martedì 31 dicembre 2013
la musica che gira intorno
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ragnar kjartansson
lunedì 30 dicembre 2013
venerdì 27 dicembre 2013
Abbraccio finale
Un abbraccio agghiacciante.
La simbologia piena dell'amore nella tragedia.
L'impossibilità della salvezza.
La disperazione.
Quando l'ho vista sono rimasto senza parole per un po'...
da qui.
(sono perplesso rispetto alla scelta delle altre foto)
La simbologia piena dell'amore nella tragedia.
L'impossibilità della salvezza.
La disperazione.
Quando l'ho vista sono rimasto senza parole per un po'...
da qui.
(sono perplesso rispetto alla scelta delle altre foto)
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mercoledì 25 dicembre 2013
lunedì 23 dicembre 2013
Amazon - Concorrenza Sleale
Il nostro desiderio insaziabile di prodotti
scontati, consegnati a domicilio in modo
veloce ed efficiente, ha un prezzo. Il problema
è che non abbiamo ancora capito
qual è. Sono le tasse, ovviamente, che finanziano
le strade su cui viaggiano i camion
di Amazon, le scuole dove studiano i
loro dipendenti, gli ospedali dove nascono
i loro figli e dove forse, un giorno, saranno
curati prima di morire. Tasse pagate da tutti
i lavoratori e che l’azienda, come è emerso
nel 2012, tende a eludere. Su un fatturato
di 4,2 miliardi di sterline, nel 2012 Amazon
ha pagato solo 3,2 milioni di imposta sulle
attività produttive. Nel 2006 l’azienda ha
spostato la sede dal Regno Unito al Lussemburgo
e ha riclassificato la sua attività
nel Regno Unito come semplice “evasione
degli ordini”. Nella sede in Lussemburgo
lavorano 380 persone. Nel Regno Unito
circa 21mila. Fate voi i conti.
Secondo Brad Stone, l’elusione iscale è
nel dna dell’azienda. Fin dall’inizio Amazon
è stata “costituzionalmente orientata a
garantire ogni possibile vantaggio ai suoi
clienti ofrendo i più bassi prezzi possibili,
sfruttando tutte le scappatoie iscali conosciute
o creandone di nuove”. Lo sa bene
Mark Constantine, uno dei fondatori della
catena di cosmetici Lush. Constantine non
vuole vendere attraverso Amazon, ma questo
non impedisce all’azienda di Bezos di
sfruttare il marchio di Lush per attirare
clienti sul suo sito e consigliare prodotti
alternativi. “È un modo per intimidire le
aziende e costringerle a usare i loro servizi.
E noi ci siamo rifiutati. Ci siamo rivolti
all’alta corte e li abbiamo denunciati per
violazione del marchio. Abbiamo già speso
mezzo milione di sterline per difendere la
nostra azienda. La maggior parte delle imprese
non può permetterselo. Noi l’abbiamo
fatto per una questione di principio.
Continuano a forzare la mano ma il loro
modello di impresa non è sostenibile. Riescono
ad andare avanti solo perché non
pagano le tasse. Se fossero costretti a seguire
il modello convenzionale sarebbero
in diicoltà”. Conclude Constantine: “La
loro è una forma di capitalismo pirata. Assaltano
i paesi dei loro clienti, portano via i
soldi e li nascondono dove gli conviene.
Non è business in senso tradizionale. È il
ritorno a una forma di capitalismo predatorio
che ci riporta a un secolo fa, quando
abbiamo deciso collettivamente di lasciarcelo
alle spalle”.
da Internazionale 1031, del 20 dicembre 2013
scontati, consegnati a domicilio in modo
veloce ed efficiente, ha un prezzo. Il problema
è che non abbiamo ancora capito
qual è. Sono le tasse, ovviamente, che finanziano
le strade su cui viaggiano i camion
di Amazon, le scuole dove studiano i
loro dipendenti, gli ospedali dove nascono
i loro figli e dove forse, un giorno, saranno
curati prima di morire. Tasse pagate da tutti
i lavoratori e che l’azienda, come è emerso
nel 2012, tende a eludere. Su un fatturato
di 4,2 miliardi di sterline, nel 2012 Amazon
ha pagato solo 3,2 milioni di imposta sulle
attività produttive. Nel 2006 l’azienda ha
spostato la sede dal Regno Unito al Lussemburgo
e ha riclassificato la sua attività
nel Regno Unito come semplice “evasione
degli ordini”. Nella sede in Lussemburgo
lavorano 380 persone. Nel Regno Unito
circa 21mila. Fate voi i conti.
Secondo Brad Stone, l’elusione iscale è
nel dna dell’azienda. Fin dall’inizio Amazon
è stata “costituzionalmente orientata a
garantire ogni possibile vantaggio ai suoi
clienti ofrendo i più bassi prezzi possibili,
sfruttando tutte le scappatoie iscali conosciute
o creandone di nuove”. Lo sa bene
Mark Constantine, uno dei fondatori della
catena di cosmetici Lush. Constantine non
vuole vendere attraverso Amazon, ma questo
non impedisce all’azienda di Bezos di
sfruttare il marchio di Lush per attirare
clienti sul suo sito e consigliare prodotti
alternativi. “È un modo per intimidire le
aziende e costringerle a usare i loro servizi.
E noi ci siamo rifiutati. Ci siamo rivolti
all’alta corte e li abbiamo denunciati per
violazione del marchio. Abbiamo già speso
mezzo milione di sterline per difendere la
nostra azienda. La maggior parte delle imprese
non può permetterselo. Noi l’abbiamo
fatto per una questione di principio.
Continuano a forzare la mano ma il loro
modello di impresa non è sostenibile. Riescono
ad andare avanti solo perché non
pagano le tasse. Se fossero costretti a seguire
il modello convenzionale sarebbero
in diicoltà”. Conclude Constantine: “La
loro è una forma di capitalismo pirata. Assaltano
i paesi dei loro clienti, portano via i
soldi e li nascondono dove gli conviene.
Non è business in senso tradizionale. È il
ritorno a una forma di capitalismo predatorio
che ci riporta a un secolo fa, quando
abbiamo deciso collettivamente di lasciarcelo
alle spalle”.
da Internazionale 1031, del 20 dicembre 2013
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giovedì 12 dicembre 2013
L'oroscopo dell'infinito
L'infinitamente grande, lo sconfinato. Lo Spazio.
Ieri sera, come tutte le sere limpide e stellate di questi giorni in Brianza, dove la nebbia non arriva, salgo le scale esterne di casa. La scala fa una curva e lì, nascoste le luci artificiali delle strade, la volta scura puntellata dalle stelle mi avvolge e ricopre il viso. In quell'istante, ogni sera, provo una profonda emozione di straniamento e meraviglia.
Il fuori si riflette nel dentro e viceversa.
La meraviglia esteriore amplia il senso di appartenenza e il distacco interiore. Cosa ci tiene legati alle stelle?
L'infinitamente grande si confonde con l'infinitamente piccolo, come appare nel portfolio che trovi sul sito di internazionale qui.
Le costellazioni, i pianeti, il cielo. Come influenzano la nostra vita? Quale oroscopo reale e non immaginario ci lega all'infinito?
Ieri sera, come tutte le sere limpide e stellate di questi giorni in Brianza, dove la nebbia non arriva, salgo le scale esterne di casa. La scala fa una curva e lì, nascoste le luci artificiali delle strade, la volta scura puntellata dalle stelle mi avvolge e ricopre il viso. In quell'istante, ogni sera, provo una profonda emozione di straniamento e meraviglia.
Il fuori si riflette nel dentro e viceversa.
La meraviglia esteriore amplia il senso di appartenenza e il distacco interiore. Cosa ci tiene legati alle stelle?
L'infinitamente grande si confonde con l'infinitamente piccolo, come appare nel portfolio che trovi sul sito di internazionale qui.
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Guglielmo Nigro, salvo dove diversamente indicato.
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esplicitare sempre l'autore e/o la fonte.
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