giovedì 27 agosto 2009

Lasciar andare

Gabo mi insegna il lasciar andare.

Ehi Gabo, domani andiamo al lago e regaliamo il tuo ciuccio al nipotino Emanuele. Lui è piccolo e ne ha bisogno, tu sei diventato grande ormai.
No. Lo butto via.
Lo butti via? Adesso?
Si lo butto via adesso.

Si alza dalla sdraio in giardino, toglie il ciuccio dalla bocca, entra in cucina, apre il cestino della spazzatura e lo butta.

Bravo!
Mamma, ho buttato il ciuccio!!

Da quel momento non chiede più il ciuccio. Ma ha diverse crisi di astinenza, durante le quali urla e strepita con altre richieste (delle più assurde). Ma non il ciuccio. Quel ciuccio che amava così tanto. Le crisi si riducono giorno dopo giorno e lo vedo soddisfatto per la sua scelta. Per la sua forza.
Se Gabo ha imparato a lasciare andare il suo ciuccio, possiamo lasciar andare davvero ogni cosa, dei nostri attaccamenti. Da grandi ci si illude di essere circondati dalle cose di cui crediamo di avere davvero bisogno e che certi sforzi siano legati solo al primo periodo della crescita. Dimentichiamo di crescere ogni giorno. E di lasciar andare.

La mia speranza è che l'attaccamento al ciuccio di Gabo non venga sostituito da altro come... la birra?
(foto della vacanzina in Austria, vicino Salisburgo)


mercoledì 12 agosto 2009

Le viscere del melone


Due giorni fa stavo aprendo un melone. Per motivi sconosciuti, il cuore del melone con tutti quei filamenti e semi mi ha sempre fatto impressione, un'impressione viva.
Per cui, ho sempre tolto tutto il più velocemente possibile. Il melone è così bello svuotato, liscio, profumato.
Ieri mi sono fermato, il melone in mano, a osservare quel cuore, dandogli sostanza.
Sono semi e filamenti, mi dicevo. Mi sembravano viscere, mi sembravano le interiora di un animale morto. Ho guardato a lungo, qualche minuto, ascoltando il respiro. E ha iniziato ad andare via, a ritrovare la sua vera sostanza.
Le percezioni erronee. La morte nel cuore di un melone... quante volte ci succedono queste cose quotidianamente? Quante volte per non capire o sentire, svuotiamo il melone nell'umido il più velocemente possibile e a occhi chiusi...?

Avanti così

Ieri Gabo ha buttato il ciuccio.
Si sveglia dal pisolino. Lo guardo, col suo ciuccio in bocca e gli dico settimana prossima andiamo al lago e diamo ad Emanuele il regalino che abbiamo comprato insieme e il tuo ciuccio, ché lui l'ha bisogno e tu no.
Cambia espressione e di getto dice, no lo butto via.
Come?
Lo butto via adesso.
Va alla spazzatura e lo butta. Quando non guarda lo recupero, non si sa mai (riflessione sulla fiducia da fare a parte). Poi non lo chiede più. Dice esultando alla mamma quello che ha fatto.
A sera, amici a cena, verso le 22 inizia ad essere stanco e fa una piccola scena per avere il ciuccio. Gli parlo, gli dico lo so che non è facile, ma hai deciso tu e devi andare avanti. La mamma lo abbraccia.
Gli diciamo usciamo col passeggino, andiamo a vedere se ci sono le stelle cadenti e magari ti passa. Lo convinciamo.
Usciamo tutti insieme. Arriviamo dove si apre la valle. Troviamo un gruppo di amatori di astronomia con dei cannocchiali enormi. Ci raccontano, ci fanno vedere giove e la luna. Vedo una stella cadente ed esprimo un desiderio. Non era una stella, mi dicono, solo il passaggio di un satellite. Mi tengo il desiderio. Ne vedo un'altra, e ci riprovo. Sembria sia quella giusta, stavolta.
Gabo è tranquillo. Nel ritorno a casa si addormenta nel passeggino. Dorme fino alle nove di mattina. Non si sveglia a chiedere il ciuccio come temevamo. Al risveglio è tutto felice.
Uno degli "astronomi" ci dice, la luce di quella nebulosa è vecchia di 2 milioni e 300 mila anni. Stiamo osservando la preistoria.

sabato 8 agosto 2009

Seconda migrazione

Prima migrazione

Vola

Ovo

Samurai 2


Il vento

Una storia d'amore




Una tragedia!

martedì 4 agosto 2009

Sparire

Quando le cose finiscono
chi ci avverte che la fine arriva?

Quando le persone spariscono
scompaiono
con atti mancati
e atti violenti
la fatica
il lavoro che ci resta
è non farci travolgere dalla lunga scia
che quelle scelte ci lasciano addosso.
Tutti i testi e le immagini di questo blog sono (c) di
Guglielmo Nigro,
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