomi, l'anamnesi e così via, ma anche la storia che si nasconde dietro a quei sintomi, la storia che è incarnata dalla persona che soffre per la sua unica, "speciale" malattia.
In fondo, come riportato da Rosati nell'introduzione al libro
Riconoscere, assorbire, metabolizzare, interpretare le storie della malattia: tutto ciò aiuta camici bianchi, infermieri, operatori sociali e terapisti a migliorare l’efficacia della cura.e che
La malattia non è meramente un guasto tecnico, e chi ha l’onere di aiutare gli altri a uscirne dev'essere formato ad affrontare i complessi intrecci che si sviluppano tra esperienze reali e vissuto del singolo.
Per gentile concessione dell'editore, riporto qui sotto l'intera introduzione al libro La vita inattesa, credo che sia interessante.
E quando avremo a che fare con i medici, ricordiamoci del nostro diritto al dialogo e alla comprensione, oltre il timore e il potere istituzionale.