sabato 27 dicembre 2008

Ricordi di Natale ('76, '78)

Tubo catodico


Mio padre mi fa una sorpresa: un dvd con la raccolta di tutti i filmati in super8 che fece quando io e mia sorella eravamo picciotti.
Si comincia con la sicilia. Un viaggio a ritroso nel tempo per mio padre, siculo di Scicli. Le prime immagini dicono Marina di Ragusa.
Io avevo poco più di un anno, un viso più bello di oggi, il naso piccolo. Poche somiglianze con Gabo. O no?

Ma le due chicche sono Natale '77 e Natale '78.
La prima cosa che penso è come siamo tranquilli io e mia sorella. Anche di fronte ai regali. Calma serafica, qualche sorriso trattenuto nella cinepresa guidata da mio padre. Io ho le ciabattine con l'elastico, sono magrettino ma non troppo.
La seconda cosa che noto sono i regali non impacchettati. La jeep, il garage, tutto alla luce del giorno. La carta non usava? Una spesa inutile?
La terza cosa è la televisione. Mia madre, sorpresa, fa un sorriso di vero stupore a mio padre, ma sempre con fare trattenuto, mentre trova il televisore dentro a uno scatolone angolare. Si tratta di una tivvù in bianco e nero versione pollicino. Ma quanta meraviglia, quanta gioia. Per quella che è stata senza dubbio la nostra prima tivvù. Tre anni dopo verrà sostituita da un'altra tivvù, ancora in bianco e nero, ma molto più grande.
Ricordo di aver malamente assistito alla vittoria dell'Italia di Bearzot, nel 1982, in vacanza all'Aprica, con il primo pollicino in bianco e nero (che naturalmente era diventata la tivvù di ripiego per le vacanze) e con mio padre che provava equilibri impossibili con l'antenna per migliorare un pessimo segnale.

Penso, scorrendo il dvd con molta emozione, a mio padre come al regista onnipresente delle nostre vite familiari. Lui, da dietro alla super8, a mettere in posa, in ordine, a guidare e regolare. Mia madre trattenuta, attenta alle regole, a volte disorientata, a volte, spesso, insofferente.
E io e mia sorella, con le nostre ciabattine, i nostri capelli corti, gli occhi grandi, a cercare la nostra voce per crescere con un poco di gioia.
La regia è un mestiere duro. Soprattutto quando non ci si concede mai pause. Chè a un certo punto qualcun altro vorrà pur mettere mano al super8.
Ne sorrido, con gioia. Come sono cambiato...

Dylan chi?

Immagine di Dylan Dog n. 268


Ricevo per mail da Harry Naybors e pubblico con il suo consenso.

Mi sono avvicinato a Dylan Dog 268 con alcuni timori ma con molta curiosità. La prima storia lunga di Roberto Recchioni su Dylan, "battezzato" dal solito Bruno Brindisi alle matite, può considerarsi a tutti gli effetti per il piccolo e quasi immobile territorio del fumetto popolare italiano un evento.
Purtroppo, la lettura del fumetto si è dimostrata peggiore delle previsioni.
E tutto ciò ha poco a che vedere con la mitologia dylaniana. O meglio, mettendo da parte ogni possibile considerazione in merito alla coerenza e all'aderenza della storia con quanto prima raccontato di Dylan Dog, per volontà di sintesi, direi che è proprio la storia nel suo complesso a non stare in piedi.
Maledicendo per l'ennesima volta il citazionismo che in alcuni, troppi casi, sembra il vero pretesto di alcune trame, posso solo dire che la conduzione della storia appare poco organica, le parti decisive della risoluzione sono sprecato e tirate via (l'indovinello?!), il sesso è usato come puro espediente al servizio di un'immaginazione congestionata, la caratterizzazione dei personaggi derivativa e poco sentita.
Ma soprattutto Recchioni sbaglia nel lavorare sull'atmosfera che dovrebbe, perché lo è stata, essere l'elemento cardine della storia. Dylan e il lettore non sono mai realmente in apprensione, in ansia, in tensione, né per i disguidi burocratici né per l'assenza di Groucho, né per nessuno degli altri elementi della storia.
E Brindisi? Beh, lui c'è, da professionista qual è, ma non si vede. Anch'egli risulta anonimo, a tratti spento, a tratti efficace, ma complessivamente piccolo e insignificante quanto la storia.
Una prima occasione del tutto sprecata. Anzi, siamo a una e mezzo, se ricordiamo, e non vorremmo, la primissima prova su Dylan Dog Color Fest #1.
Recchioni è pronto a riprovarci. La Bonelli pure. Ma sembra che, mese dopo mese, Dylan Dog sia destinato a soffocare sotto l'incapacità anche di validi sceneggiatori nel soffiargli un po' di vita, di anima. E Tiziano Sclavi, purtroppo, non ha responsabilità dirette, se non una: di essersi soffermato troppo, nella seconda parte del suo cammino con Dylan, sulle caratteristiche meno efficaci e più pericolose della serie, ovvero il buonismo, il "socialismo", l'orrore del quotidiano che è dentro di noi e nella nostra vita, il mostro della porta accanto, tanto terribile quanto povero e disperato. Grave errore, Tiziano, che stiamo ancora pagando.

Harry.

mercoledì 24 dicembre 2008

Don Quichotte, 1955

La mia nuova agenda 2009 è una settimanale con dipinti di Picasso.
In copertina il disegno che vedete qui sopra: l'esordio a fumetti di un genio.
Auguro a tutti un felice Natale, un felice 2009 e tante, felici letture.
Che sia un anno di creatività e immaginazione!

Nella borsa


I numeri tondi affascinano l'uomo come poche altre cose.
Perché? Non so, forse il senso del tempo che passa ma che torna in modo circolare alla cifra tonda.
Questo è il post numero 200. E non me ne può fregare di meno, in realtà.
Però qualcuno potrebbe esserne affascinato.

Vengo al lavoro stamane che è vigilia di Natale.
Nel pomeriggio festeggiamento con il Presidente. Credo sia la mia prima volta.

Ogni giorno vengo in ufficio con una borsa piena di cose da leggere. Sembra una libreria portatile.
Il punto non è che con 45 minuti di treno mi aspetto di poter dare fondo alle mie letture. Ma che mi riservo il gusto di scegliere nel momento cosa ho voglia di leggere.
Nella mia borsa oggi ci sono anche cose che ho appena comprato e che ho sfogliato per soddisfare un'immediata curiosità.

Iniziamo.

Sono a metà de I libri del fiore d'oro di Osho.
Non sono un seguace di Osho, in senso stretto. Ma trovo questo saggio sul taoismo estremamente efficace. Osho riprende il testo di Lao Tsu e lo analizza in ogni parte, con delle aperture davvero notevoli. Siamo nella seconda metà degli anni '70 e si respira una forte spinta rivoluzionaria. Una rivoluzione dolce, non violenta ma provocatoria. Un testo che fa bene al terzo occhio.
Immagine di I libri del fiore d'oro

Ho sfogliato il Comics Journal 294, con l'intervista a Jason, ottimo fumettista norvegese. La copertina è strepitosa (in cima al post). La densità dei contenuti, come al solito, è eccellente.

Ho comprato Dylan Dog 268 con la prima sceneggiatura di Roberto Recchioni. A metà storia posso dire di essere soddisfatto a metà. Mi sembra coerente.
Immagine di Dylan Dog n. 268

Dimenticato da lunedì c'è Nathan Never 211, con un esordiente ai testi (Davide Rigamonti che non sembra avere il talento dalla sua. Ma è solo la prima). Iniziato e interrotto a metà. Sono insoddisfatto a metà. Non so se lo riprenderò.
Immagine di Nathan Never n. 211

Per una lettura giornaliera e ricorrente e circolare, mi porto dietro il Dhammapada di Buddha. Lo leggo come un'onda.
Immagine di Dhammapada

Altri due libri nella borsa, prima di finire (lo so, forse ho esagerato, ma è un processo di accumulazione).
Il primo è il divertente e irriverente Chiedilo a Mike! di Michael Moore, ovvero come W. Bush abbia ingannato gli States e il mondo e come accade che Barak Obama diventa il nuovo presidente. Sopra le righe, in ogni pagina, ma a tratti esilarante.
Immagine di Chiedilo a Mike!

Infine, la nuova, piccola, economica e attesa edizione di Un Gangster Ebreo di Joe Kubert, edizione Planeta De Agostini. Solo sfogliato. Disegni splendidi. Un pezzetto di storia.
Un peccato dover lavorare e non poter leggere, durante questa giornata!
Immagine di Un gangster ebreo

Oddio, prima di chiudere questo inutile post, mi viene in mente un'altra immagine. La borsa come la tasca del gatto Doraimond. Ricordate la versione italiana del nome del ragazzo? Un'agghiacciante Guglielmo (abbreviato Guglia, se non ricordo male). Ah!!

domenica 21 dicembre 2008

For warmth

Mi tengo il viso tra le mani;
no, non sto piangendo.
Mi tengo il viso tra le mani
per tenere calda la mia solitudine:
mani che proteggono,
mani che nutrono,
mani che impediscono
alla mia anima di lasciarmi
nella rabbia

Thich Nhat Hanh (1999)

Sale


E pago multe salate
per giorni precipitosi.

Reazioni chimiche.
Conseguenze.

Giorno dopo giorno...


On and on and on

On and on and on we'll stay together yeah
On and on and on we'll be together yeah
You and I will try to stay together yeah
On and on and on we'll be together yeah

Please don't cry we're designed to die
Don't deny what's inside
On and on and on we'll stay together yeah
On and on and on
On and on and on

One day we'll disappear together in a dream
However short or long our lives are going to be
I will live in you or you will live in me
Until we disappear together in a dream

Please don't cry we're designed to die
You can't deny even the gentlest tide
On and on and on we'll be together yeah
On and on and on
On and on and on
We're going to try

Please don't cry
This world of words and meanings makes you feel
outside
Something that you feel already
deep inside
You've denied
Go ahead and cry

On and on and on we'll stay together yeah
On and on and on
On and on and on

You and I will stay together yeah
You and I will try to make it better yeah

(c) by Wilco



Giorno dopo giorno dopo giorno

Giorno dopo giorno staremo ancora insieme
Giorno dopo giorno saremo ancora insieme

Tu ed io proveremo a stare ancora insieme

Giorno dopo giorno saremo ancora insieme


Ti prego non piangere siamo destinati a morire

Non negare quello che hai dentro

Giorno dopo giorno staremo ancora insieme
Giorno dopo giorno dopo giorno


Un giorno scompariremo insieme in un sogno

Che le nostre vite siano lunghe o brevi

Vivrò in te e tu vivrai in me

Finchè non scompariremo insieme in un sogno


Ti prego non piangere siamo destinati a morire
Non puoi negare neppure l’onda più dolce
Giorno dopo giorno saremo ancora insieme

Giorno dopo giorno dopo giorno

Giorno dopo giorno dopo giorno

Proveremo


Ti prego non piangere

Questo mondo di parole e significati ti fa sentire
estranea
È qualcosa che senti già profondamente

Ma hai negato

Vai avanti, piangi

Giorno dopo giorno staremo ancora insieme

Giorno dopo giorno dopo giorno

Giorno dopo giorno dopo giorno


Tu ed io staremo ancora insieme

Tu ed io proveremo a stare bene insieme


traduzione di Guglielmo Nigro

giovedì 18 dicembre 2008

Sorrisi

"La vita non ti ha mai sorriso...

Guardati un bel film comico
e sorridi tu della vita".


Per una dedica a un regalo natalizio.
(e il contributo del mio collega Matteo)

Intellettuali o personaggi?

Il fumetto sorride e sbeffeggia la "cultura alta" - Lo vedremo mai?




Ricevo da Harry Naybors e pubblico.

Gipi è stato in tv.
L’intervista è stata ben condotta e lui ha risposto in modo appassionato e presente.
Ma... sembrava un ragazzino spaventato.
Certo, è Gipi, con le sue timidezze e le sue idiosincrasie, che sono tra le ragioni per cui lo apprezzo e ne seguo il lavoro.

La sera dopo c’era Mattotti a Che tempo che fa, ma me lo sono perso. Devo recuperare l’intervista di un autore fondamentale del fumetto mondiale e che in Italia si muove quasi nell’ombra, se non fosse per le illustrazioni usate sulle riviste e sulle copertine di alcuni romanzi. Sospetto che abbiano parlato meno di fumetti che di arti visive in generale, ma è una sensazione non confermata dai fatti.

Sollecitato anche da alcuni spunti emersi in una recente discussione che ho letto sul forum di ComicUS, a proposito di Interni di Ausonia, mi vien voglia di tornare sul tema dell’assenza di intellettuali nel mondo del fumetto (e delle cultura?) italiana.
Se è vero che è ancora difficile per il fumetto smarcarsi dal sillogismo nuvolette/intrattenimento di massa, è però vero che opere come Interni, con i difetti che non ti ho taciuto in una precedente mail, sono lì a dimostrare che il fumetto può essere molto altro, molto più di questo. Un iceberg di dimensioni enormi sta pian piano affiorando, grazie soprattutto allo sforzo di un’editoria in fermento, con strutture piccole se non minuscole e grazie alle autoproduzioni. Ma anche all’interessamento di importanti case editrici generaliste che hanno ben compreso il potenziale del fumetto altro dal solo intrattenimento.
Ma gli autori di fumetti, dove sono?
Nella sua apparizione televisiva, Gipi, con il suo atteggiamento understatemant, sembrava lì a rappresentare la soggezione del mondo del fumetto e della cultura fumettistica rispetto al mondo visibile, tele-visibile. Faceva tenerezza, tanto quanto il fumetto fa tenerezza alla gente comune.
Nel mondo trasparente del fumetto, le voci che contano sembrano essere soprattutto quelle che sanno riproporre, rielaborate, le fantasie degli adolescenti che furono, le spacconate da action movie, le esaltazioni da ego-maniaci, senza che riesca ad emergere una loro visione del mondo, della vita e della cultura e, quel che più conta, la loro posizione all’interno di esse. La loro posizione di autori, di creativi rispetto a quello che fanno e vogliono esprimere sembra fare parte essa stessa del mondo che creano con i fumetti. Sembra vogliano essere i protagonisti delle loro storie, piuttosto che i protagonisti della cultura italiana. Molti di loro si illuderanno che questa è una posizione utile, mentre mi sembra vada ancora una volta nella direzione della trasparenza di cui sopra, dell’autoreferenzialità e dell’isolamento culturale che il fumetto non riesce a vincere.

Harry

venerdì 12 dicembre 2008

Manifestazioni cutanee

A ondata, le papule si diffondono sulla pelle.
Gabo ha la varicella. Per ora si gratta poco.
Ma tra un paio di giorni avrà un diavolo per capello.

Io non avevo fatto la varicella da piccolo.
La presi a 30 anni, e manifestai i primi sintomi
il 6 febbraio 2006, il giorno dopo la nascita di Gabo.
Furono giorni tremendi.

Oggi sono solo giorni.
E papule rosa a ondate.

mercoledì 10 dicembre 2008

Roberto Diso - Lezioni di fumetto


La collaborazione con LoSpazioBianco.it mi ha dato l'opportunità, negli anni, di conoscere e intervistare alcuni dei più importanti autori del fumetto italiano e mondiale. Ne ricordo alcuni per pura soddisfazione (in ordine casuale): Dave McKean, Cristophe Blain, Brian M. Bendis, Jeff Smith, Rutu Modan, Alfredo Castelli, Massimo Giacon, Gianfranco Manfredi, Vanna Vinci, ...
E ce ne sono molti altri e molti altri vorrei intervistare.
L'incontro con gli autori, il confronto, è forse una delle cose che più dà soddisfazione nel lavorare nell'ambito della critica sul fumetto. Ogni autore è un mondo a sé, ognuno ha una propria visione della creatività e del significato del fare fumetti.
Nell'ultima fiera di Lucca, lo scorso novembre, è stato presentato un libro che contiene una mia lunga intervista a un altro di quegli autori che hanno fatto la storia del fumetto italiano. Si tratta di Roberto Diso, colui che più di tutti ha contribuito a dare forma e sostanza alle avventure di Mister No, con alle spalle una carriera lunga e molto prolifica.
Incontrai Diso a Roma questa estate, fu gentilissimo nell'ospitarmi nel suo studio, nel raccontarsi e nello svelare il suo approccio al fumetto e al suo lavoro. Si tratta di un vero artigiano del fumetto, termine che uso con il suo significato più alto e veritiero. La sua onestà intellettuale rispetto al medium e alle sue miriadi di ore al tavolo da disegno emerge in ogni risposta presente nel libretto. Per me è stato un vero piacere incontrarlo e spero sia un grande piacere per gli appassionati leggerne.
Il libro contiene tantissime tavole inedite, pagine preparatorie, bozzetti pescati direttamente nello studio dell'autore.
L'editore è Coniglio, il prezzo è 8,50 euro, il codice isbn è 978-88-6063-159-6. Potete richiederlo a qualunque libreria, a qualunque fumetteria oppure acquistarlo online. Chissà perchè lo consiglio!

Obiettivi

"non so più niente"

Potrebbe essere un obiettivo di vita.

Lacerazioni

"non so più niente"

Invece è la manifestazione esemplare
di una lacerazione.

"vado giù da Gabo"

lunedì 8 dicembre 2008

Latte versato

Si rovescia il latto caldo addosso.
Piange.
Credo per la sorpresa e la delusione.
Non si piange sul latte versato.
Si piange?
Va bene, piangiamone per bene.
Che fuori c'è il sole e dobbiamo avere
gli occhi belli lucidi e puliti
per affrontare tutta questa luce.
Andiamo a cercare la neve, adesso.
Prepariamoci.

sabato 6 dicembre 2008

Haiku 93

A valle la nebbia
copre le mani degli alberi.
A casa brillano le stelle.

Il tempo passato

Piegato sui ricordi...
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condivisione...
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amore profano...-
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scomposizioni...
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ballo dei compromessi...-
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...e resta la sera.









Tutte le illustrazioni sono di Lorenzo Mattotti.
L'ho fotografato a Lucca mentre dedica un suo libro a Michele.
(ingrandite e notate la forza del tratto. brr...)



Gipi

- Ehi, ieri sera Gipi era dalla Bignardi.
- Ma va'?! Non sapevo partecipasse al Grande Fratello 82.
- No, erano le Invasioni Barbariche su La7, e hanno anche parlato di fumetti.
- Che barbari.



Gipi che presenta LMVDM a Lucca '08

lunedì 1 dicembre 2008

Amori incompatibili

Mi amava di un amore sottile e resistente
trasparente e persistente,
come un filo di naylon.

L'amavo di un amore brillante e tagliente
ficcante e brusco,
come una forbice.

Vuoto

Non avendo idee
sperimento il vuoto.
Sembra liberatorio.
Soprattutto
non avere aspettative.

Non mi aspetto nulla nemmeno dal tempo.
Il traffico è padrone.

Essere liberi sull'Himalaya è facile.
Esserlo nel traffico di Milano è un'altra cosa.
Ovviamente non lo sono e non lo sarei
nemmeno in cima a una montagna.
Ma mi muovo.
Tutti i testi e le immagini di questo blog sono (c) di
Guglielmo Nigro,
salvo dove diversamente indicato.
Puoi diffonderli a tuo piacere ma ti chiedo di
esplicitare sempre l'autore e/o la fonte.