martedì 30 giugno 2009

Lorelei

eri un fantasma.
dipingevo fantasmi.
al primo incontro
ti persi la prima volta.
ti persi
in ogni abbraccio
d’amore e di lotta.

dipingevo a occhi
chiusi,
eri una pagina bianca.
la mia rabbia
per la tua imperfezione
era rabbia
per la mia imperizia.

in ogni sorriso
non sorridevo a te
ma a un’idea lontana
passata
di felicità e amore
inesistente.

solo oggi
la tua vita mi appartiene
un poco
ti vedo e ti sento
in ogni sguardo
in ogni abbraccio.
smetto di dipingere
e ti restituisco alla tua
perfezione.

grazie alla tua forza
alla tua speranza
alla tua determinazione
alla tua onestà
alle tue mani
che mi hanno respinto
e accolto e colpito
e svegliato.

ti amo per la prima volta
come non ho mai potuto
amare.

Progetto De Andre' allo Spazio Tadini

I Goolij Niger e Gaetano Ievolella tornano a ripercorre De Andre'.
Intorno alle sue musiche, intorno ai suoi pensieri, esploriamo i suoi sentieri.

Allo Spazio Tadini, giovedì 2 luglio a partire dalle ore 20,30.
Via Jommelli, 24 - Milano (tra Lambrate e Piola)
Entrata a offerta libera.
Alle 18 viene inaugurata una mostra di arti visive. Le info qui.

Presentazione ufficiale: Nel decennale dalla morte di Fabrizio De Andre' siamo andati a spulciare nelle carte dell’archivio della sua fondazione alla ricerca delle sue parole, dei suoi pensieri, della sua storia. Ne sono uscite interviste, considerazioni annotate di getto su un foglio di carta, fotografie e immagini con le quali abbiamo ricostruito il volto meno noto di Faber, quello più intimo e personale, che abbiamo deciso di portare sul palco accompagnandolo con una rilettura di alcuni dei suoi pezzi più e meno noti.

I Goolij Niger:
Guglielmo Nigro - voce, piano, fisarmonica, djembè
Stefano Chiodini - sax soprano, flauto traverso

e con
Gaetano Ievolella - voce narrante

Musica di Specie...


Haiku 112

Sbocciati al centro
di una nuova primavera.
Senza paure.


Haiku 111

I piedi nell'acqua
come acqua trasformano
quello che toccano.


venerdì 26 giugno 2009

Fondo Monetario Internazionale

Muovere e creare classifiche.
Indici di affidabilità, crisi speculative, ricatti.
Attenzione alla crisi finanziaria dell'Islanda, probabile prossima vittima europea del FMI.
Ti tiene per le palle, Islanda.

Le mille morti di Michael Jackson


Michael Jackson è morto molte volte. Questa è solo l'ultima.
Il bimbo prodigio, la star del pop, l'icona esistenziale, il maniaco, lo psicopatico.
Come la cultura pop che si rinnova, ammuffisce, degenera e rinasce.
Non c'è nessun legame tra il piccolo bimbo che era e l'uomo aberrante che è diventato. Nessuno. Se non la continuità biologica. Proprio come l'acqua con le nuvole.
Justine Timbarlake è solo l'ultima, straordinaria reincarnazione di Michael Jackson, quella più comprensibile e politicaly correct.
Il re (del pop) è morto, lunga vita al re.
Lo ricordo così.

martedì 23 giugno 2009

Inter-essere

Torno a Fili d'erba di Whitman.
Sono uno dei pochi a non aver ricercato i suoi lavori dopo L'attimo fuggente?
Che quel film lo vidi al cinema anni addietro e della poesa mi interessava assai poco.
Oggi lo scopro sotto la luce dell'idea buddhista di inter-essere (secondo la definizione di Thich Nhat Hanh): non sè, non altro.
La sua voce, quella di Whitman in Fili d'erba, è una delle miglior espressioni poetiche di questo concetto. Ne leggo una, due o tre pagine al termine di ogni meditazione mattutina e sento comprensione, vitalità e visione profonda.
Non è poco. Consiglio di provare.

Milano

So che da ieri la maggior parte dei residenti di Milano
(dove lavoro, dove mi muovo, dove cerco e dove trovo, dove passo ore e disordini...)
che ha votato alle ultime provinciali non ha voluto il Popolo delle Libertà (condizionate).

Ne sono felice.
La città mi appare un poco meno ostile, per quanto sempre troppo indifferente.

Un filo bianco

Stamattina non avevo gli occhi per tutta questa luce.
Ma ho ascoltato a fondo i rumori e sentito gli odori.
Ho voglia di camminare, di rimanere in movimento.
Ma oggi non mi sarà possibile assecondare il vento.

Immerso nella perfetta sincronia di questi giorni
dove l'estate inizia con dolcezza e ombre di nuvole
e scopro una rinnovata energia del silenzio
sento con più asprezza il dolore di chi mi accompagna.
Ricordo la parte di me che non sa lasciare andare,
la rivedo in chi mi sta accanto e ho ferito senza indugio,
e ne comprendo a fondo la fatica, la rinuncia.

Ma mi impegno ogni mattina a ricominciare e a capire
e a lasciare andare, di nuovo, quel che non ha spazio,
e sorrido alla libertà che questo atteggiamento comporta.

Nel parco dietro l'ufficio di Milano una voce di bimbo
chiama "papà, papà" e so che Gabo mi sta sorridendo.
Ma il mio sguardo si perde e per un attimo chiudo gli occhi
a ritrovare il suo sorriso e la nostra unità a tre,
di madre padre e figlio che cambiano ogni giorno insieme.
Ma è davvero possibile, mi chiedo, crescere insieme?
O invecchiando si diventa soltanto più isolati e separati?

Cammino ancora un poco e sono seduto a un pc e scrivo.
Cammino ancora un poco per non dimenticare il ritmo.
Cammino ancora un poco sapendo che quello che ieri
sembrava importante, oggi è solo un filo bianco di nuvole.

lunedì 22 giugno 2009

Attualità

Halina Bortnowska, attivitsta polacca per i diritti umani , a proposito del suo paese agli inizi degli anni '90 diceva:
Iniziamo ad assistere a reazioni semi-psicotiche. Non ci si può attendere che la gente agisca nel proprio interesse quando è così disorientata che non sa più - o non le importa più - qual è quell'interesse.
Trovo questa descrizione molto attuale per la nostra piccola Italia.

venerdì 19 giugno 2009

In erba

More about Foglie d'erba

A testa bassa, a distinguere i fili d'erba senza distinguere.
Dentro e fuori di sé e al dolore di sé.
Accompagnato dalle parole di Whitman.

giovedì 18 giugno 2009

Nascondini e utilizzatore finale

Pascin (c) Sfar


Se sono l'ultimo anello di un meccanismo che incita alla prostituzione, ovvero l'utilizzatore finale, non ho responsabilità. Questo sembra sostenere l'avvocato difensore del nostro amato (dalle donne, per soldi?) capo-re. Esiste una responsabilità morale?
Come già detto, la sistematicità della perversione culturale e mediatica porta a una schiavitù nevrotica. Il punto è che il principale artefice del meccanismo è a sua volta schiavo. Lui, onnipotente, ha l'illusione di essere fuori, di osservare dall'alto e di manovrare, semplicemente perché con i soldi e il potere può comprare qualunque cosa, chiunque. O no?


Qualcuno parla. Qualcuno mostra (foto, video, se stessa).
Il meccanismo sembra franargli addosso. Le sue forze sono le sue debolezze. E magicamente, l'artefice si rivela mostruosamente perverso, una caricatura esponenziale dell'immagine che con tanto lavoro cerca di attribuire alla società italiana. Con la quale cerca di possedere la nostra cultura, la nostra socialità, appoggiandosi sui bisogni primari di tutti gli esseri umani. I più bassi, i più stimolabili.


Il suo strapotere sessuale, che diventà schiavitù, rischia di rivelarsi, se non fosse che ha pieno controllo dei mezzi di comunicazione. I principali telegiornali nazionali accennano, spostano, mistificano, non dicono. Basta guardare qui per rendersene conto.


Un'ultima idea... non sarà che l'uomo onnipotente ricerca costantemente (dalla moglie alle successive veline) e semplicemente l'approvazione inconsapevole della propria madre e, soprattutto del proprio padre? Il delirio di onnipotenza nasconde sempre il terrore di non essere all'altezza. Consiglio a tutti la lettura di Pascin, di Sfar, per una brillante interpretazione di questo conflitto.

lunedì 15 giugno 2009

Live again

Il concerto di De Andre' è andato meglio di ogni aspettativa.
Un centinaio di persone ha assistito alla performance con molta partecipazione.
Naturalmente erano lì per De Andre', ma credo che le nostre interpretazioni abbiano funzionato.

La novità è che il 2 luglio si replica allo Spazio Tadini a Milano. Presto ulteriori informazioni.

Giovedì 18 giugno, invece, concerto C2 (standard jazz) con il fidato Stefano Chiodini a La Buca di S. Vincenzo, in via S. Vincenzo 15 a Milano (zona Solari). A partire dalle ore 22.

sabato 13 giugno 2009

Non ho una faccia...



E quindi, in questo periodo torno a De Andre'.
Non sono un interprete, fatico a interpretare le mie canzoni, figuriamoci quelle degli altri.
E interpretare De Andre' è un'impresa ancora più ardua. Per cui, con l'attore e regista Gaetano Ievolella e l'amico fidato Stefano Chiodini ai fiati, abbiamo scomposto, destrutturato, ricomposto e personalizzato una minima parte del repertorio del cantautore più celebrato d'Italia.
Lo ammetto, era da tempo che non mi divertivo così tanto a fare, creare musica.
E adesso, a un passo dall'esordio, stiamo lavorando di fino. Ma è un progetto in continua evoluzione, perché ad ogni incontro fioriscono nuove idee.
Un'istantanea di questo lavoro prenderà forma a Monza, il 13 giugno, in Piazza Carrobiolo, dalle ore 21, nell'ambito della festa di S. Giovanni.
Tutto questo, mentre in piazza Duomo suona Danilo Rea. Che ci perdonerà. Speriamo di riuscire ad assistere almeno alla fine della sua performance. Ce la metteremo tutta per finire in tempo!

domenica 7 giugno 2009

Con ritmo




Diavoletto






Carnevale 2009

Citazione Gabo #16


C'è una montagnetta di sabbia, all'angolo di un parcheggio.
Gabo sale in cima, gioca, sprofonda le mani nella sabbia.
Chiede: mammaepapà, dov'è il signore della terra? In cielo?

Citazione Gabo #15


- Ecco, mettiamo un po' di crema sul pisellino, che è tutto rosso.
- Però non metterne troppa che se no diventa grande come quello del papà!!

venerdì 5 giugno 2009

La logica


C'è una logica in tutto questo.
Addomestico le persone lavorando sui bassi istinti.
Faccio credere a tutti che la cosa più importante nella vita è scopare.
Anzi, pensare a scopare ogni minuto della propria vita.
Scopare, scopare, scopare... come un mantra.
Non importa poi se non lo si fa. Semplicemente un mantra.

A quel punto, il sesso diventa il terreno del potere. Mediatico, economico e politico.
Preparo delle bellissime giovani ambiziose ragazze per le compagne elettorali.
E siccome il mio pubblico pensa che il sesso sia la parte principale della vita, può resistere dal votare quelle belle ragazze? Quelle promesse ideologiche di carne e figa? No.

Per passare le selezioni ed essere nel gioco, naturalmente, devono passare tutta una serie di altre selezioni. Per esempio "passeggiare" nella ricca villa di famiglia. E tutto quel che ne consegue.
Ecco la logica, con il sesso ammansisco e convinco, di sesso mi affogo, io uomo onnipotente che disprezzo il tempo che passa e mi credo immortale.
La logica c'è. Negare i fatti è triste ma efficace.

A noi, burattini della società post-moderna, vittime e artefici della nevrosi di massa
(scopare, scopare, scopare...)
non resta che una scelta: svegliarci, essere consapevoli, non recedere, sapere che qualcuno vuole controllarci attraverso i nostri bisogni primari e istintuali, ridurci a cani di Pavlov, e avere il controllo del cibo.

Sveglia!

Poetas




Quienes son culpables de tanta injusticia quienes son culpables de tanta maldad todo el cruel fabricante de armas sangrientas todo el guataca aliado al gran babylonia pueblos que son explotados por los poderosos niños descalzos que mueren sin pan sin abrigo hombres que pierden la tierra sin saber la razon madres que lloran la ausencia de hijos perdidos

poetas de manos sangrientas, de oscuras miradas y falso reir

piratas que pudren los mares de aguas critalinas leones que comen las carnes estando en el nido hombres que ensayan cohetes en tierras sufridas lacras, ambiciosas, de mal proceder hoy en la tierra molesta el que piensa en la paz hombres que pierden la vida por manos oscuras niños que estan en la tierra sin nombre de padre madres que lloran hijos cuando viene la muerte

poetas de manos sangrientas, de oscuras miradas y falso reir

non, non!! je ne peux m'imaginer que nous ne pouvons rien changer c'est un combat pour vivre dans la justice et la dignité je ne peux pas m'imaginer que tout est à jamais figé je veux vivre ma destiné en écartant la fatalité
je me bat pour que les mots sortent de leur prison c'est mon combat pour que les esprits retrouvent la raison car attention, attention, plus forte est la pression plus on entend les explosions.

(c) Sergent Garcia

mercoledì 3 giugno 2009

Paura

La malattia ci fa paura.
L'interruzione dell'equilibrio, il trauma. La morte.
Ieri sera ho portato un ragno fuori dalla camera da letto. Era spaventato?
Penso alla malattia come a un tunnel e a un rito.
Si entra in un tunnel di gesti ripetuti e predefiniti: dottori, visite, esami, odore di disinfettante.
Il rito è sempre quello, l'opportunità della consapevolezza, della crescita. Che si superi la malattia. Che arrivi la morte.
Ma il rito ci sfugge. La paura ci allontana dal significato della malattia. Ci isoliamo nel non detto e nel terrore di non riconoscerci per capire. Il tunnel è più forte, più codificato.
A una persona a me cara diagnosticano una malattia. La paura non la fa dormire.
La prima soluzione è il sonnifero. La seconda sarà la chirurgia. E poi?
Le sono vicino, la comprendo. Mi spaventa, come a lei. Ma vorrei fossimo tutti meno dolorosamente terrorizzati. Ché il soffio della vita è così sottile e forte e persistente e selvaggio.
Se lo sfuggiamo, se lo prendiamo in giro, non comprendiamo né la malattia né la morte. E neppure la vita.
Il ragno costruisce la nuova tela tra l'alloro e il rosmarino.

Foglie

Foglie si muovono al vento.
La pioggia è passata. L'acqua accarezza la terra sottoterra.
Mi sono parlato, mezzavoce, all'orecchio destro:
Le cose mutano e noi con loro.
Non stringere le dita, le nocche si sbiancano per nulla.
Lascia scivolare e gioisci. Senti la flessibilità delle mani.
Senti dolore? Accoglilo. Siamo fatti anche di quello.
Non parare i colpi. Schiva e cammina.
Sviluppa fiducia e respira. Ascolta.

Sono più vicino. Un passo al giorno.

lunedì 1 giugno 2009

Iridologia

Oggi i miei occhi hanno parlato.
Delle mie fragilità e della mia forza.
Di una fluidità emotiva vicina all’instabilità.
Di reni e polmoni deboli, da sostenere con la fiducia e l’esercizio.
Di un evento, un cambiamento strutturale ai 20 anni che non so, ma ricordo sottopelle.
Delle mie relazioni senza filtri e dei muri che costruisco per un argine illusorio.
Di mia sorella. Della mia famiglia e dei semi dai quali provengo.
Della mia consapevolezza, che mi guida.
E dell’essere compreso. E della strada per riconoscermi. Senza compromessi.

Fiducia

Ti sogno che mi siedi accanto oggi come ieri.
Che mi sorridi perché abbiamo ritrovato un sorriso nuovo.
Come la luce del sole che filtra tra le nuvole.
E mi stringi le mani come a riconoscermi per la prima volta.
Non sappiamo dove ci troviamo, perché non abbiamo odori a cui andare.
I piedi stanchi, i corpi pesanti, le ossa piegate, le rughe sul viso.
Sappiamo dove siamo stati, ma dimentichiamo il perché.
Abbiamo solo il suono delle risate a perdifiato con Gabo, che ci hanno cambiato.
A ogni respiro. E la sua voce, mammapapà, ciao.

Che

Indosso un cappello che sembra di Guevara.
Leggo Storia di Garabombo, l'Invisibile, di Manuel Scorza.
E mi sento un po' incazzato.

Tolgo il cappello e mi rilasso. Attraverso il parchetto prima dell'ufficio.
Oggi l'aria profuma e si muove leggera.

Storia di Garabombo l'invisibile

Più riguardo a Storia di Garabombo, l'invisibile

"È meglio lasciarli fare. A ogni pazzo, il suo tema, " ammise il sottoprefetto.
Manuel Scorza
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