mercoledì 30 giugno 2010

Incarnato

Ho la schiena in fiamme
mentre la vita torna a rinnovarsi

Francesco non vede me
che gli sorrido
non vede che a pochi centimetri dal suo naso

Francesco mi sente cantare
da una voce filtrata attraverso il liquido rosso
e mi riconosce in quell’approdo di porto che è la nascita

Appoggio la mia mano enorme sulla sua piccola testa
e le sue vibrazioni mi sommergono e
mi commuovono a ogni battito del cuore

Di me riconosco la magrezza e l'adattabilità
di Lorelei la forza e la dedizione

Gabo diventa serio, quando lo guarda, primo
tra i fratelli del mare infinito di gente

E inizio le invocazioni
nella continuazione delle generazioni
Sii capace di curare tutti i semi dolorosi che erediti
da me, da noi, dal mondo


Per un incontro di pace con il grande spirito
per un incontro di amore con le più piccole cose
che abbiamo in dono

Le sue pieghe della pelle che attendono di riempirsi di carne e muscoli
sono quelle stesse che copriranno le sue antiche ossa prima di morire
se di vecchiaia sarà

Nell’inizio la fine come ci mostra il respiro
come ci insegnano l’innamoramento e la passione

Da un giorno come questo
mentre gli scrivo, mentre mi scrivo
imparo la presenza e l’assenza
e l’onore di essere figlio di mio padre e mia madre
e di tutti i figli di figli che incontro
dopo il silenzio del sacrificio

Francesco è benedetto alla vita
mentre la sua anima ripete il sacrificio infinito

Incarnato
Sarà libero.

martedì 22 giugno 2010

Solstizio d'estate

1.
A lui sarebbe piaciuto.
José Saramago muore nei giorni in cui leggo il suo Le intermittenze della morte.
Pace.

2.
A lei sarebbe piaciuto.
Vedermi seduto, sotto un albero, pioggia sulla faccia, nella posizione dell’apertura del cuore, mentre canto tra le labbra.
Movimento.

3.
A qualcuno sarebbe piaciuto.
In qualche momento del giorno o della notte, mettere la testa nell’acqua e interrompere il flusso del respiro, contratto e sordo.
Dissoluzione.

4.
A mio figlio sarebbe piaciuto.
Nascere con calma, nel ritmo del respiro di sua madre. Come accadrà. Ne sono certo.
Vita.

5.
Al mare sarebbe piaciuto.
Sputare il veleno dalle onde, in faccia agli uomini che non riconoscono il ritmo delle maree e il riposo della bonaccia. Lasciarli vuoti, derelitti, privi della sua abbondanza.
Coraggio.

6.
A me sarebbe piaciuto.
Perdere i pensieri in quella striscia luminosa di tramonto, tra le nuvole alte e il profilo acuto delle Alpi.
Consolazione.

7.
Al sole sarebbe piaciuto.
Nascondersi, nel solstizio d’estate, e lasciar scendere la neve. Come a nascondino.
Sorpresa.

martedì 15 giugno 2010

Reiki

 
Ormai sai che quando le cose cominciano ad accadere si susseguono a grande velocità e tutto si sistema perfettamente: ma il tempismo deve essere perfetto.
Quando l'inverno viene e ti circonda,
ti sembra che non debba finire mai.
Ma prima ancora che tu te ne accorga,
la primavera comincia ad intrufolarsi senza dare nell'occhio:
le giornate si allungano e la forza vitale sgorga,
prorompe ovunque intorno a te.
Prima che tu te ne renda conto, l'inverno se n'è andato
e la primavera è con te, in tutto il suo splendore.

(eileen caddy)

venerdì 11 giugno 2010

Intermittenze

La situazione: l'impossibilità di morire.
Il personaggio: un cardinale.
Il desiderio: morire, come estremo martirio. unico morente in un mondo in cui non si muore.
Il risultato:

L'anestesia lo risparmiò al supremo sacrilegio di voler trasferire i poteri della morte a un dio più generalmente conosciuto come datore di vita.

Così si chiude il primo capitolo de Le intermittenze della morte di José Saramago.
La provocazione non è immaginare un mondo senza morte, ma un mondo senza martirio.
Saremmo in pace.

Stanze come questa


Prendiamo una carrozza anacronistica,
aggiornandola in quanto inesistente.
Saliamo alla sua guida.
Di redini, di lacci se ne trovano,
di legami tra noi, di dolci bende.
Bardiamo un animale a caso il cuore
dai fianchi pretenziosi da roano.
Ecco che trotta. Che ci prende la mano.
Abbiamo visto le regge, dietro le inferriate,
e le foreste nere e le campate
non so di quanti ponti.
Ho visto la tua nuca ad Alessandria,
e poi me lo racconti se ci sei mai stata,
se ti senti, ti sentivi osservata.
Il posto è qui.
è qui quel lavorio
dell'erba, simile al pensiero
che contiene nel vello
quell'orma del tuo corpo
ed uno stelo sconvolto
dal tuo gomito che avrebbe
dimenticato d'essere carnale,
per non dimenticarlo in generale.
Qui si incavano,
senza corpi a pesare,
le nostre impronte a muoversi, a sedere.
Vedi là, vedi là
e gli occhi saltano
come chiaro e pupilla capinere.
Ci sono posti al mondo
dai quali non c'è fuga.
Stanze come questa, nelle quali
restano le nostre rappresentanze,
i nostri uffici doganali.
Dove noi veramente
ci impieghiamo,
avviluppati in teneri sofismi,
cavilli di permessi,
arzigogoli, tropismi
nella nostra direzione.
Una frontiera è fatta di due righe.
E bastavano le dita di una sola mano
mandata avanti
in viaggio, e l'altra le
farà da testimone
si può vedere tutto;
e fermamente,
se di due righe è fatta,
facciamo la frontiera
dove passa fauna e flora straniera.

(battisti, panella)

Grow old with me




Grow old along with me
The best is yet to be
When our time has come
We will be as one
God bless our love
God bless our love

Grow old along with me
Two branches of one tree
Face the setting sun
When the day is done
God bless our love
God bless our love

Spending our lives together
Man and wife together
World without end
World without end

Grow old along with me
Whatever fate decrees
We will see it through
For our love is true
God bless our love
God bless our love 

(John Lennon)

giovedì 10 giugno 2010

Fields Of Gold


You'll remember me when the west wind moves
Among the fields of barley
You can tell the sun in his jealous sky
When we walked in fields of gold

So she took her love for to gaze awhile
Among the fields of barley
In his arms she fell as her hair came down
Among the fields of gold

Will you stay with me will you be my love
Among the fields of barley
And you can tell the sun in his jealous sky
When we walked in fields of gold

I never made promises lightly
And there have been some that I've broken
But I swear in the days still left
We'll walk in fields of gold
We'll walk in fields of gold

I never made promises lightly
And there have been some that I've broken
But I swear in the days still left
We'll walk in fields of gold
We'll walk in fields of gold

Many years have passed since those summer days
Among the fields of barley
See the children run as the sun goes down
As you lie in fields of gold

You'll remember me when the west wind moves
Among the fields of barley
You can tell the sun in his jealous sky
When we walked in fields of gold
When we walked in fields of gold
When we walked in fields of gold

Disegno Gabo #9


[il re degli zombie]

martedì 8 giugno 2010

Nazionalismo di accatto



Caro amico che ci guardi da lassù, per favore,
tieni lontano mio figlio dalla retorica nazionalista.
Ché non c'è nulla di peggio della mercificazione
delle balle mascherate da senso di appartenenza.

(leo burnett, l'accatto della retorica post-moderna)
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Guglielmo Nigro,
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