venerdì 19 ottobre 2012

Il sogno di Maria



"Nel Grembo umido, scuro del tempio, 
l'ombra era fredda, gonfia d'incenso; 
l'angelo scese, come ogni sera, 
ad insegnarmi una nuova preghiera: 
poi, d'improvviso, mi sciolse le mani 
e le mie braccia divennero ali, 
quando mi chiese - Conosci l'estate 
io, per un giorno, per un momento, 
corsi a vedere il colore del vento. 

Volammo davvero sopra le case, 
oltre i cancelli, gli orti, le strade, 
poi scivolammo tra valli fiorite 
dove all'ulivo si abbraccia la vite. 

Scendemmo là, dove il giorno si perde 
a cercarsi da solo nascosto tra il verde, 
e lui parlò come quando si prega, 
ed alla fine d'ogni preghiera 
contava una vertebra della mia schiena. 

(... e l' angelo disse: "Non 
temere, Maria, infatti hai 
trovato grazia presso il 
Signore e per opera Sua 
concepirai un figlio...) 

Le ombre lunghe dei sacerdoti 
costrinsero il sogno in un cerchio di voci. 
Con le ali di prima pensai di scappare 
ma il braccio era nudo e non seppe volare: 
poi vidi l'angelo mutarsi in cometa 
e i volti severi divennero pietra, 
le loro braccia profili di rami, 
nei gesti immobili d'un altra vita, 
foglie le mani, spine le dita. 

Voci di strada, rumori di gente, 
mi rubarono al sogno per ridarmi al presente. 
Sbiadì l'immagine, stinse il colore, 
ma l'eco lontana di brevi parole 
ripeteva d'un angelo la strana preghiera 
dove forse era sogno ma sonno non era 

- Lo chiameranno figlio di Dio - 
Parole confuse nella mia mente, 
svanite in un sogno, ma impresse nel ventre." 

E la parola ormai sfinita 
si sciolse in pianto, 
ma la paura dalle labbra 
si raccolse negli occhi 
semichiusi nel gesto 
d'una quiete apparente 
che si consuma nell'attesa 

d'uno sguardo indulgente. 

E tu, piano, posati le dita 
all'orlo della sua fronte: 
i vecchi quando accarezzano 
hanno il timore di far troppo forte.

Fabrizio De Andre'

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