martedì 15 ottobre 2013

Il perdono è la chiave della felicità


1. Ecco la risposta alla tua ricerca di pace. Ecco la chiave del significato in un mondo che sembra non avere senso. Ecco la via che porta a sentirsi al sicuro in mezzo ai pericoli apparenti che sembrano minacciarti ad ogni angolo e portare incertezza a tutte le tue speranze di vivere quiete e pace. Qui tutte le domande trovano risposta; qui è infine assicurata la fine di ogni incertezza.
2. La mente che non perdona è piena di paura, e non offre all’amore alcuno spazio per essere se stesso, né luogo in cui spiegare le proprie ali in pace e levarsi in volo sopra al tumulto del mondo. La mente che non perdona è triste, senza la speranza di una tregua e della liberazione dal dolore. Soffre e dimora nella sofferenza, scrutando nell’oscurità senza vedere, eppure certa del pericolo che vi si annida.
3. La mente che non perdona è tormentata dai dubbi, confusa riguardo a se stessa e a tutto ciò che vede: impaurita e arrabbiata, debole e infuriata, con la paura di andare avanti e la paura di fermarsi, ha paura di svegliarsi o di andare a dormire, ha paura di ogni suono, ed ancora più è spaventata dalla quiete, terrorizzata dall’oscurità, ma ancor di più dall’avvicinarsi della luce. Cosa può percepire la mente che non perdona, se non la proprio dannazione? Che cosa può vedere, se non la prova che tutti i suoi peccati sono reali?
4. La mente che non perdona non vede errori,  ma solo peccati. Vede il mondo con occhi che non vedono, e strilla quando vede le proprie proiezioni insorgere per attaccare la sua miserabile parodia della vita. Vuole vivere, tuttavia desidera essere morta. Vuole il perdono, eppure non vede alcuna speranza. Vuole una via d’uscita, ma non riesce a concepirne alcuna perché vede il peccato ovunque.
5. La mente che non perdona è disperata, senza la prospettiva di un futuro che non può offrire altro se non maggiore disperazione. Eppure considera irreversibile il proprio giudizio del mondo, e non vede che ha condannato se stessa a questa disperazione. Pena di non poter cambiare, perché ciò che vede testimonia che il suo giudizio è corretto. Non chiede, perché pensa di sapere. Non dubita, certa di avere ragione.
6. Il perdono si acquisisce. Non è inerente alla mente, che non può peccare. Dal momento che il peccato è un’idea che tu ha insegnato a te stesso, anche il perdono deve essere appreso da te, ma da un Insegnante diverso da te, Che rappresenta l’altro Sé in te. Attraverso di Lui impari a perdonare il sé che pensi di aver fatto, e lo lasci scomparire. Così riporti la tua mente ad essere una con Colui Che è il tuo Sè, e Che non può mai peccare.
da Un Corso in Miracoli

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