domenica 17 gennaio 2016

La scuola pubblica dove devo iscrivere mio figlio?

Ieri mattina sono andato alla presentazione del progetto formativo della scuola primaria dove dovrei iscrivere mio figlio Cecio. In quella stessa scuola Gabo sta frequentando la quarta elementare.
Dell'ora di incontro, viene dedicato quasi tutto il tempo a parlare di numero di ore complessive, 27, 30, 40... di come tali ore vengono ripartire tra le materie, e come questo e come quello. Insomma, una lunga lista di casistiche organizzative che hanno la loro importanza ma che trovo complessivamente marginali.

Ho fatto il rappresentante di classe per i primi tre anni di elementare di Gabo. Ho parlato con le insegnanti, con gli altri genitori, ecc. e ho capito molte cose della scola pubblica. Soprattutto cosa non si può fare. Colpa del Dirigente Scolastico, si diceva allora. Il Dirigente Scolastico è rigido. E così via. Una parte della verità.

L'incontro di ieri era per me particolarmente significativo perché era presente il nuovo Dirigente Scolastico, in carico da settembre del 2015. Avevo delle aspettative. Ero interessato a capire.
Ho posto quattro domande:

- L'insegnamento della lingua inglese è totalmente inadeguato, per limiti oggettivi di metodo dell'insegnante. Cosa avete intenzione di fare?
- L'insegnamento delle arti e in particolare della musica è quasi totalmente assente. L'insegnante che dovrebbe trasmettere le prime conoscenze musicali ai nostri bambini è quella di matematica e ... di musica non sa nulla. Non ha mai suonato, non ha mai studiato la materia. Per sua stessa ammissione è in grande imbarazzo nel trattare la materia. Questo perché la riforma di alcuni anni fa ha attribuito la musica agli insegnanti di matematica senza valutare se questi fossero in grado di trattarla. Come avete intenzione di agire?
- Ritengo che le prove invalsi siano una perdita di tempo per i nostri bambini. Si insegna loro un metodo per rispondere velocemente a dei quiz, senza che questo abbia alcun significato per le reali necessità di apprendimento dei bambini tra i 6 e gli 11 anni. C'è una riflessione in atto su questo tema?
- Avete parlato a lungo degli aspetti organizzativi della scuola, ma non ci avete trasmesso in nessun modo l'idea di bambino e di educazione che avete intenzione di sviluppare con la vostra didattica. Come mai?

In estrema sintesi le risposte del Dirigente sono state le seguenti:
- L'idea di educazione è definita dal Ministero. Noi ci atteniamo a questa.
- E' stato previsto un fondo per l'aggiornamento delle insegnanti, che si formeranno dove hanno carenze.
- Le invalsi hanno tante problematiche, ma sono l'unico metodo oggettivo per valutare i livelli delle scuole. Lo sapete che le scuole che per lo più non fanno le prove invalsi sono quelle del sud? Provate a chiedervi perché.
- Le faccio io una domanda. Perché ha iscritto il suo primo figlio a questa scuola quattro anni fa?

Io sono demoralizzato. Per la mancanza di progettualità, per la sterilità delle risposte, per la totale mancanza di attenzione per le esigenze reali dei nostri figli oggi. E per quel delicato attacco rivoltomi con l'ultima domanda.
Con un po' di tempo mi piacerebbe tornare su queste risposte del Dirigente Scolastico. Ci tengo a dire che dalle sue risposte non emergono reali progetti di investimento per i nostri figli, che i problemi appaiono del tutto sottovalutati, e analizzati esclusivamente da un punto di vista burocratico.
Un esempio. Il Dirigente parla di fondi per l'aggiornamento delle insegnanti sui temi in cui si sentono carenti. Chi decide su cosa aggiornarsi? Le insegnanti. Esiste un progetto formativo per le insegnanti di matematica sull'insegnamento della musica? Al momento, come mi ha confermato l'insegnante di matematica di Gabo, per questo plesso no. Quindi il problema della musica rimarrà tale per ... quanto tempo?
Questo è quanto. Da qui si parte.
Probabilmente Cecio andrà in un'altra scuola.
E tutto questo mi provoca grande tristezza.
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