martedì 30 settembre 2008

Haiku 58


Quando ti amai
amai il tuo passo tra la gente.
Ora sei radice del mio tronco.


Haiku 57

Passai vicino al fienile.
I cuccioli giocavano all'equilibrio.
Oggi leccano la vecchia madre.

Haiku 56

Nel prato quadrato
giochiamo alle regole del caso.
La mia briciola in spalla.


venerdì 26 settembre 2008

Haiku 55

Gruppo di haiku su un tema familiare a tutti.

Di fiori adorno è
il tempo che non torna.
Sono il giardiniere.

-:-:-:-:-:-:-:-:-

Male alle ossa
nell'umidità della terra.
E questi profumi?

-:-:-:-:-:-:-:-:-

Dei fiori il profumo
è il ricordo che non riposa.
Sono terra e seme.

-:-:-:-:-:-:-:-:-

In estate avuti,
strappati alla terra, messi
in ordine sul marmo.

-:-:-:-:-:-:-:-:-

I petali nella brezza
imitano il movimento del respiro.
Imitano la vita.


sabato 20 settembre 2008

Haiku 54

Fermo sotto al cielo
che cambia in ogni istante.
La città cresce.



















venerdì 19 settembre 2008

Haiku 53


I passeri passano
leggeri, tra fili di aria lucente.
I puffi puffano.

ok, questo era solo un gioco
ma Gabo dovrà pur sorridere ogni tanto.

lunedì 15 settembre 2008

Haiku 52

La navigazione
si ferma con la sera.
Il buio abbraccia le vele.

domenica 14 settembre 2008

Haiku 51

Prime foglie gialle e
l'età si muove tra gli occhi.
Sono fermo e solido.

sabato 13 settembre 2008

Haiku 50

Colori accesi
e pallidi ricordi sulla pelle.
L'estate passata.


Haiku 49

Il respiro nel mio petto
sulla piatta strada verso casa
si perde in terra.

domenica 7 settembre 2008

Da Harry Naybors - intellettuali?


Prosegue la mia corrispondenza con il noto critico statunitense Harry Naybors. Pubblico questa nuova lettera con il consenso dell'autore.

In un mondo migliore esisterebbero ancora gli intellettuali.
Non quei noiosi chiacchieroni da salotti televisivi. Quelli che riempiono le tv di tutto il mondo occidentale con occhiali improbabili, pose da star e voci altisonanti da cocainomani.
Ci sarebbe bisogno di intellettuali che hanno ancora qualcosa da dire, che sono ancora in grado di interpretare la nostra attualità, di offrirne una visione provocatoria, sentita, di parte.
Intellettuali che sappiano prendere parte, appunto. È, questa, una delle più gravi mancanze del nuovo millennio.
In Italia la situazione è anche peggiore.

I nuovi intellettuali, che attendo come il sole all’alba, dovrebbero conoscere e rappresentare le arti povere. Fanculo gli intellettualismi borghesi. Spero nel ritorno all’artigianato. Manuale o virtuale, materico o informatico poco importa.
E quale, tra le arti giovani, è la più artigianale di tutte?
Senza alcun dubbio il fumetto. Sono convinto che l’unico modo che ha il fumetto per diventare adulto, per essere preso sul serio, è che venga rappresentato da autori capaci di esprimere una propria visione del mondo, che la sappiano affermare a tutti, che diano forza alla loro voce, che sappiano prendere parte. Per i nuovi intellettuali il fumetto dovrebbe essere la poesia di un tempo.
Penso che il fumetto sia una delle forme di comunicazione più efficaci per sbattere in faccia alle persone questa realtà compromessa. Per sollevare qualche velo illusorio.
E invece è così triste vedere il nostro fumetto “popolare” che si occupa di tutto tranne che di attualità, che racconta di vivisezione attraverso una favoletta preconfezionata, che punta gli occhi sul dolore senza capirlo, muovendo solo facile compassione, che si rifugia nella rassicurazione della narrazione di genere, senza guizzi né originalità. Il fumetto di genere dovrebbe essere una risorsa, una possibile metafora, non un canone da ripercorrere all’infinito, già scritto.

Il fumetto ha bisogno di intellettuali che siano nella società e dalla società alzino la loro voce.
La nostra cultura ossidata e addormentata ha bisogno del fumetto.

Haiku 48


Nel sole d'estate ho amato
il tacco la punta la caviglia il polpaccio.
L'autunno si avvicina zoppo.

sabato 6 settembre 2008

Haiku 47

Allo spettacolo di burattini Gabo ha osservato in silenzio. Rigido, le mani strette alle mie. All'arrivo del mago, scoppi, fuoco, urla. Gabo ha pianto di paura. Le labbra tremolanti.
"Non torna più il mago?". Il mago sei tu, Gabo.

Gruppo di haiku.

1.
Osservo nascosto
gli occhi di luce dei bimbi.
Non visto non sono.



2.
Tra le mani aperte
la voce sguaiata della povertà.
Fiore dalla polvere.
















3.
La terra trema.
In piedi, distesi, siamo
il fuoco dentro.



4.
L'erba è alta,
nella foresta umida di pioggia.
Capelli bianchi di tempo.













Haiku 46

Pulito d'acqua,
vicina la fine dell'estate.
Guardo le mie mani.
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