mercoledì 30 giugno 2010

Incarnato

Ho la schiena in fiamme
mentre la vita torna a rinnovarsi

Francesco non vede me
che gli sorrido
non vede che a pochi centimetri dal suo naso

Francesco mi sente cantare
da una voce filtrata attraverso il liquido rosso
e mi riconosce in quell’approdo di porto che è la nascita

Appoggio la mia mano enorme sulla sua piccola testa
e le sue vibrazioni mi sommergono e
mi commuovono a ogni battito del cuore

Di me riconosco la magrezza e l'adattabilità
di Lorelei la forza e la dedizione

Gabo diventa serio, quando lo guarda, primo
tra i fratelli del mare infinito di gente

E inizio le invocazioni
nella continuazione delle generazioni
Sii capace di curare tutti i semi dolorosi che erediti
da me, da noi, dal mondo


Per un incontro di pace con il grande spirito
per un incontro di amore con le più piccole cose
che abbiamo in dono

Le sue pieghe della pelle che attendono di riempirsi di carne e muscoli
sono quelle stesse che copriranno le sue antiche ossa prima di morire
se di vecchiaia sarà

Nell’inizio la fine come ci mostra il respiro
come ci insegnano l’innamoramento e la passione

Da un giorno come questo
mentre gli scrivo, mentre mi scrivo
imparo la presenza e l’assenza
e l’onore di essere figlio di mio padre e mia madre
e di tutti i figli di figli che incontro
dopo il silenzio del sacrificio

Francesco è benedetto alla vita
mentre la sua anima ripete il sacrificio infinito

Incarnato
Sarà libero.

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