venerdì 17 ottobre 2008

Cazzate e ghiande

Niente poesia signore e signori, vendo cazzate e ghiande.
Nel prato non le trovate belle come le mie.
Le tengo qui tra le ginocchia.

Ostinato di giorno, di fronte alle vostre facce, vi chiedo,
come pensate di poter fare a meno di cazzate e ghiande?
Cadono dagli alberi in questa stagione e se non state attenti
vi cadono in testa.

Oltre tutto, se credete di poterle tenere semplicemente in mano,
no signore e signori, vi sbagliate, scivolano via, scappano dappertutto.
Vi serve un marsupio. Vendo marsupi di tutte le misure per le vostre
cazzate e le vostre ghiande.

Dagli alberi ne è caduta ieri una di dimensione storica. E quando succede
e ci finisce in testa, ci si muove di lato per evitarla, ma sapete, ci si sposta
sempre dalla parte errata e finisce dritta tra gli occhi.
Ne porto il segno oggi. Ghiande e cazzate.

Signore e signori, quando vi cadono addosso sono dolorose.
Ma poi si ride. Che probabilità ci sono che quell’enorme ghianda
cada proprio sulla vostra testa? Pensateci. Da ridere, vero?

Niente poesia per voi. Le cazzate e le ghiande io le ho raccolte e pulite
e le tengo qui tra le gambe. E porto i loro segni tra gli occhi.
Ve le vendo a un prezzo modico, con un bel marsupio formato gigante,
da tenere sempre sul petto.

E se sentite che sta per cadere qualcosa dall’albero, non alzate la testa
e restate immobili. Dopo ne riderete.
Signori e signore. Dopo ne ridere a crepapelle.

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